Il significato del dolore secondo gli Angeli
Cosa pensano gli angeli sul significato del dolore che ogni essere umano deve attraversare durante la sua vita terrena? scopriamolo insieme.
La domanda sul significato della vita nasce soprattutto davanti al dolore, alla sofferenza, alla malattia, agli handicap, agli incidenti, alle catastrofi, agli omicidi e altri crimini.
Di fronte a questi eventi gli uomini si chiedono perché ce l’ha permesso che accadessero.
In realtà non è stato il Cielo a permetterli. Dio non accetta mai il dolore, in nessuna circostanza. All’inizio dei tempi in paradiso non esistevano il dolore, la sofferenza, la vecchiaia e la morte. Tutte queste cose hanno fatto il loro ingresso con la caduta degli Angeli, il conseguente predominio della materia tramite l’incarnazione e l’inizio della lotta tra Luce e tenebre. Il Cielo non è minimamente coinvolto in tutto questo e di conseguenza nessun Angelo sperimenterà mai il dolore. Il Cielo non punisce e non dispensa dolore e sofferenza a scopo didattico o terapeutico. L’idea che per raggiungere i suoi obiettivi la Luce si serva anche di strumenti delle tenebre è sbagliata!
E la confusione deriva dal fatto che il Cielo cerca di dare al dolore, causato dalle gerarchie oscure ,un significato positivo, e di sfruttarlo per il bene ultimo. È molto importante che lo capiate! Pensate per esempio alla passione di Cristo: è stata progettata da esseri umani che, sotto l’influsso delle gerarchie oscure, hanno servito il potere delle tenebre agendo come marionette, senza sapere cosa stavano facendo.
È assurdo pensare che siano stati mandati dal Padre che, così facendo, avrebbe scelto di far soffrire e morire Suo Figlio. Alcuni credono che Dio abbia causato la passione e morte di Gesù per permetterne la risurrezione e così dimostrare la Sua origine Divina, ma questo è del tutto falso, perché Gesù sarebbe potuto risorgere in ogni caso, anche a seguito di una morte naturale in età avanzata. Inoltre Gesù si è sempre rivolta a Dio come a un Padre amorevole e la sua passione e morte atroce per mano di Dio l’avrebbero contraddetto.
Dio non assomiglia a un astuto stratega che non si fa scrupoli di seminare morti, o alle sanguinarie divinità che chiedono sacrifici umani! Lo stesso Gesù avrebbe potuto facilmente evitare la passione, e a un certo punto è stato anche tentato di farlo, ma in questo caso non avrebbe potuto continuare la sua opera salvifica. Avrebbe insegnato a scegliere la Luce, rimanerle fedeli e contrastare le gerarchie oscure. Ma invece che trasmettere questo messaggio a parole l’ha dimostrato con il suo esempio. Ha eroicamente deciso di superare la paura e sopportare il dolore.
E non l’ha fatto per masochismo, il che sarebbe stato altrettanto assurdo. Ha patito indicibili sofferenze nell’anima e nel corpo e per ognuna ha dovuto superare la tentazione di arrendersi e tirarsi indietro.
L’essenziale è che ha combattuto la tentazione di cedere, con parole o azioni, al potere delle tenebre, e così facendo ha dimostrato come si deve trattare con le gerarchie oscure e come la Luce riesca a dare un senso positivo agli eventi dolorosi innescati dalle tenebre.Con la sua morte Gesù ha trasformato la croce da strumento di sofferenza a simbolo di vittoria. Ha dato agli Angeli caduti una lezione che ha spinto molti a rivedere la loro posizione e tornare sui loro passi. Ancora oggi sono numerosi gli Angeli caduti che decidono di seguire l’esempio di Cristo e rientrare tra le schiere celesti. E anche con gli uomini il suo insegnamento non sarebbe stato altrettanto convincente e profondo se egli avesse scelto di continuare la sua esistenza terrena.
Gesù ha scelto liberamente di servire Dio e di mettersi nelle sue mani, ecco il significato dell’espressione :“SIA FATTA LA TUA VOLONTA’! In sostanza sono state le gerarchie oscure a volere la passione per raggiungere i loro scopi, ma Dio è intervenuto trasformando un evento doloroso in una lezione di amore per tutta la creazione. Non ringraziate il cielo perché tutto è finito, ma prendete atto che il dolore è terminato e ringraziate per quello che Gesù è riuscito a ottenere da quella sofferenza. Il cielo non causa mai dolore ma, laddove esiste, lo trasforma in qualcosa di positivo. Gli esseri umani potrebbero essere virtuosi e buoni anche senza soffrire, vi sono numerose persone sante che vivono la loro esistenza felicemente e non conoscono il dolore. Per andare in cielo infatti non bisogna per forza soffrire.
