EDGAR CAYCE IL PROFETA DORMIENTE 

Chi era Edgar Cayce? Non esiste una fonte di informazioni più importante sugli Angeli dalla impressionante raccolta di conoscenze che ebbe origine in un modo estremamente anticonvenzionale. Durante la prima metà del secolo scorso un uomo straordinario, Edgar Cayce, usò la sua capacità medianica unica allo scopo di aiutare coloro che andavano da lui per avere consigli. Diventò noto come il “profeta dormiente” e l’uomo che sapeva vedere attraverso il tempo e lo spazio. Quando qualcuno andava da lui per ricevere aiuto, Edgar Cayce si sdraiava, meditava e pregava ed entrava in uno stato di sonno simile a una trance. Durante il periodo in cui era incosciente, le persone ricevevano informazioni estremamente precise da una fonte al di là della consapevolezza di Cayce dormiente. Ottenevano informazioni di cui lui non sapeva nulla durante il suo stato di veglia. La storia della capacità medianica di questo uomo sbalorditivo e delle sue esperienze personali straordinarie con gli Angeli è un passo importante nel comprendere il significato delle esperienze angeliche nella nostra vita e nell’evoluzione generale dell’umanità.

Nel 1888, durante la sua prima infanzia, Edgar Cayce fu in grado di “vedere delle cose”. A volte aveva la sensazione di vedere effettivamente quello che la gente pensava. Cayce, che con gli anni diventò il sensitivo meglio documentato del mondo, non necessariamente leggeva la mente delle persone. Leggeva uno scherma dell’energia vitale che vibra intorno ai nostri corpi fisici in diverse sfumature e colori. I mistici orientali chiamavano questi colori essenza vitale o aura. Edgar aveva osservato queste aure per tutta la vita e sapeva che, quando vedeva uno schema di colore rosso intorno alle persone esse erano arrabbiate. Se vedeva qualcuno circondato da tonalità di grigio o nero, riusciva a vedere che quella persona nutriva rancori e risentimento. Se guardava questi colori abbastanza lungo, poteva vedere i pensieri reali delle persone.

Per lui era come leggere dei libri. Da bambino, Edgar pensava che tutti vedessero questi schemi di colori dei pensieri e i sentimenti della gente. I suoi compagni di scuola si prendevano gioco di lui quando parlava dei colori vivaci o scuri che circondavano i suoi amici. Parlava spesso con sua madre delle cose bizzarre che vedeva e lei sapeva da sempre che suo figlio era speciale. “È un dono, figlio mio”, disse. “Non curarti di quello che la gente ti dice. Ma non cercare di vedere troppo; ti turberà”. Edgar sapeva che sua madre aveva ragione. Si sentiva sempre meglio dopo aver parlato con lei, sua madre era l’unica che non rideva di lui né lo definiva pazzo quando parlava delle sue visioni. Molta gente diceva che questo bambino avesse dei compagni di gioco immaginari. Ma anche la madre di Edgar riusciva a vedere gli “Esseri elementari”. Li chiamava i compagni di gioco della natura di Edgar. Da bambino Edgar Cayce imparò a tenere per sé i suoi commenti sui suoi amici segreti, eccetto nei confronti di sua madre.

Questa gli raccontava le storie sul suo nonno, Thomas Jefferson Cayce, che aveva anch’esso visioni di esperienze medianiche. Quando Edgar Cayce ebbe dieci anni, la famiglia cominciò a portarlo in chiesa per la funzione domenicale. Edgar si sentì subito a casa.

Amava le prediche del ministro del culto, specialmente le storie su Gesù, e voleva sapere di più sulla Bibbia. Il padre di Edgar fu talmente colpito dall’interesse di suo figlio per la religione che andò in città per comperare una Bibbia a Edgar. Nel giugno 1887, 6 mesi dopo che Edgar aveva ricevuto la sua Bibbia, l’aveva letta da cima a fondo. Un giorno d’estate pieno di sole, quando aveva tredici anni, Edgar portò la sua Bibbia al suo posto solitario preferito nel bosco. Quando terminò il nuovo testamento e cominciò daccapo con libro della genesi Edgar notò che la luce del sole si era assai offuscata nel bosco, come se qualcuno si fosse messo davanti, nascondendo il sole. Sbigottito vide che c’era davvero qualcuno che stava in piedi davanti a lui. Sulle prime pensò che la donna fosse sua madre. Quando, però, i suoi occhi si abituarono, vide che la figura era più bella di chiunque egli avesse mai visto. Dietro le spalle della donna vi erano delle forme tondeggianti che arrivavano quasi fino al suolo dietro di lei. “Ali !”, Edgar pensò. “Quelle sono ali di Angeli!”.

