UN ANGELO IN PARADISO

Sono passati cinque anni da quando strinsi tra le braccia per la prima e ultima volta Oliver. Ricordo bene come era piccolo e come il suo minuscolo corpicino sembrasse stare tutto nei palmi delle mani. Rammento i suoi ultimi calci.
Ricordo di essermi svegliata sapendo che se n’era andato pur essendo ancora dentro di me. Ricordo il dolore nel dare alla luce il suo corpo senza vita. E quello ancor più forte di quando mi fu portato via in ospedale, con un’infermiera che mi somministrava un sedativo e mi lasciava sola a riposare.
Non avevo nessuno accanto. Il mio compagno se ne era andato quando ero rimasta incinta, e mia madre era morta cinque mesi prima. Oliver sarebbe stato il mio futuro, ma a quel punto non avevo piu un futuro. Senza di lui mi sentivo vuota e desideravo morire. Volevo sparire, semplicemente. Addormentarmi e non svegliarmi più. Giunta al culmine della disperazione provai questa sorta di prurito alla base del collo, sotto la nuca; un pizzicorino che aumentò e si diffuse su tutta la schiena. Chiusi gli occhi e mi sentii invadere dalla cordialità, dalla pace e dall’amore: ad un tratto con gli occhi della mente vedevo mia madre in piedi davanti a me con in braccio Oliver!  Sapevo che con lei sarebbe stato al sicuro, accudito nel migliore dei modi. Poi sentii le ali di un angelo avvolgermi in un abbraccio. La mia è stata un’esperienza grandiosa e molto toccante, che non potrò mai dimenticare il ricordo mi ha aiutata a superare il periodo più cupo della mia vita. Ogni volta che mi sentivo a terra traevo forza da quanto mi era accaduto perché sapevo di non essere sola, e che se per Oliver era giunta la sua ora, per me non era così. Per il bene sia di Oliver che di mia madre io dovevo continuare a vivere e riacquistare fiducia nella vita. Questo è accaduto cinque anni fa e da allora, sebbene abbia passato altri brutti momenti, non mi sono più lasciata andare. Sapendo quanto sia spaventoso perdere un figlio, ho completato gli studi per diventare ostetrica e spero di poter offrire conforto e comprensione a donne che, come è accaduto a me, perdono il loro bambino poco dopo il parto. A volte non dico molto e mi limito a stare loro accanto e a parlare del loro figlio. Altre volte racconto quello che mi è successo. Cerco di aiutarle e quando non ci riesco e con gli angeli di far loro visita così come sono venuti da me.

Testimonianze angeliche di Theresa Cheung