Anima degli Animali 

GLI ANIMALI HANNO UN’ANIMA?

Cosa intendiamo per anima degli animali ?

Se per anima intendiamo la parte incorporea dell’essere, sede della sensibilità, del giudizio e della volontà, fonte dei pensieri, dei desideri e delle passioni là dove avvengono tutte le trasformazioni della coscienza, riguardo ai sentimenti ed all’intelligenza, ebbene sì, gli animali hanno un’anima. Se per anima intendiamo il coraggio, i sentimenti nobili , gli istinti generosi di un essere, considerato dal punto di vista morale, ebbene sì, gli animali hanno un’anima.

Se per anima intendiamo un’entità immateriale, ma pur tuttavia sottile e sostanziale, che si separa dal corpo nel momento della morte, se per anima si intende una copia conforme dell’essere, che riproduce fedelmente ciò che egli fu nella sua vita e che gli consente di continuare a vivere in un altro mondo, ebbene sì, gli animali hanno un’anima. Tengo a precisare che con il termine animali, non intendo disegnare altro che i vertebrati superiori, per evitare di incorrere nelle ironie di quanti potrebbero fare sciocche allusioni all’anima degli scarafaggi, delle zanzare o delle piovre. Per quanto concerne lo strano mondo degli insetti, mondo freddo utilitario e privo d’amore, non si può, effettivamente, che parlare di anima collettiva, soprattutto se si allude a quegli animali e a quegli insetti abituati a vivere in gruppo.

La fisiologia traccia, quindi, una barriera fra le anime: da un lato, quelle di gruppo, animali a sangue blu (cefalopodi) a sangue incolore, di colore giallo verde (molluschi, arrangiati, articolati), e, dall’altro, le anime individuali: animali a sangue rosso, vertebrati, in particolare i mammiferi, così simili all’uomo. Il sangue rosso è veramente il veicolo dell’anima. “Il sangue è l’anima della carne”, dice la Genesi, che altro non conosceva se non il sangue rosso. Cartesio, che a lungo ha influenzato lo spirito europeo, si è liberato dell’anima sensitiva, affermando che gli animali erano degli “automi”,  riducendone le facoltà che gli esseri umani e gli animali hanno in comune, ad un semplice meccanismo. Da quel momento in poi, si tagliarono i ponti fra l’uomo occidentale e la natura che lo sostiene e lo protegge. Il mondo animale diventava sospetto, ogni sua manifestazione di intelligenza veniva subito letta come espressione diabolica. Ancora una volta, il satanismo si appropriava di un territorio, disertato da sempre dal cristianesimo.

Se la si considera attentamente, l’anima degli animali è divenuta un argomento controverso dall’avvento della nostra religione! Cartesio ha sempre temuto di compromettere il destino umano con l’accordare agli animali la benché minima antologia spirituale con l’uomo.

Eppure: 

Gli animali hanno dei sentimenti nel vero senso della parola: sentimento, inteso come coscienza, sentimento inteso come fenomeno affettivo: gioia, paura, tristezza, amore, amicizia, sensualità, ammirazione, altruismo, tenerezza, pietà, vendetta.

Sentimento, inteso come conoscenza attraverso l’intuito e la divinazione. E in questo campo essi sono più forti dell’uomo (doni profetici , telepatia, visione a distanza).

Gli animali sono esseri essenzialmente Emotivi; i loro sentimenti, che essi non possono dissimulare, sono sempre vivissimi. Non essendo frenati dall’intelletto, i loro stati affettivi sono molto più intensi.

Gli animali conoscono la tenerezza, che è ben diversa dall’amore sessuale, destinato a perpetuare la razza. Numerosi sono gli esempi di amicizia all’interno di una specie ed anche fra specie differenti normalmente ostili fra loro.

Gesù però, sembra non menzionare nei Vangeli canonici alcunché verso gli animali. Due sono le possibili spiegazioni di questo silenzio: La prima: i Vangeli sono dei riassunti e quindi non riportano i discorsi integralmente; San Giovanni, con un’esagerazione del tutto orientale, ci avverte a riguardo: “Gesù ha fatto molte altre cose, se le descrissero dettagliatamente, non vi sarebbe posto in questo mondo per tutti i volumi”. La seconda ragione: il Cristo e gli apostoli sono persuasi che la fine del mondo sia imminente; devono, quindi, compiere le azioni più urgenti riguardano la salvezza. Vengono tralasciate numerose questioni importanti che si risolveranno da sole allorquando vi sarà” l’avvento della nuova terra che vedrà la resurrezione di ogni cosa.”

