Storie di cani e gatti oltre la vita

Premessa: non è vero che la religione cristiana non si sia mai occupata degli animali: tutt’altro! Già nei libri più antichi della Bibbia, già dai tempi dell’Eden, gli animali e gli uomini vivevano in letizia e in pacifica convivenza-e già erano uniti nello stesso destino: la cacciata dal Paradiso infatti, purtroppo, per qualche misterioso disegno cosmico, riguardò anche loro. Precipitati con noi su una terra densa di fatica e dolori, divennero compagni dell’uomo, compagni di vita. Noè li portò con sé per salvarli dal diluvio, ed essi lo ricompensarono divenendo i suoi messaggeri. L’arca di Noè è il simbolo della fratellanza con tutti gli esseri viventi sancita da Dio in persona:

Dio disse a Noè e ai suoi figli: “Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi; con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca”.
Dio aggiunse: “Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne….
Ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e tra ogni essere che vive in ogni carne. L’arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che c’è sulla Terra.”
(Genesi, 9,9)

Chiunque abbia visto morire il proprio amato animale può dirti che la perdita è devastante. È come perdere un figlio, il tuo compagno costante che ti ha amato e sostenuto per molti anni.
Molte persone sostengono di aver avuto esperienze di comunicazione con animali deceduti. Queste esperienze spaziano dalla percezione di presenze animali, ai messaggi ricevuti attraverso sogni o segni, fino all’esperienza di una connessione spirituale con l’animale defunto. Questi aneddoti e testimonianze personali sono spesso fonte di conforto per coloro che sono in lutto per la perdita di un animale amato. Tra le storie di cani guida che continuano a guidare i loro padroni defunti, gatti che visitano le loro famiglie una volta passati, o animali che appaiono nei sogni per rassicurare i loro proprietari, queste storie toccano una corda emotiva profonda.

STORIE DI CANI E GATTI OLTRE LA VITA

Mrs. Ada Galsworthy, moglie del romanziere, ha pubblicato un libro intitolato “I nostri buoni cani” in cui, tra l’altro, narra di un’apparizione a lei accorsa del suo cagnolino preferito defunto di nome Chris. Da annotarsi che il marito di lei parla a sua volta di questo cagnolino nelle sue memorie, ammirandone l’intelligenza e l’affettività. L’autrice narra all’evento in questi termini:

“Dodici giorni dopo la sua morte, il cagnolino è venuto a visitarmi; e ciò è accaduto durante un pranzo con invitati, momento poco indicato per manifestazioni di tale natura. Io sedevo al solito posto con mio marito di fronte. L’angolo della tavola prossimo alla finestra non era occupato, e a quello opposto, abitualmente occupato da mio marito, sedeva invece un ospite.
Chris mi apparve esattamente com’era in vita quando godeva di perfetta salute. Si manifestò dal lato non occupato della tavola, venendomi incontro col suo morbido passo; ciò che però non mi impediva di percepire il lieve ticchettio delle unghie sul pavimento di legno. Passò sotto il tavolo, rasentando i miei piedi; per cui ritenni che egli fosse venuto a occupare il posto consueto alla mia destra; ma in quell’istante l’ospite
del tavolo scoppiò in una risata piuttosto rumorosa, ciò indusse Chris a fare capolino da sotto al tavolo e a guardare in volto colui che sedeva al posto consueto di mio marito. Dopo di che, gradatamente, Chris non era più la. Non so trovare altra frase migliore per esprimere in quale modo egli disse parve dinanzi a me. Mi astenni in quel momento dall’accennare a quanto era avvenuto poiché il farlo era intempestivo in presenza di ospiti. L’evento occorse nella notte di fine d’anno 1911, e questa è l’unica apparizione da me percepita, giacché io non possiedo facoltà di sensitiva come usualmente si dice.”

