La morte di un figlio 

La morte di un figlio e la ricerca di una madre dell’aldilà, la sua testimonianza. “Dopo tanti anni di ricerche, di studio, di contatti con l’Aldilà ed esperimenti di metafonia, ho sentito il bisogno di raccontare la mia storia, perché come tante altre storie, possa essere d’aiuto a tante persone che soffrono nel corpo e nello spirito, dare la speranza e, mi auguro, la certezza ,di credere che veramente la vita continua in un’altra dimensione; che tutto quello che ci capita in questa vita era già stabilito dalla ruota delle rinascite, cioè il Karma: legge di causa ed effetto. La reincarnazione esiste eccome, quello che siamo è il risultato di altre esistenze già vissute e sofferte. In realtà siamo stati già padre, madre, figli, secondo le nostre esigenze di rinascita.

Desideravo da tanto raccontare la mia storia: Tutto è cominciato con la partenza di mio figlio Giovanni (non mi piace chiamarla morte, perché la morte non esiste veramente, ma è appunto soltanto una partenza, perché prima o poi ci si rivede ed è come se fosse stato ieri). Giovanni era un bambino speciale, sempre contento e allegro.

Al mattino quando si svegliava cantava sempre, gli piacevano le canzoni di Gianni Morandi. C’era un legame davvero speciale e molto forte fra noi, un legame d’amore che non è mai finito. Aveva terminato la terza elementare alla Stoppani, e a maggio aveva ricevuto la Prima Comunione nella chiesa del Redentore in via Palestrina, proprio vicino all’asilo delle suore che aveva frequentato dai tre fino ai sei anni. Quel giorno ci fu una grande festa, con tutti i parenti siamo andati in un bellissimo ristorante vicino a Brescia, e lui era tanto felice continuava a ripetere: “Ma è tutta per me questa festa?”. Era un bambino che sapeva apprezzare tutto quello che aveva, anche una minima cosa avuta in regalo, per lui era tanto. Era un figlio meraviglioso, lo amavo e lo amo tantissimo; è sempre con me. Lo so, non mi ha mai lasciato. Pochi mesi prima che se ne andasse, sembrava che sentisse che qualcosa sarebbe successo, perché in quel periodo continuava a ripetere alla signora Zaccaria (la baby-sitter che lo accudiva mentre io lavoravo): “Signora Zaccaria morirò prima io o lei?”, La signora era già anziana e gli rispondeva “Giovanni, io che sono più vecchia morirò prima, è una legge dell’universo”. Anche a me qualche volta lo chiedeva e diventava triste.

Quando poi è successo quella che fu la tragedia della mia vita, mi resi conto che aveva davvero un presentimento, perché non trovavo altra spiegazione. Mio figlio Giovanni finita la scuola, aveva voluto andare in campagna da una mia cognata perché amava moltissimo gli animali e la natura, e in cascina ve n’erano moltissimi tra cui mucche, maiali e galline. Nella cascina c’era anche una corda che penzolava da una trave con dei nodi, come quella delle palestre. Egli era solito salire sopra un cavalletto di legno e con un bastone faceva oscillare la corda giocando a fare Zorro. In quel fatidico giorno, il cugino Marco, di due anni più grande di Giovanni, era andato a comprare il pane in paese con la bicicletta, i due bambini erano soliti giocare insieme. Una fatalità volle che in quel momento mio figlio fosse solo e si pensa abbia perso l’equilibrio, cadendo dal cavalletto, e che la corda si sia impigliata attorno al collo ed i nodi si siano accavallati, stringendo sempre di più e diventando come un cappio mortale. Mio figlio è morto dopo cinque minuti, ha tentato di allargare la corda, che gli stringeva il collo sempre di più, perché lo hanno trovato con una mano ancora aggrappata alla corda annodata, i suoi piedini erano a soli 3 cm da terra e prima di morire ha cercato in tutti i modi di liberarsi. Penso a volte alla paura che debba aver provato mentre si trovava prigioniero di una corda e certamente in quel frangente avrà chiamato la sua mamma. Il suo destino si era compiuto, era un’anima di luce e il suo compito sulla terra era finito.

