LA LEGGE DEL KARMA, perché lui si e io no?
Questa domanda si presenta da secoli nei pensieri di ognuno di noi. In genere ci confrontiamo con chi sta apparentemente meglio di noi, magari ha una bella casa, un bel lavoro, una bella famiglia. Oppure gode, senza alcun merito personale, della ricchezza accumulata da generazioni. Ma perché lui sì e io no? Perché esiste la legge del karma! D’altronde anche Cristo disse: “Non peccare più, che non t’accada di peggio“. San Paolo disse: “Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato”. Il karma è la legge di raddrizzamento che tende, senza introduzione, a ristabilire l’equilibrio distrutto nel mondo fisico e l’armonia interrotta nel mondo morale. Il karma non agisce costantemente con lo stesso metodo ma sempre in modo da ristabilire l’armonia e conservare l’equilibrio necessario all’esistenza dell’universo. Non si può sfuggire alle responsabilità personali. Il male è un’infrazione alle leggi dell’armonia che governano l’universo e colui che ha violato queste leggi deve pagarne personalmente le conseguenze.
L’uomo ha compiuto una cattiva azione contro gli altri, dovrà pagare! La filosofia orientale ritiene che non vi sia una nuova anima per ogni bambino che viene al mondo: vi è invece un numero limitato di anime che si sviluppano e aumentano nella loro perfezione assimilando le personalità successive. Questa personalità sono il prodotto del karma ed è attraverso il karma e la reincarnazione che l’anima ritorna alla sorgente: la deità assoluta, ovvero la fine del percorso umano.

Non esiste altra salvezza né altra dannazione oltre a quella che ci procuriamo noi stessi.

In “La dottrina segreta” di Madame Blavasky*, si legge:

“Quelli che credono nel karma sanno che il destino di ogni uomo, dalla sua nascita fino alla sua morte, tesse attorno a sé, filo per filo, come il ragno fila la propria tela. Questo destino è guidato dalla voce celeste del proprio invisibile che è fuori di noi o dal nostro uomo astrale interiore che si trova più intimamente legato noi e che, purtroppo, diventa sovente il cattivo genio dell’entità incarnata che si chiama uomo. L’uomo esteriore è condotto da queste due influenze, ma l’una delle due deve prevalere; e, fin dal principio della lotta invisibile, la legge implacabile e severa della compensazione entra nell’arena e segue passo dopo passo le incertezze della battaglia. Quando l’ultimo filo è tessuto, l’uomo si ritrova avviluppato dentro la sua propria rete ed è interamente posto sotto il dominio del destino che egli stesso si era creato”.

Il karma non sarebbe imperscrutibile se gli uomini lavorassero uniti in armonia invece di abbandonarsi alla discordia e alla lotta. Quante volte accusiamo il fato o la sfortuna o Dio di un’ingiustizia? Invece non c’è nella nostra vita un solo giorno infelice, una sola pena che non abbia la propria causa in una vita precedente. Quando osserviamo il mendicante, infinitamente più saggio e buono e degno di una vita felice dell’uomo ricco ed egoista che dissipa fortune, non possiamo che chinare la testa. E se sentiamo grida di dolore che si alzano da tutte le parti e ci risuonano nelle orecchie spezzandoci il cuore, dobbiamo cercare rifugio nella preziosa conoscenza del karma perché ci impedisca di maledire la vita o gli uomini. Tutto ha una ragione di essere com’è. Cosciente o incosciente, la legge del karma non predestina alcun uomo, perché esiste da tutta l’eternità, anzi è l’Eternità stessa.  Non è l’onda che annega l’uomo ma l’azione personale dello sventurato, che si pone deliberatamente sotto l’azione impersonale delle leggi che reggono il moto dell’oceano. Il karma non crea nulla e non produce cause. È l’uomo che crea e produce le cause e, di conseguenza, la legge Karmica ne governa gli effetti.  L’armonia universale tende sempre a ritornare nella sua condizione primitiva e, simile a un ramo piegato con troppo vigore, si raddrizza con una forza uguale.
E se il braccio, che cercava di alterare la posizione naturale del ramo, resta slogato a causa dello sforzo, noi poi diremo che è stato il ramo a romperci il braccio oppure la nostra stupidità?