Secondo racconto:

Questo caso è tratto dalla rivista Light.Mr .W.Harris si rivolge al direttore della rivista in questi termini:
“Egregio signor direttore, mi accadde un incidente che mi induce a informarmi se risultano frequenti i casi in cui persone equilibrate e intelligenti abbiano da raccontare episodi loro o corsi tendenti a dimostrare la sopravvivenza dei cani e dei gatti. Quando ora tra i lettori della rivista vi fosse chi potesse ragguagliarmi in proposito, gliene sarei grato. In ogni modo, ecco il caso a me occorso in un villaggio del Wiltshire in una casa in cui non ero mai entrato, e nella quale abita una signora che non avevo mai conosciuto prima. Quando suonai alla porta chiedendo di parlare con la signora in discorso, mi si fece entrare nel salottino, pregandomi di voler attendere. Mentre mi trovavo lì seduto, vidi improvvisamente comparire un cagnolino Terryer, che attraversò la camera senza badare a me. Notai che aveva il muso orribilmente schiacciato e sanguinante; ma siccome in pari tempo avevo rilevato che il corpo era trasparente ho subito pensato di trovarmi in presenza di un fantasma di cane. Allorché entrò la signora, cominciai col raccontarle ciò che avevo visto, e bella, con viva sorpresa, osservò che tre anni prima aveva posseduto un cagnolino Terryer, il suo grande favorito, che era morto accidentalmente sulla strada rimanendo sotto un’automobile, le cui ruote gli avevano schiacciato il muso”.
Nota: nel caso in esame il particolare che toglie ogni dubbio circa la presenza reale di un fantasma canino, risulta quello del muso schiacciato e sanguinante che fu visto dal relatore. Ci si domanda: ma perché quel cagnolino sia manifestato a un estraneo, mentre, a quanto sembra, non si era mai manifestato alla sua padrona? La risposta è semplice, ciò dimostra che la sua padrona non possedeva facoltà di sensitiva, là dove evidentemente il relatore, a sua insaputa, ne era palesemente fornito.

Terzo episodio:

Questo episodio è anch’esso tratto dalla rivista Light, è stata nella quale si ebbe una successione di casi del genere, in quanto era stato richiesto ai lettori di testimoniare eventuali esperienze analoghe.
Una signora scrive: “Mi accadde un incidente curioso che suggerisce la sopravvivenza animale. Entrando in casa di un’amica, notai che un gatto ci seguì nel salotto . Sedemmo l’una di fronte all’altra, e il gatto, con la schiena arcuata, si sono fregava amorosamente nelle gonne dell’amica mia; quindi fissò lungamente me con uno sguardo stranamente penetrante; poi con la coda eretta prese a passeggiare senza fretta tra noi due, e infine andò ad accoccolarsi sotto il tavolo. Dopo circa mezz’ora che si conversava, si fece udire un debole miagolio fuori del salottino. La mia amica osservò: “scusami, vado a prendere il gatto. L’ho cercato un’ora fa, ma inutilmente. Credo che sia rimasto rinchiuso da qualche parte”. Io soggiunsi: “Ma no, cara, ci ha seguito invece in questa camera, ed ora si trova sotto il tavolo”. Guardammo sotto il tavolo è un po’ dovunque, ma il gatto non c’era. Nel frattempo ripresero i miagolii dal di fuori. L’amica si recò in direzione dei miagolii, e aprì la porta di una camera in cui si trovava effettivamente rinchiuso il gatto, e lo portò con sé nel salottino. Era un gatto bruno, ondulato al nero, ben diverso da quello da me visto, il quale invece era tutto bianco, manto zampe e naso, e sul naso portava le tracce di una cicatrice. Aveva occhi verdi e vivaci che mi guardavano con penetrazione strana. Chiesi pertanto: “Hai forse un altro gatto?” “No” rispose. Allora io le descrissi il gatto fantasma da me visto; ed essa, con vivo stupore, esclamò: “Straordinario! Tu descrivi esattamente il mio primo gatto, morto nel giugno scorso, il quale aveva una cicatrice sul naso!”.

Anche gli animali vanno in paradiso – Stefano Apuzzo, Monica D’Ambrosio