Proprio quando questi pensieri gli avevano attraversato la mente, la donna davanti a lui sorrise. “Le tue preghiere sono state ascoltate”, disse. “Dimmi, che cosa ti piacerebbe più di tutte, così che te la posta dare?”. Edgar fu paralizzato dalla paura e dallo stupore. “C’è un Angelo davanti a me!”. Non riuscì a muoversi. Non riuscì a parlare. Non riuscì a fare niente. Dopo quello che sembrava un’eternità, Edgar udì la propria voce come se stesse parlando da molto lontano. “Vorrei essere utile agli altri, specialmente ai bambini quando sono malati”. Edgar si chiese se la signora fosse venuta perché egli desiderava tanto capire la Bibbia. “Non è soltanto una signora”, Edgar pensò. “È il mio Angelo custode” Con la stessa velocità con cui era comparsa, questa signora svanì davanti ai suoi occhi.

Edgar corse a casa per raccontare a sua madre quello che era successo. Aveva paura che stesse uscendo di senno; forse stava leggendo troppo la Bibbia. “Hai detto che vuoi aiutare la gente” disse sua madre. “Questo non è da pazzi. È quello per cui siamo qui. E perché no? Perché è un Angelo non dovrebbe apparire a te? Sei un bravo ragazzo”.
Il giorno dopo si sentì stanco, fiacco, annoiato. A scuola non riusciva a concentrarsi.

La sua mente e i suoi pensieri stavano vagando senza meta. L’insegnante fu esasperato quando Edgar non riuscì a sillabare la parola “Capanna”. Era una parola facile per un tredicenne. L’insegnante fece restare Edgar dopo la scuola e gli fece scrivere “Capanna” cinquecento volte sulla lavagna. Dopo il compito noioso, Edgar andò a casa sentendosi più stanco che mai. Il padre Leslie stava aspettando che suo figlio tornasse a casa dalla scuola. L’insegnante aveva parlato con lui, dicendo quanto Edgar fosse andato male a scuola quel giorno. Leslie non perse tempo a rimproverare il figlio quando arrivò a casa. “Siediti su quella sedia”, ordinò. “Ripasseremmo queste lezioni di ortografia finché non avrai capito bene. È scandaloso!”.

Per le tre ore successive, Edgar provò ripetutamente a sillabare le parole che suo padre gli aveva ordinato di scomporre in lettere; sembrava tutto inutile. Era confuso. Non riusciva a ricordare le lezioni più elementari. Questo fece infuriare il padre che rimproverò suo figlio, alzando la voce con lui, perfino sbattendolo giù dalla sedia. “Sillaberai queste parole correttamente, anche se dovremo restare qui tutta la notte”, urlò Leslie. Edgar si sentì così triste e giù di corda; non riuscì a comprendere se stesso. Quando suo padre si preparò a ripassare ancora il sillabario, Edgar udì una voce; fu molto nitida: “Edgar, va a dormire sul libro e Noi ti aiuteremo”. Era la voce della signora, l’Angelo che aveva visto il giorno prima. Edgar supplicò suo padre di lasciarlo riposare per qualche minuto soltanto per studiare il sillabario. Promise a suo padre che sarebbe migliorato. Con riluttanza Leslie fu d’accordo col figlio, porgendogli il sillabario e lasciò la stanza. Edgar mise il libro sul tavolo e vi depose sopra la testa. Si addormentò all’istante.

Ciò che sembrava un istante dopo, suo padre lo stava scuotendo. “Svegliati e ricominciamo” disse Leslie. Edgar si stropicciò gli occhi e si tirò su. “Capanna”. “C-a-p-a-n-n-a”. Era strano, ma Edgar riuscì effettivamente a “vedere” la parola, come un’immagine perfetta nella sua mente. Poteva vedere anche le altre parole sulle pagine. Come in una foto! Il padre Leslie fu sconcertato quando suo figlio sillabava correttamente ogni parola che chiedeva. Alla fine arrivò alle parole più difficili nel sillabario. Lo sconcerto di Leslie si trasformò in rabbia. “Che cosa significa? Abbiamo esaminato questo libro da cima a fondo per tutta la notte e non sei stato in grado di sillabare neanche una parola. Adesso riesci a sillabare tutto correttamente. Come mai?”. “Non lo so”, disse Edgar. “Ho solo dormito sul libro e adesso riesco a vedere ogni parola perfettamente come in una foto. Edgar non solo era in grado di sillabare ogni parola nel libro, sapeva anche su quale pagine le parole si trovavano! “Va a letto”, suo padre borbottò con rabbia scuotendo la testa. “Non capisco proprio tutto questo”.

