Gerarchia Angelica nella Kabbalah
Gli angeli nella Kabbalah ricoprono un ruolo fondamentale, servendo come canali della volontà divina ed espressioni degli infiniti aspetti di Dio.
A differenza delle rappresentazioni spesso semplificate della cultura popolare, gli angeli cabalistici fanno parte di una gerarchia dettagliata che rispecchia la natura multiforme dell’energia divina e la sua manifestazione nell’universo.
Questa gerarchia è strettamente intrecciata con l’ Albero della Vita e le sue Dieci Sephirot .
Ogni ordine di angeli corrisponde a uno specifico Sephirah, che gioca un ruolo unico nell’equilibrio cosmico e nel processo continuo di creazione, mantenimento e rinnovamento del mondo.
Comprendere la gerarchia degli angeli nella Kabbalah apre una finestra sulla profonda saggezza spirituale del misticismo ebraico, offrendo intuizioni sulla natura della presenza divina e sull’interconnessione di tutte le forme di esistenza.
Gerarchia classica degli angeli
La gerarchia classica degli angeli, delineata nel modo più famoso dallo Pseudo-Dionigi l’Areopagita nella sua opera “La Gerarchia Celeste”, è abbracciata principalmente dalla teologia cristiana.
Questa struttura classifica gli angeli in tre triadi, ciascuna contenente tre ordini o cori, per un totale di nove ranghi.
La prima triade, più vicina a Dio, comprende i Serafini, i Cherubini e i Troni, incentrata sulla contemplazione diretta di Dio.
La triade centrale è composta da Domini , Virtù e Poteri , che sovrintendono al cosmo e guidano gli ordini inferiori.
La triade finale comprende Principati , Arcangeli e Angeli, che sono maggiormente coinvolti negli affari umani.
Differenze chiave
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Contesto teologico: la gerarchia ebraica degli angeli è profondamente intrecciata con gli insegnamenti cabalistici e l’interpretazione mistica delle Scritture Ebraiche, sottolineando il ruolo degli angeli nel sostenere l’universo e nell’eseguire la volontà divina. Al contrario, la gerarchia classica, sebbene anch’essa ispirata alle Scritture, è organizzata in modo più sistematico ed è stata integrata più completamente nella teologia e nella liturgia cristiana.
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Funzione e relazione con Dio: nel giudaismo, gli angeli sono spesso visti come estensioni della volontà di Dio, senza nomi personali o identità individuali, ad eccezione di alcuni come Gabriele o Michele. La tradizione cristiana, influenzata dallo Pseudo-Dionigi e dai teologi successivi, assegna nomi, ruoli e persino attributi personali specifici agli angeli dei nove ordini, sottolineando il loro ruolo di intercessione tra Dio e l’umanità.
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Organizzazione strutturale: la gerarchia cabalistica si occupa principalmente del flusso di energia divina attraverso le Sephirot e dei ruoli degli angeli all’interno di questa struttura cosmica. La gerarchia classica classifica gli angeli più rigidamente in nove ordini in base alla loro vicinanza a Dio e alla loro funzione, dalla contemplazione del divino al governo dell’universo fisico e all’interazione con gli esseri umani.
La struttura gerarchica degli angeli nella Kabbalah
Nel misticismo ebraico, in particolare all’interno della Kabbalah, gli angeli sono organizzati in base ai loro ruoli nel cosmo e alla loro relazione con le Sephirot sull’Albero della Vita.
L’Albero della Vita è un diagramma simbolico che rappresenta il processo di creazione e il flusso dell’energia divina nel mondo.
Gli angeli sono visti come manifestazioni della volontà di Dio, ogni gruppo è associato a uno specifico Sephirah, e svolgono funzioni che vanno dal mantenimento dell’universo alla consegna di messaggi divini all’umanità.
L’albero della vita e le corrispondenze angeliche
Ogni Sephirah sull’Albero della Vita corrisponde a uno specifico gruppo di angeli, che incarna l’essenza del Sephirah e serve il suo scopo unico nel piano divino.
Questi ordini angelici lavorano in armonia per mantenere l’equilibrio e il flusso dell’energia divina in tutto il cosmo.
Ad esempio, la Sephirah di Chokmah (Saggezza) è associata agli Ophanim (Ruote), angeli che simboleggiano la natura dinamica e in continuo movimento della saggezza divina mentre si diffonde in tutta la creazione.
Allo stesso modo, il Sephirah di Gevurah (Forza) corrisponde ai Serafini (Infuocati), la cui natura ardente rappresenta il potere divino di purificare e trasformare.
I quattro mondi e i regni angelici
Gli insegnamenti cabalistici descrivono anche l’esistenza di quattro mondi spirituali, ciascuno dei quali rappresenta un diverso livello di creazione ed emanazione dalla fonte divina: Atziluth (emanazione), Beriah (creazione), Yetzirah (formazione) e Assiah (azione).
