Segnali dall’aldilà 

Le telefonate dei morti, le visioni dei nostri cari defunti sono segnali dall’aldilà cosi come le esperienze di premorte costituiscono un incontro veramente straordinario con l’aldilà. Ma, tenendo fede allo spirito d’onestà mi sento in dovere di dire che, sebbene avvengano effettivamente, queste comunicazioni così dirette ed evidenti, sono assai rare e solo pochi le vivono. Molto più comuni sono i segni mandati alle persone e compresi intuitivamente come comunicazioni destinate solo a loro e provenienti dall’aldilà.

PRIMA STORIA DI SEGNALI DALL’ ALDILÀ 

Il mio fratellino morì quando avevo sette anni. Lui ne aveva tre e i miei genitori preferirono non portarmi al funerale pensando che sarebbe stato troppo doloroso per me. Così rimasi da un vicino che aveva una figlia della mia stessa età. Ho solo vaghi ricordi di quel pomeriggio, ma rammento che ero una bella giornata di sole e mi ero sdraiata sul prato guardare la mia amichetta saltare sul tappeto elastico. Lei mi incitava ad  imitarla, ma io non volevo. Fissando le nuvole vidi una sorta di cuore. Il mio fratellino indossava sempre una maglietta col disegno di un grande cuore, e ho  avuto l’impressione che avesse creato in cielo quella nuvola proprio per me.

SECONDA STORIA SEGNALI DALL’ ALDILÀ 

Il funerale della mia bene amata mamma si tenne un una stupenda, calda giornata di sole, ma poi cominciò a piovere come se il cielo piangesse. Successivamente uscendo con la mia ragazza dalla casa di mio fratello, dove si erano riuniti parenti e amici, vidi una bellissima farfalla. Aveva le ali marroni e il corpo rosso, come una mariposa. Sembrava una farfalla addomesticata perché si posò prima sulle mani della mia ragazza e poi sulle mine. Non aveva assolutamente paura né voglia di allontanarsi.

SEGNALI DALL’ ALDILÀ  TERZA STORIA 

Mia madre si chiamava Rosa, perciò come potete immaginare ho ricevuto molti di questi fiori per il suo funerale, ma il mazzo di rose rosse di cui parlo mi ha scaldato il cuore ricordandomi molto mia madre, perciò ho deciso di tenerlo e di donare gli altri all’ospedale più vicino. Una mattina, qualche giorno dopo il funerale, ho notato che le rose cominciavano ad appassire. La cosa mi ha riempito di tristezza: sembrava sottolineare il fatto che mia madre se n’era andata per sempre. Ma il mattino seguente le rose sono rifiorite e sono rimaste così, stupende, per settimane. È stato incredibile e sono certa che in questo modo mia madre mi ha fatto sapere che il suo spirito era ancora con me.

QUARTA STORIA SEGNALI DALL’ ALDILÀ 

Voglio raccontare la mia esperienza. Mia sorella minore è deceduta lo scorso ottobre, a 39 anni, per un tumore al seno. Eravamo molto unite. Per farla breve ho sempre creduto negli Angeli: ne ho visto uno quando avevo due o tre anni. L’altra sera ho prese mano il suo libro (che mi ha regalato sabato mia figlia minore, anche lei molto legata alla zia). Stavo parlando con mia sorella, come faccio spesso, e le chiedevo di contattarmi quando, aprendo il volume a caso, ho sentito che lei era lì come.  La storia riportata in quella pagina, infatti, riguardava un ragazzo che aveva un tatuaggio a forma di Angelo custode e che abitava Stalls Farm Road,a Droitwich. La cosa sorprendente è che mia sorella è nata proprio in Stalls Farm Road,a Droitwich e, come se questo non fosse già abbastanza come messaggio, girando le pagine ne ho trovato un altro trasmesso dal nonno a una signora: “Non preoccuparti, Andrea, sto bene. Ti amo e sveglierò sempre su di te. Abbi cura di te e ricorda che sarò sempre al tuo fianco, ovunque sarai”. Il mio nome è Andrea!!  Non posso dire cosa ho provato! Ho sempre creduto che mia sorella fosse qui con me, e ora lo so.

QUINTA STORIA SEGNALI DALL’ ALDILÀ 

Mia madre ed io eravamo estremamente legate. Io sono sposata con un marito eccezionale a cui anche lei voleva bene e ho due figli. Quando la sua malattia divenne terminale, tutti noi ci trasferimmo sull’isola Norfolk per prenderci cura di lei nei giorni in cui le restava da vivere. Fu un periodo molto difficile perché assistevamo alla sua sofferenza e per via di altri problemi familiari. Dopo la sua scomparsa fui travolta da tutta una serie di emozioni che mi lasciarono devastata. In Chiesa, anziché ascoltare  il sacerdote, pensavo a mia madre piangendo senza ritegno. Senza pensarci, mi voltai e presi un libro dallo scaffale. Non l’avevo mai fatto prima e non lo più fatto in seguito. Sempre automaticamente aprii il libro su una pagina  a caso e lessi: “Senti la mia mancanza ma lasciami andare”, una poesia di autore ignoto. Faceva da sfondo al testo un’immagine sui toni del rosa, con un paesaggio che avrebbe potuto essere tipico dell’isola Norfolk dove mia madre era cresciuta e aveva trascorso l’intera vita. Quando lessi la poesia ebbi l’impressione che mia madre mi stesse parlando. Naturalmente piansi ancora di più, ma col passare dei giorni riacquistai un po’ di pace e la tempesta emotiva che provavo cominciò a placarsi.

Theresa Cheung  –  Messaggi di Luce