Esperienze di premorte di Fabienne Derselle 

Il 21 luglio del 1969 ho vissuto un’esperienza indimenticabile che mi ha toccata nel profondo, ha cambiato i valori della mia vita e mi ha dato la certezza di essere immortale. All’epoca avevo 12 anni e a causa del diabete di cui soffro caddi in coma iperglicemico per 12 giorni.

Per prima cosa ricordo di essermi ritrovata sul tavolo di rianimazione, con un’infinità di medici che si affaccendavano intorno a me, tra i quali c’era un medico interno terrorizzato. Era come se fossi dentro la testa di quell’uomo, sentivo tutte le sue emozioni, le sue sensazioni, le paure, le gioie, i suoi tormenti e i dubbi. Ero in grado di vedere contemporaneamente da ogni lato, avevo cioè una visuale a 360°. Ero dappertutto, potevo sentire tutti i discorsi che si stavano tenendo in tutto l’ospedale. Dissi a quell’interno che avevo fiducia in lui, ma lui non mi sentiva. Mi ritrovai poi sul soffitto, al di sopra del mio corpo, leggera come una piuma al vento. In quello stato incorporeo, la mia forma assomigliava ad una nuvola bianco-trasparente ed aveva ancora le fattezze del corpo fisico che si trovava sul tavolo di rianimazione. Pensai ai miei genitori, volevo vederli. Sentii un medico che diceva: “E’ finita, la stiamo perdendo!”.

Pensando ai miei genitori, il mio corpo sottile attraversò i muri e le porte, e in un attimo mi ritrovai accanto a loro. A quel punto, il corpo con l’aspetto di una nuvola bianco-trasparente scomparve e rimase il mio spirito. I miei genitori si trovavano in una sala d’attesa e stavano discutendo. Dissi loro che stavo bene, di non preoccuparsi, ma non mi sentivano. Volli toccare mio padre e stringerlo fra le braccia, ma lo attraversai. Non riuscivo a comunicare con loro. Provai allora grande sconforto e angoscia. Mi dissi: “Non ho più niente da fare qui…”. Mi sentivo UNO con i miei genitori, sentivo le loro emozioni, i loro sentimenti, i pensieri, le paure e la loro tristezza. Penetrai la loro anima, il loro essere, la loro essenza, leggevo dentro di loro come in un libro. Tutti i miei sensi si erano acuiti; la mia vista era molto più penetrante, profonda; i colori erano più luminosi, come se fossero illuminati dall’interno; i suoni erano molto più profondi, più vivi, e gli odori più percettibili. Poi mi sentii come se venissi aspirata in un tunnel tenebroso, l’oscurità totale, il buio assoluto.

Ero molto angosciata e cercavo qualcosa a cui aggrapparmi, una ringhiera, un muro… ma tastavo nel vuoto. Mi muovevo ad una velocità vertiginosa, più veloce del pensiero. Diventai nuovamente consapevole di non avere più un corpo fisico né un corpo biancastro, ma di avere sempre la capacità di pensare. Potevo riflettere in maniera molto logica, in maniera adulta, con maturità. Io esistevo, provavo delle sensazioni, semplicemente vivevo! In quel buio assoluto mi apparvero tutte le fasi della mia vita. Scorrevano come se stessi guardando un film: quello che avevo fatto, il modo in cui avevo amato le persone attorno a me, le persone che avevo incontrato, qual era stato il mio atteggiamento nei loro confronti… Non avevo mai fatto niente di grave, ma in certe situazioni sentivo le loro sofferenze o la loro contentezza in seguito ai miei gesti, le mie parole o azioni. Ero io il mio solo giudice. In quell’oscurità incontrai anche delle persone in uno stato critico. Non capivano cosa ci facessero lì.

Alcuni erano dei suicidi, avevano paura e io sentivo il loro smarrimento. Quelle persone si erano perdute, eppure vicino a loro c’erano delle energie luminose e benefattrici, ma loro non se ne accorgevano. Alcune di quelle persone cercarono di afferrarmi durante il mio passaggio, mi chiedevano di aiutarle, mi vedevano come la loro salvezza. Ero angosciata, volevo andare via da quel luogo, da quell’oscurità. Mi dissi: “Deve pur esserci una via d’uscita.”, e in quel momento mi apparve da lontano un punto luminoso. Volevo raggiungerlo, e immediatamente mi ritrovai al confine: dietro di me c’era il buio assoluto, davanti a me c’era una luce calda, viva, senza forma, sia femminile che maschile, un Amore puro, incondizionato. Quell’energia mi chiamava. Decisi di entrare in quella luce che mi suonava così familiare. Quella luce faceva parte di me, ed io ero in lei. Ero in uno stato di fusione con il mio Essere, quella luce era la parte più intima di me, era la Divinità dentro di me. Capii di essere morta in senso terreno.