Questi mondi strutturano ulteriormente la gerarchia angelica, con ogni mondo abitato da angeli di vari gradi di sottigliezza e potere, corrispondenti alla loro vicinanza alla luce divina.
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Atziluth , il più alto di questi mondi, è il regno della pura divinità ed è la dimora degli angeli più sublimi, come i Chayot Ha Kodesh (Sacre Creature Viventi), che sono i più vicini all’essenza di Dio.
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Beriah è il mondo della creazione e dell’intelletto, dove risiedono gli Ophanim e gli arcangeli, che servono come consiglieri di Dio e portatori della saggezza divina.
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Yetzirah , il mondo della formazione e dell’emozione, è abitato da angeli come i Malakhim (Messaggeri) che eseguono la volontà di Dio e comunicano messaggi divini ai mondi inferiori.
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Assiah , il mondo dell’azione e della fisicità, contiene angeli che interagiscono più direttamente con il mondo materiale, guidando e proteggendo gli esseri umani.
Hayot Ha Kodesh (Esseri viventi sacri)
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Sephirah: Keter (Corona)
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Arcangelo: Metatron
Gli Hayot Ha Kodesh sono i più vicini al divino, incarnando la purezza e l’emanazione diretta della volontà di Dio. Metatron, il più alto degli angeli, li guida, fungendo da ponte tra il divino e il resto della creazione.
Le visioni profetiche di Ezechiele ci introducono agli Hayot Ha Kodesh, o “Santi Esseri Viventi”, come figure centrali all’interno del carro celeste ( Merkabah ), che incarnano la presenza immediata del divino.
Questi esseri, con le loro sfaccettature – caratterizzati da quattro volti e molteplici ali – rappresentano una profonda sintesi degli attributi divini e della vastità della creazione.
Hayot Ha Kodesh e Keter
Nella tradizione cabalistica, gli Hayot Ha Kodesh sono intimamente associati a Keter, la corona dell’Albero della Vita.
Keter si trova al culmine dell’Albero, rappresentando l’emanazione più pura della volontà divina e il punto di unità da cui scaturisce tutta la creazione.
In quanto tali, gli Hayot Ha Kodesh sono percepiti come i portatori diretti di questa volontà divina, incanalando le intenzioni ineffabili dell’Ein Sof (l’Infinito) nei regni strutturati sottostanti.
Il loro ruolo è quello di colmare il trascendente e l’immanente, facilitando il flusso dell’energia divina dalle profondità inconoscibili di Keter nelle forme articolate dell’esistenza.
Hayot Ha Kodesh e Metatron
L’Arcangelo Metatron è associato a Hayot Ha Kodesh, servendo come voce di Dio e scriba dei decreti divini.
Conosciuto come “l’Angelo della Presenza”, la connessione di Metatron con Hayot Ha Kodesh evidenzia il ruolo fondamentale che svolgono nel manifestare la parola e la legge di Dio in tutto il cosmo.
La posizione di Metatron sottolinea la santità e l’autorità dell’Hayot Ha Kodesh nella gerarchia celeste, incarnando i più alti principi dell’ordine divino e della saggezza.
Le creature viventi: Hayot Ha Kodesh o Cherubini?
All’interno di altre narrazioni della Bibbia ebraica, gli esseri che somigliano agli Hayot Ha Kodesh sono identificati con i Cherubini.
In particolare, nelle descrizioni del Tabernacolo e del Tempio di Salomone, i Cherubini emergono come figure custodi, strettamente legate alla presenza divina. Come gli Hayot Ha Kodesh, i Cherubini sono raffigurati con molteplici volti e ali, suggerendo una sovrapposizione simbolica tra questi gruppi di guardiani celesti.
La distinzione tra Hayot Ha Kodesh e Cherubini dipende in gran parte dal contesto testuale e dai ruoli loro attribuiti:
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Hayot Ha Kodesh sono prevalentemente legati alla visione di Ezechiele, funzionanti come parte del carro divino (Merkabah). Questa associazione li lega strettamente alle interpretazioni cabalistiche del cosmo, in particolare rispetto alle Sefirot sull’Albero della Vita, dove simboleggiano la presenza e l’azione manifesta di Dio nell’universo.
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I cherubini, d’altra parte, assumono una funzione più ampia nei testi biblici, agendo come protettori degli spazi sacri e custodi dei misteri divini. Incarnano la saggezza, la protezione e l’esecuzione della volontà divina, sottolineando la loro presenza come essenziale per il mantenimento del santo e dei santificati.
Ophanim (Ruote)
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Sephirah: Chokmah (Saggezza)
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Arcangelo: Raziel
Gli Ophanim simboleggiano la saggezza dinamica e onnicomprensiva di Dio. Guidati da Raziel, questi angeli sono responsabili della distribuzione dell’intuizione divina e del governo delle leggi dell’universo.
La visione di Ezechiele presenta gli Ophanim come strettamente connessi all’apparizione del carro divino, a simboleggiare la complessità e la natura intrecciata della saggezza divina e della struttura dell’universo.