La causa del difetto d’armonia è una sola: L’EGOISMO! L’uomo dovrà espiare tutte le sofferenze che ha cagionato in una vita. Allo stesso modo raccoglierà con gioia i frutti della felicità che ha contribuito a far nascere. Ogni essere umano crea un karma buono cattivo con i pensieri e le azioni della vita presente e, nello stesso tempo, sviluppa il karma prodotto degli atti e dai desideri di quella passata.  Quando incontriamo persone malate dalla nascita, probabilmente stanno espiando il male causato nella vita precedente. Se la malattia è ereditaria, potremmo erroneamente pensare che ha colpito quell’individuo indipendentemente dal karma accumulato nella vita precedente. È nato in quella famiglia, quindi si è ammalato. In realtà, l’Ego, ovvero l’uomo reale, l’individualità, non trae la sua origine spirituale dalla parentela in seno alla quale si incarna, bensì viene attratto dalle affinità (che il suo precedente genere di vita gli ha attirato) e, quando suona l’ora della rinascita, viene spinto nel focolare più adatto per lo sviluppo delle sue tendenze. Qualunque sia la causa occasionale che ha provocato un fatto, vi sarà sempre una causa originale antecedente che ha determinato il fatto stesso. La vita è costituita da una serie innumerevole di linee causali che s’intrecciano, si rafforzano, si indeboliscono, si modificano, influenzandosi a vicenda.  Una è la legge che governa l’universo e noi ne facciamo parte. Siamo tutti collegati e ogni nostra azione genera una reazione su di noi e su chi ci sta intorno.  Karma o legge della retribuzione, fatalità di un’anima e delle azioni che ha compiuto. Conseguenza dei pensieri che ha tessuto sulla trama di un tempo che si perde, i cui fili invisibili partono da un lontano passato.  Ma nessun filo, ricordo, nessun filo si perde, e il bene e il male che hai fatto saranno sempre con te. Il karma, eterno e certo come lo spazio, esiste senza principio e senza fine, potere divino che ha il bene come fine e le cui leggi sono le sole durature.
Il karma non soffre lo sdegno di nessuno.
Chi agisce contro di lui perderà sempre; chi lo serve, imparerà. Un uomo, sotto ipnosi regressiva, riuscì a entrare nel Bardo (il tempo di mezzo tra una nascita e l’altra). Scoprì una verità sconcertante: In una vita precedente, nell’antica Grecia, aveva abusato di fanciulli ed era sconvolto dal dover tornare sulla terra perché il suo karma lo aveva destinato a essere perseguitato come pedofilo. L’uomo iniziò a urlare sotto ipnosi che non voleva quella vita ma fu “spinto” dentro il corpo.

È possibile ritardare la nascita ma non evitarla. La pressione cosmica costringe l’anima a rinnovare la sua evoluzione dentro un corpo fisico.
Il karma riserva la pace e la fortuna come ricompensa per il bene fatto in segreto, e le sofferenze per pagare il male. Il karma vede dappertutto e rimarca tutto. Fai il bene e lui te lo renderà, fai il male e la punizione non può essere lontana. Il karma non conosce né perdono ne cruccio, lui “misura” e le sue misure sono sempre perfette. Lui pesa, e la sua bilancia non ha difetti.  Il cuore del karma è l’Amore. La sua meta è la perfezione e la pace più completa.
Perché lui sì e io no? Ora forse, spero, hai capito perché.

Marco Cesati Cassin- presenze positive

NOTA*Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) nasce da una nobile famiglia russa. Appassionata studiosa di filosofia, religioni e scienze metafisiche, ha viaggiato in moltissimi paesi alla ricerca della conoscenza occulta, delle leggi inesplicate della Natura e dei poteri latenti dell’uomo. Nel 1875 fondò a New York, con il colonnello Henry S. Olcott e altri, la Società Teosofica, un movimento di ricerca spirituale che ha, ancora oggi, adepti in tutto il mondo. La Blavatsky con i suoi messaggi e rivelazioni stupefacenti ha anticipato i tempi nell’insegnare concetti sul rapporto tra visibile e invisibile che soltanto ovvi la scienza sta dimostrando. Ascoltare le sue parole piene di saggezza e come ricevere la chiave d’entrata sul “Sentiero” che porta alla conoscenza di sé e del nostro sé superiore.

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