LA REINCARNAZIONE NELLE PAROLE DI GESU’

Premessa: Quando si parla di reincarnazione persino i teologi ne hanno un’idea estremamente superficiale, una favoletta ingenua e infantile per bambini che respingono con presunta superiorità. Non tutte le religioni hanno lo stesso concetto di reincarnazione, le differenze tra una e l’altra sono enormi. Si passa dalla reincarnazione secondo gli indù, dove gli uomini si reincarnano persino negli animali (persino negli insetti e altri animali insignificanti) e dove lo scopo sarebbe una continua punizione fino a religioni con concetti di reincarnazione molto più evoluti.
Liquidare la reincarnazione, a cui credono ben due terzi del mondo, come se fosse un favoletta per bambini sarebbe esattamente come ridurre il cristianesimo alla favoletta di Adamo ed Eva che hanno generato l’umanità. Come in tutti gli argomenti c’è una conoscenza superficiale e una conoscenza precisa. Non bisogna cadere nell’errore, tipico degli ignoranti e dei saccenti, di negare un concetto a priori senza conoscerlo affatto. Nei vangeli ci sono diversi riferimenti alla reincarnazione. Nel vangelo di Giovanni (III, 3), Gesù dice a Nicodemo:“In verità, in verità ti dico che se uno non nascerà di nuovo non può vedere il regno di Dio”. Nicodemo gli chiese: “Come può un uomo rinascere quand’è già vecchio? Può forse rientrare nel grembo della madre per essere rigenerato?” Innanzitutto occorre fare alcune precisazioni. Gesù e Nicodemo parlavano la stessa lingua, l’aramaico. Nicodemo non era un pastore ignorante e analfabeta, ma uno dei più colti maestri religiosi. Gesù e Nicodemo parlarono tutta la notte di questo argomento, anche se l’apostolo Giovanni ci riporta solo i passaggi più significativi. La conseguenza logica è che non potevano non capirsi, come se uno fosse cinese e l’altro tedesco! Le Chiese cristiane interpretano questo “nascere di nuovo” come una rinascita meramente simbolica, e non fisica. Nicodemo, che parlava la stessa lingua, interpreta invece correttamente in senso materiale, di dover nascere di nuovo, dopo essere stati vecchi, dal grembo di una nuova madre Gesù allora gli risponde: “Bisogna che voi siate generati di nuovo” Il senso è chiarissimo. Il verbo “generare” si riferisce al nascere in senso fisico, carnale, dal grembo materno, non al cambiamento morale. Non c’è nessuna possibilità di equivoco. E aggiunge che questo “nascere di nuovo”, “essere generati di nuovo” è necessario. Gesù continua spiegando a Nicodemo che lo spirito non nasce insieme alla carne, cioè nella nascita carnale, (come invece sostengono le Chiese cristiane), ma ne è indipendente, preesiste alla nascita terrena e le sopravvive. Le parole di Gesù sono anche qui chiarissime e inequivocabili: “Ciò che è generato dalla carne è carne; e quel che nasce dallo spirito è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: bisogna che voi siate generati di nuovo.” (Giovanni III,6) Anche qui le parole si riferiscono in modo evidente a una nascita carnale, generare in senso carnale, come Nicodemo aveva perfettamente capito, non si parla di un cambiamento morale, né di battesimo, come sostengono le varie religioni cristiane. Non ha senso stravolgere il significato delle parole di Gesù per forzarle a quello che si vuole. Se si è in buona fede, il buon senso e la logica, anche per i ragionamenti di cui sopra, ci dice che il senso è proprio quello della reincarnazione, che i primi cristiani conoscevano benissimo. In particolare non può trattarsi di battesimo, in quanto nella Bibbia, Giobbe usa le stesse parole di Gesù, parlando di “essere generati di nuovo dalla carne”, di “nascere di nuovo”, “carne e spirito”, “corpo e spirito”, “ventre materno”. Ma Giobbe non poteva conoscere il battesimo perché ai suoi tempi neppure esisteva! Il riferimento alla reincarnazione è di un’evidenza solare. In un altro passaggio del Vangelo c’è un’altra inequivocabile prova che gli apostoli di Gesù conoscevano la reincarnazione:
Passando vide un uomo, che era cieco fin dalla nascita. I suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: «Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia cieco dalla nascita?» (Giovanni, IX, 1-2) Se per i discepoli il concetto di reincarnazione non fosse stato ben chiaro non avrebbero neppure posto questa domanda e invece si interrogano sul perché quell’uomo sia cieco dalla nascita: chi ha peccato? Lui o i suoi genitori? E come poteva peccare lui per essere poi punito ad essere cieco dalla nascita? I teologi cattolici, pur di non ammettere la logica conclusione della reincarnazione, sono arrivati a dire che quell’uomo aveva peccato nel grembo materno! Secondo loro aveva commesso un peccato così grave nel ventre materno da essere stato punito con una malattia terribile! Se quindi vedete un malato di mente, un cieco dalla nascita, un bimbo che è nato con gravi malattie dovete pensare che, secondo i teologi cattolici, è stato punito per aver peccato nel ventre materno!
