Messaggi e simboli spirituali da interpretare 

Ogni giorno ci vengono inviati migliaia di muti messaggi e simboli spirituali che potrebbero esserci di grande aiuto; ma, purtroppo, l’uomo dimostra sempre più spesso di avere perso la capacità di interpretare certi segni premonitori. La scienza e la tecnologia hanno dominato il ventesimo secolo e la nostra capacità di cogliere i segni spirituali è andata smarrita travolta dalla frenesia del nuovo mondo. Basterebbe prendere in considerazione i danni che stiamo infliggendo al nostro pianeta per rendersi conto di quanto sia urgente che l’uomo riprenda il suo dialogo con la natura. Potremmo dire che l’elemento più importante quando si riceve aiuto e conforto da un cenno divino è il tempismo. Infatti quando cogliamo un segno al momento preciso in cui questo si manifesta rappresenta il fattore determinante per valutarne la natura spirituale. Paul McCartney ha dichiarato di sentire la presenza della defunta moglie Linda fra gli uccelli e gli animali che si presentavano nel suo giardino. Sosteneva che, in certi momenti molto speciali della sua vita, il chiurlo del gufo si è rivelato particolarmente significativo. Da queste sue esperienze sono nate bellissime poesie molto toccanti.
Messaggi e simboli spirituali, così come gli angeli, possono entrare nella nostra vita in modo così silenzioso da richiedere tutta la nostra attenzione al fine di coglierne la presenza e il significato. Spesso quando ci concentriamo si rivelano a noi in tutta la loro evidenza dopodiché cominciano a manifestarsi più di frequente.

Mi sono state raccontate molte storie sui messaggi e simboli spirituali legati alla morte, ma credo che le esperienze di Angela sia al riguardo davvero unica:

Poco prima di compiere il suo diciassettesimo anno di vita, Angela si ritrovò a vivere un periodo di grande fermento: si stava avvicinando il Natale, poi sarebbe arrivata la data del suo compleanno, inoltre, la sua famiglia era in trepida attesa della nascita di un nuovo bambino. Questo evento, in particolare, era per tutti motivo di grande emozione.
Arrivò il ventun dicembre e Angela pareva di non riuscire più a contenere l’eccitazione. Aveva deciso di uscire per portare a termine gli acquisti natalizi e si precipitò felice giù per le scale stringendo a mano la sua borsa. Tuttavia, quando giunse davanti al portone di casa, si accorse di aver dimenticato qualcosa e tornò di corsa al piano di sopra. Ma giunta in cima alle scale si fermò di colpo con un’espressione incredula sul viso. Appeso ad una parete, nella camera da letto che Angela condivideva con le sue sorelle, c’era un bellissimo dipinto che raffigurava Gesù con le braccia aperte, in procinto di accogliere una folla di bambini. Quando la luce sul pianerottolo era accesa, sulla parete opposta si vedeva il riflesso del dipinto. In quella circostanza, però, al posto dell’immagine a lei familiare di Gesù, Angela vide un angelo luminoso con un dito puntato verso il cielo. La giovane pensò che doveva pur esserci una spiegazione a quel fenomeno; provò, allora, a spegnere la luce sul pianerottolo, ritenendo di eliminare così la causa di un eventuale effetto ottico. Quindi prese un panno e pulì con vigore il quattro, ma l’immagine rimase fissa dov’era.
D’un tratto capì di trovarsi di fronte un chiaro avvertimento: qualcuno era sul punto di morire.

Per quanto tenere quel segreto costituisse un incredibile fardello, decise di non farne parola con nessuno per non allarmare il resto della famiglia e, soprattutto, per non preoccupare sua madre la cui gravidanza volgeva al termine. L’Angelo rimase visibile fino alla vigilia di Natale quando, con enorme stupore di Angela, l’immagine sul quadro mutò e, al posto dell’Angelo, apparve una nuda croce nera. La giovane si sentì allora pervadere dalla paura al punto che, ogni qualvolta uno dei membri della famiglia usciva di casa, temeva non avrebbe più fatto ritorno.
Il Natale passò arrivò anche il 27 dicembre, giorno del compleanno di Angela, nonché giorno in cui sua madre venne portata all’ospedale per dare alla luce il suo nuovo bambino.
Gli altri figli rimasero in casa in trepida attesa dell’annuncio della nascita. Ma quando finalmente il loro papà tornò dall’ospedale, bastò una semplice occhiata al suo volto scuro per capire che non recava buone notizie. Annunciò, infatti, che la mamma aveva dato alla luce una bellissima bambina la quale però era morta poco dopo il parto. Angela, rattristata dalla notizia appena ricevuta, si ritirò nella sua cameretta. Come sospettava l’immagine del quadro era tornata quella di sempre e ora raffigurava di nuovo Gesù che accoglieva i bambini a se. “Gesù ha accolto a se la mia sorellina”, pensò.

