? Storie e Angeli – Ai confini dell’anima: Il cuore ferito ?
Desidero raccontare questa storia riguardante mia sorella. Siamo sempre stati molto uniti, ma quando nostro padre e nostra madre morirono in un incidente (io avevo 13 anni e lei 11) il nostro legame divenne ancor più stretto.
Ci aggrappavano letteralmente l’uno all’altra. Gli altri ci esprimevano il loro dispiacere e la loro comprensione, ma nessuno al di fuori di noi poteva capire veramente cosa significava per un bambino spensierato ritrovarsi orfano da un giorno all’altro. Mia zia e mio zio si assunsero il compito di badare a entrambi. Ci dissero che mamma e papà erano assistiti dagli angeli, ma io non ci credetti. Quando capita qualcosa di così tragico e ingiusto è difficile aver fede negli angeli. Notte dopo notte mi addormentavo piangendo e stringendo tra le braccia la mia sorellina. Col passare degli anni la sofferenza si attenuò, ma sentivo che la ferita che avevo nel cuore non si sarebbe mai chiusa. Per me fu un vero colpo quando mia sorella si sposò, perché sapevo che avrei smesso di essere l’uomo più importante della sua vita, ma prima di tutto avevo a cuore la sua felicità. Intuivo che era preoccupata della mia reazione ma le assicurai che andava tutto bene. E così era. Che fosse sposata o no, sapevo che avrei sempre potuto contare su di lei. Sapevo anche che, sebbene fossimo così legati, dovevamo entrambi vivere le nostre vite e perciò, quando un mese dopo mi offrirono un lavoro all’estero, decisi di accettarlo.
Il giorno della mia partenza all’aeroporto ci furono lacrime e abbracci, ma non mancarono nemmeno i sorrisi: dopotutto stavo entrando in una eccitante fase della mia vita. Ci promettemmo di scrivere delle e-mail e di telefonarci per scambiarci le novità il più spesso possibile e in seguito mantenemmo entrambi la promessa. Accendevo la posta elettronica quasi ogni sera per scriverle o leggere quello che mi aveva scritto lei, e se eravamo entrambi in linea ci mettevamo a chattare. Fui molto felice di sapere che mia sorella era rimasta incinta.
La gravidanza procedette senza problemi fino alla 22ª settimana circa. Ricordo chiaramente quella sera.
Ci stavamo parlando via computer e io le domandai come stava. Lei rispose che cominciava ad avere qualche disturbo: gonfiore, emicranie nausee! Capii che era spaventata e mi offrii di raggiungerla, ma lei mi tranquillizzò dicendo che non stava poi così male. Il giorno seguente mi chiamò Andrea, suo marito, per informarmi che la stavano trasportando in elicottero in un ospedale specializzato nella gestione di emergenza neonatali. Nelle 12 ore successive non ebbi modo di contattarla. Estremamente preoccupato, prenotai un posto sul primo volo disponibile del giorno dopo. Durante la notte Andrea mi telefonò per dirmi che la mia nipotina era volata in cielo. Dire che ero dispiaciuto per lui è dire poco. La perdita subita da mia sorella mi lasciò devastato. Poi arrivarono quelle parole…. Le parole che avevo già sentito una volta e non volevo sentire mai più: “Potrebbe non farcela nemmeno lei”. In quell’istante mi parve di morire. Mi avevano detto la stessa cosa a proposito di mamma e papà, quando molti anni prima avevano lottato entrambi, inutilmente, contro la morte. Che cosa potevo fare da migliaia di kilometri di distanza? Ebbene, l’unica possibilità che mi venne in mente fu pregare col cuore e con l’anima. Quella notte ritrovai qualcosa che pensavo di avere perso per sempre, qualcosa che avevo allontanato molto tempo prima. Benché fossi tormentato dalla possibilità di perdere mia sorella, in quei momenti ritrovai la fede. Sapevo che il mio Angelo custode sentiva ogni parola che mi usciva di bocca e vedeva ogni lacrima che versavo. Sentivo il mio Angelo sanare la ferita apertasi nel mio cuore e nel mio animo. Sapevo di non essere solo. Poi accadde un miracolo. Il mattino dopo, quando arrivai in ospedale, sentii le uniche parole che volevo sentire: Mia sorella ce l’aveva fatta! Era distrutta, ferita, a pezzi per il dolore di avere perso la sua bambina, ma non era più in pericolo di vita. Non avrei potuto vederla prima di sera, ma ero felice come non mai. Pregai gli Angeli di darle la forza di riaversi dalla sua perdita. Quando mi sedetti al suo capezzale, quella sera, mi raccontò tutto: Era morta, per due volte, e per due volte era stata resuscitata. Ma l’incredibile era che ogni volta sapeva esattamente cosa le stava succedendo. Entrambe le volte si era sentita abbandonare il corpo e fluttuare dolcemente verso una luce calda e confortante. Desiderava entrarci perché percepiva la presenza di mamma e papà, ma tutt’e due le volte una voce l’aveva trattenuta,… la mia voce! Aveva sentito le mie preghiere, parola per parola! La seconda volta non aveva soltanto udito le mie invocazioni, ma anche quelle del marito e di tutti quelli che le volevano bene. Aveva ascoltato le nostre suppliche ed era tornata tra noi! Questo accadeva cinque anni fa e ora mia sorella è l’orgogliosa mamma di due gemelli. Ho voluto raccontare questa vicenda per far sapere al maggior numero possibile di persone che gli Angeli sono tra noi per proteggerci e ascoltare le nostre preghiere. I miracoli in questo caso sono stati più d’uno. Il primo e più importante è stato che mia sorella è tornata in vita, per due volte, e il secondo che io ho ritrovato la fede perduta. Sono grato di aver vissuto questa esperienza, anche se c’è voluta una tragedia, perché tornassi ad affidare il cuore agli Angeli.
(Un Angelo ha sussurrato il mio nome- Theresa Cheung)