Angelo Custode le vostre testimonianze
Qui alcune raccolte di vostre testimonianze di incontri con l’Angelo custode avvenuti nei momenti difficili per dare conforto o per salvare una vita.
“Ogni individuo, credente o ateo, buono o cattivo, ha accanto un entità invisibile, di natura spirituale, un Angelo dotato di eccezionale intelligenza e di straordinari poteri, perché porta in sé una parte dell’energia divina che anima la creazione e che viene messa a disposizione del suo protetto. L’incontro con entità invisibili o angeli è un’esperienza autentica, comune a un altissimo numero di persone e registrata da uno stuolo di seri ricercatori.”
INCONTRO CON IL MIO ANGELO CUSTODE
Durante la notte feci un sogno particolare. Mi ritrovo accompagnato verso un ascensore da una bellissima figura femminile con i capelli lunghi neri vestita di bianco, lei non proferiva parola ma mi trasmetteva tranquillità. Ecco che di colpo mi trovavo nell’ascensore che saliva velocemente. Arrivai alla fermata, scesi ritrovandomi in un corridoio sotterraneo, ero tranquillo e curioso, ma col tempo cresceva in me un certo timore. Giunsi in fondo al corridoio, vidi un Angelo di colore con una veste bianca luminosa, aveva delle ali bellissime che lo avvolgevano di un luce splendida che pervadeva la mia anima. Ad un certo punto l’Angelo mi indica con l’indice della mano sinistra una direzione. Mi dirigo quindi da quella parte e ritrovandomi di fronte ad una porta che al mio arrivo si spalanca. Entro, sono in una stanza, all’inizio sento freddo. Di fronte a me ci sono degli angeli distesi su dei lettini, al mio arrivo si alzano improvvisamente ed io mi ritrovo circondato da una calda luce… rimasi senza parole! Allora gli Angeli si posero di fronte a me, mentre uno di Loro apriva le tende della stanza scoprendo un splendido paesaggio con bellissimi palazzi luminosi sotto un cielo stellato: tutto ciò mi trasmetteva una sensazione indescrivibile di Pace e Bellezza! Non volevo più andarmene da quel luogo, mi sentivo appagato in ogni sentimento, tutto era purezza… Poi un Angelo avanzò verso di me, lo vidi aveva dei bellissimi occhi azzurri, fu allora che Egli parlò ripetendo chiaramente il mio nome, rimasi colpito da quanto accadeva, mi sentivo davvero felice.Capii che era il mio Angelo Custode Lecabel, Egli mi amava, mostrandomi in tal modo come fosse sempre al mio fianco.
Nadir
(LECABEL o YECABEL “Dio che ispira”. Angelo 31 tra i 72 angeli della Shemhamphorash (o “Nome Diviso”) che presiedono le zone celesti e affiancano Dio nelle Sue azioni. Coro degli Angeli Dominazioni. Da 0° a 5° della Vergine. Angelo Custode dei nati dal 23 agosto al 28 agosto. Dono accordato: Opportunità. Colore Blu. Angelo custode per mese di nascita)
UN ANGELO MI HA SALVATO DALLE ACQUE
Era una giornata d’estate quando sono andata al mare presso Marechiaro (Napoli). Premetto che so nuotare, stavo vicino agli scogli, e dicevo a mio marito di fare attenzione dato che lui non sapeva nuotare, all’improvviso il mare da calmo divenne agitato. Le onde mi scaraventarono sugli scogli, poi divennero ancor più alte e fui sbalzata indietro nuovamente, ora ero circondata da scogli altissimi. Era come fossi in un burrone, era pieno di alghe, mi aggrappai ad una parete ma subito la mia mano scivolò: non riuscivo più a risalire…! Urlai chiedendo aiuto, ma le persone che vennero in mio soccorso, nonostante tutti i tentativi, non erano in grado di farmi uscire da quella trappola fatta di scogli ed alghe viscide, intanto l’acqua saliva. Mi sentivo perduta e temevo che fosse arrivata la mia ora, sarei morta laggiù… Mi misi a pregare chiedendo aiuto a Dio. La mia era una preghiera disperata e semplice: “Signore sto annegando, Ti Prego Aiutami, Dammi una Mano”. Terminai di pregare e mi ritrovai a scrutare il cielo, fu allora che dal bordo degli scogli apparve un uomo, mi guardò negli occhi e mi disse: “Signora si aggrappi a me”. Tesi la mano verso di Lui e in un istante mi sentii prendere per il polso e sollevare fuori da quell’inferno in cui ero caduta. Ero in salvo! Dove era questo signore così forte, volevo ringraziarlo con tutto il mio cuore, ma l’Uomo era sparito e non lo vidi mai più… Fu un’esperienza terribile con bel Finale, e da quel momento io credo molto negli Angeli!