Edgar ubbidì a suo padre e silenziosamente ringraziò la signora per averlo aiutato. Da allora in poi Edgar, da alunno sotto la media, diventò un alunno eccezionale. La sua strana capacità di ottenere conoscenza dai libri dormendoci sopra funzionò per ogni materia scolastica: aritmetica, storia, perfino geografia. Edgar conservava nella mente un’immagine della carta geografica del mondo che si trovava nel libro. Sapeva identificare ogni continente e paese ed era in grado di indicare correttamente longitudini e la attitudini, benché non sapesse con esattezza cosa fossero.

Molti anni dopo subi’ un altro cambiamento drastico, quando si accorse che fu in grado di entrare in uno stato di sonno auto indotto e di rispondere in modo preciso a qualsiasi domanda postagli. Gli vennero rivolte anche domande sulla natura degli Angeli e degli Arcangeli e sul loro ruolo nell’umanità. I messaggi che Edgar Cayce dava nello stato di sonno diventarono noti come “letture”. Sebbene fosse a disagio per questa parte misteriosa della sua psiche, veniva contattato dai dottori del luogo che portavano a casa sua i loro pazienti più difficili. Di solito i medici contattavano Edgar per una consultazione medianica. Le diagnosi di Edgar erano esatte in modo strabiliante. Offriva persino prescrizioni e rimedi a base di erbe. Se non era possibile acquistare il rimedio in farmacia, “Edgar Cayce dormiente” diceva come preparare la prescrizione, completa di grammi, once e milligrammi richiesti. Diceva ai medici sconcertati dove trovare specialità mediche di difficile reperibilità, a volte menzionando i nomi e gli indirizzi stradali di società farmaceutiche in altre città e in altri Stati.. Era suo padre che continuava a prendere appunti durante le letture di Edgar e dare poi la copia ai medici i quali istruivano i loro pazienti sul come eseguire le raccomandazioni delle letture. Edgar continuò anche da adulto a cercare il parere di sua madre, che aveva sempre creduto nelle sue capacità. “Mi chiedo solo se questo è davvero un dono di Dio”, disse Cayce . “Sembra che, grazie alle informazioni la gente guarisca, ma non so da dove vengano le informazioni”.

La madre di Edgar citò la Bibbia: “Dai loro frutti li conoscerete. Edgar, ricordati del Nuovo Testamento: Gli zoppi cammineranno, i sordi udiranno, i ciechi riceveranno la vista. Ricorda cosa ti è successo da ragazzo, Edgar. Hai detto a quella signora che volevi aiutare la gente”. Il desiderio di Edgar espresso all’Angelo di essere utile ai bambini, fu esaudito. Tuttavia continuava a sentirsi turbato. Non capiva da dove venissero le informazioni e continuava a essere preoccupato riguardo all’opportunità di fare le letture.

Dopo aver fatto letture sulla salute per la gente per ventitré anni, si scoprì che Edgar Cayce poteva fare letture su qualsiasi argomento, non solo sui problemi di salute. Questa comprensione apri una dimensione del tutto nuova per l’opera di Cayce. Gli vennero poste domande sulla natura di Dio, dei sogni, profezie, religioni comparate, origine dell’umanità, reincarnazione, scopo e destino sulla terra, così come sugli Angeli e Arcangeli. Indifferentemente dal tipo di lettura che Cayce faceva, egli sembrava mettere da parte del tutto il sè della sua personalità e rispondere dallo stato di sonno al plurale con “Noi”: ” Noi siamo qui…Noi non abbiamo corpo…Noi terminiamo la lettura ora….” etc. Chi di preciso erano i “Noi” di cui parlavano le letture? La mente inconscia di Edgar Cayce sembrava attingere alla mente e alla memoria stessa dell’Universo, fornendo informazioni dettagliate su millenni passati: gli anni perduti di Gesù e la storia della terra che in precedenza era definita “preistorica”. Secondo le letture, il “Noi” era una fonte universale di ogni conoscenza con cui la mente di Cayce entrava in sintonia. Non c’era limite alle domande a cui Edgar Cayce era in grado di rispondere mentre si trovava nello stato di sonno.