La raffigurazione di ruote dentro ruote, accompagnate dai Cherubini, suggerisce un meccanismo della divina provvidenza e il funzionamento continuo delle leggi cosmiche, incarnando il movimento perpetuo e il flusso dell’energia divina in tutta la creazione.
Gli Ophanim e Chokmah
Nel pensiero cabalistico, l’associazione degli Ophanim con Chokmah sottolinea la loro rappresentazione dell’effusione primordiale della saggezza divina.
Chokmah, situato in cima al pilastro destro dell’Albero della Vita , indica la differenziazione iniziale da Keter, la Corona, dove la potenzialità comincia a manifestarsi come realtà.
Gli Ophanim, quindi, sono visti come facilitatori di questa saggezza divina, canalizzando le intuizioni necessarie per la creazione e il mantenimento dell’universo.
Gli Ophanim e l’Arcangelo Raziel
L’Arcangelo Raziel , noto come il “Custode dei Segreti” e l'”Angelo dei Misteri”, è spesso collegato agli Ophanim.
Il suo nome, che significa “Segreto di Dio”, riflette il suo ruolo di custode della saggezza divina e rivelatore delle verità nascoste dell’universo.
L’associazione di Raziel con gli Ophanim sottolinea la profondità e l’ampiezza della conoscenza divina che rappresentano, capace di comprendere i misteri che si trovano oltre la percezione ordinaria.
Simbolismo degli Ophanim
Il simbolismo degli Ophanim come ruote indica anche la natura ciclica dell’esistenza, i cicli infiniti di creazione, conservazione e rinnovamento che sono alla base del cosmo.
Il loro movimento, armonioso e incessante, rispecchia l’equilibrio dinamico che sostiene tutti i livelli dell’essere, dai regni spirituali più elevati al mondo fisico.
Nel contesto più ampio degli insegnamenti cabalistici, il ruolo degli Ophanim si estende oltre la semplice meccanica celeste.
Esemplificano il processo attraverso il quale la saggezza divina diventa accessibile all’umanità.
Attraverso la meditazione sugli Ophanim e sui loro attributi, i Kabbalisti cercano di allineare le loro menti con la saggezza universale che incarnano, facilitando la trasformazione personale e una comprensione più profonda del piano divino.
Erelim (Troni)
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Sephirah: Binah (Comprensione)
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Arcangelo: Tzaphkiel
Rappresentando l’aspetto profondo e femminile della comprensione, gli Erelim servono come portatori del giudizio e dell’autorità divini. Tzaphkiel li guida nel loro dovere di sostenere la struttura della legge cosmica.
Gli Erelim sono emblematici dell’aspetto profondo e strutturante della saggezza divina. Guidati da Tzaphkiel, questi angeli sostengono l’impalcatura della legge cosmica e l’intricato ordine dell’universo.
Gli Erelim e Binah
L’associazione degli Erelim con Binah evidenzia il loro ruolo cruciale nella manifestazione e nel mantenimento della struttura dell’universo.
Binah, posizionata di fronte a Chokmah, simboleggia la maturazione della saggezza in una comprensione attuabile.
È il grembo della creazione dove il potenziale liberato da Chokmah viene realizzato e gli viene data forma.
Pertanto, gli Erelim fungono da canali per questa comprensione divina, traducendo la saggezza sconfinata di Chokmah in realtà strutturate e distinguibili.
Sono gli architetti della volontà divina, che creano i progetti per le leggi morali e fisiche che sono alla base del cosmo.
L’Erelim e l’Arcangelo Tzaphkiel
L’Arcangelo Tzaphkiel , la “Contemplazione di Dio”, presiede agli Erelim, infondendo in loro la profondità della comprensione e della compassione divina.
La sua amministrazione assicura che gli Erelim svolgano i propri compiti con rigore ed empatia, bilanciando la bilancia della giustizia con la grazia della comprensione.
Il legame di Tzaphkiel con gli Erelim sottolinea la profonda responsabilità loro conferita: salvaguardare l’ordine divino e permeare il tessuto della realtà con i principi della legge divina.
La loro collaborazione riflette l’intricata danza tra saggezza e comprensione, tra il potenziale e la sua realizzazione.
Simbolismo degli Erelim
La rappresentazione degli Erelim come Troni indica non solo il loro ruolo di portatori dell’autorità di Dio, ma anche la loro funzione di pilastri su cui poggia il piano divino.
Incarnano l’aspetto contemplativo del divino, invitando alla riflessione sulla natura della giustizia, sull’importanza della condotta etica e sull’ordine sottostante dell’universo.
Negli insegnamenti cabalistici più ampi, il ruolo degli Erelim trascende quello giudiziario.
Ispirano gli esseri umani ad approfondire i misteri dell’esistenza, a cercare la comprensione oltre le apparenze superficiali e ad allineare le loro azioni con le leggi morali e spirituali più elevate.
