SEGNALI DA LASSU’ ?

La storia che segue è di Peter, e lascia intendere che i nostri cari defunti non vogliono vederci soffrire per il cordoglio, i sensi di colpa e la disperazione.

“Mia moglie morì perché io avevo bevuto troppo a una festa e lei, che aveva a malapena assaggiato un drink, mi sostituì alla guida. Era inverno e lei frenò troppo violentemente per evitare di investire un gatto che ci attraversò la strada. L’auto sbandò e invase la carreggiata opposta. Nonostante la cintura di sicurezza allacciata, mia moglie morì per le lesioni interne provocate da uno scontro frontale. Riportai anch’io varie ferite, ma me la cavai. Se fossi stato io alla guida, non avrei frenato per evitare il gatto. Quella sera avrei dovuto guidare io, invece… Il primo anno fu il più difficile da superare: non riuscivo a liberarmi dal senso di colpa, sebbene i miei figli dicessero che io non c’entravo nulla. Non mi perdonavo la leggerezza con cui quella sera avevo deciso di bere sapendo che mia moglie non amava guidare su strade ghiacciate.  A due anni dalla sua scomparsa comincio ad avvertire un po’ di pace e ora racconto perché: Era l’anniversario della morte di mia moglie ed ero sopraffatto dallo sconforto. Mia figlia voleva che passassi la serata con lei, ma io non me la sentivo. Avevo bisogno di silenzio, perciò me ne stavo tutto solo in soggiorno, quando sentì il rumore di qualcosa che cadeva le mie spalle. Mi voltai e vidi che si trattava della foto di mia moglie. L’avevo scattata prima che nascessero i figli e lei era così bella che la facemmo ingrandire e incorniciare. Controllai il chiodo sul muro e l’occhiello sulla cornice, ma, vedendo che era tutto a posto, la riaprissi e tornai a sedermi. La fotografia cadde di nuovo e io, ancora una volta, la misi al muro. 10 minuti dopo cadde per la terza volta. Vagamente impaurito, decisi di fare un esperimento: Provai una foto dei ragazzi che aveva le stesse dimensioni di quella di mia moglie e la sostituii con l’altra, poi appesi la cornice.  Per un’ora non accadde nulla, così scambiai di nuovo le foto ma, dopo una decina di minuti che l’avevo appesa, quella di mia moglie cadde nuovamente! La rimisi a posto  e chiamai mia figlia per raccontarle cosa mi succedeva. Mia figlia si precipitò da me per vedere di persona come stavano le cose, ma la fotografia non cadde. Rimase al suo posto sul muro. Credo che in questo modo mia moglie abbia voluto farmi sapere che non è stata colpa mia se è morta e che mi è  ancora accanto. Mia figlia è convinta che mia moglie volesse dirmi che non dovevo restare da solo il giorno dell’anniversario della sua morte e che dovevo trascorrerlo con lei.”

Anche la prossima storia riguarda una fotografia ?

“Mio padre morì nel 1981, ebbe un infarto fatale all’età di 61 anni. La notte in cui morì, io ora casa con mia madre e mia sorella e stavamo parlando di papà, quando sentimmo come un tonfo provenire dal corridoio. Come può ben immaginare, avevamo tutti e due i nervi tesi e il rumore ci fece sobbalzare. Andai in ingresso e vidi che una fotografia di papà era caduta sul pavimento a faccia in giù!  La cornice era fissata un gancio, perciò l’unico modo per toglierla era sollevarla e staccarla. Non avrebbe potuto scivolare e il gancio era saldamente infisso nel muro. Oltretutto, nonostante la caduta, il vetro non si era rotto. Io credo che fosse papà che cercava di dirci che andava tutto bene.”

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