Il suo solito profumo

La mia ragazza era solita indossare Chanel N5 , il suo profumo preferito. Quando scoprì di avere il cancro smise di usarlo e cominciò ad odorare di medicine e ospedali. Erano molte le cose di lei che mi mancavano quando alla fine si spense davanti ai miei occhi.

Mi mancavano le sue risate, i suoi abbracci, la sua vitalità e la fragranza del suo profumo. Dopo la sua morte, non sopportando l’idea di tornare in una casa vuota, andai a stare nell’appartamento di mio fratello. Da quando si era ammalata portavo sempre con me una stupenda fotografia che io stesso le avevo scattato l’anno prima, e appena mi trasferii da mio fratello, per prima cosa la appoggiai su una sedia accanto al divano letto in cui avrei dormito.

Era stata una giornata estenuante, perciò dopo aver scambiato due parole con mio fratello, decidemmo entrambi di coricarci. Lui si ritirò in camera sua e io rimasi da solo. Ricordo soltanto che me ne stavo seduto sul divano letto, come inebetito. Lei mi mancava moltissimo, ma al contempo ero felice che avesse finito di soffrire. Non percepivo la sua presenza accanto a me, come spesso si sente dire quando qualcuno muore, e mi chiedevo se non fosse colpa mia. Forse la malattia ci aveva allontanati e mi sentivo in colpa perché avevo nostalgia dell’allegra e sana ragazza che era stata, e non della donna malata ed esausta che era diventata. Di questo mi rimproveravo molto. Mi sentivo in difetto e depresso per quella parte di me che era sollevata di non dovere più assistere alle sue sofferenze.

Mentre preparavo il letto sentii questo effluvio di Chanel N5. Durò un istante, poi svanì. Tornai sui miei passi e di nuovo percepii quella fragranza. Cominciai ad annusare intorno per la stanza, ma dopo qualche momento mi ritrovai vicino al divano letto perché il profumo proveniva indubbiamente da li. Lo sguardo mi cadde sulla fotografia in cui la mia ragazza sorrideva allegramente.
Fu un’esperienza che mi incusse un timore reverenziale. Non era frutto della mia immaginazione! Era reale! Il mattino dopo il profumo era svanito dalla stanza, ma non dalla mia memoria. Non me l’ero immaginato.

Penso che in quel modo la mia ragazza abbia voluto dirmi di ricordare i momenti felici passati insieme e smettere di pensare a quelli tristi. Lei voleva farmi sapere che mi aveva amato molto, che mi aveva perdonato e che, sebbene mi fossi tirato indietro, mi capiva e provava ancora un grande amore per me. Questo suo amore incondizionato mi commosse in maniera indicibile.

Sfiorati da un angelo – Theresa Cheung