Fin dai tempi più remoti i pettirossi sono stati considerati uccelli speciali. Una leggenda narra che fu proprio un pettirosso a togliere una spina dal capo di Gesù mentre questi si trovava sulla croce. Quindi, con la spina nel becco, si ferì il petto che si insanguinò e mantenne per sempre il suo color rubino. I pettirossi sono sempre stati considerati messaggeri divini e le tante storie che raccontano dell’apparizione di questi uccellini a persone affrante dal dolore avvalorerebbero tale credenza. 

Antonio, mentre osservava le meraviglie del suo giardino, pensava a suo padre e alle sue straordinarie doti di giardiniere. Gli mancava terribilmente da quando se n’era andato, ma dedicarsi al giardinaggio gli permetteva di sentirlo ancora vicino. Un giorno mentre era intento a vangare la terra, Antonio notò un piccolo pettirosso che saltava verso di lui senza manifestare alcuna paura. Nemmeno i movimenti della pala che affondava nella terra spaventavano l’uccelletto e, per tutto il tempo che Antonio lavorò in giardino, questi rimase accanto a lui. Passarono diverse settimane e Antonio si accorse con stupore che, ogni qualvolta decideva di dedicarsi al giardinaggio, il pettirosso volava da lui come se volesse tenergli compagnia. Fu allora che Antonio capì: il padre aveva scelto quella creatura per comunicare con lui.

Isa era un’anziana donna minuscola dalle guance rosse come due mele che suscitavano simpatia e, nonostante il suo viso fosse ormai solcato dai segni del tempo, i suoi occhi erano ancora luminosi come quelli di una bambina. Aveva raggiunto la veneranda età di novantadue anni e sosteneva di essere pronta a lasciare questa terra, diceva di avere già predisposto il suo funerale nei minimi dettagli, compreso il cibo che sarebbe stato offerto al ricevimento dopo la funzione religiosa. Nonostante la sua bassa statura era una donna forte nel corpo e nella mente che aveva lavorato sodo per tutta la vita e che, dopo la morte prematura del marito, aveva cresciuto da sola i suoi figli. Eppure era giunta al crepuscolo della sua esistenza serbando ancora tutta la sua determinazione e la sua allegria, ma era pronta a “volare nell’altro mondo”, come era solita dire.

Il tempo passava e Isa cominciava a diventare sempre più debole fino a quando si ritrovò confinata a letto e, di lì a breve, si spense nel sonno. Il giorno del suo funerale la gente volle tributarle l’estremo saluto serenamente ricordando la sua forza e la sua vitalità piuttosto che lasciare trapelare il dolore. Era una giornata fredda di novembre, ma il sole splendeva in cielo quando la piccola bara coperta di fiori fece il suo ingresso nell’incantevole chiesa antica.
All’interno della basilica faceva freddo e, mentre fuori grosse nubi giungevano a coprire il sole, le persone lì riunite si strinsero intirizzite nei cappotti.

Il sacerdote che officiava la messa conosceva bene Isa e parlò a lungo della loro amicizia, del carattere gioviale della donna e di quanto si fosse sempre dimostrata ben disposta nei confronti del prossimo. Il suo fu un discorso molto toccante e il sacerdote volle concludere esprimendo la convinzione che l’anima di Isa era in viaggio verso il paradiso. Fu proprio mentre lui pronunciava quelle parole che un raggio di sole squarciò il cielo e, piovendo dalla vetrata istoriata, illuminò la piccola bara posta davanti all’altare.

Fu come se un riflettore fosse stato puntato sul cuscino dei fiori che copriva il feretro, dal quale con un battito d’ali si levò in volo una bellissima falena attirata dal raggio di sole. Fu uno di quei momenti magici, pregni di significato, che rimangono impressi in perpetuo nella memoria di chi li ha vissuti.