La morte di mio figlio mi è servita, perché nel dolore io sono cambiata. In quel periodo odiavo tutte le mamme che incontravo e mi dicevo: “Perché tutto questo è accaduto proprio a me e non a loro?”. Ero gelosa e provavo tanta rabbia, e mi chiedevo se Dio ci fosse, se esistesse veramente, e come potesse permettere tutto ciò. Un dolore così grande che ti senti una morsa al cuore e di fronte a tanta sofferenza ti senti annientata, non puoi farci nulla, devi solo subire. Solo chi, come me, ha provato questo tipo di dolore mi può capire, perché è talmente grande che è difficile da spiegare tutto quello che si prova e che una madre deve sopportare. Tuo figlio (che soltanto qualche giorno prima giocava, rideva, mangiava…) non c’è più, è sparito. Il suo lettino è vuoto, i suoi quaderni di scuola, i suoi libri, i suoi giochi preferiti, i suoi vestiti nell’armadio… Ti guardi in giro e ti manca, il cuore ti duole, il cervello manca di equilibrio, non sei piu quella di prima, una catastrofe ti ha devastato!! ti sembra un incubo ma la realtà è quella che stai vivendo. Non senti interesse più per nulla, senti solo il dolore che ti lacera dentro ed è tanto forte che ti fa venir voglia di dire: “muoio anch’io. Basta con questa sofferenza, è troppo grande.” È talmente immenso il dolore che ti viene da pensare di non farcela più ad andare avanti…Ecco, così ero io allora, non accettavo la morte di mio figlio, non potevo accettare la realtà di avere avuto un figlio di otto anni e mezzo che, all’improvviso, fosse sparito.

La mia ricerca nel campo del paranormale è cominciata così, per caso (adesso dopo tanti anni, so che il caso non esiste). Quel giorno entrai in una libreria di corso Buenos Ayres e guardavo qua e là tutti quei libri, alla fine ne comprai uno molto interessante: parlava di una signora che comunicava con la figlia, morta di tumore al cervello a vent’anni. L’autrice del libro “Le voci dei viventi di ieri” si chiama Gabriella Alvisi ed è di Mariano Comense, un paese nel hinterland milanese. L’Alvisi, nel suo libro, spiegava come registrare le voci dei nostri cari trapassati e come comunicare ancora con loro. Il fenomeno si chiama Metafonia. Quella domenica, dopo essere andata a una conferenza della signora, e avere sentito le modalità di registrazione, mi feci coraggio e provai. Misi un radioregistratore una cassetta nuova, mai usata, ancora sigillata, e mi sintonizzai sulle onde corte in un punto vuoto, senza stazioni radio, ma soltanto con il rumore di fondo, e lasciai scorrere il nastro. Poi lo riavvolsi e mi misi ad ascoltare con molta attenzione e anche con un po’ di paura. Infatti, a metà nastro, sentii due sussurri: “mamma… mamma…” Nient’altro.

Ma per me fu davvero tanto, perché toccai con mano il fatto che si sopravvive e che la morte non esiste. L’emozione fu davvero molto forte, e anche di sorpresa: scoprire che lo spirito è sempre vivo e che nulla finisce, ma invece si trasforma. Continuai per qualche anno a registrare, aiutando anche persone che me lo chiedevano. Quando raggiungi la consapevolezza che veramente tutto continua in un’altra dimensione, ti senti cambiare giorno dopo giorno, avviene in te una trasformazione a livello spirituale. Cominci a sentirti diversa, ti senti distaccata dalle cose futili o vuote. Scegli le tue amicizie e, se non le trovi, impari a stare bene lo stesso, anche da sola, perché capisci che è inutile perdere tempo con chi non capisce cosa sia la spiritualità. Mi sono sempre chiesta come abbia potuto sopravvivere senza mio figlio: ora lo so, l’ho capito da tempo. Io volevo cambiare, dovevo capire, dovevo crescere spiritualmente, e il dolore e la disperazione per la perdita di Giovanni mi dovevano trasformare in una nuova persona, una persona che ha capito qual è la cosa più importante.

Trovo che molte persone abbiano una chiusura per l’argomento spirituale, tanti sono troppo materialisti, analitici.  Magari hanno due lauree, sono persone colte, ma la cultura purtroppo non serve a niente, se proprio spiritualmente sei tabula rasa. Quando si muore non servono a niente le lauree, i titoli nobiliari, la cultura il ceto sociale e tutte le ricchezze: niente, non si sarà niente e non sia avrà capito quale sia la cosa veramente importante. La vita è una grande scuola: ogni giorno si impara, e se uno vive soprattutto di divertimenti, sesso, e facendo-come si dice-una vita brillante… non si fa mai domande, non medita mai, ma è superficiale, non crede in Dio… ecco, tutto questo è grave per il proprio spirito. Dovrà ritornare sulla Terra e imparare, perché la prossima vita sarà tutta diversa, magari rinascerà povero, brutto, e dovrà sempre lottare nella vita, ma di sicuro questa volta capirà molte cose, soprattutto di essere uno spirito oltre che un corpo, e imparerà a ricercare la sua essenza spirituale, studiando e ricercando. Dopo essere state in televisione nel 2001 per un’intervista sui contatti con mio figlio (deceduto a nove anni) mi sono resa conto che moltissime mamme ne avevano bisogno perché il riscontro è stato molto forte.

