ESSERE UN RICERCATORE di Luce

Ho sempre cercato la prova dell’esistenza di un mondo invisibile. Quella prova che, come si dice nelle aule dei tribunali, è “oltre ogni ragionevole dubbio”. Non mi sono mai accontentato di ciò che leggevo nei libri di New Age o spiritualità, e neppure degli incontri con persone più o meno note che raccontavano, in conferenze gremite, le loro verità. Sono sempre rimasto piacevolmente impressionato, favorevolmente colpito, ma non ho mai raggiunto la piena certezza. Nel fondo del mio essere, c’era sempre una vocina che diceva: “Marco, non ti accontentare! cerca… cerca”. E la ricerca può essere un percorso disseminato di illusioni, e soprattutto molto lungo. Pazienza e passione sono due elementi fondamentali per giungere all’obiettivo.

La ricerca è un’azione personale e intima che può essere attivata solo dal pensiero non condiviso. Tutto inizia dentro noi. La predisposizione mentale è determinante: è come se noi decidessimo di aprire una porta e lasciare che le informazioni fluiscano e si mescolino con gli altri pensieri che popolano la nostra essenza.  Molto spesso mi contattano persone deluse dal fatto di non aver mai trovato alcuna notizia, fatto o  segnale che desse loro la certezza assoluta dell’esistenza dell’aldilà. Ma allo stesso tempo mi confessano che ne sono spaventati e hanno timore di incappare in qualche brutta situazione. Ciò che noi pensiamo è esattamente ciò che poi otterremo. Hai paura? La paura blocca il pensiero. Non ti arriverà mai nulla di significativo che possa illuminare i tuoi percorsi di ricerca perché la paura li bloccherà prima! La paura è generata dall’ignoranza. Non dimenticarlo mai. Più conosci e meno avrai paura. La conoscenza è come un interruttore che all’improvviso illumina una stanza buia. La saggezza libera l’anima e la fa volare. La saggezza rende l’uomo libero. Smetterai di sentirti schiavo di paure che spesso scaturiscono da complicati meccanismi sociali e culturali. La ricerca deve essere motivata e sostenuta ogni giorno e ovunque. Non si può sapere dove e quando arriverà il prossimo messaggio o avverrà un incontro utile a dissipare le nebbie dell’incertezza. Potrebbe accadere a una cena a casa di amici o su un aereo, parlando con il tuo vicino. Siamo tutti interconnessi  e, consapevoli o inconsapevoli, siamo portatori di messaggi e aiuto per gli altri. Potrebbe accadere quando meno te l’aspetti. Come questa incredibile storia capitata a una ragazza che per ragioni di riservatezza chiameremo Anna. Quella che sto per narrarvi, è realmente accaduto qui in Italia. E alla fine, quando rimarrai stupito e confuso, penserai che si, ci credi, però… Finché il fatto non coinvolgerà te ma un’altra persona, ti rimarrà sempre l’ombra del dubbio! Ad Anna, invece, non importa nulla di quello che gli altri possono pensare, perché lei sa che le cose sono andate così, esattamente come ora ti racconto:

Anna si trovava a Verona ed era in piena estate. Doveva raggiungere Riccione dove i suoi genitori l’aspettavano. Decide di prendere un treno interregionale che avrebbe fatto molte fermate, ma era più economico. Il viaggio lo avrebbe compiuto insieme a un suo compagno di studi. Avviandosi lungo la banchina, si rende conto che il treno è stracolmo di gente e non ci sono più posti a sedere. Contrariata, decide insieme al suo amico di prendere un altro treno, un diretto, in partenza poco più tardi, che avrebbe fatto come unica fermata Bologna. Mentre tornano indietro lungo la banchina per raggiungere l’altro treno, un giovane, mai visto prima, la ferma sorridendo e le dice di tornare indietro e di prendere ugualmente l’interregionale. Anna, per qualche strano motivo, si lascia convincere e sale su una carrozza insieme all’amico e al nuovo compagno di viaggio. Il ragazzo è un suo coetaneo e le racconta che fa il cameriere in un hotel di Rimini. I due hanno molto da dirsi e chiacchierano a lungo. Prima di scendere, lo sconosciuto le lascia il suo nome cognome e indirizzo dell’hotel, invitandola a passare a trovarlo. Finalmente Anna arriva a Riccione e, stranamente, vede il padre che lo aspetta alla fine della banchina. Ha l’aria tesa e preoccupata. L’abbraccia e scoppiò a piangere. “Ma cos’è successo papà?” Domanda Anna spaventata. “È scoppiata una bomba alla stazione di Bologna e io non sapevo dove fossi!” È il 2 agosto 1980: un ordigno esplosivo è scoppiato, uccidendo 85 persone e ferendone più di 200! Anna trema per l’emozione: quale incredibile disegno si è prodigiosamente manifestato davanti a lei! Se non avesse incontrato quel ragazzo che l’ha persuasa e l’ha riportata sui propri passi, lei avrebbe certamente preso quel treno che fermava proprio a Bologna! La ragazza decide immediatamente che andrà a ringraziarlo all’hotel in cui lavora. La settimana successiva, infatti, si organizza per trascorrere la serata a Rimini insieme ad alcuni amici. Giunta a destinazione, si stacca dal gruppo e si reca all’albergo del giovane. Anna si presenta alla reception e chiede di poter parlare qualche minuto con il ragazzo, ma ne è la receptionist né il capo ricevimento lo conoscono. Dopo la piccola ricerca le confermano che lì non lavorava nessuno con quel nome. Una donna ai piani, però, ha sentito la conversazione e prende Anna sottobraccio, accompagnandola fuori dall’hotel. La donna ha una cinquantina d’anni e lavora lì da circa 20. La guarda fisso negli occhi in silenzio e poi, una volta accertatasi che nessuna la sta ascoltando, dice: “Badi, signorina, che quel ragazzo lavorava davvero qui come cameriere!”. Anna sorride, contenta di aver trovato finalmente una traccia. “Però”, continua la donna, “Le devo dire che… il ragazzo è morto tre anni fa investito da un’auto proprio qui davanti!”. Anna ha un giramento di testa e sviene. Come è possibile? Lo ha visto, gli ha parlato, lo ha salutato. Hanno riso e scherzato insieme. Lui era di fronte a lei in carne e ossa. Gli ha anche stretto la mano.

Anna potrà raccontare la storia a migliaia e migliaia di persone e ognuna penserà che vaneggia o che è pazza. Oppure le crederà, ma sempre con quel piccolo dubbio in fondo al cuore. L’unica persona convinta sarà Anna. Per tutta la vita. Perché lei sa. Lei è certa di non aver sognato e di avere trascorso tre ore gomito a gomito con quel ragazzo e  mai nessuno potrà più convincerla del contrario. Ecco perché anche tu devi diventare ricercatore. Affinché mai nessuno possa convincerti del contrario. La tua anima sarà più leggera e il tuo risveglio al mattino avrà un altro sapore. Perché avrai finalmente dentro di te la certezza che esiste un’altra vita dopo la vita. Un simile evento segna l’esistenza di Anna per sempre. Ma osserviamo l’accaduto da un altro punto di osservazione, quello del ragazzo. Perché ha salvato proprio lei? Rifletti: perché, fra tante persone che sono morte in quello spaventoso attentato, lei non doveva morire? Ognuno di noi ha un compito su questa terra. È molto probabile che Anna dovesse ancora svolgere o completare il suo. Quel ragazzo è tornato sulla terra con un preciso obiettivo: salvarla. Anna conosceva il suo compito? Forse sì, ma più probabilmente no. Spesso succede che veniamo salvati o indirizzati su un’altra strada e non sappiamo il motivo. Ma prima o poi questo motivo affiorerà nella mente e illuminerà il tuo percorso. Un giorno ho chiesto al mio maestro “di vita” perché  una persona si salva e altre 10 o 100 invece non ce la fanno. “Perché il loro compito era risvegliare le anime che vivevano intorno a loro”, mi ha risposto lui. “Come un sasso tirato in uno stagno, crea tanti cerchi che lentamente si allargano sempre di più fino a svanire, così l’improvvisa scomparsa di quella persona ha fatto altrettanto con parenti, amici e conoscenti risvegliando in modo profondo le loro anime”. Qualcuno a questo punto mormorerà: “era destino…”. Ma tu sai cos’è veramente il destino?

Marco Cesati Cassin  –  Presenze Positive