Hashmallim (quelli elettrici)
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Sephirah: Chesed (Misericordia)
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Arcangelo: Tzadkiel
Gli Hashmallim irradiano amore incondizionato e gentilezza, incarnando l’espansiva generosità di Chesed. Sotto Tzadkiel, diffondono la grazia divina in tutto l’universo.
La raffigurazione degli Hashmallim come esseri dotati di energia elettrica simboleggia il potere dinamico e vivificante della misericordia divina, capace di raggiungere e trasformare tutti gli angoli dell’universo.
Il loro ruolo è garantire che il calore dell’amore di Dio sia sentito in ogni aspetto della creazione, favorendo la crescita, la guarigione e la riconciliazione ovunque arrivi la loro luce.
Gli Hashmallim e i Chesed
La connessione degli Hashmallim con Chesed li pone in prima linea nell’effusione divina di bontà e amore.
Chesed rappresenta la manifestazione iniziale di gentilezza e la volontà di conferire benedizioni alla creazione. È la forza trainante dell’espansione, della compassione e dell’amore altruistico nell’universo.
Pertanto, gli Hashmallim agiscono come agenti di questo attributo divino, incanalando l’amore infinito di Chesed verso tutti gli esseri.
Sono i messaggeri della grazia, incaricati di distribuire il favore divino e di garantire che la misericordia prevale sul giudizio.
Gli Hashmallim e l’Arcangelo Tzadkiel
L’Arcangelo Tzadkiel , il cui nome significa “rettitudine di Dio”, incarna l’essenza di Chesed.
La sua leadership sugli Hashmallim sottolinea l’importanza della misericordia, del perdono e della gentilezza nel piano divino.
La guida di Tzadkiel assicura che gli Hashmallim eseguano la loro missione con empatia e compassione, rispecchiando l’amore sconfinato del Creatore.
Insieme, lavorano per ammorbidire i cuori, guarire le ferite e ispirare atti di generosità e compassione tra l’umanità, riflettendo le virtù celesti sulla Terra.
Simbolismo degli Hashmallim
La rappresentazione degli Hashmallim come esseri elettrici e luminosi indica la natura energizzante e illuminante della misericordia divina.
La loro essenza elettrica cattura la vivacità e l’immediatezza dell’influenza di Chesed, capace di accendere la scintilla della bontà negli angoli più oscuri dell’esistenza.
Nell’ambito più ampio degli insegnamenti cabalistici, il ruolo degli Hashmallim trascende la mera amministrazione celeste. Invitano l’umanità a riconoscere l’onnipresenza dell’amore divino e a partecipare alla sua diffusione.
Attraverso la meditazione sugli Hashmallim e sui loro attributi, gli individui sono incoraggiati ad aprire i loro cuori al flusso della grazia divina, favorendo la trasformazione personale e un impegno più profondo con i principi di misericordia e compassione.
Serafini (quelli in fiamme)
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Sephirah: Gevurah (Forza)
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Arcangelo: Khamael/Camael
I Serafini hanno il compito di purificarsi attraverso il fuoco divino, incarnando la disciplina e la potenza di Gevurah. Khamael li guida nel compito di rimuovere le impurità per mantenere l’ordine cosmico.
I Serafini, conosciuti come gli “Infuocati”, incarnano l’aspetto ardente della purificazione e dello zelo divino all’interno della gerarchia angelica.
La raffigurazione dei Serafini come esseri avvolti dalle fiamme indica la natura consumante dell’amore e della giustizia divini, capace di bruciare ogni impurità ed elevare l’anima a uno stato di maggiore purezza e dedizione.
I Serafini e Ghevurah
Nella tradizione cabalistica, la connessione dei Serafini a Gevurah evidenzia il loro ruolo integrale nell’attributo divino di forza, disciplina e giudizio.
Gevurah rappresenta l’aspetto necessario di costrizione e correzione all’interno del piano divino, garantendo che la creazione si svolga secondo i principi della giustizia e dell’ordine divini.
Pertanto, i Serafini agiscono come esecutori dei decreti di Gevurah, bilanciando la misericordia con il giudizio e l’amore con la disciplina.
Sono i guardiani della santità divina, assicurando che la santità del piano divino sia mantenuta attraverso la purificazione della creazione.
I Serafini e l’Arcangelo Camael (Khamael)
L’Arcangelo Camael , il cui nome significa “Colui che vede Dio”, incarna l’essenza della forza divina e della giusta ira.
La sua amministrazione dei Serafini sottolinea il profondo impegno nel sostenere la legge divina e la protezione del sacro da qualsiasi forma di contaminazione.
La relazione tra Khamael e i Serafini enfatizza il potere trasformativo dell’amore divino come forza di purificazione spirituale.
Insieme, lavorano per rimuovere gli ostacoli all’unità divina, incoraggiando le anime ad arrendersi agli impulsi inferiori per il bene di una realizzazione spirituale più elevata.
Simbolismo dei Serafini
L’immagine dei Serafini ardenti riflette l’aspetto dinamico e purificatore dell’energia divina. Le loro fiamme rappresentano la luce della saggezza che dissipa l’ignoranza, il calore dell’amore che scioglie la fredda indifferenza e il potere della verità che brucia attraverso l’inganno.
