Il pentimento dell’anima dal punto di vista Angelico

Alexa Kriele è una esperta di fama mondiale nello studio dell’Angelologia. Attraverso la sua profonda fede Cristiana e le sue capacità medianiche riesce a trasmetterci i messaggi degli Angeli.

Domanda: L’anima è libera di scegliere il luogo dell’aldilà in cui risiedere fino alla nuova incarnazione?
Risposta: Sì, ed esso può essere bello e piacevole o brutto e poco accogliente, tenebroso e freddo, ma è il luogo che l’anima decide di abitare.
Domanda: Ci sono uomini sensibili e attenti alla morale e altri che credono di avere sempre ragione. Dopo la morte diventiamo tutti ugualmente sensibili al bene?
Risposta: Una volta lasciato il corpo le anime non hanno più accanto il proprio doppio, il quale non ha accesso agli spazi interiori dell’anima stessa. Dopo la morte, rivivendo i nostri ricordi, apriamo gli occhi su molte cose e molte azioni dettateci dal doppio. Ci rendiamo così conto dell’essere oscuro che ci ha dominato e che alcuni chiamano demonio.

Domanda: Questo essere oscuro non ha accesso all’aldilà?
Risposta: No, esattamente come non ha accesso allo spazio interiore dell’anima. Rimane in una sorta di limbo e assume la forma del doppio per riuscire ad avere influenza sulla vita dell’uomo, ma nell’aldilà questo influsso non è più possibile. Succede tuttavia che i sentimenti negativi trasmessi all’anima dal doppio (per esempio la rabbia, vendetta, l’antipatia, la presunzione) abbiano ancora qualche effetto su di lei.

Domanda: Gli esseri oscuri esistono in una terra di mezzo, tra il Cielo e la Terra?
Risposta: Esatto. Possono rivolgersi in ogni momento a Dio e tornare al cielo, ma se succede diventano definitivamente esseri di luce. Lo scopo del mondo è convincere tutti gli esseri oscuri a tornare al cielo. Potete contribuire a questo compito durante la vita terrena opponendovi alle loro tentazioni in maniera decisa e fornendo buoni motivi per farlo. La missione salvifica di Cristo includeva anche la discesa nel regno degli esseri oscuri per convincerli a tornare al Padre, per ricordare loro, con la Sua Luce, la patria perduta. Il Suo contributo, come pure il nostro, è decisivo, come dimostra il numero sempre maggiore di esseri oscuri che lascia il proprio regno per riunirsi alla Luce divina.

Domanda: L’anima contribuisce alla missione salvifica riconoscendo le proprie colpe e pentendosi di ciò che di male ha fatto durante la vita terrena?
Risposta: No, essa apre gli occhi e, anche se con qualche tentennamento, si prepara a incontrare Cristo. Può allora avere l’impulso di dedicare la vita successiva a raddrizzare i torti fatti o migliorare le sue precedenti azioni. Non serve a nulla, in Cielo come in Terra, rimuginare continuamente sul male fatto e vivere con un senso di colpa costante. La cosa importante è la decisione di allontanarsi dall’influsso degli esseri oscuri e guardare al Cielo.

Domanda: Ma allora il pentimento non serve?
Risposta: Al contrario, ma pentirsi significa conoscersi e decidere di cambiare totalmente. Non basta accusarsi e stare a osservare le proprie colpe e mancanze, queste azioni servono solo a indebolirsi e scoraggiarsi. Il cambiamento presuppone una profonda conoscenza di se stessi e guardare le cose con obiettività e distacco.
Solo così si può arrivare a perdonarsi, e il perdono è l’inizio del cambiamento. Perdonarsi non significa considerare le proprie azioni in maniera acritica o indulgente, anzi è esattamente l’opposto: significa abbandonare quegli atteggiamenti degni di critica. Attraverso il perdono di se stessa l’anima si purifica e si prepara all’incontro con Cristo, aprendo definitivamente gli occhi e mostrando il suo vero volto.

Domanda: Se l’anima perdona se stessa non rischia di diventare insolente e presuntuosa nei confronti di Cristo al momento dell’incontro con lui?
Risposta: No, anzi sarà ancora più umile perché si è resa conto delle sue mancanze. L’incontro con Cristo può avere luogo e dimostrarsi utile per l’anima proprio grazie a questo atteggiamento di umiltà e di riconoscimento delle proprie colpe. Gesù parla all’anima e le dice cosa dovrà fare in Cielo e nella successiva incarnazione per correggersi e migliorare.
L’anima adesso è pronta a capire e accettare i suoi consigli. Questo incontro deve essere preceduto da una confessione come atto conclusivo della rivisitazione dei ricordi. Al riconoscimento dei propri errori e alla conseguente migliore comprensione di sè segue il perdono che l’anima concede a se stessa.

Domanda: In cielo ci sono preti con il compito e la facoltà di rimettere i peccati?
Risposta: No, l’anima si confessa davanti al Padre. Una volta che ha capito chi è e perdonato se stessa non ha bisogno di trasmettere questa rivelazione agli altri: in Cielo tutti gli Angeli che hanno avuto a che fare con quell’anima nella sua vita terrena sanno chi è e come ha vissuto, e l’Angelo del Sole custodisce questa conoscenza per l’anima, che la ritrova quando ritorna al cielo, dopo ogni incarnazione.
Domanda: Il Cielo perdona le colpe dell’anima?
Risposta: In Cielo tutto è già perdonato, prima ancora che voi vi pentiate. Il Padre ha già perdonato perfino gli Angeli caduti, perché la sua intenzione è riportarli in cielo. Non li punisce, non gli rimprovera e non li obbliga, ma se essi decidono spontaneamente di tornare al cielo li accoglie a braccia aperte. Sa che è solo questione di tempo. Per aiutare gli Angeli caduti a capire che la cosa migliore è tornare da lui si serve dell’aiuto degli uomini, degli Angeli e del Figlio. Sa a quali trucchi questi esseri possono ricorrere per sviare l’uomo e, poiché li ha perdonati, perdona di conseguenza anche gli uomini da loro ingannati.