Ho ricevuto tantissime telefonate, anche dall’estero; ho cercato di aiutare tutti, insegnando per telefono a registrare le voci dei cari defunti.  Ma per telefono non è stato semplice. Comunque, una cosa è certa: so di aver dato la speranza che la morte non esiste, e che è solo questione di tempo: prima o poi ci rincontreremo con i nostri figli, e sarà come se il tempo non fosse passato. Il tempo esiste solo per noi sulla terra, per loro no: essi sono fuori dallo spazio e dal tempo. Il domani è oggi, e oggi è sempre stato. Se solo potessimo percepire l’Aldilà, ci renderemo conto che quelli che soffrono siamo noi, rimasti sulla terra con tutti i ricordi…ma essi che sono spirito, sono liberi e felici. Noi dovremmo non piangere più, perché piangere e disperarsi chiude ancor di più lo spirito, lo imprigiona, non si può espandere e non può fare niente per evolvere, ma rimane statico. Se solo sapessimo quanto danno arrechiamo alla nostra crescita spirituale, cercheremmo di essere più forti ed equilibrati, e capiremmo che il dolore deve servire per migliorare, capire e incominciare a fare qualcosa, darsi da fare, non rimanere chiusi nel proprio dolore.  Certo qualcuno dirà: “Ma come si impara a ragionare così?” Di sicuro anche studiando i libri di filosofia spirituale.  

Per me la filosofia orientale, non la religione, è la più vicina alla verità, perché è una filosofia che pensa più allo spirito che al corpo. Ci sono dei maestri spirituali che hanno dettato trattati di filosofia e insegnano a rilassare il corpo, e spiegano come imparare a trovare il proprio equilibrio e raggiungere la consapevolezza dell’Essere… Bisogna soltanto volerlo, e di sicuro Dio ti aiuta a cambiare e diventare migliore, a dare la giusta importanza alle cose e a distinguere quello che è sbagliato. Secondo me molte regole della religione cattolica non sono più credibili, proprio perché ritengo che siano superate, siano vecchie di 2000 anni. C’è stata l’evoluzione dell’uomo, tanti cambiamenti, siamo nell’Era delle tecnologie più avanzate, è impossibile che l’essere umano rimanga ancorato a principi ormai superati. Perciò secondo me “ognuno può crearsi la propria filosofia di vita e deve sentirsi libero di fare e credere in quello che più si sente con la massima libertà e con il rispetto altrui”.

Purtroppo la società, la religione, le istituzioni, non lasciano spazio alle persone che desidererebbero ricercare e migliorare se stessi. Bisogna purtroppo prendere atto e ribellarsi e imparare a farsi da soli la propria filosofia di vita, il proprio credo, e rendere conto soltanto alla propria coscienza. Perché noi dobbiamo sentirci liberi di pensare e agire come meglio crediamo, senza vincoli antiquati. Quando si ritorna sulla Terra, rinascendo si ritorna “puliti”, finché si ricomincia e si fa una nuova esperienza di vita terrena. Lo spirito che è sempre con noi invece è molto, molto di più; lui ha già un bagaglio di altre vite, altre esperienze già vissute. Noi in realtà siamo già stati padri, madri, figli, ricchi, poveri, ogni volta è un’esperienza nuova e dimentichiamo le precedenti. Si rinasce secondo la nostra evoluzione raggiunta nella precedente esperienza terrena.