Nel contesto più ampio degli insegnamenti cabalistici, la missione dei Serafini si estende oltre i confini della meccanica celeste. Simboleggiano il viaggio aspirazionale dell’anima verso la luminosità divina, invitando gli individui ad abbracciare il fuoco raffinato della trasformazione spirituale.
Attraverso la contemplazione e l’allineamento con i Serafini, gli individui sono invitati a coltivare una fiamma interiore di devozione e purezza.
Questa pratica spirituale incoraggia ad accogliere le prove e le sfide come opportunità di crescita, vedendole come il fuoco divino che modella e rafforza l’anima nel suo cammino verso l’illuminazione.
Malakhim (Messaggeri)
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Sephirah: Tipheret (Bellezza)
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Arcangelo: Raffaele
In quanto messaggeri divini, i Malakhim riflettono l’equilibrio e l’armonia di Tipheret. Raffaello, l’angelo della guarigione, supervisiona la loro missione di trasmettere i messaggi di Dio e portare guarigione ed equilibrio nel mondo.
Guidati dall’Arcangelo Raffaele, i Malakhim incarnano il principio armonizzante di Tipheret, che integra e bilancia il flusso delle energie divine dai regni superiori a quelli inferiori.
La loro missione è trasmettere la volontà, la guida e la guarigione divina all’umanità, servendo come araldi dei messaggi di Dio e facilitatori della comprensione spirituale.
I Malakhim e Tipheret
L’associazione dei Malakhim con Tipheret sottolinea la loro funzione di portatori di bellezza, verità e armonia divine.
Tipheret si trova al centro dell’Albero della Vita, rappresentando il perfetto equilibrio tra le forze contrastanti di Chesed (Misericordia) e Gevurah (Forza) e manifestando lo splendore della creazione divina nella sua forma più equilibrata e integrata.
Pertanto, i Malakhim agiscono come agenti di questo equilibrio divino, comunicando le complessità del piano divino in modi che ispirano crescita, guarigione e riconciliazione.
La loro presenza assicura che l’intento divino si traduca in azioni ed esperienze che riflettono l’unità e la bellezza di fondo della creazione.
I Malakhim e l’Arcangelo Raffaele
L’Arcangelo Raffaele, il cui nome significa “Dio guarisce”, è l’incarnazione della guarigione e della compassione divine.
La sua leadership sui Malakhim sottolinea l’aspetto curativo dei loro messaggi, che spesso portano conforto, guida e ristoro a chi è nel bisogno.
Il rapporto tra Raffaello e i Malakhim evidenzia il potere curativo della comunicazione divina.
Attraverso i loro interventi, i Malakhim aiutano le persone ad affrontare le sfide della vita con grazia e ad allinearsi più strettamente con il loro scopo e potenziale più elevati.
Simbolismo dei Malakhim
L’immagine dei Malakhim come messaggeri celesti riflette il loro ruolo vitale nella diffusione della saggezza divina e nel mantenimento dell’armonia cosmica.
Simboleggiano la voce del divino che parla al cuore di ogni essere, incoraggiando l’allineamento con le verità spirituali e il perseguimento di un’esistenza equilibrata e armoniosa.
Nel contesto più ampio degli insegnamenti cabalistici, la missione dei Malakhim si estende ad ogni aspetto della vita umana.
Invitano le persone ad ascoltare i sottili sussurri della guida divina, a cercare la bellezza nelle loro esperienze quotidiane e a incarnare le virtù della compassione, della verità e dell’equilibrio nelle loro interazioni con il mondo.
Elohim (Dei)
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Sephirah: Netzach (Vittoria)
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Arcangelo: Haniel
Gli Elohim portano avanti le espressioni dinamiche della creazione, incarnando la resistenza di Netzach e la vittoria della volontà divina. Haniel ispira le persone a superare gli ostacoli e ad esprimere creatività e tenacia.
Guidati dall’Arcangelo Haniel, gli Elohim sono determinanti nell’esecuzione della volontà creativa di Dio e nell’amministrazione della giustizia divina.
Il loro nome, che incarna la forma plurale della divinità, indica il loro ruolo collettivo nel manifestare i molteplici aspetti del potere e dell’autorità di Dio in tutta la creazione.
Gli Elohim e Netzach
Nella Kabbalah, la connessione degli Elohim a Netzach evidenzia il loro ruolo nel continuo dispiegarsi del piano divino.
Netzach rappresenta l’aspetto della volontà di Dio che persiste nel tempo, assicurando la vittoria dei principi e dei valori divini nella lotta cosmica tra il bene e il male.
Gli Elohim, in quanto agenti di questa volontà duratura, incanalano l’energia e la determinazione necessarie per l’attuazione delle intenzioni di Dio.
Incarnano la determinazione divina di far prevalere i principi di giustizia, verità e bontà, servendo come esecutori del mandato divino in tutti i regni dell’esistenza.