Ma una vita priva di sofferenza è fragile e attaccabile dalle gerarchie oscure. Se il corpo reagisce all’attacco e si ammala, il cielo coglie l’occasione per permettere all’individuo di diventare più forte e più saggio tramite l’esperienza di dolore vissuta. Se una persona nella vita precedente tendeva a lasciarsi influenzare dalle gerarchie oscure, l’anima, dopo la morte, può giungere alla decisione di servirsi della successiva incarnazione per allenarsi a resistere, esplorare le diverse sfaccettature del potere delle tenebre e contrastarle: questo sarà lo scopo della sua vita, concordato con l’Angelo del Sole.
Questo proposito può anche realizzarsi tramite una malattia o una menomazione quindi, come si può vedere, è una questione di libero arbitrio. Il dolore non viene dal cielo ma laddove esiste quest’ultimo lo sfrutta organizzando le cose in modo tale che l’anima possa ricavarne la necessaria esperienza. L’individuo che sopporta coraggiosamente questa prova e ne trae insegnamento guadagna rispetto agli occhi del Cielo. Molte persone sono riuscite a fare cose importanti per sé e per gli altri proprio grazie alla sofferenza che hanno dovuto subire. Sono state ispirate dal cielo. Molte anime accettano di soffrire per fare l’esperienza necessaria a permettere loro di aiutare e consolare i propri simili in futuro.
Infatti chi vuole consolare deve aver sofferto, solo così è possibile capire cosa sta provando l’altro e toccare i tasti giusti. Molti di coloro che hanno dedicato la propria vita ad aiutare e consolare gli altri, medici, infermieri, e così via, hanno precedentemente vissuto in prima persona esperienze di dolore. In sostanza il dolore in sé non vi spiana la strada per il cielo ma può aiutarvi a sviluppare delle capacità che vi conducono in paradiso. Quindi si potrebbe dire che il dolore avvicina, indirettamente, a Dio. La stessa cosa vale per la compassione: non è il condividere le sofferenze che conduce in cielo ma la compassione sentita, l’empatica condivisione del dolore altrui.
È difficile provare vera compassione e non è neppure possibile esercitarsi per sviluppare meglio questo sentimento. Imparate a chiedervi da dove proviene il dolore cercandone la causa.
Se volete davvero capire qual è il senso della vostra vita dovete seguire queste regole:
1) Dimenticate l’idea errata secondo cui il dolore provenga dal Cielo e abbia scopo didattico o terapeutico: O proviene dalle gerarchie oscure oppure è stato liberamente accettato dagli esseri umani per diversi motivi.
2) In entrambi i casi domandatevi a cosa può servire e dove può portare. Il Cielo cerca sempre di trasformare il dolore in qualcosa di positivo o utile e sostiene gli uomini che lo fanno diventare uno strumento di luce.
3) Chiariti i primi due punti ci si può chiedere da dove nasca il dolore. È una domanda fondamentale perché dalla risposta si potrà capire come evitare in futuro la sofferenza.
4) Oltre a chiedervi da dove proviene il dolore chiedetevi cosa lo causa. Questa domanda ha senso solo se si considera la vita come un evento pianificato in Cielo dell’Anima e dall’ Angelo. Perché l’Anima ha accettato di vivere quelle determinate esperienze dolorose, cosa voleva imparare, come voleva sfruttarle per aiutare gli altri? Partendo dal presupposto che la sofferenza nasce dal volere dalle gerarchie oscure, che senso ha e quale specifico scopo è legato ogni evento doloroso?
Se non vi ponete queste domande la ricerca del senso del dolore è destinata a rimanere senza risposta. Questa domanda sul perché del dolore è una delle predilette delle gerarchie oscure, che se ne servono per trarre in inganno l’uomo e impedirgli di pensare all’origine del dolore e al senso che ha o può assumere, facendo in modo che perda di vista la visione complessiva.
Alexa Kriele* Gli Angeli e la vita
Nota: *Alexa Kriele è una esperta di fama mondiale nello studio dell’Angelologia,
Attraverso la sua profonda fede Cristiana e le sue capacità medianiche riesce a trasmetterci i messaggi degli Angeli rispondendo a domande poste dal suo interlocutore Bernard Jakoby, esperto parapsicologo tedesco.