UN ANGELO CON LE SEMBIANZE DI UN CAVALLO :
La verità è qualcosa che gli animali domestici possono vedere.
Abito poco lontano da una signora che possiede un cavallo rivelatosi abilissimo a dimostrarle fino a che punto è degno di essere considerato il suo migliore amico. I cavalli sono apprezzati per il loro spirito collaborativo, per la loro indole accomodante, ma anche perché li si può montare senza correre nessun pericolo. Durante un pomeriggio assolato, la signora aveva preparato il suo cavallo per una breve escursione, e si accingeva a montarlo quando per la prima volta, lui si rifiutò di dirigersi verso il cancello che si apriva sul sentiero. La padrona lo riportò dunque nel recinto, per verificare che fosse tutto a posto: in effetti, non sembrava esserci nulla di anomalo. A quel punto, la donna fece un nuovo tentativo… il cavallo la seguì fino al cancello ma, proprio come era accaduto poco prima, inchiodò le zampe sul terreno rifiutandosi di muovere un altro passo in avanti. La signora lo ricondusse all’interno del recinto, temendo che potesse essersi azzoppato; dopo aver appurato che le cose non stavano così, lo riportò davanti al cancello. Un attimo prima di raggiungerlo, si udì un rumore assordante, accompagnato da una nuvola arancio- rossastra, mentre due automobili da corsa sfrecciavano davanti a loro. Al volante c’erano due ragazzi che avevano intrapreso una sfida a quattro ruote su quel sentiero di campagna. La donna dovette riconoscere che l’animale era stato abilissimo nell’avvertirla del pericolo attraverso quella messinscena perché, se si fossero trovati su quello stretto sentiero impervio, le due automobili li avrebbero travolti, uccidendoli sul colpo. La signora sollevò lo sguardo verso il suo cavallo in segno di gratitudine e finalmente lui trotterellò mansueto verso il cancello, pregustando la passeggiata che li attendeva.
In seguito, la donna raccontò a tutti che il suo angelo custode, con le fattezze di un cavallo, le aveva deliberatamente impedito di immettersi sul sentiero, poiché era consapevole del pericolo a cui poteva andare incontro. Ma come faceva a saperlo? La prima volta in cui gli fu chiesto di uscire dal cancello, le automobili saranno state perlomeno a due miglia di distanza da lì. Quando il cavallo si era rifiutato di uscire dal recinto, non c’erano altri veicoli in transito. È mai possibile che abbia udito il rumore di quelle automobili da una simile distanza? Non lo credo affatto, anche perché era abituato alle strade trafficate, ma anche a costeggiare camion e pullman. Abbiamo ancora tanta strada da fare se vogliamo capire le gesta dei nostri angeli custodi a quattro zampe.
Margrit Coates – Piccoli Angeli