INTERVISTA: VIVERE CON GLI ANGELI
La signora Giuliana di Roma ha da vent’anni il dono della scrittura, che si manifestò in lei dopo la morte dell’unico figlio Armando che aveva all’epoca poco più di vent’anni.
“Dopo che Armando ci fu repentinamente portato via da una malattia implacabile”, racconta la signora, “io cominciai a sentire la sua voce che mi parlava. Credevo che fosse il dolore a farmi sentire chi ormai non c’era più, e Armando per convincermi mi disse che mi avrebbe mandato personalità più alte, così avrei capito che non poteva essere una mia allucinazione. E così fu: vennero i grandi poeti italiani a dettarmi le loro poesie, vennero i Padri della Chiesa a ispirarmi scritti teologici. Io non solo non ero all’altezza di scrivere cose simili, ma non ero neppure molto religiosa: ero credente ma non avevo mai approfondito la mia fede ed ero anche poco praticante. Quegli scritti, in particolare quelli teologici che furono esaminati da sacerdoti ed esperti che li trovarono di alto livello e in linea con la tradizione dei Padri, mi convinsero che non si trattava di produzioni mie, ma di qualcosa che veniva da “fuori”. Da allora ho sempre scritto: oltre ai poeti e ai Padri della Chiesa, viene mio figlio, vengono defunti che in genere sono riconosciuti da altri, vengono gli Angeli custodi: in particolare quello di Armando, che ha detto di chiamarsi Astralio, e il mio, che si chiama Clarus. Ho ricevuto anche scritti che sembrano ispirati dalla Madonna e da Gesù. Sono sempre stata seguita da sacerdoti, in particolare da padre Roschini che era mariologo, e non è mai stato trovato nulla di contrastante con gli insegnamenti della Chiesa, così sono sempre andata avanti serenamente e con la coscienza tranquilla”.
Vediamo in particolare i messaggi degli Angeli: lei si aspettava di avere un contatto con Loro?
“Io non pensavo neppure che gli Angeli potessero parlare, non ero certa della loro esistenza. Però attraverso questi messaggi che capto mi sono resa conto che gli Angeli esistono, perché le cose che dicono possono dirle soltanto Loro!”.
Come capta i Loro messaggi?
“In genere sento delle voci, ma con gli Angeli le cose vanno diversamente: Loro mi buttano delle cose in testa, come fossero onde. Non sono parole, sono vibrazioni. Gli Angeli sono puri spiriti e in genere non parlano: lo fanno solo in particolari occasioni, come quando l’Arcangelo Gabriele, che era l’Angelo custode di Maria, andò da lei, le apparve come persona e le parlò in maniera udibile. In genere però si tratta di un contatto telepatico”.
Lei si è davvero convinta della Loro esistenza?
“Me ne sono dovuta convincere: ho avuto tante prove, tanti aiuti anche nelle piccole cose di tutti i giorni. Loro hanno bisogno soltanto della nostra fede e della nostra fiducia in Loro”.
Come si fa a comunicare con gli Angeli?
“Ognuno di noi ha un Angelo, e per comunicare con lui basta pensarlo, pregarlo, parlargli. Lui è sempre in contatto con noi, e il nostro pensiero lo chiama: se lo pensiamo, lui viene e agisce. Se invece non lo si pensa mai e non ci si preoccupa di lui, il contatto è più difficile. L’Angelo ha bisogno di un legame, il quale può essere costituito soltanto dal nostro pensiero. Una volta tutti credevano nell’Angelo custode, oggi temo che neppure tutti i religiosi ci credano. Però tutto il Vangelo è intessuto di vicende di Angeli: dall’annunciazione fino alla morte e resurrezione di Gesù”.
Che cosa dicono gli Angeli nei loro messaggi?
“Mi parlano del paradiso, che loro chiamano “armonia”, mi spiegano com’è e come potremo incontrarci quando lasceremo la terra; dicono che la il tempo non esiste, che non c’è un prima ne un dopo, c’è un sempre. Ripetono spesso che tutti hanno un Angelo, anche coloro che sembrano cattivi”.
Come si spiega che certuni siano cattivi se hanno accanto un Angelo?
“L’Angelo da i suoi buoni suggerimenti, però noi oltre a lui abbiamo accanto anche il demonio e siamo quindi sempre tentati.* ( *Anche Swedenborg parlò di questa duplice presenza accanto all’uomo, precisando che proprio ad essa dobbiamo la nostra libertà di scegliere il bene oppure male.) C’è chi è più sensibile alle sollecitazioni dell’Angelo e chi è più sensibile a quelle del demonio. Dipende da tante cose, dal temperamento, dalle circostanze, da come si nasce. Però noi non possiamo giudicare i cattivi, forse neppure il peggiore è davvero cattivo, anche se lo sembra. Dobbiamo ricordarci sempre della Parabola dei talenti. Gli Angeli rispettano in tutto la nostra libertà, non influiscono direttamente su di noi, si limitano a darci delle ispirazioni, a suggerirci pensieri buoni. Sta a noi seguirli”.
Gli Angeli le parlano del diavolo?
“Ogni tanto, ma non molto; preferiscono parlare della realtà vera, di quella che chiamano armonia”.
In base a quanto le hanno detto gli Angeli, nell’aldilà l’uomo resta com’era in terra?