Gli Elohim e l’Arcangelo Haniel
L’Arcangelo Haniel , il cui nome significa “Gloria di Dio”, simboleggia la bellezza e la grazia che emergono dalla manifestazione vittoriosa della volontà divina.
La sua guida degli Elohim sottolinea l’aspetto armonioso e trionfante della loro missione, riflettendo lo splendore e la maestosità della vittoria di Dio attraverso la creazione.
Il rapporto tra Haniel e gli Elohim illumina la dinamica tra intenzione divina e sua manifestazione, evidenziando l’equilibrio tra potere creativo e autorità giudiziaria.
Insieme, lavorano per infondere nella creazione la forza e la perseveranza necessarie per sostenere i valori divini e manifestare la bellezza del piano di Dio nel mondo.
Simbolismo degli Elohim
Le immagini associate agli Elohim riflettono il loro ruolo fondamentale nell’atto della creazione e nel mantenimento dell’ordine divino. In quanto portatori dei poteri creativi e giudiziari di Dio, sono coinvolti nella formazione dell’universo e nella definizione delle leggi morali ed etiche che governano l’esistenza.
Nel contesto più ampio degli insegnamenti cabalistici, gli Elohim ispirano il riconoscimento della forza divina che è alla base e anima tutta la creazione. Invitano gli individui ad allinearsi con gli aspetti creativi e giudiziari del divino, incoraggiando la partecipazione al processo di creazione in corso e al perseguimento della giustizia.
Attraverso l’impegno con gli Elohim e la contemplazione dei loro attributi, si è invitati ad abbracciare le sfide della vita come opportunità di crescita e trionfo.
Gli Elohim ricordano il sostegno divino disponibile per coloro che si impegnano a vivere secondo i principi più alti, incoraggiandoci a essere agenti di creatività, giustizia e vittoria nelle nostre vite e nel mondo che ci circonda.
Bene Elohim (Figli di Dio)
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Sephirah: Hod (Gloria)
Rappresentando lo splendore di Hod e la maestà di Dio, i Bene Elohim si concentrano sulla gloria e sulla profezia divina. Michele, il protettore, li guida nella salvaguardia della verità e dell’integrità spirituale.
Sotto la guida dell’Arcangelo Michele, le Bene Elohim servono come emissari divini, incarnando lo splendore e la maestà del divino. Il loro ruolo comprende l’espressione della gloria di Dio attraverso l’attuazione dei comandi divini e il sostegno dell’ordine cosmico.
La designazione dei Bene Elohim come “Figli di Dio” sottolinea la loro stretta parentela con il divino, agendo come estensioni della volontà di Dio nell’universo.
Il Bene Elohim e Hod
La connessione dei Bene Elohim con Hod evidenzia il loro ruolo nel manifestare la gloria divina.
Hod rappresenta l’aspetto della maestà divina che traduce gli aspetti ineffabili di Dio nella bellezza strutturata osservabile nella creazione. È la sfera in cui le idee divine vengono comunicate ed eseguite, facendo conoscere e sentire la volontà di Dio.
Pertanto, i Bene Elohim agiscono come mani dell’arte divina, modellando l’universo secondo il progetto divino.
La loro presenza assicura che l’intenzione divina sia resa manifesta, riflettendo l’intricato disegno e lo scopo dietro tutta la creazione.
Il Bene Elohim e l’Arcangelo Michele
L’Arcangelo Michele, il cui nome significa “Chi è come Dio”, incarna l’aspetto protettivo e giusto dell’autorità divina.
La sua amministrazione sui Bene Elohim sottolinea il loro impegno nel sostenere l’ordine divino e nella lotta contro qualsiasi forza che cerchi di interrompere l’armonia della creazione.
La relazione tra Michele e le Bene Elohim simboleggia la dinamica tra la volontà divina e la sua esecuzione, evidenziando l’importanza della forza, del coraggio e della fedeltà al servizio del piano divino.
Insieme lavorano per salvaguardare l’integrità del cosmo, assicurando che la legge divina sia mantenuta e che la giustizia prevalga.
Simbolismo dei Bene Elohim
Le immagini associate ai Bene Elohim riflettono la loro natura maestosa e autorevole, servendo come agenti della creazione di Dio e guardiani della gloria divina.
Simboleggiano l’aspetto attivo del potere creativo di Dio, che fa emergere la bellezza e l’ordine dell’universo.
Nell’ambito più ampio degli insegnamenti cabalistici, i Bene Elohim ispirano il riconoscimento della presenza divina in tutti gli aspetti della vita.
Invitano gli individui ad apprezzare la magnificenza della creazione, ad allinearsi ai principi dell’ordine divino e ad agire come amministratori del mondo loro affidato.
Cherubini (I Forti)
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Sephirah: Yesod (Fondamento)
I Cherubini sono guardiani dei segreti divini e delle energie fondamentali della creazione. Gabriel li dirige nel sostenere i sogni, le visioni e le energie emotive che legano il mondo spirituale e quello fisico.
