SEMPRE AL MIO FIANCO 

Mio padre morì nel gennaio del 2003  lasciandomi devastata in quanto eravamo molto uniti. Nel settembre del 2004, il giorno prima del 18º compleanno di mio figlio Martin, mi svegliai la mattina sentendo di avere accanto papà.

Fu molto strano. Quattro anni prima mi aveva regalato un giro collo con delle norme di piede e un verso della poesia “Orme sulla sabbia” incise sul retro. Sentivo di doverlo indossare. Non so spiegare come o perché, ma sapevo che qualcosa non andava.

Poche settimane prima, mio marito aveva acquistato a nostro figlio una moto per il suo compleanno, un regalo che non apprezzavo. Ad ogni modo il suo compleanno arrivò e passò, ma il martedì successivo, mentre tornavo a casa dal lavoro, mio marito mi telefonò per informarmi che nostro figlio, Martin, aveva avuto un incidente. Non vedevo l’ora di arrivare a casa, però c’era tanto traffico e continuavo a ricevere telefonate e messaggi in cui mi chiedevano dove fossi.

Alla fine a due km circa da casa bucai una gomma. Nel momento in cui giunsi a un garage trainata dal carro attrezzi, seppi che Martin era morto. Sentivo la presenza di mio padre li al mio fianco. Comunque sia, per farla breve, quattro mesi dopo mio marito mi lasciò.

Cercai di tirare avanti come meglio potevo, ma ero talmente depressa e infelice e sola che inghiottì una dose eccessiva di farmaci e finì in una clinica. Durante la mia permanenza giuro che in più di una occasione qualcuno si è seduto sul letto e mi ha abbracciata, anche se non ho mai visto nessuno.

Mio marito, che veniva a trovarmi ogni giorno, promise ai medici e infermieri che avrebbe badato a me e mi avrebbe riportata a vivere in Irlanda. Naturalmente cambiò idea appena mi dimisero e mi abbandonò di nuovo.

Passai il Natale a casa di amici, ma qualcosa mi spingeva a tornare in Irlanda. Prenotai il volo e in una settimana scovai una deliziosa casetta in campagna, anzi, sono sicura che fu papà a trovarla per me, assolutamente sicura, perché quando vi entrai ebbi l’impressione di essere tornata a casa.

Tre settimane dopo ripartì definitivamente dall’Inghilterra per cominciare la mia nuova vita. Era un periodo di fortissimo maltempo. Le condizioni meteo erano pessime, ma mi sentivo assolutamente calma e al sicuro perché percepivo la presenza di mio figlio al mio fianco in auto con me. Impiegai tre giorni, guidando senza sosta, riposando soltanto sul traghetto, durante una burrascosa traversata.

Da allora ho sentito molte altre volte la presenza di mio figlio e di mio padre e so senz’ombra di dubbio che entrambi si prendono cura di me, sempre al mio fianco, e giorno dopo giorno mi trasmettono la forza di andare avanti.

Nel descrivere quei brutti momenti ho tralasciato di parlare di molti aspetti sgradevoli ma gli ultimi due anni trascorsi in Irlanda sono stati talmente belli da cambiarmi oltre ogni immaginazione. Sono forte e sicura come mai sono stata nella mia vita. Non ho mai pensato che sarei stata felice di vivere da sola in campagna, ma in realtà non mi sento mai sola. Ogni giorno percepisco la vicinanza di papà e di Martin. Sono sempre al mio fianco. Se sono quella che sono lo devo a loro, ed è anche per questo che gli voglio un bene dell’anima.

Theresa Cheung -Sfiorati da un Angelo