Francesca
APPARIZIONE ANGELICA DEL MIO ANGELO CUSTODE
2 Agosto 2012, ore 15 circa, stavo viaggiando per lavoro sul mio camion, mi trovavo in località Borsea in provincia di Rovigo. Procedevo su un rettilineo di un chilometro, quindi strada dritta e visibilità ottimale. Guardo avanti e verso destra vedo un tubo di colore bianco intenso fluttuare nell’aria a circa 2 metri dal suolo, rimasi colpito da tale figura, poi pensai che fosse un gioco di qualche ragazzo. Arrivo quindi ad uno stop, mi fermo ed il mio sguardo viene catturato di nuovo da quello strano oggetto sospeso nell’aria, lo vedo allora alzarsi, diciamo a circa 7 metri da terra, quella sorta di tubo si apre formando delle ali bellissime, tra le ali un corpo con una tunica, infine compare anche il volto, mi guarda con uno sguardo severo, cerco di scorgere le sembianze in mezzo alla luce bianca, finalmente vedo quel viso che sembrava quello della Sacra Sindone. Tutto ciò si svolge in un lasso di tempo assai breve, la figura e in continuo movimento, non si era ancora formato completamente, per esempio non ne vedevo braccia, fu allora che si disciolse nell’aria ed io gli gridai “ciao Haziel!!!” perché so che lui è il mio Angelo. Sono ripartito velocemente dallo stop e se devo dire la verità non ho avuto il tempo di provare alcun timore, il tutto è durato pochi secondi. Mi resta il rammarico che Egli non mi abbia lasciato un messaggio o un segno qualsiasi. In seguito, restaurando un vecchio mobile di casa mia, mi sono sentito di dover disegnare la figura che avevo visto e l’ho fatto dietro la schiena del mobile.
Gianni
ANGELO CUSTODE MI SALVA DAL SUICIDIO
Il giorno in cui decisi di suicidarmi fu anche quello in cui incontrai il mio angelo custode. Era il 4 luglio del 1975 e la mamma mi aveva mandata a comprare le sigarette dal tabaccaio. Ai tempi ero una tredicenne con poca autostima e portavo dentro di me le cicatrici psicologiche delle percosse ricevute da una madre impegnata a combattere i propri demoni. Dire che ho avuto un’infanzia sgradevole sarebbe un eufemismo. Quando entrai nell’adolescenza, ero ormai stanca di litigare con la mamma, di sentirmi inutile e semplicemente di vivere. L’andata era tranquilla, ma al ritorno decisi di prendere una scorciatoia che credevo mi avrebbe condotta a casa. Era un sentiero sterrato che correva accanto ad un argine con un canale pieno d’acqua per l’irrigazione. Più camminavo e più mi deprimevo pensando a quanto odiassi la vita. Non avevo amici, e anni di solitudine, pestaggi e umiliazioni avevano lasciato il segno. Scoppiai a piangere quando arrivai alla conclusione che l’unica via d’uscita da quell’inferno era togliermi la vita. Ma come? D’un tratto ebbi un lampo di genio. Mi sarei annegata nel canale! Il mondo non avrebbe sentito la mia mancanza e non sarei stata più costretta a subire gli abusi di mia madre. L’idea della morte non mi spaventava. Sarebbe stato come addormentarsi senza più dover aprire gli occhi sulla tristezza della vita. Il mio corpo si diresse meccanicamente verso il bordo dell’acqua. La superficie era liscia come vetro e i rumori della natura si zittirono di colpo. Il silenzio era assoluto, come se il mondo aspettasse di vedere se sarei andata fino in fondo. Fu allora che accade. Quando stavo per scivolare in acqua, due mani invisibili mi allontanarono dal canale con una spinta poderosa, così forte che