Ma se i Vangeli canonici non riportano alcun gesto di bontà del Cristo nei confronti degli animali, non si può dire lo stesso per i Vangeli cosi detti apocrifi, che contengono episodi conformi all’idea che si ha comunemente del Salvatore del mondo. Se utilizzo il termine apocrifo è per conformarmi all’uso comune.

È certo che le parole “extra biblici” o “non canonici” sarebbero molto più adatte; ma se si ammette che apocrifo significa solamente nascosto, e non  falso, fabbricato a posteriori e di sana pianta, perché non utilizzare questo termine? Non dimentichiamo che alcuni testi che figurano oggi nel nuovo testamento sono stati dichiarati apocrifi in altre epoche. E’ quanto accade ai testi ebraici, dall’Epistola di Giacomo, all’Apocalisse. Il libro dei segreti di Enoch, apocrifo, di cui esiste più di una traduzione in antico slavo, trovata in Siberia e in Russia, ingloba il mondo animale nel processo della restaurazione universale

“Il Signore ha reso l’uomo Signore di tutti i suoi beni”. “Il Signore non giudicherà le anime degli animali in rapporto all’uomo, ma giudicherà le anime sulla base del loro comportamento nei confronti degli animali di questo mondo”.

“Le anime degli animali hanno lo stesso destino di quelle degli uomini nel loro insieme: sono imperiture. Fino al Gran Giudizio, non perirà nessuna delle anime create dal Signore. E le anime degli animali accuseranno l’uomo, se questi avrà riservato loro un cattivo nutrimento”.

Si legge ancora al capitolo L1 X di questo libro, di cui si era perduta la traccia durante 1200 anni:

“Colui che profana l’anima degli animali, profana la propria anima”.

Colui che uccide una bestia, senza che essa ferisca, uccide la propria anima ed infanga la propria carne”.

Colui che causa ad un animale qualsiasi male o torto, commette un atto abominevole ed infanga la propria anima”.

Quante anime sono oggi infangate! Tuttavia, questo non durerà per sempre. Gli animali che, contrariamente all’uomo non sono stati cacciati dall’eden, l’accoglieranno alla soglia di ciò che viene definito da Enoch il” Gran Secolo.” Ma occorrerà oltrepassare il Gran Giudizio.

In un Vangelo apocrifo intitolato “il Vangelo dei 12 apostoli” leggiamo questo racconto:

“Mentre Gesù entrava in un certo villaggio, egli vedeva una giovane gatta che non aveva nessuno per curarla e che aveva fame. La bestiola se ne lamentò con lui: Egli la raccolse e la prese con sé, le diede da mangiare e da bere ed ella gli fu riconoscente. Egli l’affidò ad una delle sue discepole di nome Laurentia ed ella ne ebbe cura. Alcuni dissero “Ecco che  questo uomo ha cura di tutte le creature! Sono esse dunque, suoi fratelli e sorelle, perché egli le ami tanto?”. E Gesù disse loro: “In verità, esse sono vostre compagne ed appartengono come voi alla famiglia di Dio! Sono vostri fratelli e sorelle e hanno la vostra stessa anima nell’Eterno. Chiunque si prenda cura della più piccola di queste creature, dandole da mangiare e da bere, prende cura di me. Ma colui che non le presti alcun soccorso e che non l’aiuta quando vede che la maltrattano, fa soffrire me! Nella vostra vita futura, riceverete quello che avrete fatto nella vostra vita presente.”

Un testo Cristiano, che si esita a definire apocrifo, poiché fece parte, un tempo, del Nuovo Testamento, il pastore di Hermas, ci insegna che esistono Angeli incaricati a proteggere le bestie selvagge. Cita perfino il nome di uno di essi: Thegri. In un Vangelo della Natività attribuito a Giacomo, figlio di Giuseppe, si vede il bambino Gesù mentre gioca con i leoncini come se si trattasse di gatti.