“Certamente, conserva le proprie caratteristiche fondamentali, altrimenti come faremmo a riconoscerci? Dobbiamo ritrovare i nostri cari così come li abbiamo lasciati: che paradiso sarebbe se non potessimo ritrovarci e riconoscerci?”.
Esistono le gerarchie Angeliche?
“Sì, così come le descrive la scrittura; sono state create da Dio quando creò gli Angeli, prima dell’uomo. Gli Angeli sono sempre contenti perché sono già in paradiso: loro hanno già fatto la scelta e hanno avuto il premio. Nel paradiso, dicono, non ci si stanca mai; dicono però anche che non ci sono parole adatte per descriverlo. Noi qui sulla terra non riusciamo neppure a capire cos’è l’eternità: certamente non è una cosa lenta come potrebbe sembrare a noi, è un modo di essere permanente. Dobbiamo avere fiducia in ciò che troveremo quando saremo nell’aldilà”.
Gli Angeli hanno spiegato perché l’uomo deve vivere una vita qui sulla terra?
“Perché è una prova. Come faremmo ad apprezzare la felicità del cielo se non conoscessimo le difficoltà della vita terrena? Anche il peccato di Adamo ed Eva è stato un bene, perché se fossimo rimasti nel paradiso terrestre non avremmo poi potuto capire la bellezza della dimensione celeste che ci attende dopo la morte. La vita sulla terra è una prova definitiva e irreversibile”.
Una prova però che può sembrare molto ingiusta: ci sono tali e tante differenze tra la vita di una persona e quella di un’altra!
“No non è ingiusta; gli Angeli mi hanno detto che prima di venire al mondo abbiamo per un attimo la visione di quella che potrà essere la nostra vita e possiamo fare una scelta. Siamo noi che scegliamo, non è un ingiustizia di Dio far nascere uno sano e uno ammalato! Noi siamo come cellule, pre-esistiamo nel pensiero eterno di Dio. Quando nasciamo, Dio anima questa cellula, l’accende: è in quell’attimo che vediamo e scegliamo la quantità di prove che vogliamo affrontare. In seguito ce ne dimentichiamo completamente e viviamo la nostra vita senza alcun ricordo di quella scelta. La cellula è la parte integra di noi, quella che non ha subito il peccato originale perché era stata creata prima di Adamo ed Eva. Sarà poi questa cellula integra a costituire il nostro corpo glorioso, uguale al corpo fisico, ma migliore, giovane e sano-come il corpo di Cristo e della Madonna che non avevano il peccato originale. La scelta autonoma di un certo tipo di prova dipende dal coraggio della cellula.”
Nell’altra dimensione sono possibili progressi?
“Sì, in Purgatorio, dove peraltro non ci sono punizioni: c’è la lontananza da Dio. Purificandoci ed elevandoci arriviamo ad avere la visione completa del Padre. E l’Angelo ci sta vicino anche in Purgatorio. Il suo compito è aiutarci a raggiungere la condizione più alta”
Le figure di luce che certe persone, che sono state in punto di morte e sono poi state riportate in vita, affermano di essersi visti accanto, sono davvero degli Angeli?
“Certamente. Sono gli Angeli custodi, e in qualche caso è Cristo”.
Che cosa pensa dei cosiddetti “salvataggi angelici”? Certe persone sono convinte di essere state salvate dagli Angeli.
“Conosco anch’io alcuni di questi casi. In certi casi il salvataggio viene compiuto dall’Angelo custode, in altri casi sono ragazzi che hanno lasciato la terra in giovane età. Mio figlio Armando, per esempio, ha spiegato che lui assiste certe persone, che ha particolari missioni, per esempio, aiutare ad evitare certi gesti come il suicidio. È anche possibile che per un attimo vengano visti, e chi li ha visti li ha sempre descritti come persone giovani.
Signora, perché pensa di aver avuto il dono di questi contatti?
“Il Signore Si serve di tanti tramiti, soltanto Lui sa perché. Secondo me non ci sono meriti speciali, noi che abbiamo questi contatti siamo come gli altri, forse è solo che strategicamente siamo più adatti allo scopo. Io ho accettato questi fatti dopo molte esitazioni, e mio marito anche. Oggi ne siamo lieti, però il nostro nome non deve essere reso noto: non serve, quello che conta è il messaggio”.
Come mai oggi tanti messaggi, tanti carismatici? (Si intende con “carisma” un dono particolare ricevuto dal cielo allo scopo di convincere gli increduli)
“Perché oggi ce n’è molto bisogno; la Chiesa è un po’ carente, e allora Dio si serve di tutti per aumentare la fede. Poi forse certe cose dette e scritte da laici come me fanno più impressione, colpiscono di più: noi infatti non abbiamo la preparazione per scrivere in maniera autonoma certe cose! Infine penso anche che Dio scelga persone poco mistiche, che non vivono sempre col rosario in mano, persone da cui nessuno si sarebbe aspettato una cosa del genere, proprio perché la cosa fa più effetto e convince di più”.
Questo dono della scrittura, il contatto con gli Angeli, l’ha aiutata a superare il dolore dopo la morte di suo figlio?
“Certamente dopo la morte di Armando questo carisma ha molto aiutato me e mio marito. Tuttavia il nostro ragazzo ci manca, la nostalgia di lui c’è sempre. Lui però ci ha spiegato che il suo compito era stare poco sulla terra. Così noi ora aspettiamo con fiducia di ritrovarlo in cielo”.
Paola Giovetti – Angeli