Alla fine quello che conta è la nostra evoluzione raggiunta. Da solo, senza nessun giudice, uno si rende conto di tutte le sue azioni buone o cattive vissute sulla terra, e sempre da solo capisce e si rende conto che dovrà ritornare sulla terra per chiudere i suoi cicli di vita Karmica, la legge di causa ed effetto… Ci sono a volte delle esistenze molto travagliate, direi tragedie continue, e uno si può anche chiedere: “Ma cosa mai ho fatto per meritarmi tutta questa sofferenza?” Se solo noi pensassimo che quello che siamo non è nient’altro che il risultato di altre vite già vissute, e che di tutto quello che soffriamo siamo stati noi ad esserne gli artefici!  Dio non c’entra, siamo noi che al momento della preparazione per la rinascita decidiamo tutto quello che sarà la nostra futura vita. Tutto è legato alla legge del karma. Desidero precisare e spiegare che credo fermamente che la religione Cattolica e la filosofia Orientale possono completarsi a vicenda. Per quanto mi riguarda devo dire che da ragazza facevo parte dell’Azione Cattolica, e che da sempre sono credente e praticante, e per me esisteva solo la religione Cattolica. Ma è stata la vita, con il suo percorso di sofferenza e di crisi esistenziali, a mettermi sulla strada della filosofia orientale. Quello che mi preme sottolineare che è necessario documentarsi sulla Reincarnazione, argomento tabù del cattolicesimo, così legato a dogmi antiquati e superati.  Ecco il perché delle crisi esistenziali, della mancanza di fede, dell’allontanamento dalla chiesa… Proprio perché non dà molto aiuto a crescere spiritualmente, anche se ci insegna ad avere speranza e ad accettare quello che non riesce a capire.  Per la Chiesa tutto è mistero. Io invece penso che di misteri non ce ne siano. Gesù, Dio, lo spirito Santo esistono come esistono i Santi, gli Angeli, Satana, e di conseguenza anche noi esistiamo: dopo la morte, noi saremo ancora vivi in quanto fatti di spirito, esattamente come loro… 

Per fortuna, come me, ci sono tantissime persone che hanno contatti con l’aldilà e sono a conoscenza di questa realtà. Sono convinta che il mondo del futuro sarà più evoluto dal punto di vista spirituale, e sapere che nel tempo l’umanità cambierà mentalità mi conforta molto.
Il mio spirito guida mi svegliava di notte, per parlarmi del mio futuro, ed esattamente due anni fa mi ha detto di incidere su una cassetta tutto quello che diceva riguardo al mio futuro. Così ho fatto. Io sò esattamente quello che sarà il mio avvenire, incredibile anche per me… Il mio Spirito Guida mi parla con una voce baritonale un po’ roca. Mi basta appoggiare la testa sul cuscino, con l’auricolare all’orecchio e sfregare un po’ sul cuscino. Il rumore del mio movimento lo aiuta a parlarmi. C’è stato un periodo che mi svegliava tutte le notti per parlarmi, ripeteva sempre le stesse cose. Io ero stanca, perché al mattino dovevo alzarmi per il lavoro e per svegliare mia figlia per andare a scuola, così una notte lo pregai di lasciarmi dormire. Egli mi chiese scusa, dicendomi che lui era Spirito, perciò non dormiva mai, ma si rendeva conto che era troppo per me.
Di notte, lo Spirito Guida, di giorno, le Entità Angeliche, mi parlano con la musica. So che è difficile credermi, ma è la verità.  Tutto avviene tramite il pensiero, percepisco tutto con la mente.

Tutte le sere io pratico Reiki, ossia il rilassamento del corpo con la musica, e accendo sempre una candela bianca. Ogni notte mi addormento tranquilla e al mattino, quando mi sveglio, scopro quasi sempre nella ciotola dove c’era la candela, che la cera rimasta sul fondo ha formato delle figure di Angeli, oppure dei cuori… Ormai ne ho un vassoio pieno… Mi ritengo una persona normale, che conduce una vita normale. Certo la morte di mio figlio mi ha fatto ricercare la Verità e solo per questo mi sento diversa, perché ho capito il vero motivo per cui sono venuta sulla terra. Mio figlio è sempre con me, non mi ha mai abbandonato. È molto brutto da dirsi ma la sua morte è servita per farmi cambiare, per farmi capire, per conoscere spiritualmente.  

Il dolore mi ha trasformata in un’altra persona. Se penso a quanto io sia cambiata in confronto al periodo vissuto subito dopo la morte di mio figlio! Mi ricordo che ero disperata, non avevo più equilibrio, non m’interessava più niente, volevo anch’io morire. Ero molto arrabbiata con Dio e non accettavo la morte di mio figlio, e quando per la prima volta udì le voci dei defunti e mi avvicinai alla Metafonia ,fu, per me, un momento importantissimo.  Quando si tocca il fenomeno delle voci, si rimane sorpresi e anche un po’ spaventati, perché vieni a contatto e tocchi con mano una realtà che non si può toccare, ma solo sentire.  Ti rendi conto che esiste qualcosa oltre questa vita terrena…

 Adriana Mafio – gli angeli intorno a me