MANI ANGELICHE
In svariati momenti della mia vita sono sicura di essere stata guidata e ispirata dagli Angeli ma desidero raccontare in particolare di quella volta che, secondo me, un Angelo mi ha toccato o, per essere più precisa,mi ha colpito. All’epoca avevo 15 anni e pensavo solo ai ragazzi e alla musica, altro che agli Angeli! Nemmeno prestavo molta attenzione alla salute. Mangiavo un sacco di cibo spazzatura, soprattutto pizza e cioccolato. Facevo impazzire mia madre, che tentava continuamente di convincermi a nutrirmi con alimenti più sani. Brontolando, mi spingeva a consumare più verdura e mi lasciava sempre della frutta fresca in camera, nella speranza che la sostituissi con le patatine. Una sera me ne stavo da sola nella mia stanza, ad ascoltare musica e a pensare al ragazzo per cui avevo una cotta. Mio fratello era andato a dormire da un amico e la mamma si era coricata perché aveva mal di testa. Mi dispiaceva per lei, ma una parte di me era felice che non ci fosse nessuno a dirmi di pulire, mettere in ordine o usare il mio tempo in maniera utile. Ero libera di rilassarmi in tutta tranquillità. Doveva essere circa mezzanotte quando alla fine mi decisi ad andare a letto. Mentre mi spogliavo e infilavo il pigiama sentii lo stomaco brontolare. Troppo assonnata per andare in cucina a prendere un bicchiere di latte e qualche biscotto, presi una delle mele lasciate da mia madre li incamera, ne staccai qualche morso e mi buttai sul letto, a pancia in giù. Non aveva ancora toccato il cuscino quando mi resi conto di non riuscire a respirare!!! Aprì la bocca per chiamare la mamma, ma senza risultato. Un pezzetto di mela si era bloccato nella trachea. Sentivo il cuore battere all’impazzata e la testa scoppiare. Stavo soffocando! Rischiavo di morire. All’improvviso sentii la porta aprirsi. Non avevo la forza per girare la testa e la vista si stava già offuscando. Non mi sembrava di aver udito un rumore di passi, ma di certo ho sentito una grossa pacca sulla schiena. Fu un colpo molto violento, che mi fece sputare di bocca il pezzo di mela. Immediatamente i polmoni tornarono a riempirsi d’aria. Mi voltai pensando di scorgere mia madre o mio fratello, ma la stanza era vuota e la porta ancora chiusa. Nella camera non c’era nessuno oltre a me e nella casa regnava un assoluto silenzio. Tremante di sollievo, mi precipitai nella camera di mia madre. Impiegò qualche momento per svegliarsi, ma poi ascoltò attonita il mio racconto. Mi disse che lei si era addormentata subito e che dovevo aver sognato. Io le dissi che non era stato un sogno e le mostrai il pezzetto di mela che avevo sputato sul cuscino. Non mi ero sbagliata: una mano mi aveva colpito. Sollevai la maglietta del pigiama per dimostrarle il punto in cui avevo ricevuto la sberla, e vidi mia madre sussultare. Mi disse di guardarmi la spalla nello specchio e quando lo feci scorsi l’impronta ben definita di una mano sulla schiena. Solo che non sembrava prodotta da una mano normale, ma di una mano molto più grande. Nel corso degli anni ho spesso pensato a quella sera, e mi è di grandissimo conforto sapere che un Angelo mi ha salvato dal soffocamento, dalla morte. Al mattino il segno era scomparso, ma il ricordo no, quello non è mai svanito. È come se fosse avvenuto ieri.