“Vi è una strada, all’uscita di Gerico, che conduce al fiume Giordano; per questa via andarono i figli di Israele: è lì fu posta l’arca dell’alleanza.  Gesù aveva diciott’anni ed usciva da Gerico alla volta del Giordano. Vi era, a fianco della strada, una caverna vicino al Giordano, in cui una leonessa nutriva i suoi piccoli e nessuno poteva avventurarsi in quella strada senza correre pericoli. Gesù, che veniva da Gerico, sapendo che la leonessa aveva dato alla luce i suoi piccoli in quella caverna, vi entrò senza paura. Non appena i leoni videro Gesù, gli corsero incontro e Lo adorarono. Gesù si era seduto nella caverna ed i leoncini si dimenavano ai suoi piedi, giocando con Lui e accarezzandolo. Ed il popolo, che si teneva a distanza, non vedendo Gesù, diceva: “Se non avessero commesso gravi errori, lui o la sua famiglia, non si sarebbe dato in pasto ai leoni”. Ma ecco che all’improvviso Gesù uscì dalla caverna, preceduto dai leoni, mentre i piccoli giocavano ai suoi piedi. I parenti di Gesù, con il capo basso, si tenevano discosto, osservando quanto accadeva; il popolo restava in disparte, poiché aveva timore degli animali. Allora Gesù cominciò a dire al popolo: “Quanto sono le bestie feroci  migliori di voi! Esse conoscono il loro signore e lo glorificano mentre voi, voi non lo riconoscete, voi, proprio voi, uomini, che siete fatti ad immagine e somiglianza di Dio! Le bestie mi riconoscono e divengono miti: gli uomini mi vedono e non mi conoscono”

Le relazioni tra il mondo umano ed il mondo subumano si deteriorano a partire dal medioevo. I tribunali ecclesiastici che hanno il compito di combattere le attività demoniache, siano esse reali o immaginarie, inviavano a loro volta al rogo numerose streghe, accompagnate dai loro amici a quattro zampe. I processi d’animali si moltiplicano, si nega loro l’anima ma si attribuisce loro la responsabilità, li si accusa di crimini o di complicità, si leggono loro sentenze, li si sottopone allo stesso regime dei loro padroni, cioè la tortura e le urla che essi emettono sono considerate come altrettante confessioni.

Non sono certo fortunati in quel periodo, i cavalli giovani ribelli: essi sono subito considerati emanazioni del demonio e vengono senza esitazione bruciati vivi. In quanto ai cani malati di rabbia, nessuno avrebbe avuto la semplice idea di ucciderli: le povere bestie, considerate delle assassine erano torturate e mutilate. Venivano tagliate loro le orecchie, la lingua, la coda, le zampe a seconda del numero di vittime che essi avevano morso. 

I gatti, in particolare, furono costantemente sacrificati al satanismo medioevali che si protrasse, come nel caso dei rospi, ben al di là del Rinascimento. In occasione delle festività di San Giovanni, essi venivano gettati nel fuoco per la gioia di tutte le brave persone che assistevano a quello spettacolo. 

L’atteggiamento della Chiesa Romana nei confronti del mondo animale è estremamente ambivalente. Se tracciamo un bilancio delle sue concezioni, delle sue dichiarazioni, nonché delle sue azioni attraverso i secoli, si può constatare che il passivo è alquanto pesante. A proposito dell’atteggiamento ambiguo della Chiesa riguardo al mondo animale, la storia di Santo Umberto, l’Apostolo delle Ardenne, è esemplare. Apparteneva ad una delle famiglie più ricche e trascorse la giovinezza nell’agiatezza. Un giorno, mentre era a caccia, si trovò dinanzi ad un grande cervo; il superbo animale portava fra le corna una croce di luce!  Umberto interpretò questa visione come un avvertimento Divino; si convertì e rinunciò definitivamente alla caccia; ciò malgrado, i cacciatori lo scelsero come loro patrono e gli rivolsero sempre le loro preghiere, prima di lanciarsi nel mezzo del massacro.

