Chi è Dio? 

Domande e risposte su Dio dal mondo degli Spiriti secondo Allan Kardec

Risposta: «Dio è la suprema intelligenza, la causa prima di tutte le cose».

 – Che cosa deve intendersi per infinito?
Risposta: «Ciò che non ha né principio, né fine: l’ignoto. Tutto ciò che è sconosciuto è infinito».

– Potrebbe dirsi che Dio sia l’infinito?
Risposta: «Sarebbe definizione incompiuta per la povertà del linguaggio umano, insufficiente ad esprimere le cose che sono superiori alla vostra intelligenza».

 – In che può aversi la prova della esistenza di Dio?
Risposta: «In un assioma che applicate alle vostre scienze. Non vi è effetto senza causa. Cercate la causa di tutto ciò che non è opera dell’uomo, e la vostra ragione vi risponderà».
 

– Quale conseguenza si può trarre dal sentimento intuitivo che tutti gli uomini hanno della esistenza di Dio?
Risposta: «Quella che Dio esiste. Come spiegare in loro questo sentimento, se poggiasse sul nulla? Ed anche questa è una conseguenza del principio di causalità».

– Il sentimento intimo che abbiamo in noi stessi della esistenza di Dio, non potrebbe essere una conseguenza della educazione, e il prodotto d’idee acquisite?
Risposta: «Se ciò fosse, come avrebbero questo sentimento anche i selvaggi?».

Osservazione di Kardec: Se il sentimento della esistenza di un Essere supremo fosse il prodotto dell’istruzione, non sarebbe universale, e non si troverebbe, come le nozioni delle scienze, che negli individui e nei popoli colti.

– Si potrebbe trovare la causa prima della formazione delle cose nelle proprietà intime della materia?
Risposta: «Ma allora quale sarebbe la causa di queste proprietà? Torniamo sempre alla necessità di una causa prima».

Osservazione di Kardec: Attribuire la prima formazione delle cose alle proprietà intime della materia, sarebbe del pari un prendere l’effetto per la causa, poiché queste proprietà stesse sono un effetto che deve avere una causa.

 – Che pensare della opinione, la quale attribuisce la prima formazione del creato a una combinazione fortuita della materia, cioè del caso?
Risposta: «Altra assurdità! Qual uomo di buon senso può considerare il caso come essere intelligente? E poi, il caso che cosa è? Nulla».

Osservazione di Kardec: L’armonia, che regola le forze dell’universo, palesa combinazioni e principi determinati, e perciò una potenza intelligente. Attribuirne la prima formazione al caso, sarebbe assurdo, poiché il caso è cieco, e non può produrre gli effetti dell’intelligenza. Un caso intelligente non sarebbe più caso.

 – Da che cosa si può riconoscere nella causa prima un’intelligenza suprema, cioè superiore a tutte le intelligenze?
Risposta: «Voi avete un proverbio che dice. L’opera loda il maestro. Orbene, esaminate l’opera, e cercatene l’artefice, l’orgoglio solo fa nascere l’incredulità. L’uomo orgoglioso non accetta nulla al di sopra di sé, e si proclama spirito forte. Povero essere, che un soffio di Dio può fiaccare!».
 

– Può l’uomo comprendere la natura intima di Dio?
Risposta: «No: gli occorrerebbe un senso che gli manca».

– Sarà mai dato all’uomo di comprendere il mistero della Divinità?
Risposta: «Quando il suo spirito, non più ottenebrato dalla materia, si sarà per la sua perfezione avvicinato a Dio, lo comprenderà, quanto la creatura può comprendere il Creatore».

Osservazione di Kardec: Le facoltà dell’uomo, perché inferiori, non gli permettono di comprendere la natura intima di Dio. Nell’infanzia dell’umanità l’uomo lo confonde spesso con la creatura, di cui gli attribuisce le imperfezioni; ma, come si svolge in esso il senso morale, il suo pensiero penetra meglio nel fondo delle cose, e se ne forma un’idea più giusta e più conforme alla ragione, quantunque sempre imperfetta.

– Se non ci è dato di comprendere la natura intima di Dio, possiamo noi concepire alcune delle sue perfezioni?
Risposta: «Alcune sì. L’uomo le intravede col pensiero tanto meglio, quanto più si eleva al di sopra della materia».
 

