Lo spirito del cane fantasma

Non posso esimermi dal citare sommariamente il celebre caso narrato dal rev. C.L. Tweedale nel classico libro Man’s Survival after Death, per quanto si tratti di un episodio noto a chiunque sia versato nelle indagini psichiche. In servizio delle giovani reclute in metapsichica dirò che il reverendo Tweedale, ministro anglicano nel vicariato di Weston, ha riunito nel libro la storia fedelissima delle manifestazioni portentose avvenute nel vicariato per ausilio della medianità di sua moglie, medianità rivelatasi spontaneamente con le manifestazioni di una zia di lui defunta, che appariva frequentemente accompagnata da un cagnolino prediletto in vita, ed altre volte conversava, non vista, con la “voce diretta”. Il rev. Tweedale annotava giornalmente i fatti in appositi quaderni.

Mi limito a riferire una scelta d’incidenti riguardanti le apparizioni del cagnolino.

«18 gennaio 1911. – Verso le 4 pom. mia madre venne a informarmi che mentre rovistavano nell’armadio posto nel sottoscala, mia moglie aveva visto passare un cane bianco. Non diedi importanza alla cosa, ritenendola un’illusione. «Alle ore 5, mia moglie corse ad avvertirmi che lei, Marjorie, Silvia e la bimbetta Dorothy, avevano visto e seguito un cane bianco che dopo aver salito le scale, era entrato nella nostra camera da letto, nascondendosi sotto il letto. Tutti l’avevano visto in modo distintissimo, e la bimbetta si era introdotta sotto il letto gridando: Bau-bau! Bau-bau! «Alle 5.20 venne la volta di Ida, la domestica, che aveva visto il medesimo cane entrare nella camera da letto di mia madre. «Alle 5.30 mia moglie aveva scorto l’alta figura di mia zia Leah che scendeva le scale ed entrava nella sala, e questa volta era accompagnata dal cagnolino bianco. Tanto mia zia, quanto il cagnolino disparvero presso la porta del mio studio. Mia moglie accorse subito ad avvertirmene. Disse che il cane era di razza Terrier, con manto bianco lucido e una macchia nera ovale sul dorso che scendeva sul fianco, orecchie dritte e coda corta. Con tale apparizione veniva chiarito il mistero antecedente del sordo ringhiare udito allorché mia madre tentò di abbracciare il fantasma di Leah. Evidentemente il cane aveva ringhiato in difesa della sua padrona. E questo è un chiaro indizio che si trovano entrambi riuniti nel mondo spirituale.

«2 febbraio. – Mia moglie rivide il cagnolino sul ripiano inferiore della scala, presso la sala da pranzo. Si trovava nell’atrio, e lo distinse perfettamente. Il cane la fissava in volto rimanendo immobile, con gli occhi scintillanti, e le orecchie dritte. Rilevò chiaramente che aveva coda corta, come pure osservò la strana circostanza che pareva invaso da un tremito, o fremito generale sensibilissimo e che aveva il pelo così corto da lasciare trasparire la pelle. Il cane-fantasma continuò a fissarla per qualche tempo, quindi lentamente salì le scale. Allora mia moglie lo seguì, e lo vide sparire nella stanzetta in capo al corridoio. «Tutto quanto aveva rilevato mia moglie intorno alle caratteristiche del cane-fantasma era meravigliosamente veridico, poiché risultava una perfetta descrizione del cagnolino di Leah, che né mia moglie, né i miei figli, né la domestica Ida avevano mai visto. Si aggiunga che non ne esistevano fotografie. Era morto parecchi anni prima della sua padrona, ed era un terrier dal pelo morbido, tipo inglese, più alto e snello di un fox-terrier. Aveva coda corta ed eretta, manto bianco di pelo cortissimo, che lasciava intravvedere la pelle, occhi scintillanti ed esuberanti di vita. Era insolitamente fiero e battagliero. Allorché era intento a qualche cosa, fremeva tutto, e quando si poneva in guardia, entrava in un tremito generale, mentre lo sguardo esprimeva un’intensa concentrazione di energie latenti. Una macchia nera in forma ovale partiva dal dorso e scendeva sul fianco destro. Insomma, la descrizione che del cane-fantasma aveva fatta mia moglie, e con lei tutti coloro che lo videro, equivaleva a una prova d’identificazione spiritica del cane appartenuto a Leah. Quanto a me, ciò che in proposito più mi colpì, fu il ragguaglio sui fremiti e tremiti nel corpo del cane-fantasma.

«5 marzo. – Leah apparve a Ida, dicendole: “Avverti Maria che venga qui”. Mia madre ci andò, conversò per qualche tempo con Leah a “voce diretta”, e infine le chiese di manifestarsi in persona. Detto, fatto; e si vide il cane lanciarsi giù per le scale, ed entrare nell’atrio saltellando e folleggiando. Mia moglie e Ida si trovavano in quel punto, e lo videro spiccare un salto e far suonare il “gong”, per poi infilare nuovamente le scale.