La mia anima venne messa a nudo: avevo vissuto con falsi valori, e a quel punto provai compassione per me stessa. Apparve poi un essere luminoso. Mi spiegò il mio modo di funzionare sotto l’aspetto intellettuale, emotivo, sensoriale, spirituale e fisico. Era necessario fare un cambiamento. Mi ero fabbricata delle corazze, delle armature, avevo mentito a me stessa e alle persone attorno a me. Lì c’era la pace, la serenità, l’amore, la gioia, la compassione.

Mi trovavo nel mio centro, alla Fonte, alla Matrice di tutte le cose. Ero nella verticalità, l’Unità, l’UNO, il NON-ESSERE. Potei accedere ad altre dimensioni dove la mente è assente. Il Tutto nel Nulla, il Nulla nel Tutto, il Silenzio. Le informazioni, la completa e assoluta conoscenza era là. COSI’ E’! Molto semplicemente, senza altre domande. La Fonte, la Matrice, è un campo di energia infinito in cui esiste ogni cosa. La Fonte ospita un numero infinito di piani e di sfere in un moto perpetuo. Non esiste né inizio né fine. E’ uno stato d’essere, di beatitudine, di totale umiltà di fronte all’immensità.

Visitai diverse sfere sempre più sottili. Ero contemporaneamente il microcosmo e il macrocosmo. Ero il regno minerale, vegetale e animale, ero tutti i colori, tutti i suoni, e sentivo il suono delle cellule umane. Vibravo allo stesso ritmo, respiravo e sentivo il battito del cuore di ogni cosa. La comprensione era totale. Noi siamo UNO. Mi unii al nucleo di ogni cosa. Non c’era più né tempo né spazio, era l’immensità, l’eternità. Passato, presente, futuro sono UNO. In questo campo di energia non esiste uno spazio vuoto, tutto si compenetra.

Ciò che creo con i miei pensieri, le mie emozioni e i miei sentimenti, prende vita su altri piani per poi manifestarsi sulla Terra.

L’essere di luce mi fece prendere coscienza dell’archetipo dell’Umanità. Gli iniziati di tutti i paesi, i nostri antenati, ci hanno trasmesso queste conoscenze. Noi abbiamo scordato chi siamo e il potere che abbiamo. C’è una forza inaudita in noi, possiamo muovere le montagne.

L’essere luminoso mi istruì sulla preghiera:

Significa essere silenzio, compassione, amore, niente parole, niente mente. Non si deve pregare per guarire, ma si deve creare l’immagine, vedersi in perfetta salute e gioiosi. Non si deve pregare perché finiscano le guerre, ma si deve essere positivi nei pensieri, nelle azioni, nelle emozioni e nei sentimenti, perché i pensieri negativi alimentano l’egregora della violenza e della guerra. Non si deve pregare per ottenere qualcosa: ciò che desideriamo l’abbiamo già. Inviamo i pensieri col cuore e restiamo fiduciosi!

Dopo questa prima esperienza sono a favore dell’Amore al di là di ogni religione.

L’Amore è uno stato d’Essere e di Conoscenza. Attraverso i loro dettami, le religioni possono aiutare le persone, ma in seguito bisogna seguire il proprio intuito divino. Ciò che conta è realizzare l’Essere che è in noi. L’essere luminoso mi mostrò lo svolgersi della mia vita, le difficoltà e le sofferenze nella mia vita di coppia. Mi fece vedere anche una camera d’ospedale; la mia sofferenza fisica e morale (questo si è poi verificato dato che ho sofferto di diverse forme di cancro), la tristezza che ho provato in seguito alla perdita di più di un bambino.

Poi vidi i miei due figli; quando dovetti scegliere se tornare o restare lì, sono tornata per amore di quei due figli non ancora nati. Mi fece vedere anche quello che stava per succedere sulla Terra: grandi prove, grandi sconvolgimenti. Mi mostrò il crollo delle torri gemelle dell’11 settembre 2001. Per anni ho chiesto alle persone che incontravo se i notiziari avessero mostrato delle atrocità, gente in fiamme ed edifici che crollavano (noi non avevamo il televisore).

La gente mi trattava come una pazza! Per anni ho pregato perché ciò non avvenisse. L’11 settembre 2001 ero davanti al televisore. Dopo il crollo della prima torre dissi a mio marito che a seguire sarebbe crollata la seconda. Per me era un déjà vu… L’essere mi disse di avere fiducia, tutto si muove costantemente e l’essere umano inizia a diventare consapevole.

Appresi poi il motivo per cui dovevo vivere certe situazioni nella vita. Tutte quelle esperienze servivano a conoscermi, ad accettarmi così com’ero.

