IL SUO RITORNO – Storie vere 

La comunicazione con i nostri migliori amici non sempre si fonda sulle parole dette. Io sono convinta che i rapporti spirituali e il linguaggio fede e amore tra familiari, gli amici o le persone che si amano trascendono le barriere fisiche. So per certo che Dio ci presenta i suoi doni in modi che noi non possiamo del tutto, e a volte nemmeno lontanamente, comprendere.

La mia amica Rose ed io avevamo un modo molto particolare di comunicare, ricorrendo all’uso di poche sillabe, di frasi interrotte, dicono ogni o di semplici ah – ah . Eravamo in grado di trarre le nostre deduzioni ricorrendo a un minimo di conversazione, il che faceva impazzire i nostri figli. Avevamo un modo di tenerci in contatto che andava al di là del tempo e dello spazio. Quando ha Rose cominciarono a venir meno le forze, e la vita, l’andai a trovare in ospedale ogni giorno per una settimana. Era sotto l’effetto di massicce dosi di sedativi e lottava per non mollare una sera mi sedetti sul davanzale della finestra nella sua stanza a pensare, pregare, interrogarmi e ricordare. La nostra amicizia di 25 anni era diventata unilaterale quando le era stato diagnosticato un cancro allo stadio terminale. I sedativi che le venivano somministrati a volte le procuravano allucinazioni allora io mi mettevo seduta nella sua cucina e mi facevo aiutare da lei a colorare gli album natalizi, proprio come eravamo solite fare con le nostre bimbe circa vent’anni prima. Quando invece Rose aveva una giornata buona, la accompagnavo dove doveva andare o in qualche luogo che ci piaceva. Gli ultimi giorni li avevamo passati a fare shopping e a mangiare fuori. Oppure eravamo rimaste sedute in macchina nel nostro parcheggio vicino al chiosco dei gelati, come facevamo quando eravamo giovani mamme alla disperata ricerca di un po’ di tempo da dedicare a noi stesse tra i molteplici impegni della giornata. Nel corso della nostra amicizia, c’era anche capitato di darci il cambio per occuparci dei nostri rispettivi figli, di sostenerci l’un l’altra nei momenti difficili ed incoraggiarci nel corso dei nostri infelici primi matrimoni. Eravamo sopravvissute a rottami di auto che ci lasciavano per strada, ed erano state numerose le occasioni in cui faticavano a trovare abbastanza soldi per arrivare a fine mese. Avevamo partecipato ad incontri organizzati dall’associazione genitori-insegnanti, a riunioni in cui si imparava a decorare la casa in occasione delle feste e ci eravamo augurate l’un l’altra una vita felice in occasione dei nostri secondi matrimoni.

Adesso, dovevamo affrontare solo un’ultima battaglia, una battaglia che non poteva essere vinta non è mai facile combattere una battaglia persa in partenza. Guardai la mia amica inerte nel suo letto d’ospedale e pregai che il suo passaggio da questa vita all’altra si svolgesse senza troppi problemi. Le augurai di essere felice nell’aldilà. Il suo medico entrò nella stanza e chiese un consulto. “È quasi giunta al termine, ma nessuno è in grado di dire con certezza quando succederà. Può essere oggi così come può essere domani”. Scoppiai a piangere mentre guardavo consumarsi a poco a poco il corpo della mia amica. Il marito, la figlia, la sorella ed io le dicemmo addio. Alle 11 di sera dissi ai suoi famigliari che sarei tornata l’indomani mattina. Mi avvicinai al capezzale di Rose e le sussurrai quanto era stata importante per me la sua amicizia. Poi, anziché andarmene, ubbidii all’impulso di tornarmene alla finestra e sedermi di nuovo sul davanzale.

Nella stanza si udiva il rumore di fondo della televisione, mentre tutti noi eravamo la seduti, persi nei nostri pensieri. Poi, con voce chiara e forte, sentii Rose pronunciare il mio nome come era solita fare anni prima. Stentai a credere alle mie orecchie guardai verso il letto elettrizzata, e mi chiesi dove avesse trovato la forza di parlare. Mi chiesi perché nessuna delle persone presenti nella stanza si stesse rallegrando di quanto era appena successo. Ma poi vidi che Rose era ancora in coma. Mi sedetti, cercando di capire cosa fosse successo, eppure mi sembrava di essere lucida di mente, non stavo avendo le allucinazioni! Mi chiesi se qualcuno in corridoio avesse chiamato una persona che aveva il mio stesso nome, ma l’orario delle visite era terminato e fuori non c’era anima viva. Guardai uno a uno i membri della sua famiglia, ma nessuno pareva aver udito ciò che avevo udito io.

Così, evitai di parlarne. Rimasi a guardare la mia amica mentre il suo respiro si faceva sempre più corto. Poi, con stupore, assistetti a una scena che aveva dell’incredibile. Vidi una figura bianca ed eterea alzarsi dal corpo di Rose e fluttuare verso il soffitto. La guardai mentre si dirigeva, sempre sospesa a mezz’aria, verso un angolo per poi dissolversi. Aprii le tende e mi dissi che doveva essersi trattato del riflesso dei fari di un’auto, ma davanti a me c’era solo un edificio di mattoni senza finestre e nessuna strada. Alcuni minuti più tardi la mia migliore amica lasciò ufficialmente questo mondo e io mi dissi certa che la sua anima si fosse diretta verso il cielo, perché avevo visto il suo spirito lasciare il corpo.
Un anno dopo, mio figlio fu vittima di un grave incidente con la moto. Io mi precipitai all’ospedale e lo raggiunsi nella sala del pronto soccorso. Non appena mi vide, mi disse piangendo: “Mamma, Rose è venuta da me mentre ero disteso sull’asfalto in attesa dell’ambulanza. L’ho vista. Mi ha tenuto la testa. È rimasta con me, mamma, e mi ha detto che sarebbe andato bene”. E in effetti andò tutto bene e mio figlio guarì perfettamente. Sono convinta che la mia migliore amica sia andata confortarlo. Sono anche convinta che quando le persone sono spiritualmente connesse, non hanno bisogno di una spiegazione razionale per ciò che non si riesce a spiegare.

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