I secoli passano, l’umanità cristiana non migliora, è sempre ugualmente barbara. La ridicola teoria degli animali-macchina inventata da Cartesio non restava nell’ambito dell’idee eppure, passava ai fatti; spingeva i suoi tentacoli nelle alte sfere della nobiltà. Si bastonava un cane nella totale indifferenza e si rideva di coloro che compativano gli animali, come se si tratti di esseri capaci di provare dolore: non erano forse dei semplici marchingegni? E le grida che essi emettevano se ricevevano percosse non erano forse provocato dallo scatto di una piccola molla? Il sentimento non aveva nulla a che vedere con tutto ciò!…Le elucubrazioni di Cartesio non coinvolgevano la Chiesa romana, benché, come abbiamo già detto,  ne avesse adottato il sistema.

Cartesio però non era prete. Melebranche , invece, il suo discepolo entusiasta, aveva ricevuto Gli Ordini ed egli apparteneva alla Congregazione dell’Oratorio. Aveva scovato “Il trattato dell’uomo” in una piccola libreria e questa lettura l’aveva, come egli diceva, rivelato se stesso. Egli s’immerse nella lettura di Cartesio e si fissò l’obiettivo di mostrare le relazioni intime di questa filosofia con la Religione Cattolica.…L’enciclopedia Cattolica della Città del Vaticano, un testo a noi contemporaneo dice chiaramente: “Gli animali non possono avere alcun diritto. Quindi, le società per la protezione animali vanno approvate esclusivamente in quanto esse limitano la crudeltà nei confronti delle bestie, non già per via di quei principi errati che attribuiscono agli animali diritti, ed incoraggiano a rivolger loro un amore sdolcinato e sentimentale che viene facilmente negato al prossimo, o per via di quel dovere di carità a cui esse fanno riferimento e, che nel senso Cristiano non ha motivo di sussistere”.

Gli animali non hanno anima, eccoci arrivati al punto! Tutte le torture verso gli animali sono stati resi possibili poiché la Chiesa aveva decretato che le bestie non hanno un anima.

Che essa si interroghi sull’argomento così come si è interrogata nei secoli passati , sull’anima delle donne, l’anima degli indiani, e l’anima dei negri.

La risposta di Francesco d’Assisi è abbastanza famosa. Ma egli non fu il solo, altri Santi, meno illustri, hanno dato il suo stesso esempio: San Martino, la cui immensa carità era diretta gli animali, nonché ai poveri e ai malati di Lima. Ricordiamo Sant’Agostino, che affermava che gli animali hanno un anima e l’altra affermazione, ugualmente essenziale, che il destino umano è strettamente legato al destino animale, nel bene, come nel male:

“L’uso che l’uomo farà del proprio potere nei confronti degli animali è di natura simile a quello che lascia in balia del demonio gli uomini privati del potere”.

La stupenda preghiera, composta da San Basile di Cesarea dovrebbe essere recitata regolarmente in tutte le Chiese:

“Oddio, accresci in noi il senso della fraternità con tutti gli esseri viventi, con i nostri piccoli fratelli a cui Tu hai concesso di soggiornare con noi su questa terra. Facci comprendere che essi non vivono soltanto per noi, ma anche per se stessi e per Te; facci capire che essi amano, al pari nostro, la dolcezza della vita e si sentono meglio al loro posto, di quanto non ci sentiamo noi al nostro!”.

Tuttavia l’amore per le creature non umane, e per il mondo naturale in genere, resta sempre sospetto agli occhi delle varie dottrine Cristiane, leggono in questo sentimento  sopravvivenze del paganesimo. Le chiese costrette dalla scienza ad abbandonare la Terra piatta  non hanno rinunciato all’antropocentrismo. Esse hanno poco alla volta eliminato ciò che si riferisce al cosmo.

Un monsignor Zigliara che ipotizza una resurrezione animale alla stessa epoca della resurrezione umana, e cioè alla fine dei tempi, è una rarissima eccezione. Quante anime esprimeranno, quel giorno, la loro riconoscenza ai membri della Lega contro la Vivisezione, alle Associazioni per la Protezione degli Animali domestici e degli animali da pelliccia, all’Opera d’assistenza alle bestie destinate al macello! E a tutte quelle donne che nutrono di nascosto i gatti randagi.