– Quando diciamo che Dio è eterno, infinito, immutabile, immateriale, unico, onnipotente, supremamente giusto e buono non abbiamo noi l’idea esatta dei suoi attributi?
Risposta: «Secondo il vostro modo di vedere, sì, perché con questa parola credete di abbracciar tutto. Sappiate però, che vi sono cose superiori all’intelligenza dell’uomo più intelligente, per esprimere le quali il vostro linguaggio, limitato alle idee e sensazioni umane, non possiede vocaboli. La ragione infatti vi dice che Dio deve avere tutte le perfezioni in supremo grado, poiché, se una sola non ne avesse o se una sola non fosse in grado infinito, Egli non sarebbe superiore a tutto, e per conseguenza non sarebbe Dio. Per essere al di sopra di tutto Iddio deve non soggiacere ad alcun mutamento, e non avere alcuna delle imperfezioni, che possono concepirsi dalla mente umana».

Osservazione di Kardec: Dio è ETERNO: se Egli avesse avuto principio, sarebbe uscito dal nulla, o dovrebbe la sua creazione a un essere anteriore. In tal guisa rimontiamo di grado in grado all’infinito, ed al l’eternità.
Egli è IMMUTABILE: se fosse soggetto a cambiamenti, le leggi, che reggono l’universo, non avrebbero stabilità.
Egli è IMMATERIALE: cioè la sua natura differisce da tutto quello che chiamiamo materia; diversamente non sarebbe immutabile, perché soggetto alle trasformazioni della materia.
Egli e UNICO: se vi fossero più Dei, nell’ordinamento dell’universo non vi sarebbe né unità di concetto, né unità di potenza.
Egli è ONNIPOTENTE: perché è unico; se non avesse la somma potenza, vi sarebbe qualcuno più potente od almeno di pari potenza di Lui; quindi non avrebbe fatto tutte le cose, e
quelle cose che non avrebbe fatto Lui, sarebbero opera di un altro Dio.
Egli è SUPREMAMENTE GIUSTO E BUONO: e infatti la provvidenziale sapienza delle leggi divine si rivela così nelle cose più piccole come nelle più grandi, e tale sua sapienza rende impossibile il dubitare della sua giustizia e della sua bontà.

-Iddio è un essere distinto, o è, secondo l’opinione di alcuni l’insieme di tutte le forze e di tutte le intelligenze riunite dell’universo?
Risposta: «Se così fosse, non esisterebbe Dio, poiché egli sarebbe l’effetto, e non la causa. Egli non può essere a un
tempo e l’una e l’altra cosa. Dell’esistenza di Dio non potete dubitare: e questo è l’essenziale. Datemi retta, e non
andate più in là. Non vi smarrite in un labirinto, di cui non potreste trovare l’uscita: il che non vi farebbe migliori, ma
vi renderebbe forse un po’ più orgogliosi, perché credereste di sapere, mentre in realtà non sapreste nulla. Mettete
dunque da parte tutti i vostri sistemi. Voi avete molte cose, che vi toccano più da vicino, a cominciare da voi
medesimi: studiate le vostre imperfezioni allo scopo di liberarvene, e questo vi tornerà più proficuo che il voler
penetrare l’impenetrabile».
 

– Che dobbiamo pensare della opinione secondo la quale tutti i corpi della natura, tutti gli esseri, tutti i globi
dell’universo sarebbero parti della Divinità, e costituirebbero nel loro insieme la Divinità stessa? In altri termini:
Che dobbiamo pensare della dottrina panteista?
Risposta: «Che l’uomo, non potendo essere un Dio, ne vuol essere almeno una parte».

 – Coloro che professano questa dottrina, pretendono di trovarvi la dimostrazione di alcuni fra gli attributi della Divinità, e ragionano così: I mondi sono infiniti, dunque è infinito anche Dio. Il vuoto o il nulla non esiste in alcun luogo, quindi Iddio è da per tutto. Essendo da per tutto, giacché tutto è parte integrale di lui, Dio dà a tutti i fenomeni della natura il carattere della intelligenza. Che cosa opporre a questa opinione?
Risposta: «La ragione. Riflettete bene e non vi sarà difficile scoprirne l’assurdità».

– Può l’uomo conoscere il principio delle cose?
Risposta: «No Dio non permette che gli si sveli tutto quaggiù».

– Penetrerà l’uomo un giorno il mistero delle cose, che ora gli sono celate?
Risposta: «Gli occhi gli si aprono a mano a mano che egli si purifica; ma, per comprendere certe cose, gli occorrono facoltà, che ancora non possiede».
 

