Venne salvato da un Angelo
Storia vera di un uomo che deve la sua salvezza a un Angelo
Alle otto del mattino faceva già caldo, la giornata si preannunciava rovente. Era l’estate del 1999 a Brighton, cittadina di mare della Gran Bretagna. La città si svegliò sotto il cielo azzurro e limpido di una bellissima mattina di giugno. Nulla faceva presagire che fu quel giorno in cui venne salvato da un Angelo.
Robbie pensò che fosse la giornata ideale per un giro in bicicletta e così tirò fuori dal garage la sua mountain-bike e montò in sella dirigendosi verso il mare. Pedalò lungo la pista ciclabile e, men che non si dica, si trovò nei pressi del lungomare. Quando giunse alla fine del percorso riservato ai ciclisti si rese conto, con un certo timore, che il traffico si era intensificato e fu con molta esitazione e si immise sul lungomare.
Pur sentendosi a disagio si avventurò fra le automobili e i camion ma, d’un tratto, un mastodontico camion gli sfrecciò di fianco, procedette per un po’ lungo la corsia di destra e quindi decise di spostarsi nuovamente a sinistra tagliando la strada al ragazzino. Il camion investì Robbie sbalzandolo dalla bicicletta e trascinandolo sotto le ruote. Per quanto possa sembrare strano, il camionista non si accorse di nulla e fu soltanto quando vide altri automobilisti e pedoni sbracciarsi e gridare nella sua direzione che capi di doversi fermare.
Robbie era finito sotto il camion e ora si trovava con il viso schiacciato contro una delle enormi ruote del veicolo. Aveva riportato la frattura della mandibola e fiotti di sangue gli riempivano la bocca. “Mio Dio, è la fine!” Fu il pensiero che gli attraversò la mente. Fu in quell’istante che sentii una voce, qualcuno che in tono dolce, ma fermo, gli diceva: “Sposta la testa”. Con la mente annebbiata dal dolore, Robbie fece come gli veniva suggerito evitando all’ultimo momento l’impatto con una ruota del camion.
Intanto coloro che avevano assistito all’incidente gridavano in preda al panico e sul lungomare si era creato un gran tumulto. A un certo punto, Robbie non vede più niente e venne colto dalla terribile sensazione di essere sul punto di morire. Alcune pattuglie della polizia stradale e i pompieri giunsero a sirene spiegate sul luogo dell’incidente per prestare aiuto, i soccorritori si prodigarono per estrarlo da sotto il camion mentre un’ambulanza era pronta a trasportarlo all’ospedale.
Robbie sentii dire a uno dei soccorritori che bisognava fare attenzione poiché c’era il rischio che avesse riportato lesioni alla spina dorsale. Il ragazzo terrorizzato immaginò che, qualora fosse uscito vivo da quell’incidente, avrebbe passato il resto dei suoi giorni inchiodato a una sedia a rotelle. Mentre i soccorritori cercavano di estrarlo dalle lamiere, Robbie provò una fitta lancinante alla gamba che si trasmise a tutto il corpo.
Allorché pensava di trovarsi a vivere il peggiore incubo della sua giovane vita, sentì di nuovo quella voce rassicurante che gli diceva di non avere paura e che presto tutto si sarebbe risolto. Una mano dal tocco confortante strinse quella di Robbie e subito il ragazzo si sentì pervaso da una sensazione di calma assoluta. Pensò che la rassicurante voce femminile appartenesse a un medico che, in qualche modo, era riuscito a infilarsi sotto il camion per aiutarlo.
Quando finalmente Robbie venne liberato, le tenebre che lo avevano avvolto sino a quel momento si dissiparono, il ragazzo si guardò attorno e notò che fra i soccorritori non c’erano donne. Venne adagiato sulla barella e trasportato sull’ambulanza che partii a sirene spiegate verso l’ospedale. Durante il tragitto la voce sussurrò di nuovo al suo orecchio parole di conforto mentre Robbie si interrogava circa la provenienza di quella voce gli si chiedeva che cosa lo attendesse una volta giunto all’ospedale.
Con grande stupore di tutti coloro che avevano partecipato alle operazioni di soccorso, le ferite riportate da Robbie si rivelarono assai meno gravi di quanto si temesse. La gamba e i piedi che erano rimasti intrappolati sotto il camion così a lungo presentavano soltanto vistosi lividi e, il braccio schiacciato dal peso del mastodontico mezzo, non aveva riportato la benché minima frattura, ma soltanto ecchimosi. Robbie si era sì fratturato la mandibola, ma si trattava di una frattura così netta che sarebbe guarita presto, per di più, non aveva perso nessun dente. Era chiaro che venne salvato da un Angelo.
Da quello spaventoso incidente, Robbie non aveva riportato nessuna lesione grave e medici, genitori e amici parlarono di un miracolo. Dal canto suo, Robbie serba ancora oggi un vivido ricordo dell’incidente e sostiene di non avere dubbi in merito alla voce che, in quel frangente, giunse a rassicurarlo. “Era la voce del mio Angelo Custode giunto a confortarmi e fu grazie al suo intervento se da quell’incidente non riportai danni permanenti”. Robbie ha concluso la sua incredibile testimonianza con queste parole: “Ogni sera, prima di addormentarmi, ringrazio il mio angelo custode per avermi salvato la vita e per avermi aiutato a capire che l’amore è una forza straordinaria”.