AVVENTURA MIRACOLOSA

Per alcuni di noi, sono eventi rari (o almeno sembrano tali), altri invece, come Betty, hanno avuto una vita intera di avventure spirituali.Le sue sono cominciati a sei anni, quando ha avuto un’esperienza di premorte mentre le asportavano le tonsille: una voce maschile, gentile e amorevole, le ha parlato, sullo sfondo di una specie di deliziosa brughiera. Ritiene di essere stata in paradiso con Gesù, e che le abbia dato la possibilità di tornare sulla terra.
Dopo essersi sposata, Betty fu assunta da un’impresa edile. Un giorno, in un cantiere, la passerella di un ponteggio, pesante circa 100 chili, cadde proprio sulla traiettoria della sua testa. “Attenta!” le gridarono gli altri operai, e lei balzò via; ma non prima che tutti quanti vedessero la tavola bloccarsi a mezz’aria per pochissimi secondi, e poi schiantarsi nel punto esatto in cui lei si era trovata un attimo prima.
La sua avventura più miracolosa, però, fu forse quella del 1956. All’epoca Betty viveva a Cincinnati, e da quando i suoi migliori amici, Pat e Sam, si erano trasferiti a Mobile in Alabama, non aveva mai smesso di lamentarsene. Una sera quando suo marito Ken rincasò, Betty annunciò un piano: “Ci occorre una vacanza, prendiamo la macchina e andiamo a trovare i miei amici per il fine settimana del 4 luglio!”.
Ken lanciò un’occhiata dubbiosa al loro figlioletto di due anni “non sarà un viaggio un po’ troppo lungo per Tim?”
Probabile”, annunciò Betty, “ma Pat e Sam mi mancano così tanto!” Sebbene le due coppie si tenessero in contatto, le telefonate non potevano sostituire il trovarsi insieme. All’epoca non esistevano le autostrade interstatali, così, quando Ken il giorno dopo portò a casa una mappa, si rese conto che il viaggio a Mobile avrebbe richiesto almeno 20 ore. Quel che era peggio, sarebbero arrivati verso sera, e i loro amici vivevano in una zona che la cartina non dettagliava bene. Betty li aveva chiamati e gli amici, entusiasti per la visita, avevano proposto che Ken telefonasse non appena arrivato a Mobile, in modo da fornire le indicazioni specifiche per raggiungere casa loro. Ken però continuava a temere di perdersi.
Betty, invece, non aveva preoccupazioni del genere, e faceva le valigie tutta contenta. “Dio veglierà su di noi”, disse al marito perplesso.” Sai che cerco di averlo sempre vicino quanto le chiavi della macchina! Andrà tutto bene.”
Il viaggio fu lungo e pesante, e fecero numerose soste per consentire al figlio di sgranchirsi le gambe. Fu solo quando entrarono a Mobile e si ritrovarono in una parte della città malandata e sempre più buia che Betty iniziò a preoccuparsi. La mappa sembrava confusa: apparentemente, di fronte a loro c’era un fiume… E poi cosa? “Signore, ci serve aiuto”, sussurrò Betty.
Poco più avanti, sulla destra, c’era una stazione di servizio della Pure Oil. Sembrava chiusa, perché non c’era nessun cliente alle pompe a fare il pieno né si scorgeva alcun tipo di attività all’interno dell’edificio in mattoni. Forse però c’era un telefono a gettoni. Ken imboccò l’ingresso e subito comparve un’inserviente, un uomo smilzo in uniforme blu, che si diresse a passo vivace verso la loro macchina.
“Ci siamo un po’ persi” gli disse Ken. “Come posso aiutarvi ?”. L’inserviente li guardò attraverso il finestrino della macchina, sorridendo al loro figlioletto Tim.
Ken gli diede l’indirizzo di Sam e il benzinaio annui’: “Andate per di là,…” indicò con sicurezza, senza consultare la cartina, dando indicazioni brevi, professionali, e facili da comprendere.
“Che uomo simpatico”, pensò Betty. “Ora non c’è nemmeno più bisogno di chiamare Pat”. Stancamente, si lasciò cadere contro lo schienale e chiuse gli occhi. Strano, comunque, che i vestiti del meccanico fossero così freschi e puliti a fine giornata. E anche che fosse apparso così prontamente, quasi le stesse aspettando.
In ogni caso, le sue indicazioni risultarono perfette: ben presto Ken e Betty parcheggiarono davanti a una piccola casa e Pat e Sam corsero loro incontro lungo il vialetto, a braccia aperte.
“Perché non ci avete chiamati?” chiese Pat, finiti gli abbracci. “Casa nostra è difficile da trovare!”.
“Non ci è servito: il benzinaio della Pure Oil, giù in città, sapeva esattamente dove abitate”, spiegò Ken.
“Chi?”
Betty descrisse la stazione di servizio, l’angolo preciso in cui si trovava, quell’uomo così disponibile che sembrava sapere cosa occorresse loro anche prima che lo chiedessero. Solo allora notò la strana espressione di Pat e Sam.
“Betty”, disse Pat educatamente, “è impossibile che tu abbia avuto le indicazioni li”
“Ma è quello che è successo!” Insistè Betty.
“No,” Pat scosse la testa, “c’era una stazione di servizio della Pure Oil a quell’incrocio, ma è  stata smantellata anni fa per allargare la strada. È rimasta solo una parte del muro di mattoni”.
Betty e Ken si trasferirono a Mobile l’anno seguente. E ogni volta che Betty passava accanto al “suo” angolo, sentiva infallibilmente una sorta di calore dentro di sé. Che fosse stata una visione, quello squarcio di un tempo passato? Non sapeva spiegarlo, sapeva solo che aveva chiesto a Dio di proteggere la sua famiglia, e che lui gli aveva mostrato che, ovunque i sui figli viaggiassero, non erano mai soli.

 

Johan Wester Anderson- Storie vere di angeli e piccoli miracoli

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