– Può l’uomo penetrare qualche segreto della natura per le investigazioni della scienza?
Risposta: «La scienza gli fu data affinché progredisse in tutte le cose ma egli non può oltrepassare i limiti stabiliti da Dio».

– L’universo è stato creato, o esiste da tutta l’eternità come Dio?
Risposta: «Certamente non ha potuto farsi da sé; e se esistesse da tutta l’eternità come Dio, non potrebbe essere l’opera di Dio».

Osservazione di Kardec: La ragione ci insegna che l’universo non poté farsi da se stesso, e che non potendo essere l’opera del caso, deve essere l’opera di Dio.

 – Come ha creato Iddio l’universo?
Risposta: «Con la sua volontà onnipotente così bene espressa da quelle sublimi parole della Genesi: Iddio disse: Sia fatta la luce, e la luce fu fatta».

– Possiamo noi conoscere il processo della formazione dei mondi?
Risposta: «Tutto ciò che si può dire, e che voi potete comprendere, è che i mondi si formano per la condensazione
della materia disseminata nello spazio».
 

– Sarebbero le comete, come si crede oggi, un principio di condensazione della materia cosmica, e mondi in via
di formazione?
Risposta: «Sì; ma guardatevi dal credere all’assurda influenza che ad esse attribuisce il volgo, poiché non ne
possiedono altra all’infuori di quella che tutti i corpi celesti hanno su certi fenomeni fisici».

– Un mondo già formato può sparire, e la materia che lo compone spandersi di nuovo nello spazio?
Risposta: «Sì; Dio rinnova i mondi come rinnova gli esseri viventi».

 – Possiamo noi conoscere la durata della formazione dei mondi, per esempio della terra?
Risposta: «No, poiché è nota solo al Creatore, e folle sarebbe chi pretendesse di saperlo, o di conoscere il numero dei
secoli di questa formazione».

 – Quando la terra cominciò ad essere popolata?
Risposta: «In principio tutto avvolgeva il caos: gli elementi erano confusi; ma a poco a poco ogni cosa prese il suo posto, e allora apparvero gli esseri viventi appropriati allo stato del globo».

– Da dove sono venuti sulla terra gli esseri viventi?
Risposta: «La terra ne racchiudeva i germi, che attendevano il momento propizio per svolgersi. I principi organici si riunirono tosto, cessata la forza che li teneva segregati, e formarono i germi di tutti gli esseri viventi. I germi rimasero in stato latente ed inerte, come la crisalide e i semi delle piante, fino al momento favorevole al nascere di ogni specie. Allora gli esseri di ciascuna specie si congiunsero e si moltiplicarono».

 – Dove erano gli elementi organici prima che si formasse la terra?
Risposta: «Si trovavano, per così dire, allo stato di fluido nello spazio, in mezzo agli spiriti, o in altri pianeti, aspettando la creazione della terra per cominciare una esistenza nuova sopra un globo nuovo».

-Vi sono ancora degli esseri che nascono spontaneamente?
Risposta: «Sì, ma il germe primitivo esisteva già in stato latente. Voi siete tutti i giorni testimoni di questo fenomeno I
tessuti organici degli uomini e degli animali non racchiudono forse i germi di una moltitudine di vermi, che aspettano
per schiudersi la fermentazione putrida necessaria alla loro esistenza? E’ un piccolo mondo, che sonnecchia, e si crea».

 – La specie umana era già fra gli elementi organici contenuti nel globo terrestre?
Risposta: «Sì, e ne è uscita a suo tempo, la qual cosa ha fatto dire che l’uomo era stato formato col fango della terra».
 – Possiamo noi conoscere l’epoca della comparsa dell’uomo e degli altri esseri viventi sulla terra?
Risposta: «No; tutti i vostri calcoli sono chimere».

– Se il germe della specie umana si trova fra gli elementi organici del globo, perché non si formano anche
adesso spontaneamente degli uomini come alla loro origine?
Risposta: «Il principio delle cose è nei segreti di Dio; tuttavia si può supporre che gli uomini, sparsi che furono sulla terra, abbiano assorbito in sé gli elementi necessari alla loro formazione, per trasmetterli secondo le leggi della riproduzione. E così dicasi delle altre specie di esseri viventi».

La specie umana ebbe principio con un uomo solo?
Risposta: «No. Colui che voi chiamate Adamo, non fu né il primo, né il solo uomo, che popolò la terra».

