LA LUCE DI MIO FIGLIO

Saluti a Tutti Voi: mi chiamo Ester Morassi e sono la mamma di Valerio Guerrieri, ragazzo tristemente apparso nei fatti di cronaca di quest’anno, aveva solo 21 anni quando, il 24 febbraio 2017, egli è morto suicida nel carcere di Regina Coeli a Roma. Preciso che il giudice già QUATTRO MESI PRIMA, il 25 ottobre 2016, aveva modificato la misura detentiva in arresti domiciliari presso casa mia.
Ma tale ordinanza non venne mai eseguita.
Il ragazzo al momento della sua morte si trovava quindi in carcere senza titolo alcuno per rimanervi, in spregio totale a quanto stabilito dalla costituzione Italiana in materia! Ma non è l’unica disposizione per togliere Valerio dal carcere che non viene attuata. La seconda misura cautelare in carcere viene applicata con un’ordinanza del 21 dicembre 2016 definitivamente revocata il 14 febbraio del 2017. Anche in questo caso, però, non viene data esecuzione al provvedimento di revoca. Mio figlio era inoltre in attesa di una “Rems” cioè il ricovero presso una casa di cura e di custodia per detenuti con problemi psicologici. Si, lui aveva dei problemi ma le sue capacità cognitive non gli impedivano di soffrire in modo terribile per quella situazione di ingiustizia totale di cui era vittima. Così non ce l’ha fatta più: stremato per tutti i soprusi che in 21 anni aveva dovuto subire dalle istituzioni, quel 24 Febbraio alle ore 23 ha deciso di farla finita mettendosi una corda al collo.
Quella sera io ero a letto, non riuscivo a prendere sonno quando all’una di notte del 25 Febbraio mi arriva una telefonata dal carcere dove mi viene detto, senza troppi giri di parole, che mio figlio si era impiccato nel bagno della cella e che tutte i tentativi di rianimarlo erano risultati inutili.

Quattro giorni dopo la sua morte, intorno alle 5 del mattino, mi trovavo in uno strano stato di dormiveglia, quando ecco che mi appare Valerio, era lui, mio figlio che si chinava sul mio letto, era avvolto da una luce dorata e mi diceva che avrei potuto fare un pochino di più…allora d’istinto spalanco gli occhi e tutto svanisce.
Il 15 Giugno mi appare ancora, stavolta in un vero sogno: “Lo vedo e mi dice che là dove si trova ora non c’erano nemmeno un tandem o una bici. Ho la consapevolezza che nel sogno sto vedendo mio figlio defunto e d’istinto corro verso di lui, lo abbraccio, lo accarezzo, lo bacio e poso la mia testa sul suo cuore mentre lo stringo a me, mi accorgo che dal suo cuore non proveniva un battito normale ma un rumore simile alle fusa di un gatto, poi capisco che sono in un sogno, ma il mio ragionamento è razionale: Lui è morto, come posso sentire il suo cuore?! E’ normale che non possa sentirlo…!”.
Da allora più nulla, ed io stavo male, molto male, mi mancava mio figlio, soprattutto soffrivo nel “non sapere” se nel posto in cui si trovava ora stesse bene, se le cose andavano meglio…
Poi arriva l’1 Novembre, la Festa di Tutti i Santi, mi trovavo in cucina tutta sola, allora mi rivolgo a lui parlando a voce alta, con un tono carico di dolore e con le lacrime agli occhi infine gli ho gridato: “Ti Perdono, ti perdono per tutto, non sono arrabbiata con Te. Se Tu sei arrabbiato con me Perdonami! … Mi manchi tanto, infinitamente, e sono in pena per Te, non so dove ti trovi ora! Non so come stai lì ora! Se in quel luogo ti si senti meglio di come Tu lo sia stato in vita dammi un segno! Con un Tuo segno io troverò un po’ di Pace!”. Poco dopo questo mio sfogo di dolore lasciai la cucina e tornai nella mia camera da letto, ero seduta sul letto, accesi la tv erano circa le 19, guardai verso la finestra pensando che si era già fatto buio, proprio in quell’istante fu dalla finestra che vidi entrare una sfera di luce, era delle dimensioni di una pallina da tennis, il suo colore virava dal viola al rosa, questa sfera fluttuava nella mia stanza quasi fosse una bolla di sapone, io la guardavo completamente rapita dalla sua luce, poi apparve un’altra sfera, era molto più piccola anch’essa luminosa di un bel colore dorato, quest’ultima si mosse come a volermi venire incontro fino a posarsi sulla mia mano, io la guardo e dal cuore mi escono queste parole: “…Amore di mamma, piccolo tesoro mio, come sei piccino!”.
A questo punto la piccola sfera si mette a volteggiare un poco in aria e poi si dirige sul comodino al mio fianco, sul comodino come mia abitudine avevo qualche monetina e la piccola luce ci volteggia sopra quasi volesse prenderle. Questo era per me un segno indiscutibile, non avevo più alcun dubbio: era lui, era il mio Valerio che, come quando era in vita veniva accanto al mio letto e mi prendeva tutti le monetine per poi rimetterle a posto. Allora esclamai: “Valerio amore di mamma tua, anche così piccino mi fai il solito giochino con gli spicci? Tesoro mio adorato ma che ci fai?!”. La sfera volteggia ancora un pochino poi torna verso la finestra e lascia il posto ad un’altra sfera bianca, candida con il nucleo rosa acceso, di dimensioni leggermente più grandi di una palla da tennis, vicino alla finestra si ferma e dal suo interno sgorgano piccoli oggetti rosa, parevano a forma di cuore e cadevano come stelle lanciate nella mia direzione, in tutto ne ha lanciate 4 o 5 dopodiché tutto è svanito. Inequivocabile il messaggio, era Lui, era il mio Valerio, non era venuto da solo, c’erano altre 2 forme di energia ad accompagnarlo che io non sono riuscita ad interpretare. Ma Lui, la sua essenza SI! La piccola sfera dorata era lui, ne sono certa, sicura al 100%, perché quello che ha trasmesso in forma empatica dentro il mio cuore non si può equivocare, era l’essenza del mio amato figlio, era venuto a portarmi finalmente un po’ di pace.

Fatima Ester Morassi

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