LA FIDUCIA NEGLI ANGELI

“Il libero arbitrio esiste. È vitale nell’esperienza della conoscenza umana. Le deviazioni dal percorso primario (il tuo programma di vita) sono numerose e frequenti nel tempo ma sono state precedentemente calcolate. Questi aggiustamenti possiamo chiamarli regolazioni di precisione.” Così parlò un Angelo di livello superiore. Quindi quando appare un Angelo per salvare una vita, il suo intervento (l’aggiustamento) è indotto dal libero arbitrio del soggetto appena salvato. Questi tipi di interventi sono spesso risposte alle preghiere. Se l’uomo è in sintonia mentale e spirituale con il suo angelo, sarà molto aiutato e protetto. Ma se non lo è, magari è ateo e non ha allacciato alcun rapporto con i suoi angelo, quest’ultimo non può fare altro che attendere che si risvegli e si accorga di lui. Non significa, però, che se non credi non ci sarà mai un intervento nei tuoi confronti; semplicemente, l’azione dell’angelo sarà meno efficace di quella rivolta un credente che lo invoca regolarmente.
L’Angelo si manifesta solo quando l’uomo ne ha bisogno. La sua attività creatrice dipende dall’uomo e, se quest’ultimo non lo invoca, l’angelo può cadere in uno stato di coscienza in cui tutta la sua genialità creativa rimane in potenza ma non si manifesta. Un angelo che non ha motivo di esistere è una vera tragedia nel mondo spirituale.

John Lilly aveva solo 10 anni quando stava giocando con il suo cane su un muretto. Non si rese conto del pericolo di cadere dall’altra parte. Quando l’animale lo morse, John si girò di scatto per colpirlo. Ma un angelo gli apparve e gli parlò. Il ragazzino rimase pensieroso e lo osservò a lungo, poi domandò se lui era il suo angelo custode e l’altro rispose di sì e gli sorrise. Dopo qualche minuto aggiunse che sarebbe stato disponibile ogni volta che ne avessi avuto bisogno. Il ragazzino prontamente gli ribatte: “Ma avevo bisogno di te ora quando il mio cane Robi mi ha morso!”
Infatti ero la! Stavi per cadere dal muretto e ho incaricato il tuo cane ad addentarti!”
“Ma io pensavo che Robi mi volesse bene…” Borbottò John.
Robi ti vuole bene ma non poteva capire che ieri in pericolo, quindi ho dovuto passare attraverso di lui”, rispose l’angelo.
“Mi proteggerai sempre?”
“Sì, per tutto il tempo che crederai in me. Crederai in me per sempre?”.
“Che cosa vuol dire credere in te?”.
“Credere significa saper amare, essere con qualcuno. Io sono, tu sei. Ecco cosa vuol dire credere in qualcuno.”
“Io sono, tu sei. Io credo in me. Io credo in te. È questo che vuoi dire?”.
“Si”. 

Questa storia realmente accaduta a uno dei maggiori studiosi di Angeli ci pone di fronte a una questione determinante: la fiducia.
La fiducia nell’Angelo apre la porta tra il piano fisico e quello spirituale, è la connessione tra il visibile e l’invisibile. Nella storia di John, abbiamo osservato un fenomeno stupefacente avvenuto in modo a noi incomprensibile. L’angelo è entrato nel cane per indurlo a mordere il ragazzino, ed evitare così il peggio. Ma non è meraviglioso? Quanti di voi posseggono e amano un cane? Quante volte vi ha guardato come se volesse dirvi qualcosa di speciale, di diverso dal solito? Stupirci, dobbiamo solo stupirci. Gli Angeli custodi difendono il loro protetto come una madre difende il proprio figlio, che sia bravo o cattivo. L’angelo diviene il primo miglior amico dell’uomo. Così è stato anche per quei 154 ostaggi (ben 136 bambini) della scuola elementare di un paesino negli Stati uniti, il 16 maggio 1986. Quella mattina un pazzo furioso di nome David Jung irruppe nella scuola insieme a sua moglie. Erano entrambi armati fino ai denti e tennero in ostaggio i piccoli alunni che a quell’ora erano nelle aule. Jung annunciò alla polizia, giunta dopo poco ,che intendeva ucciderli tutti a fucilate. Improvvisamente, però, cambiò idea. Estrasse una bomba micidiale e urlò che voleva far saltare l’intera scuola. Qualche istante dopo sotto gli occhi dei poliziotti e testimoni, la scuola come in un film, esplose. I pompieri accorsero tra le macerie e iniziarono a cercare bambini. Speravano che qualcuno si fosse salvato, ma erano tristemente consapevoli che avrebbero trovato solo cadaveri. E invece non c’era nemmeno un morto o un ferito! Tutti furono estratti sani e salvi tra la gioia e lo stupore dei soccorritori. Ma che cosa era successo al momento dell’esplosione? Perché non vi fu nemmeno un morto? Tutti i bambini racconteranno la stessa versione ai pompieri e ai loro genitori. Voci ed Esseri di Luce avevano spiegato come sfuggire all’esplosione. Una bambina, tra le tante testimonianze, disse: “Gli esseri di Luce fluttuavano sopra di noi. C’erano una madre, un padre, una bambina con i capelli lunghi e una signora con un neonato in braccio. La donna ci ha detto che stava per scoppiare una bomba e che dovevamo obbedire a nostro fratello. Erano vestiti di bianco e brillavano come delle lampadine, soprattutto intorno al viso. Quella donna aveva un’aria molto gentile, sentivo che mi voleva bene. Mio fratello mi disse di nascondermi sotto un calorifero e io lo feci”.
Un altro bambino invece ha detto: “Io non ho visto niente, ho solo sentito una voce che mi diceva di andare a prendere mia sorellina e di metterci sotto la finestra del corridoio e io l’ho fatto.” Potrebbe sembrare la trama di un film, ma non lo è: è un fatto realmente accaduto non tanti anni fa.
Non esiste un manuale angelico di apparizioni, non vi sono regole o modalità di comunicazione. Alcuni vedono, altri sentono, altri ancora hanno impulsi inspiegabili. Infine, altri ricevono aiuti da loro cagnolino. Una sera dell’ottobre del 1991 a Los Angeles, un ragazzo seguiva a bordo della sua auto un suo amico al volante della sua. Si erano fermati al semaforo di un incrocio. Quando venne il verde, l’amico girò a sinistra e lui lo seguì. L’auto aveva il cambio automatico, quindi alzò il piede dal freno è partito. All’improvviso, senza nessun motivo, il ragazzo decise di frenare nuovamente con forza proprio in mezzo all’incrocio. Un secondo dopo un’auto spuntò alla sua destra con un missile. Sfrecciò a più di 100 km all’ora e lo sfiorò portandosi via il suo paraurti. L’auto del ragazzo iniziò a volteggiare su se stessa fino a ribaltarsi colpendo una macchina parcheggiata. Lui però uscì incolume. Se avesse fatto un solo metro in più sarebbe stato colpito in pieno e di certo non sarebbe sopravvissuto. Perché frenò? Ancora oggi  il ragazzo non sa darsi una spiegazione. Non vi era assolutamente alcun motivo per farlo. L’incrocio era deserto ed era ripartito quando era scattato il verde. Ora mi domando: era stato proprio lui a frenare oppure era accaduto che un essere superiore aveva preso per un attimo il controllo, come era avvenuto per il cane Robi?

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Marco Cesati Cassin- presenze positive

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