Con il 20º secolo inizia un nuovo medioevo, una nuova età di ferro che è ugualmente spaventosa per gli animali e per gli uomini. Ritorna a trionfare sul palcoscenico del mondo la tortura verso gli animali sotto il nome di Vivisezione. Per vivisezione, non s’intendono soltanto le ablazione praticati sugli animali vivi, bensì anche le inoculazioni di malattia, gli interventi elettrici, le bruciature. Fino ad allora essi erano stati vittime della caccia, della gastronomia, della moda, del sadismo, della magia, delle religioni, ma a partire da questo momento sarebbero stati sacrificati ad una nuova divinità ancor più feroce delle precedenti: la scienza!

Ma tutto quanto viene fatto contro l’animale viene anche fatto contro l’uomo, i loro destini sono inseparabili.

Come non stabilire un parallelo misterioso e tragico fra le esperienze diaboliche sui cani, i gatti le scimmie a quelle sugli ebrei e sugli zingari; fra gli animali cuciti insieme e di gemelli che il Mengele  di Auschwitz cuciva l’uno all’altro. Fra i treni in cui i cavalli restano per giorni e giorni senza acqua e senza cibo e di treni della morte, in cui venivano gettati, in condizioni identiche, i deportati; fra i forni in cui vengono cotti gatti vivi e dei forni crematori dove sono stati fatti bruciare cadaveri umani; fra gli esperimenti sulle cagne gravide e quelli compiuti sui feti umani provenienti da aborti praticati in serie? Il mondo scientifico stesso si è, tuttavia, commosso, ed uomini eminenti sono stati unanimi nel condannare l’orrore e l’inutilità di questi esperimenti: il professor Enzo, il direttore dell’Istituto di Fisiologia dell’Università di Marco Turco: “Le nostre conoscenze attuali non ci permettono di predire scientificamente, grazie ad esperimenti sugli animali, l’azione, l’efficacia o l’innocuità di tale o tal altro farmaco per l’uomo”. 

Il professor Kienle : “Gli esperimenti compiuti fino ad oggi dimostrano che la sperimentazione animale non costituisce, se non un indicatore grossolano, assai variabile e valido esclusivamente per la specie sottoposte all’esperimento, in modo da rendere impossibile la formulazione di una previsione per l’uomo.

È significativo che i farmaci che si sono dimostrati più pericolosi per l’uomo siano precisamente quelli che, come la talidomide eccetera sono stati in precedenza sottoposti ai  test  accurati nell’ambito della sperimentazione animale”. Il dottor Douvier (professore alla maternità di Mons) “Occorre abbandonare la vivisezione, dapprima perché è inutile al progresso della terapeutica e  inoltre perché è immorale, per via della sua incontestabile crudeltà”. Canada: il professor Genest (dell’Università di Montreal) “La sperimentazione di un nuovo prodotto sugli animali non può fornir altro che informazioni generiche”. Il dottor Ciaburri, Italia: “L’animale è considerato un “corpus vile” e quindi, vuoi per limitare le spese di laboratorio, vuoi perché in parecchi casi l’anestesia impedirebbe di constatare certi fenomeni, se ne fa quasi sempre a meno”. La professoressa K.A. Semenova (capo del dipartimento dell’Istituto Serbisky di Mosca) “

E, per finire, esiste la crudeltà degli scienziati che lavorano sugli animali. Ci hanno inviato una foto di due studenti del 3º anno di medicina. Essi ridevano accanto ad un cane moribondo che perdeva l’intestino nel momento in cui passava l’effetto dell’anestesia. Questi studenti diverranno dei medici! Si potrebbe citare un gran numero di esperimenti fatti sugli animali senza che sia stata praticata loro, in precedenza, l’anestesia e ciò, spesso, senza alcun motivo. Nel corso della mia vita, ho assistito a numerosi esperimenti atroci in cui gli animali erano mantenuti in cattività; in alcuni casi, i laboratori erano più simili a camere di tortura. Nessuna attività veramente scientifica può essere edificata su tali basi”.

