Gesù esorta con il quinto comandamento : “NON UCCIDERE”!

Non uccidere…chi? Perché solo l’essere umano dovrebbe essere tutelato da questo comandamento? Riflettiamo insieme.

Ho trovato questo testo che voglio condividere con voi.

Tanto per avere un’idea, tanto per avere qualcosa su cui riflettere e poi, al limite, per chi lo volesse, approfondire. Perché la verità non è sempre cosi ovvia e limpida, quando a divulgarla sono gli esseri umani ! Disse il Signore: “Mi avete sacrificato un gran numero di ovini e di bovini, ma a me non dà piacere il sangue dei manzi, degli agnelli o dei capretti; quando voi alzate le mani, Io distolgo gli occhi da voi e quando pregate non vi ascolto, perché le vostre mani sono sporche di sangue.” [Isaia (1:11-15)]-

“Maledetto colui che con l’astuzia ferisce e distrugge le creature di Dio! Sì, maledetti i cacciatori, perché saranno cacciati, e per mano di uomini indegni riceveranno la stessa misericordia che hanno mostrato alle loro prede innocenti, la stessa!”
Gesù di Nazareth (dalle pergamene del Mar Morto)

Il Quinto Comandamento, “Non Uccidere”, è essenziale nel discorso da noi intrapreso.
Pur essendo un comandamento semplice e diretto, raramente viene preso alla lettera. L’ebraico letterale dell’Esodo 20.13, che lo presenta, dice “lo tirtzach”. Secondo Reuben Alcalay, il termine tirtzachsi riferisce a “qualsiasi genere di uccisione”. La traduzione esatta, quindi, ci chiede di astenerci in toto dall’uccidere. E’ indubbio che un animale sia un essere vivente: nasce, cresce, si mantiene, si riproduce, invecchia e infine muore. Ciò che ha vita può essere ucciso, e uccidere vuol dire trasgredire un comandamento sacro quanto gli altri: “Perché Colui che ha detto “non commettere adulterio” ha detto anche “non uccidere”. Ora se tu non commetti adulterio, e tuttavia uccidi, diventi un trasgressore della legge” (Giacomo 2. 10, 11.)Il Vecchio Testamento contiene molte affermazioni a sostegno del vegetarianesimo. Non uccidere

Si potrà obiettare che i cristiani non necessariamente accettano la Vecchia Legge, ma seguono il Nuovo Testamento. Gesù in persona, però, ha detto di fare diversamente: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la legge, o i profeti: non sono venuto a distruggere ma a portare a compimento. In verità vi dico, finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno della legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.” (Matteo 5. 17, 19).

Forse la ragione principale per cui un cristiano “trasgredirebbe la legge”, nonostante l’ingiunzione biblica di astenersi dall’uccidere, è la credenza ampiamente diffusa che Gesù fosse carnivoro. Tuttavia Gesù era conosciuto come “Principe della Pace”, e i suoi insegnamenti difficilmente si conciliano con l’uccisione degli animali. Tuttavia, il Nuovo Testamento più e più volte cita esempi di Gesù che chiedeva carne, una realtà che i mangiatori di carne hanno adottato come sanzione della loro scelta alimentare. Uno studio del greco originale del testo, però, rivela che Gesù non chiedeva veramente “Carne”.
Sebbene la traduzione inglese del Vangelo menzioni “la carne” diciannove volte, i termini originali si traducono più correttamente con “cibo”: broma = “cibo” (usato quattro volte); brosimos = “ciò che si può mangiare” (usato una volta); brosis = “cibo, o l’atto del mangiare” (usato quattro volte); prosphagion = “qualsiasi cosa da mangiare” (usato una volta); trophe = “nutrimento” (usato sei volte); phago = “mangiare” (usato tre volte).

Così “Avete della carne?” (Giovanni 21. 5) si dovrebbe leggere: “Avete qualcosa da mangiare?” E quando il Vangelo dice che i discepoli andarono a comprare carne (Giovanni 4. 8), una traduzione più letterale direbbe semplicemente che andarono a comprare “da mangiare”. In tutti i casi il greco originale parla di “cibo” in generale e non necessariamente di “carne”. Il problema allora si sposta sull’interpretazione del materiale originale, sulle traduzioni e, a volte, sulle cattive traduzioni. Alcune traduzioni inesatte della Bibbia (“Mare Rosso” al posto di “Mare dei Canneti”) sono irrilevanti o perfino divertenti. Altre invece hanno conseguenze rilevanti, e nei casi in cui una versione inesatta è stata tramandata nei secoli, la troviamo a far parte integrante del canone della Bibbia.

Se però analizziamo il contesto generale e il tenore di vita di Gesù, diventa difficile, se non impossibile, riconciliare la scelta di mangiare carne con la fede cristiana.
In base alle traduzioni letterali dei primi testi cristiani, non esiste circostanza in cui il mangiare carne sia ammesso oppure accettato.

fonte: www.promiseland.it