Sotto la tutela dell’Arcangelo Gabriele, i Cherubini fungono da incarnazione della forza e della vigilanza divina.
Il loro ruolo principale è salvaguardare la santità della creazione di Dio, agendo come difensori dell’ordine divino e come portatori del trono di Dio, a simboleggiare il loro ruolo integrale nel mantenimento dell’equilibrio cosmico.
I Cherubini e Yesod
L’associazione dei Cherubini con Yesod sottolinea la loro funzione nel sostenere la connessione divina tra il celeste e il terrestre.
Yesod, agendo come il canale attraverso il quale le energie divine fluiscono nel mondo materiale, fa affidamento sulla fermezza e sulla forza dei Cherubini per mantenere l’integrità di questo condotto spirituale.
Pertanto, i Cherubini sono visti come i custodi della soglia, che assicurano che il progetto divino si attualizzi nel mondo e che la purezza dell’intenzione di Dio si rifletta nella creazione.
La loro presenza rafforza le fondamenta su cui sono costruiti il mondo spirituale e quello fisico, proteggendoli da qualsiasi interruzione dell’armonia divina.
I Cherubini e l’Arcangelo Gabriele
L’Arcangelo Gabriele, conosciuto come la “Forza di Dio”, incarna gli aspetti comunicativi e rivelatori del divino.
La sua supervisione dei Cherubini evidenzia il loro ruolo nella trasmissione dei messaggi divini e nell’attuazione della volontà di Dio.
La relazione tra Gabriele e i Cherubini sottolinea l’equilibrio tra forza e misericordia, potere e compassione.
Insieme, lavorano per proteggere i vulnerabili, trasmettere speranza e manifestare la volontà divina in modi che nutrono e sostengono la creazione di Dio.
Simbolismo dei Cherubini
L’immagine dei Cherubini, spesso raffigurati con molteplici volti e ali, riflette il loro ruolo multiforme nello schema divino.
Rappresentano l’onnipresenza della protezione e della cura di Dio, capaci di affrontare qualsiasi direzione per contrastare le minacce e fornire guida.
Nel contesto più ampio degli insegnamenti cabalistici, i Cherubini ispirano la consapevolezza della protezione divina che avvolge il mondo.
Incoraggiano gli individui a confidare nel piano divino, a cercare rifugio nella forza del divino e ad agire come guardiani del sacro nella propria vita.
Attraverso la meditazione sui Cherubini e sulle loro qualità, si è chiamati a riconoscere la forza sottostante e il sostegno che il divino fornisce, incoraggiando una vita vissuta con coraggio, integrità e impegno a proteggere la santità della creazione.
Ishim (Persone)
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Sephirah: Malkuth (Regno)
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Arcangelo: Sandalfon
Gli Ishim sono i più vicini all’umanità, collegano il divino con il regno terreno. Sandalphon, il fratello gemello di Metatron, porta le preghiere umane al divino, facilitando il flusso della santità nel mondo materiale.
Sotto la guida dell’Arcangelo Sandalphon, gli Ishim sono gli angeli più accessibili e intimamente coinvolti negli affari umani.
Incarnano la scintilla divina nel regno fisico, rendendo la presenza di Dio palpabile e immediata nella vita quotidiana delle persone.
Gli Ishim e Malkuth
La connessione tra Ishim e Malkuth evidenzia l’immanenza del divino nell’universo fisico.
Malkuth è il culmine dell’energia divina che fluisce attraverso l’Albero della Vita, dove il celeste diventa terrestre, e gli Ishim sono gli agenti di questa sacra infusione.
La loro presenza assicura che gli attributi divini si riflettano nell’esperienza umana, incoraggiando gli individui a riconoscere la dimensione spirituale della loro esistenza e a vivere in armonia con i principi divini.
L’Ishim e l’Arcangelo Sandalphon
L’Arcangelo Sandalphon , noto come il “Fratello di Metatron” e l'”Angelo della Preghiera”, incarna la connessione tra cielo e terra.
La sua guida degli Ishim sottolinea l’importanza della comunicazione e della comunione tra il divino e l’umano.
Il ruolo di Sandalphon prevede di raccogliere le preghiere dell’umanità e di intrecciarle nel tessuto della volontà divina, con gli Ishim che agiscono come intermediari che assicurano che queste preghiere siano ascoltate e risposte.
Questa dinamica illustra la relazione reciproca tra il divino e l’umano, con gli Ishim che svolgono un ruolo fondamentale.
Simbolismo degli Ishim
L’immagine degli Ishim come “Persone” sottolinea la loro accessibilità e la natura personale della loro interazione con l’umanità. A differenza di altri ordini angelici che possono apparire più astratti o lontani dalla vita quotidiana, gli Ishim sono immaginati in forme che risuonano con la comprensione e l’esperienza umana.