Tantissimi altri medici … tra cui citerò anche la testimonianza di un cittadino del mondo, il dottor Schweitzer, che invia il seguente messaggio al congresso della quantizzazione mondiale contro la vivisezione: “Dobbiamo combattere quella crudeltà ingenua con cui disponiamo degli animali.”

Le religioni e la filosofia si sono preoccupate del problema del nostro comportamento nei confronti dei nostri simili, ma non degli animali, che soffrono tuttavia come noi. Un comportamento veramente umano non ci permette di sottoporli a codeste prove. Abbiamo preso coscienza del problema, sia pure tardi. Dobbiamo sollevare nel mondo un movimento d’opinione ed affrontare seriamente un dovere che fino a oggi abbiamo perso di vista”. Anche uomini che lavorano nei macelli non sono insensibili alla sofferenza degli animali.

Uno di essi nel corso di un intervista ha detto: “I cavalli restano, per fortuna, soltanto 3 o 4 giorni. Almeno non abbiamo il tempo di affezionarci a loro. Con i Pony abbiamo dei problemi, sono gentili come i cani e imparano presto a riconoscerti, giungono al punto da venire a prendere le zollette di zucchero nelle tue tasche. Le assicuro che a nessuno di noi piace ucciderli. Ma la cosa più terribile è il macello “casher”. È una cosa orribile. Noti bene che non siamo noi a farlo. È un rabbino specializzato. Le pecore non soffrono troppo, perché viene loro tagliata la gola… E muoiono in fretta. Ma, per quanto riguarda animali grossi quali i buoi, è veramente orribile… Perché ci vuole tempo.” Nella voce dell’uomo, che pure era abituato  a queste scene atroci, c’era un fremito che sconvolgeva il giornalista e l’ascoltatore.

“Se sentisse come urlano i buoi…! Non mi ci abituerò mai… Ho scritto anche a Brigitte Bardot.”

È certo che Brigitte Bardot lotta su tutti i fronti, compreso quello del macello “casher”, il che  le è valsa l’accusa di antisemitismo. Spesso deve rispondere anche alla solita stupida domanda: Perché si occupa di animali, invece di aiutare tutti quei milioni di bambini infelici che abitano sulla terra? È lei, ogni volta con pazienza spiega che per i bambini esistono quantità di associazioni nazionali ed internazionali che svolgono meravigliosamente i compiti per i quali sono state create. Il professor Shwarzenberg , docente di cancerologia, capo reparto all’ospedale Paoul -Brousse , solleva anche egli un problema morale e si pronuncia a favore del rispetto della vita sotto tutte le sue forme, senza eccezioni: “Per esserne disgustati e desiderare il ritorno ad un allevamento naturale, basta visitare alcune aziende industriali.

Gli animali sono trattati in modo orribile. A mio avviso, il rispetto della vita è un valore unico di cui fa parte anche il rispetto degli animali. È un aspetto del problema che non ho spesso evocato: l’aspetto morale. Basta con lo spreco del cibo distribuito agli animali, con l’alimentazione velenosa di carne a base di ormoni, con il martirio delle galline allevate con i raggi ultravioletti, oppure dei vitelli paralizzati intenzionalmente per farli ingrassare, oppure con quelle pratiche orribili quali l’iniezione di ferro praticata ai bovini per ottenerne una carne più rossa. Basta con queste pratiche ignominiose, non fosse altro per il nome di una morale elementare”. 

Come far capire ai nostri contemporanei la legge implacabile dell’azione-reazione, l’effetto boomerang della crudeltà? Quando ci si accorgerà che tutte le atrocità commesse dai disumani ricadono su di loro come una pioggia di fiamme? Ma il 20º secolo è anche l’epoca in cui si moltiplicano le organizzazioni altruistiche: Associazioni di protezione animale. Una di queste, La Lega contro la Vivisezione, si fonda sul seguente pensiero di Pitagora:

“Fintanto che l’uomo continui ad essere il distruttore senza pietà degli esseri animati delle sfere inferiori, non conoscerà la salute, nè la pace. Finché gli uomini massacreranno gli animali, essi si uccideranno fra loro. Colui che semina l’assassinio ed il dolore, non può in effetti raccogliere gioia e amore”.

Gli Animali hanno un Anima    –  Jean Prieur