fui scaraventata sul terriccio dall’altra parte della strada. Impiegai un istante per riprendere fiato e raccogliere le idee. Mi guardai intorno come se mi fossi appena svegliata da un sogno. Non c’era nessuno. Chi mi aveva spinta? Chi mi aveva impedito di attuare il mio piano? In quel momento fui pervasa da un senso di pace, e il ricordo di quel giorno mi accompagna ancora. La vita a casa continuò a essere un inferno finché me ne andai a 17 anni, ma dopo quell’episodio non mi sentii più così sola. Mi trasferii dopo essermi diplomata ed ebbi altre occasioni per avvertire la presenza del mio angelo custode mentre provavo a ritagliarmi un posto nel mondo. Quando volevo una conferma che Dio non mi avesse dimenticato, che la mia esistenza avesse uno scopo, il mio angelo mi ricordava che non ero mai completamente sola. Ora comunico con gli altri attraverso le arti marziali e la scrittura, sperando che le mie parole infondono loro un po’ di pace nel momento del bisogno. È l’unico modo che conosco per ripagare il mio angelo custode per avermi dato una seconda occasione di vivere.
DIO AVEVA MANDATO UN ANGELO AD AIUTARMI
Ero un normalissimo bambino di nove anni che si godeva le vacanze estive. Io e la mia famiglia vivevamo in una cittadina. Stavo andando da un amico che abitava a due isolati da casa mia, e pensavo alla nonna, che era morta qualche anno prima. Era una piccola signora dai capelli d’argento, con gli occhiali e un sorriso affettuoso e bonario. Era molto affabile e parlava sempre in tono calmo e pacifico. Con lei, mi sono sempre sentito amato, protetto e al sicuro. Avevo visto piangere mia madre per la prima volta quando era morta la nonna.
Camminando, notai all’improvviso i suoni circostanti: le conversazioni delle persone, il rombo delle macchine e il cinguettio degli uccelli. Fiutai anche il profumo del caprifoglio in fiore. Svoltai nell’isolato dove sorgeva la casa del mio amico. Mentre mi avvicinavo al vialetto, sentii una strana raffica di vento. Non da un lato all’altro, bensì dall’alto verso il basso. Mi fermai davanti al vialetto, pervaso da un senso di calma e di pace e da un’acuta consapevolezza. Non riuscivo a muovermi ne a udire nulla, ma vedevo tutto. Fu come se qualcuno mi avesse coperto con un paio d’ali. Poi ebbi l’impressione che mi posassero le mani sulle spalle e mi facessero indietreggiare lentamente di tre passi. Di lì a un attimo un’auto uscì dal vialetto a marcia indietro. L’avevo mancata per un pelo! Mi resi conto che il conducente non mi avrebbe visto se avessi continuato a camminare, ed era l’epoca in cui le macchine non avevano gli indicatori sonori della retromarcia. Quando la vettura scese sulla strada e si allontanò, sentii le mani che si staccarono dalle mie spalle e una folata di vento, questa volta dal basso verso l’alto. Ricominciai a muovermi liberamente. Mi voltai per vedere chi mi avesse salvato la vita, ma non c’era nessuno. Corsi a casa e raccontare l’accaduto a mia madre. Quando ebbi finito, fu sollevata all’idea che non mi fossi fatto male. Disse che Dio aveva mandato un angelo ad aiutarmi. Mi abbracciò, mi baciò e pianse lacrime di gioia. Ho avvertito la presenza divina per tutta la vita. Credo che l’angelo di quel giorno fosse mia nonna, incaricata da Dio di salvarmi la vita. Non dimenticherò mai le sensazioni di pace, gioia e amore che caratterizzarono quell’esperienza.