«28 marzo. – Verso mezzogiorno, Ida batté all’uscio del mio studio, e mentre deponeva sul tavolo il boccale d’acqua richiesto, m’informò che il cagnolino bianco l’aveva seguita fin là. Nel frattempo, sentivo la bimbetta Dorothy che giù nella sala gridava: “Bau-bau! Bau-bau!”, e pareva molto eccitata. Feci cenno a Ida di star zitta e mi misi in ascolto. Si sentiva che la bimba correva per la sala, si arrestava e riprendeva, come se inseguisse, o ricercasse qualcuno. Poi uscì nell’atrio gridando: “Bau-bau su per le scale… Papà, studio…,” e mentre così si esprimeva, segnava col ditino le scale e la porta dello studio… Aveva visto il cane simultaneamente a Ida…

«Dorothy aveva un anno e 8 mesi; per cui il suo modo spontaneo di condursi e i suoi gesti eloquenti equivalevano alla più convincente delle prove circa l’obbiettività dell’apparizione. «Il cagnolino che si manifestava era stato il prediletto di mia zia Leah, ed era morto 5 o 6 anni prima di lei. Nessun dubbio che tale genere di eventi dimostrano sperimentalmente che gli animali superiori intimamente associati all’uomo nella loro vita, tengono compagnia ai loro padroni nel mondo spirituale: almeno per qualche tempo.

«Tutti i testimoni dei fatti firmarono le varie deposizioni prestando giuramento in mia presenza, ed io sono pronto a fare altrettanto qualora si richiedesse la mia testimonianza».

Il magnifico caso citato, in cui le manifestazioni del cagnolino-fantasma identificato si ripeterono quasi ogni giorno per sei mesi di seguito, non ha bisogno di commenti: s’impone per forza di logica a chiunque non abbia le vie cerebrali ottenebrate da preconcetti di scuola. Ed è la logica inesorabile di unsano raziocinio quella che questa volta impone di riconoscere che quel cagnolino-fantasma non potendo risultare una pura allucinazione patologica condivisa da 5 o 6 persone collettivamente e successivamente per 6 lunghi mesi, doveva consistere positivamente in un fantasma obbiettivo, vivente e intelligente. Tanto più se si considera che tra i percipienti in discorso c’era anche una bimbetta al di sotto di due anni, che credendo di scorgere un cagnolino reale, subito lo inseguiva e lo ricercava come tutti i bimbi, per la gioia di accarezzarlo e di giocare con lui. E’ notorio in parapsicologia che l’innocenza dei bimbi in tenerissima età, escludendo l’autosuggestione, risulta una testimonianza letteralmente risolutiva nella circostanza di percezioni paranormali. Si aggiunga inoltre che l’ipotesi allucinatoria risulterebbe impotente a spiegare per quale concomitanza di prodigi patologici i percipienti adulti abbiano descritto tutti, l’uno a insaputa dell’altro, le medesime caratteristiche generali del cane visualizzato, compresa quella eccezionale dei fremiti che scuotevano il corpo del fantasma canino. E peggio che mai, l’ipotesi in discorso risulterebbe impotente a spiegare per quale miracolo della nevrosi e dell’isterismo, tali caratteristiche corrisponderebbero esattamente a quelle di un cagnolino appartenuto alla defunta, e che nessuno dei percipienti aveva mai conosciuto. Si tenga conto infine che in base ai metodi d’indagine scientifica, l’apparizione del cagnolino-fantasma non potrebbe disgiungersi da quella del fantasma femmineo che lo accompagnava, fantasma altrettanto obbiettivo, vivente e intelligente, che conversava coi familiari alla “voce diretta”, e appariva talvolta sufficientemente sostanziale per agire sulla materia. Così avvenne una volta in cui la signora Tweedale s’incontrò col fantasma di Leah quando teneva in mano un utensile appartenuto alla defunta, e dalla defunta costantemente adoperato. In tale circostanza il fantasma di Leah tolse di mano l’utensile alla nipote, osservando: “Questo era mio”. Faccio notare di sfuggita, che quest’ultimo incidente, oltre a fornire la prova della sostanzialità del fantasma in discorso, vale altresì come un’ottima prova d’identificazione personale, in quanto il fantasma riconobbe un oggetto che le era appartenuto. Già si comprende che tutto ciò avveniva per la fortunata circostanza che la signora Tweedale possedeva facoltà medianiche notevolissime, per quanto insospettate, che persisterono poco più di un anno nella loro fase prevalentemente fisica, ma continuarono e continuano nella loro fase di medianità veggente e scrivente. E recentemente avvenne che un giorno in cui la medium disse di scorgere vicino al pianoforte uno spirito, che descrisse, il rev. Tweedale fu pronto a puntare in quella direzione l’apparecchio fotografico, e per quanto lui con gli altri non scorgessero nulla, sulla lastra sensibilizzata rimase impressa la forma dello spirito descritto dalla veggente.

Gli animali hanno un anima? Ernesto Bozzano *

NOTA* Bozzano pubblicò cinquantadue lavori che trattavano ogni branca ed ogni aspetto della metapsichica: telepatia, chiaroveggenza, psicocinesi, apparizioni di fantasmi, spiritismo (manifestazioni dei defunti).
Collaborò con numerose riviste italiane e straniere, tra le quali vi è “Luce e Ombra”, fondata nel 1900, con cui redasse i resoconti delle sedute medianiche a cui partecipò.
Alla sua morte questo studioso, che aveva dedicato gran parte della propria vita al tentativo di dare allo spiritismo – materia spesso discussa e controversa – una veste scientifica, lasciò una biblioteca di metapsichica fra le più ricche d’Europa, oggi conservata presso la Fondazione Biblioteca Bozzano – De Boni di Bologna.
La sua città natale, Genova, gli ha intitolato una via.

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LO SPIRITO DEL CANE FANTASMA, LO SPIRITO DEL CANE FANTASMA, LO SPIRITO DEL CANE FANTASMA