– In qual epoca visse Adamo?
Risposta: «A un di presso in quella che gli assegnate: circa 4000 anni prima del Cristo».

-Donde traggono origine le differenze fisiche e morali, che distinguono le varie razze umane sulla terra?
Risposta: «Dal clima, dal genere di vita e dalle abitudini. Parimenti avviene di due figli della stessa madre, i quali,
educati lontani l’uno dall’altro e in modo differente, non si assomiglieranno per nulla nel carattere morale».

– Gli uomini sono comparsi contemporaneamente sopra più punti del globo?
Risposta: «Sì, e in epoche diverse, dal che è venuta anche la varietà delle razze. Più tardi, poi, spargendosi sotto differenti climi, e mescolando razza con razza, hanno formato nuovi tipi».

 – Questi divari costituiscono specie distinte?
Risposta: «No, poiché tutti sono della stessa famiglia: le tante varietà di uno stesso frutto gl’impediscono forse di
appartenere alla medesima specie?».

– Se la specie umana non procede da un solo stipite, devono gli uomini continuare a considerarsi come fratelli?
Risposta: «Tutti gli uomini sono fratelli in Dio, perché animati dallo spirito e tendenti al medesimo fine. Voi volete prendere sempre le parole alla lettera».


AllanKardec*- Il Libro Degli Spiriti

Nota* Allan Kardec è il nome con cui è conosciuto uno dei grandi pensatori del Cristianesimo spiritista. Si chiamava, in realtà, Hippolyte Lèon Denizard Rivail ed era nato a Lyon, in Francia, il 3 ottobre 1804 da famiglia borghese che lo educa a principi forti, di onestà e virtù. Dopo i primi studi a Bourg, i genitori nel 1814 lo mandano a studiare nel prestigioso istituto pedagogico di Jean Henry Pestalozzi a Yverdon, sul lago di Neuchatel, in Svizzera. Nell’istituto si seguivano i principi naturalistici del grande filosofo Jean Jacques Rousseau: i giovani vi venivano educati senza il ricorso, a quel tempo abituale, a punizioni corporali. Nel 1818 Lèon si diploma brillantemente: conosce, oltre al francese, l’inglese, il tedesco e l’olandese e possiede una straordinaria preparazione etica e culturale. Fonda a Parigi una scuola ispirata alla pedagogia di Pestalozzi. Nel 1831 pubblica il fondamentale studio “Qual è il sistema di studio più in armonia con le necessità dell’epoca?”, grazie al quale ottiene il Premio dell’Accademia reale di Arras. Si dedicò alla pedagogia fino al 1848, quando iniziò a studiare lo Spiritismo. La sua piena conversione avvenne però solo tra il 1854 ed il 1855. Le prime esperienze medianiche osservate da Denizard si verificarono in una non meglio precisata sera del maggio 1855 nella casa parigina della signora Plainemaison. Decise così di studiare razionalmente le leggi che presiedono ai fenomeni spiritisti. Il 25 marzo 1856, dopo mesi di studi indefessi, aveva raccolto gran parte del materiale che andrà a costituire il Libro degli Spiriti, diventando così il codificatore di quei fenomeni.

Poco più di un mese dopo, il 30 aprile, seppe della sua missione dalla medium Aline C. Scelse lo pseudonimo di Allan Kardec per i misteriosi legami che lo vincolavano a vite anteriori, ma soprattutto per non mischiare la sua opera di docente con il suo lavoro di codificatore spiritista. Con straordinaria passione scrive il Libro degli Spiriti, pubblicato nell’aprile del 1857: conteneva 501 quesiti, stampati su doppia colonna, una per le domande, l’altra per le risposte degli Spiriti. Dal 18

57 al 1869 si dedicò completamente allo Spiritismo: fondò nell’aprile 1858 la Società parigina per gli Studi spiritisti e, poco dopo, la Rivista Spiritista. Via via diede vita a un poderoso sistema di corrispondenza con diversi paesi, viaggiando e tenendo conferenze per stimolare la formazione di nuovi centri e per completare la sua missione di codificatore. Pubblicò altri quattro libri, che con il Libro degli Spiriti formano il cosiddetto Pentateuco Kardequiano: Libro dei Medium (1861); Il Vangelo secondo lo Spiritismo (1864); Il Cielo e l’Inferno (1865); La Genesi (1868). Nel pieno dell’attività, quando non aveva ancora 65 anni, Kardec si disincarnò il 31 marzo 1869, per un aneurisma cerebrale


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