Qualche mese fa mi sono recata con mia figlia Sara di quasi 15 anni e mio marito a casa di un’amica, per una serata speciale in cui era ospite Adamo Cirelli: mi era stato presentato come un giovane molto per bene, semplice e alla mano, ma con la prerogativa eccezionale di parlare con gli Angeli.

L’amica che me ne aveva parlato l’aveva già incontrato e aveva potuto constatare la sua sincerità, dal momento che, oltre a poter ricevere suo tramite dei messaggi veritieri dalla sua mamma che era mancata l’anno prima, l’aveva commossa il fatto che assieme alla defunta si fosse presentato anche lo spirito del suo barboncino, morto qualche anno addietro, che Adamo aveva descritto con estrema nitidezza. Nonostante il sano scetticismo che la contraddistingue, Adamo le aveva trasmesso le parole della sua mamma e l’affetto della sua bestiola con tanta precisione e delicatezza che la mia amica aveva davvero sentito la loro presenza e apprezzato l’onestà della comunicazione di Adamo.
Alla serata in cui ero stata invitata con mia figlia e mio marito vi erano molte persone, e Adamo ha incoraggiato tutti a porgergli domande, perché non intendeva fare una conferenza, ma conversare con noi liberamente.

Io avevo condotto con me Sara proprio per avere delle spiegazioni a proposito di alcune esperienze particolari che l’avevano riguardato in passato, manifestando alcune sue caratteristiche fuori del comune (Sara ad esempio vede le aure, gli spiriti dei defunti, scrive in lingue e alfabeti che non conosce…) Gliene ho parlato, e Adamo mi ha dato all’inizio delle spiegazioni pertinenti ma generiche. Tuttavia mi aveva colpito che, mentre gli descrivevo alcuni episodi in cui Sara aveva espresso la sua sensitività, lui terminasse le mie frasi come se già fosse a conoscenza dei fatti che stavo raccontandoli, o come se qualcuno lo stesse silenziosamente informando riguardo agli stessi.

Al termine della serata Adamo si è avvicinato a noi e ha detto, rivolto a mia figlia: “Questa è l’eredità di una tua antenata”, e ho subito pensato a mia nonna che soprattutto da anziana vedeva “oltre”.

Poi ha chiesto a Sara di appoggiare il palmo delle sue mani sulle sue, di chiudere gli occhi e dirgli cosa percepiva. Sara ha detto di sentire “come qualcosa che scorre”. Adamo le ha detto che poteva aprire gli occhi, e l’ha avvertita che quella notte avrebbe fatto un sogno molto importante, e che desiderava che poi il giorno dopo glielo raccontasse.

Quella notte fece molto freddo. Eravamo ospiti della mia amica, in una camera con un letto matrimoniale e un letto singolo dove dormiva Sara, che a un certo punto si svegliò perché aveva i brividi. Pensò di infilarsi nel lettone per stare al caldo fra me e mio marito, ma quando si voltò e vide che fra noi, sorpresa, vi era una figura luminosa, così splendente che illuminava lo spazio attorno. Spaventata da quell’insolita visione, Sara si rincantucciò sotto le coperte e dopo un po’ riprese a dormire. Verso mattina si ridestò con la sensazione di avere qualcuno vicino. Aprì gli occhi e vide accanto a sé una donna anziana, che dalla descrizione che poi mi fece, mi parve assomigliasse a mia nonna, la quale le sorrise e le chiese se era “sicura di essere tranquilla”. Sara, abituata a vedere fantasmi, non si turbò per la visione ma piuttosto si inquietò per le sue strane parole.

Il mattino dopo telefonai a d’Adamo raccontandogli il tutto, commentando che Sara però non aveva sognato per niente. Egli mi rispose spiegandomi che aveva comunicato a Sara un po’ della sua energia, perché voleva capire come poteva evolversi la sua crescendo, e quindi aveva anche messo in conto che quello che poteva capitarle quella notte non fosse per niente un sogno, ma la percezione di altre realtà.
In effetti la figura luminosa era quella che vedeva quotidianamente mia nonna, e le parole enigmatiche che lo spirito dell’anziana aveva rivolto a Sara quella notte preannunciavano un problema che Sara non si sarebbe aspettato, ma che dovette affrontare poco dopo. Adamo concluse che Sara ha sicuramente una sensibilità particolare, che nel tempo si svilupperà, aiutandola a maturare e ad essere anche utile agli altri. Ci ha salutati con la promessa che quando sarà il momento, potrà guidare Sara ad affinare queste doti.
Insomma, gli Angeli ci hanno fatto incontrare chi ha creduto in lei e ha riconosciuto un’affinità spirituale, non trattandola come una ragazzina che si vuol mettere in mostra, ma come un’anima che cerca di accordare delle percezioni sottili al ritmo spesso convulso e greve della realtà ordinaria.

(La mia vita con gli Angeli-Adamo Cirelli)