Le persone che vengono messe sulla mia strada fungono da specchio di me stessa: ciò che mi infastidisce in loro rappresenta ciò che devo accettare in me, cioè la mia parte oscura. Io e l’altro siamo UNO, quindi il giudizio non ha motivo di esistere! Fu una lezione di umiltà.

L’essere luminoso mi istruì sulla reincarnazione. Noi siamo UNO, tutto è onda, vibrazione, movimento, è normale che io abbia vissuto cento, mille o diecimila anni fa, che io viva nel presente o che nascerò fra tremila anni, poiché passato, presente e futuro sono UNO. Capii che ciò che conta è vivere il momento presente, l’amore, l’azione corretta, il sorriso, lo sguardo. L’essere mi disse: “Impara a conoscerti, trasformati e VIVI!”.

Mi disse anche: “Dopo la morte fisica, quando si arriva nella luce, all’anima occorre del tempo, una convalescenza per “riprendersi”. Ecco perché succede di rivedere un paesaggio, delle città, degli animali domestici, fiori, alberi, pietre, un mondo simile a quello conosciuto sulla Terra, genitori o amici defunti, talvolta una sensazione di solidità (si cammina per terra). Con il passare del tempo, l’Amore assume sempre più importanza e si ritrova il vero lavoro dell’anima nella luce, rispetto all’Universo.

L’individualità non va persa, ma avviene un’unione, una comprensione più ampia.

Ogni Essere, ogni cosa, ogni parte ha la sua importanza.”.

Nel 1980, all’età di 24 anni, sperimentai una seconda esperienza di premorte durante un parto cesareo. Incontrai mio padre che era deceduto tre settimane prima della nascita di mio figlio. Mi apparve più giovane di com’era prima di morire. Dall’altra parte, i nostri cari si presentano sempre con la migliore immagine che manteniamo di loro nei nostri ricordi, per arrecarci conforto e sicurezza. In linea generale, le anime assumono un aspetto di età compresa fra i 25 e i 30 anni. Se una madre perde il suo bambino, lo ritroverà ancora bambino fino al momento in cui capirà la dinamica delle anime. Nell’Amore assoluto non esiste né padre né madre né figli né sorelle né fratelli, ma esistono dei legami di sostegno, di accompagnamento. Mio padre mi disse: “Cosa fai qui?”. Io gli risposi: “Voglio rimanere qui, la mia vita è un inferno, voglio la pace e rimango vicino a te!”. Allora mio padre mi rispose: “Sei sempre immersa nei problemi terreni, e guarda…”. A quel punto sulle mie braccia si pose il bambino che avevo appena messo al mondo.

Allora capii il legame di accompagnamento tra le anime per il lavoro d’Amore da compiere sulla Terra. Questo significava che non dovevo togliere a mio figlio le prove della vita, affinché potesse crescere nella comprensione delle cose. La mia presenza era necessaria per sostenerlo, ma doveva vivere le sue prove, in questo modo la sua comprensione della vita sarebbe diventata molto più chiara, portando di conseguenza amore all’umanità. Ogni volta che superiamo una prova, sprigioniamo una luce, un amore che ricade e nutre l’umanità dandole forza. In seguito ho vissuto diverse altre esperienze di premorte, a causa di malattie ed interventi al cuore. Al mio risveglio dal coma iperglicemico, raccontai ciò che avevo vissuto. Il medico disse che era stato un fenomeno cerebrale e nulla più! Allora capii che dovevo tacere.

Divenuta più adulta, ne parlai alla mia migliore amica. Mi sentivo sola, incompresa, e a quell’epoca lei fu la sola ad ascoltarmi senza giudizio, e di questo la ringrazio. In seguito ne parlai anche a mio marito, ma non trovai comprensione. Ne parlai poi con il Dottor Aumont che teneva una conferenza sulle esperienze di premorte, così ho potuto portare la mia testimonianza per la prima volta nel 1988. Che sollievo è stato un medico che mi ascoltasse senza considerarmi una pazza! Grazie alle mie esperienze di premorte, successivamente ho incontrato scienziati, medici e sciamani nei diversi paesi che ho visitato. Ho studiato da infermiera e poi da psicologa per poter aiutare le persone in stato di malessere. Sono grata e vivo la vita con meraviglia.

L’essere luminoso mi ha fatto capire la dinamica dell’ego:

“Accetta il tuo lato oscuro, e la luce si sostituirà a quell’oscurità…”.

Tutto passa attraverso la completa accettazione di ciò che siamo! Io vivo con le mie imperfezioni e seguendo le mie esperienze nella vita, allora la luce arriva nell’oscurità; occorre del tempo, pazienza, un giorno alla volta.

Fabienne Derselle

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