Vi racconto la mia storia per dare speranza a chi l’ha perduta che gli angeli esistono, ed io ne sono la prova.
Il 2 Settembre una Domenica come tante passate con mio figlio Marco a pescare, sono stato salvato dal mio angelo custode.
Erano le 14.30 circa ed io con mio figlio quasi quindicenne pescavamo spensierati, l’acqua era limpidissima tanto è che si potevano vedere i sassolini sul fondale.
Decido di alzarmi e di fare una camminata, vedo dei pesci, per cui torno indietro e prendo la mia canna da pesca, dicendo a mio figlio di non muoversi che sarei tornato subito.
Mentre camminavo ho visto l’acqua cambiare, diventare torbida (un segno per farmi capire che dovevo fermarmi) ovviamente non ho capito, per cui ho alzato la canna per abbassare il galleggiante e dare meno acqua, in quel preciso istante una scarica di corrente mi ha attraversato sotto il braccio destro percorrendo sulla pancia fino a scendere nella gamba e scaricare a terra attraverso il piede, la potenza della corrente mi ha sbalzato sull’ asfalto.
Avevo toccato involontariamente con la canna i fili dell’alta tensione scoperti.
Per chi è pescatore sa benissimo che la canna essendo in carbonio è conduttore di corrente.
Ho avuto un attimo di lucidità e ho capito, che per me era la fine, ho salutato mio figlio dicendo ciao Marco.
Sono svenuto e da lì il nulla.
Nel frattempo quel punto in cui ero ha preso fuoco, mio figlio vedendo la scena da lontano, è corso per soccorrermi, purtroppo io ero esamine per terra.
Mi chiamava urlando ma io non potevo sentire.
Nei minuti in cui non ero cosciente ricordo, che stavo sognando mio figlio, non ricordo esattamente cosa, non posso dire di essere stato dall’altra parte, ma nei pochi minuti in cui non ero cosciente ricordo un appagattezza infinita, nessun dolore.
Ricordo di aver fatto un gran respiro, molto intenso, mai nella mia vita avevo preso tanto fiato, mi sono alzato e credo che solo la forza dell’amore che un genitore ha verso un figlio, mi abbia dato la forza di trascinarmi fin dove ero inizialmente, rimettendo tutto in ordine, per evitare che potesse farlo mio figlio, per paura che potesse scivolare datosi lo spavento che aveva avuto per me. Il mio unico pensiero non ero io ma mio figlio, il mio ometto coraggioso, che con tutta la sua forza mi ha spostato, perche quando sono caduto a terra svenuto, le mie gambe stavano prendendo fuoco.
Quando sono arrivati i soccorsi e i Vigili del fuoco, chiamati da mio figlio ( per me un eroe, l’eroe di papà) sono rimasti scioccati, dicendo che era impossibile che fossi vivo, perché i Vigili del fuoco avevano rilevato una corrente di cavi elettrici di 30mila volts, Per cui non ci si può salvare.
Mi hanno portato in ospedale, non ho riportato nessun danno celebrale, nessun organo leso, tranne le scottature, e sulla mia pancia si può vedere benissimo una bruciatura che riporta l’immagine della Madonna.
Sul mio piede ustionato spesso appaiono cuori, la ferita stessa a un cuore, e noto la crema che devo applicare per le medicazioni prendere la forma dei cuori
Questa esperienza ha soltanto rafforzato la mia fede
Voglio dire un’ ultima cosa, non perdete mai la speranza, gli angeli esistono e arrivano sempre repentini a salvarci, quando la nostra ora non è arrivata
Grazie angelo mio