Certe informazioni, tuttavia, non venivano fornite se la persona che le cercava vi era interessata solo per curiosità. In quelle occasioni (che erano rare), Edgar Cayce diceva: “Questo deve essere trovato in te stesso” o “Questo non può essere fornito”. A volte il “Cayce dormiente” ricordava a chi conduceva le letture di avere sempre uno scopo elevato e altruista quando da esse si cercavano informazioni e guida. Quello scopo altruista serviva come una sorta di “antenna” mistica, fornendo a Edgar un canale aperto attraverso cui poteva “mettersi in sintonia” con le informazioni desiderate. Quando una persona stava cercando con sincerità di scopo, le letture medianiche venivano fornite dalla fonte più elevata possibile. L’esattezza delle letture aveva a che fare per gran parte con il desiderio dell’individuo che chiedeva aiuto o informazioni. Se il richiedente era una persona dubbiosa o scettica che cercava dell’informazioni solo per soddisfare la propria curiosità, le letture diventavano insensate o vaghe. Allo stesso tempo, se un individuo o gruppo era sincero nel suo scopo, allora Cayce era in grado di fornire informazioni ispiranti, presentando una riserva illimitata di conoscenze spirituali a chi chiedeva le informazioni. In realtà, se la sintonia del gruppo o della persona che richiedeva le informazioni era ottima, un messaggero Divino parlava attraverso il profeta dormiente. Grazie a queste informazioni, molte persone finirono per comprendere l’influenza più ampia degli Angeli fra gli esseri umani. Le letture affermavano che il mondo stesse per entrare in un periodo di rinascimento spirituale. Un periodo in cui la comunicazione con gli Angeli non sarebbe stata affatto insolita, ma avrebbe invece fatto parte del piano più vasto di risvegliare l’umanità alle sue origini Divine.

Edgar Cayce* – Robert J Grant- 

Continua a leggere su Edgar Cayce clicca qui IO SONO MICHELE

Edgar Cayce nasce il 18 marzo 1877 in una fattoria del Kentucky. E’ uno dei sensitivi più famosi ed autorevoli del secondo millennio.
Edgar Cayce già all’età di quattro anni riceve visite mistiche da parte del nonno, annegato accidentalmente; a tredici, sperimenta una presenza angelica che gli preannuncia un futuro di guaritore ed a ventiquattro, tenta di curare con l’ipnosi un problema ricorrente di afonia. Pur avendo conseguito solamente la licenza media e pur non possedendo una formazione medica specifica, in quell’occasione scopre di essere in grado, in stato di ipnosi, di diagnosticare e prescrivere trattamenti anche a distanza, atti a curare disturbi fisici e psichici di persone in difficoltà che si rivolgono a lui. Vive in modo molto semplice svolgendo per alcuni anni lavori umili, prima come libraio poi come fotografo, ma dedicandosi contemporaneamente a fornire “letture” (così egli stesso definisce le canalizzazioni) di carattere medico.
Edgar Cayce, nel 1923, all’età di quarantasei anni, si trasferisce a Selma e assume come segretaria la signorina Gladys Davis, che da quel momento in poi lo affiancherà fedelmente, stenografando i contenuti degli oltre 14000 messaggi, o letture, trasmessi in stato di trance a favore di persone di ogni parte del mondo, codificandoli puntualmente uno ad uno con l’abbinamento di due numeri.
Nello stesso anno Edgar Cayce fornisce le prime di oltre 2500 letture che descrivono esistenze precedenti: questa esperienza lo lancia in una nuova dimensione a seguito della quale fonda l’Istituto per la Ricerca Psichica (1923), poi l’Associazione Nazionale dei Ricercatori (1927), poi ancora l’Ospedale Cayce per la Ricerca (1928), con lo scopo di fondere le esperienze di approfondimento della ricerca psichica, di letture sulle vite precedenti e di guaritore.
A cinquantacinque anni (1932) istituisce con alcuni fedeli seguaci, l’Associazione per la Ricerca e l’Illuminazione (ARE), gruppo di studio che si è da allora diffuso in tutto il mondo, trasmettendo l’eredità del pensiero e delle intuizioni di Cayce.
Edgar Cayce muore il 3 gennaio del 1945.