Nel contesto più ampio degli insegnamenti cabalistici, la missione degli Ishim si estende a tutti gli aspetti della vita umana. Incoraggiano gli individui a cercare il divino nel mondano, a coltivare le virtù personali e ad agire come amministratori della presenza divina nel mondo.
Attraverso la meditazione e l’allineamento con gli Ishim, si è chiamati a riconoscere la santità della vita, ad apprezzare il divino in ogni momento e a impegnarsi in atti di gentilezza e compassione.
Gli Ishim ricordano il potenziale divino presente in ogni persona, invitandoci a vivere con la consapevolezza della nostra intrinseca connessione con il divino e della nostra responsabilità collettiva di manifestare il Regno di Dio sulla Terra.
Angeli nei rituali e nelle pratiche della Kabbalah
Nella Kabbalah, gli angeli non sono solo soggetti di studio e contemplazione ma anche figure centrali in vari rituali e pratiche spirituali.
Queste pratiche consentono ai praticanti di connettersi con le energie divine rappresentate dagli angeli, facilitando la trasformazione personale, la protezione e il raggiungimento di una saggezza superiore.
Invocazione degli angeli
Uno dei modi principali in cui gli angeli sono impegnati nella pratica cabalistica è attraverso la loro invocazione.
Questo viene fatto con l’intenzione di attingere alle energie e agli attributi specifici associati ai diversi angeli.
Le invocazioni spesso comportano la recitazione di preghiere, nomi sacri e passaggi di testi come lo Zohar, volti a richiamare la presenza degli angeli.
Ad esempio, l’Arcangelo Michele, associato alla protezione e alla forza, può essere invocato per la salvaguardia durante il lavoro spirituale.
L’uso dei nomi sacri
L’invocazione degli angeli comporta spesso l’uso di nomi sacri.
Nella Kabbalah, i nomi hanno potere, in particolare i nomi di Dio e degli angeli, che si ritiene siano le chiavi delle energie divine.
Ogni angelo è associato a specifici nomi divini e, vocalizzando questi nomi con intenzione, i praticanti credono di poter attingere ai regni angelici.
L’uso di questi nomi è considerato un atto sacro, che richiede purezza di cuore e chiarezza di intenzioni.
Meditazione e visualizzazione angelica
Anche la meditazione e la visualizzazione sono componenti essenziali per interagire con gli angeli nella Kabbalah.
I praticanti possono meditare sull’immagine o sul simbolo associato a un particolare angelo o concentrarsi sul Sephirah a cui corrisponde l’angelo.
Le tecniche di visualizzazione spesso includono l’immaginazione della luce e del colore associati all’angelo o al Sephirah, facilitando una connessione più profonda e consentendo al praticante di incarnare le qualità dell’angelo.
Rituali per la guida e l’intuizione
I rituali cabalistici che coinvolgono gli angeli spesso cercano guida, intuizione e risposte a domande spirituali.
Questi rituali possono includere l’allestimento di uno spazio sacro, l’accensione di candele corrispondenti ai colori delle Sephirot e la recitazione di preghiere o testi che corrispondono a specifici angeli.
Attraverso queste pratiche, gli individui cercano di aprire canali di comunicazione con il divino, ricevendo saggezza e comprensione dai messaggeri angelici.
Protezione e Benedizione
Gli angeli sono anche chiamati per protezione e benedizione nei rituali cabalistici.
Ciò può comportare la creazione di amuleti o talismani con incisi nomi angelici o lo svolgimento di cerimonie per invocare la tutela angelica su una persona, un luogo o un’impresa.
La convinzione è che queste pratiche creino uno scudo spirituale, salvaguardando il praticante dalle influenze negative e migliorando il flusso di energia positiva e divina nella sua vita.
Integrazione con la vita quotidiana
Integrare la presenza e la guida degli angeli nella vita quotidiana è un aspetto significativo della pratica cabalistica.
I praticanti possono iniziare la giornata con preghiere o meditazioni dedicate a specifici angeli, cercando la loro influenza in varie attività e decisioni.
Questo impegno continuo favorisce una relazione viva con il divino, con gli angeli che agiscono come guide e insegnanti nel viaggio spirituale.
Riflessioni finali: la gerarchia degli angeli nella Kabbalah
Attraverso la lente della cosmologia cabalistica, gli angeli non sono semplicemente messaggeri di Dio ma componenti integrali dell’universo, ciascuno dei quali svolge ruoli specifici che facilitano il flusso dell’energia divina e mantengono l’equilibrio della creazione.
Questi esseri celesti incarnano i molteplici attributi del divino, servendo da canali per l’espressione della volontà di Dio e la manifestazione dei principi divini nel mondo.
Questa gerarchia riflette la profondità e la diversità dell’espressione divina, sottolineando l’idea che ogni elemento del cosmo, visto e invisibile, è un riflesso della volontà divina.
Gli angeli, nei loro vari ruoli e funzioni, illustrano la visione cabalistica di un universo in cui tutto è interconnesso, dove lo spirituale e il materiale sono inseparabili e dove l’umano e il divino interagiscono continuamente.
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