ANGELI TERRENI

Alcuni anni fa, un gruppo di scout si incammina per un sentiero che attraversa un bosco, diretti verso un’ampia radura con un grande stagno e una cascatella.
Arrivati a destinazione, il capo ordina di preparare il picnic e qualcuno borbotta perché, visto il grande caldo, avrebbe preferito buttarsi nell’invitante acqua dello stagno. Ma il capo è inflessibile e ritiene sia giusto pensare prima ai doveri degli scout. Solo un ragazzo disubbidisce e, tra gli applausi generali, si tuffa nell’acqua. A grandi bracciate raggiunge il punto dove la cascata finisce nello stagno. 
Il capo lo rimprovera e gli ordina di tornare indietro. Ma succede qualcosa. Il vortice nello stagno creato dalla caduta nell’acqua è piuttosto forte e il ragazzo è in difficoltà: non riesce a uscire dal mulinello e comincia a sbracciare chiedendo aiuto. In un primo momento i compagni pensano a uno scherzo, una sua recita da sbruffone, ma ben presto si accorgono che il ragazzo è davvero in pericolo. Alcuni si spogliano per correre in suo aiuto, ma il capo li blocca perché teme che anche loro finiscano nella stessa situazione.
Il ragazzo è a circa 25 m dalla riva e il panico si diffonde. Cosa fare? Come salvarlo? I ragazzi urlano mentre guardano il loro compagno annaspare disperatamente con gli occhi sbarrati, senza più nemmeno la forza di chiedere aiuto. È in quel momento che arriva un aiuto insperato. Due ragazzi sui 25 anni, praticamente identici, con un fisico atletico, biondi e con lo stesso costume da bagno, appaiono all’improvviso, si tuffano nello stagno e in poche bracciate raggiungono il ragazzo e lo traggono in salvo.
Tutti accorrono intorno all’amico adagiato sul prato. Il capo cerca di tenerli a distanza per lasciarlo respirare e riprendersi.
Poi si gira verso i due salvatori per ringraziarli ma… Non c’è più nessuno! Né ci sono i vestiti e le scarpe che hanno lasciato sulla riva. Sembrano dissolti nel nulla. Eppure li hanno visti più di 30 ragazzi scout che potrebbero giurare che erano lì in carne ed ossa.
Ma è sempre così: capisci di avere un Angelo accanto a te solo quando se n’è andato.

Marco Cesati Cassin–  presenze positive

 

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