Altre testimonianze che ci ricordano quanto i Messaggi e i simboli spirituali che giungono a noi siano da cogliere ed interpretare: 

Un bellissimo pomeriggio di domenica d’estate, Alice e i suoi genitori presero l’auto per andare in campagna a fare un picnic. Poiché volevano approfittare della bella giornata partirono alle prime ore pomeridiane per raggiungere con vantaggio la loro meta preferita. Erano appena giunti sul posto quando il padre di Alice fermò l’auto, smontò e disse alla famiglia: “Presto, guardate il cielo!”. Nel cielo azzurro e terso risaltava un’unica grande nuvola dalla forma di un Angelo, perfetto fin nei minimi dettagli che comprendevano due splendide reali. Era un’immagine di rara bellezza e Alice e la sua famiglia la osservarono a lungo senza profferire parola.

Ben presto, si formò dietro a loro una lunga coda di automobili i cui conducenti, a loro volta, scesero dall’auto per ammirare quell’insolita nuvola Angelica. Una folla di persone in preda allo stupore osservava il cielo chiedendosi il significato di quell’apparizione. La nuvola rimase visibile così a lungo che si scolpì nella memoria di Alice.

All’epoca lei non sapeva ancora che sua madre era gravemente malata. I suoi genitori avevano ritenuto fosse meglio non informarla poiché era ancora giovane e intendevano risparmiarle il carico di preoccupazioni che una simile notizia avrebbe recato con sé. Purtroppo, però, alcuni mesi dopo sua madre si aggravò e in breve tempo morì. Alice si convinse che quel meraviglioso angelo era apparso per assicurarla che si sarebbe preso cura della sua mamma e, ancora oggi, il ricordo di quell’apparizione è per lei motivo di grande conforto.

Da bambina Federica perdeva letteralmente la testa ogni volta che si imbatteva in un’anatra e avrebbe tanto desiderato possederne una come animale domestico.
Aveva inseguito quel sogno, ma la sua famiglia aveva sempre preferito tenere un cane in casa, considerando quest’ultimo un animale più utile soprattutto per far giocare i bambini, e, com’è noto, anatre e cani non vanno molto d’accordo. L’unica consolazione di Federica consisteva nel fatto che i suoi vicini di casa possedevano delle anatre e le permettevano di andarle a trovare ogni qualvolta lo desiderava. A Federica piaceva osservarle mentre perlustravano il giardino con la loro caratteristica andatura e, in particolare, aveva un debole per gli anatroccoli.

Improvvisamente l’11 luglio del 2000, Federica morì con grande dolore della sua famiglia. Il mattino successivo alla sua morte, Silvia, sua figlia, senti’ il cane abbaiare a gran voce in giardino e corse a vedere che cosa stava accadendo. In fondo al giardino c’era l’aiuola di fiori di cui Federica , quand’era in vita , si prendeva cura personalmente e dove lei era solita ritirarsi per trovare un po’ di tranquillità. Il cane era molto agitato e abbaiava fissando un punto preciso dell’aiuola. Silvia provò a dare un’occhiata in mezzo ai fiori e rimase sorpresa nel trovarsi a tu per tu con un piccolo anatroccolo nel suo nido.

Non sapendo come comportarsi corse ad avvertire i vicini di casa che, in qualità di esperti, avrebbero saputo dirle di quali cure aveva bisogno l’anatroccolo. Giunti davanti al nido, il vicino osservò quella creatura grattandosi il capo e, alquanto confuso disse: “E’ molto strano, prima di tutto questa è un’anatra selvatica e di sicuro non è mia. Inoltre, è ancora molto piccola e, non essendo ancora in grado di volare, mi chiedo come abbia fatto ad arrivare fin qui. Per di più questa non è un’area dove vivono le anatre selvatiche, non è il loro habitat. Deve esserci un fiume o uno stagno nei pressi del luogo dove vivono e in questa zona non se ne vedono”.
Nemmeno dopo lunghe ricerche nei dintorni venne individuata l’anatra che aveva covato quell’anatroccolo. A tutt’oggi, il suo arrivo nel giardino di Federica rimane un mistero. Tuttavia, Silvia e i suoi familiari sono convinti che la anatroccolo abbia portato loro un messaggio dal cielo da parte di Federica.

Glennyce. S. Eckersley  –  La Luce Degli Angeli

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