IL LIBRO DI MIA SORELLA

Ero una che si poteva definire profondamente scettica nei confronti del paranormale. E me ne vantavo. Mia sorella di 5 anni piu giovane di me,invece, divorava libri in merito a questo argomento. Ricordo i litigi tra noi: insistevo sul fatto che, invece di perdere tempo a leggere idiozie, a mio avviso, era piu consono per la sua età uscire con delle amiche. Per motivi di studio, mi trasferi a Londra, mentre mia sorella che all’epoca aveva 15 anni rimase a casa con i nostri genitori. Lasciai la mia famiglia felice e in splendida forma,e con mia sorella ci sentivamo tutti i fine settimana, raccontandoci le nostre rispettive giornate. Eravamo molto legate e nonostante quella piccola diatriba, unica fonte di screzio, avevamo molte cose in comune.

A Londra la mia vita era frenetica, mi dividevo tra i corsi di inglese e il lavoro come barista in un locale inglese . La sera arrivavo a casa stanca morta, riuscivo a malapena prepararmi la cena per poi crollare nel letto e sprofondare in un sonno profondo. Anche quella sera andò cosi,solo che questa volta mi svegliai a causa di un terribile incubo: Sognai il volto di mia sorella,pallido, gli occhi spenti, con un espressione sofferente scolpita nel viso che non dimenticherò mai! Sentivo la sua voce nonostante le sue labbra fossero serrate, che mi ripeteva con tono supplichevole:”Perchè non vieni da me? ti voglio salutare, nel libro c’è un fiore”. Mi svegliai grondante di sudore, guardai l’orologio, erano le tre e un quarto. Mi rimisi a dormire pur essendo profondamente turbata,ma non volevo dare peso a questo incubo dando la colpa alla cena mangiata troppo in fretta!

L’indomani, mentre mi apprestavo ad andare a scuola, non riuscivo a spiegarmi quella strana sensazione di profonda tristezza che non mi aveva piu lasciata dopo quel sogno.

Quindi chiesi alla signora dalla quale avevo preso la stanza in affitto se ci fosse stata una telefonata per me, e fu così che appresi la notizia del guasto alla linea telefonica nel nostro palazzo (i cellulari in quei anni erano ancora poco diffusi).

Mi recai di corsa a chiamare casa da una cabina telefonica, ed appresi la terribile notizia: mia sorella era stata ricoverata d’urgenza in ospedale per un ictus cerebrale,entrata in coma e deceduta esattamente all’ora che è apparsa a me nel sogno: le tre e un quarto di quella notte!

Inutile raccontare il mio strazio,il mio dolore,la mia corsa all’aereoporto a prendere il primo volo per Milano,la mia disperazione al funerale svoltosi il giorno dopo il mio arrivo.

Racconto invece un’altro fatto stupefacente accaduto a tre mesi dalla sua morte.

Una notte sognai nuovamente mia sorella: questa volta era bellissima, il viso raggiante di felicità, vestita di bianco come quando fu posta nella bara, di un bianco ancor piu luminoso perchè esso irradiava luce intorno alla sua aurea. Lei mi sorrideva, e con tono scherzoso mi disse: “Visto? sono qui. Perchè non hai preso il libro? c’è il fiore!”. Mi svegliai immediatamente dopo e guardai di nuovo l’orologio: le tre e un quarto! Ma la cosa eccezionale fu che quella mattina cercai il libro indicatomi da mia sorella e dalla quale mi ero completamente dimenticata. Lo trovai nel suo armadio che non avevo piu aperto dalla sua dipartita per evitare altro straziante dolore. Nel libro c’era una margherita essiccata, che aveva usato come segnalibro,e il libro si intitolava: “Dialoghi con l’aldilà”. Aggiungo solamente che dopo quel ritrovamento, che non poteva essere un caso, ho letto tutti i libri che lei mi aveva “lasciato in eredità”,e grazie a questo ho compreso che la vita non è l’unica vita che abbiamo. C’è un mondo che noi non possiamo vedere, e dalla quale i nostri cari defunti cercano di contattarci per portare la loro testimonianza.Ho avuto altri “sogni” da mia sorella, e altri piccoli segnali che arrivano “casualmente”quando cerco delle risposte. Oggi non sono piu una scettica, e mi vergogno di esserlo stata andando contro mia sorella. Vorrei poter urlare al mondo intero di aprire gli occhi e il cuore perchè intorno a noi le anime che abbiamo tanto amato ci sono ancora, basta “voler vedere” .