Un altro riferimento l’abbiamo in Matteo XVII, 12-13 dove Gesù parla del profeta Elìa, che secondo le profezie sarebbe dovuto resuscitare per preparare il terreno al Messìa.
“Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto. Allora i discepoli capirono che egli aveva parlato loro di Giovanni Battista.” (Matteo, XVII, 12-13)
“Egli (Giovanni Battista) è l’Elia che doveva venire. Chi ha orecchie per udire oda.” (Matteo XI, 14) Le parole anche qui sono chiarissime. Elìa venne proprio prima di Gesù per preparargli il terreno, ma non capirono che era lui e lo uccisero. I discepoli invece, che conoscevano la reincarnazione, capirono perfettamente che Elìa e Giovanni Battista erano in realtà la stessa persona, il Vangelo ce lo spiega nel modo più chiaro possibile. Anche qui chi ha orecchie per indendere intenda significa che non a tutti è dato capirlo.
Anche S.Paolo nella Lettera ai Romani, cap.IX, parla di Esaù e Giacobbe come già esistenti, prima che fossero nati! Nel Vangelo di Tommaso portato alla luce nel 1945, quindi esente da rimaneggiamenti e censure, è scritto:
Un giorno chiedemmo a Gesù: “Quale sarà la nostra fine?” Ed Egli ci rispose: “Se scoprite il principio non dovrete preoccuparvi della fine, perché dove è la fine, là è il principio. E chi conosce il principio, conosce la fine e si libera dalle morti”. Disse proprio così, “dalle morti” e poi aggiunse: “Volete sapere in che modo un uomo si libera dalle morti? Divenendo consapevole di essere già esistito prima di ogni nascita.” Qui Gesù spiega che l’uomo è ingabbiato nel ciclo delle reincarnazioni, quindi delle rinascite e delle morti, fino a che non avrà raggiunto un certo livello di consapevolezza, dopo di che la sua evoluzione continuerà nel mondo dello spirito, senza più necessità di reincarnarsi. Ed ancora, rivolgendosi all’apostolo Tommaso:
Gesù disse: “Tommaso, ora tu sei qui con me a passeggiare su questo monte. Quando sarai dall’altra parte, se vorrai, con un sol balzo potrai tornare quaggiù a riprendere la tua passeggiata nel mondo”. – Lo farò, Maestro mio, sono innamorato di questo pianeta! Dopo morto tornerò giù.
Ed ancora: Gesù disse: “Consideratevi di passaggio.” (V.Tommaso, 42)
Ed ancora, spiegando che la resurrezione della carne è in realtà la reincarnazione: Passavamo in mezzo ad un antico cimitero ed uno dei discepoli chiese a Gesù: “Cosa resta di questi poveri morti, oltre alle loro ossa che vanno in polvere e in quale giorno, coloro che sono morti i si risveglieranno dal loro riposo e in quale giorno ricomincerà per loro la vita e il mondo nuovo? “Gesù allora rispose: “Vi siete lasciati troppo distrarre da quelle tombe e da quelle ossa. Ciò che voi attendete è già avvenuto. Ma voi non ve ne accorgete e seguitate a dire: i morti riposino in pace!” (V.Tommaso, 51)
Ed ancora, spiegando che il karma è il programma di prove da affrontare che ciascuno si prepara prima della propria nascita: Gesù disse: “Tommaso, non ti lamentare, se tutto ti va di traverso. In fondo, queste prove che tu devi superare, le inventasti tu stesso. Quanti dal cielo, si affacciano per vedere se cadi nelle trappole che tu stesso ti sei preparato! Felice l’uomo che supera queste prove perchè, al di là, egli trova la Vita”.
E anche nel Vangelo di Maria Maddalena, Gesù dice: E’ così, è necessario morire di molte morti per conoscere la luce della nascita. (Vangelo di Maria Maddalena, v.235-236)

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