Premessa:
Il seguente racconto è una storia realmente accaduta,
quanto segue mi è stato inviato da un’amica che desidera rimanere anonima.

Premetto che, prima di quanto segue, ero una persona estremamente scettica su qualsiasi
cosa riguardasse fenomeni paranormali etc.
Era il mese di Settembre dell’anno 2009, mi trovavo con mia madre in un bosco nei pressi di Volterra, eravamo in cerca di castagne e funghi.
Mentre camminavamo poco distanti una dall’altra vedo mia madre bloccarsi, la chiamai più volte ma niente, lei non mi rispose.
Devo ammettere che fui presa dal panico, la chiamavo ma nulla, lei era come immobile.

Ero attanagliata dalla paura, mi venne d’istinto alzare il capo verso il cielo dove notai con stupore una rondine ferma a mezz’aria!
Pareva la scena di un film di fantascienza, era come se il tempo fosse fermato…
Fu allora che una voce che mi chiamò per nome, mi voltai, era un uomo sulla trentina, con capelli castani mossi ed un particolare che non scorderò mai, aveva gli occhi di un verde innaturale, quasi fluorescente.

Mi disse di guardare bene mia madre, perché di lì a poco non la avrei più vista, sarebbe morta.
Lo strano uomo disse che voleva prepararmi a quel dolore in quanto mi aveva vista nascere e sapeva quanto amavo mia madre e che avrei sofferto, ma Lui mi sarebbe stato accanto. Fu come un istante infinito dal quale mi risvegliai all’improvviso convinta fosse un’allucinazione causata dalla stanchezza, di fatto il tipo scomparve all’improvviso e mia madre mi rispose: “Che urli! Sono qui!”.

Dimenticai presto l’accaduto fino a tre anni fa, quando mia madre morì in un’incidente stradale.
Ad un mese dalla sua scomparsa, mentre mi recavo in auto a Firenze con mio marito, vidi di nuovo quell’uomo, era vestito da infermiere, fermo sulle strisce pedonali, mi mandò un bacio con la mano e mi salutò, per poi svoltare dietro un palazzo, allora scesi di corsa dalla macchina e lo inseguii, ma dietro l’angolo non c’era nessuno!

Pochi giorni dopo mi ritrovai a parlare con un amica di mia madre che lavorava nel reparto ginecologia dell’ospedale in cui sono nata; lei mi disse che il suo compagno era l’infermiere che mi aveva aiutata a nascere e che, un anno dopo, esattamente il giorno e l’ora in cui ero nata io, era morto in circostanze poco chiare. Quindi mi mostrò la sua foto e fu allora che io scoppiai a piangere, lei pensò per la storia triste del suo amore perduto… Non le dissi mai che il suo defunto amore era la stessa persona che nel bosco, anni addietro annunciò la morte di mia madre.

Ad oggi sono trascorsi anni dall’accaduto, ed io vivo con la paura di rivedere quell’uomo, paura che predica la perdita di qualcun’altro che amo…