Domanda: Su cosa si basa allora la confessione in cielo?
Risposta: Attraverso la confessione l’anima impara a conoscere se stessa, il suo ruolo nel mondo, le sue capacità e i suoi doni ma anche le proprie debolezze e i limiti, i propri errori, fallimenti, colpe e mancanze. Una volta compreso tutto ciò, sente poi il bisogno di esprimerlo. Impara anche che nessuno smette di amarla, che la vita continua e che lei può ancora farne parte. Prima di arrivare a perdonare se stessa, e vedere con i suoi occhi l’amore del padre per lei, teme che il Cielo sia adirato nei suoi confronti e rifugge la sua Luce. Solo dopo aver perdonato se stessa capisce che il Cielo la ama e la perdona. Il perdono di sé però è fondamentale, è il presupposto necessario all’incontro con Cristo e alla comprensione dell’amore del Padre.

Domanda: Cosa succede se l’anima non si perdona e non capisce di essere stata perdonata dal Padre?
Risposta: Molte anime  si vergognano,sono così scosse da quello che hanno fatto che non riescono a decidersi a confessare di fronte al Padre sia per paura di punizioni infernali sia perché si ritengono indegne di comparire alla sua presenza. Può succedere allora che passino molto tempo vivendo in una specie di inferno interiore, generato dall’orrore che queste anime hanno di se stesse.

Domanda: Significa quindi che l’inferno esiste?
Risposta: No, è il contrario, ogni anima sceglie il luogo dove vuole stare durante la sua permanenza nell’aldilà, e questo luogo corrisponde alle sue aspettative, positive o negative che siano. Non bisogna perciò parlare di inferno come luogo fisico, esso è uno stato interiore, il modo in cui l’anima tratta se stessa a causa della sua vita precedente: occhi bassi, vergogna, incapacità di gioire delle bellezze celesti e di percepire l’amore e la luce circostanti. Tanti si creano questo stesso inferno mentre ancora sono in vita. Non si tratta di una punizione divina ma auto inflitta.

Domanda: Da dove viene l’idea del diavolo che tormenta le anime dei malvagi?
Risposta: Quando rivive i suoi ricordi l’anima vede chiaramente gli esseri oscuri che tramite il doppio hanno avuto così tanto influsso sulla sua vita passata. Si rende conto di come quegli esseri hanno agito sui suoi pensieri e azioni, dove hanno avuto successo e in quale direzione la spingevano. E capisce il contesto in cui questi influssi si ponevano e le loro conseguenze spirituali. Tutto questo può spaventarla enormemente, si chiede come abbia potuto prestare fede a quegli esseri e quale punizione l’aspetterà. In realtà sta già vivendo la sua punizione. Immaginate una distesa deserta e rocciosa sotto un cielo plumbeo, dove nulla cambia mai, il tempo atmosferico e le stagioni sono sempre uguali, quà e là vi sono altre anime addossate alle rocce ma non cercano di stabilire un rapporto con le altre, ognuna di esse ha scelto di isolarsi. Nulla si muove, nulla succede, la situazione non migliora né peggiora, non c’è futuro per le anime che vi si trovano, esse credono infatti di non meritare alcun aiuto e non cercano neppure di uscire da questo luogo. Questo regno della depressione può durare mesi o secoli ma a queste anime sembra eterno.

Domanda: Come riescono a uscirne?
Risposta: In tanti le aiutano, cercando pazientemente di instaurare un dialogo con loro. Sono figure di Luce piene d’amore, attive e testarde e completamente fuori luogo in quel deserto. Parlano con le anime che vi dimorano, cercano di farle ragionare chiedendo loro qual è il problema, per quale motivo si trovano li, cosa nella vita passata li ha a tal punto scioccati. Quando l’anima finalmente si confida e racconta tutto, chi sta cercando di aiutarla le rivela che c’è un luogo pieno di luce dove l’anima è amata nonostante quello che ha fatto e porta la sua esperienza, di come ha peccato nella vita precedente e vissuto nello stesso deserto per poi ritrovare la libertà e l’amore che cercava.

Domanda: Questi “salvatori” sono anime umane che hanno già passato e superato esperienze simili?
Risposta: Nei casi più gravi si, perché queste anime sono le più convincenti. Ma ci sono anche molti Angeli e Santi che si occupano della salvezza delle anime perse nei deserti interiori.

Domanda: Possono farlo anche gli uomini ancora vivi?
Risposta: Certo. Le preghiere di chi rimane aiutano i defunti a superare queste difficoltà.

Alexa Kriele* Gli Angeli e l’aldilà

NOTA:* Alexa Kriele è una esperta di fama mondiale nello studio dell’Angelologia,
Attraverso la sua profonda fede Cristiana e le sue capacità medianiche riesce
a trasmetterci i messaggi degli Angeli rispondendo a domande poste
dal suo interlocutore Bernard Jakoby, esperto parapsicologo tedesco.

 

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