Maestri Ascesi

Brian Weiss: Incontro con i Maestri Ascesi (durante una seduta di ipnosi)

«Mi dicono che ci sono molti Dei, perché Dio è in ognuno di noi.» Riconobbi la voce, che veniva dallo stato di interregno, dalla sua forza come dal tono decisamente spirituale del messaggio. Quello che disse in seguito mi lasciò senza fiato: mi tolse l’aria dai polmoni. «Tuo padre è qui, e anche tuo figlio, che è un bambino piccolo. Tuo padre dice che lo riconoscerai perché il suo nome è Avrom, e tua figlia porta il suo nome. Inoltre la sua morte fu dovuta al cuore. Anche il cuore di tuo figlio dava preoccupazioni perché era volto all’indietro, come quello di un pollo. Tuo padre fece un grande sacrificio per te, per amore. La sua anima è molto avanzata… La sua morte ha sanato i debiti dei suoi genitori. Inoltre voleva mostrarti che la medicina può arrivare solo a un dato punto, che le sue mete sono molto limitate. Catherine finì di parlare e io rimasi in un silenzio religioso mentre la mia mente cercava di chiarire le cose. La stanza sembrava gelata. Catherine sapeva pochissimo della mia vita personale.

Sulla mia scrivania avevo una fotografia di mia figlia bambina che rideva felice con i suoi due dentini in una bocca per altro sdentata. Accanto a essa vi era la foto di mio figlio. Oltre questo, Catherine non sapeva nulla della mia famiglia e della mia storia. Ero stato bene addestrato nelle tradizionali tecniche psicoterapeutiche. Si supponeva che il terapista fosse una tabula rasa, un foglio bianco su cui il paziente poteva proiettare i propri sentimenti, i propri pensieri e i propri orientamenti. Questi, allora, potevano essere analizzati dal terapista, ampliando l’area mentale del paziente. Io avevo mantenuto questa distanza terapeutica con Catherine. Lei mi conosceva solo come uno psichiatra, ignorando tutto il mio passato e la mia vita privata. Non avevo mai messo in mostra i miei diplomi nel mio studio.

La più grande tragedia della mia vita era stata l’improvvisa morte del mio primogenito, Adam, che aveva solo ventitré giorni quando scomparve, all’inizio del 1971. Circa dieci giorni dopo che lo avevamo portato a casa dall’ospedale, aveva sviluppato problemi respiratori e vomito convulso. La diagnosi fu estremamente difficile a farsi. «Drenaggio polmonare venoso completamente anomalo con un difetto atriale settale», ci fu detto. «Avviene una volta su circa dieci milioni di nascite.» Le vene polmonari, che si suppone riportino sangue ossigenato al cuore, erano dirette in modo anomalo entrando nel cuore dal lato errato. Era come se il cuore fosse rovesciato. Fenomeno estremamente raro.
Un disperato intervento chirurgico a cuore aperto non poté salvare Adam, che morì alcuni giorni dopo. Piangemmo per mesi la caduta delle nostre speranze e dei nostri sogni.

Nostro figlio Jordan nacque un anno dopo, grande balsamo per le nostre ferite. Al tempo della morte di Adam, io ero rimasto incerto circa la scelta della psichiatria come carriera. Stavo svolgendo il mio internato di clinica medica e mi era stata offerta una posizione stabile in questo campo. Dopo la morte di Adam, decisi di abbracciare la professione di psichiatra. Ero furioso che la medicina moderna, con tutte le sue capacità e le sue tecniche progredite, non avesse potuto salvare mio figlio, un bambinetto di pochi giorni.
Mio padre era stato in eccellente salute finché aveva avuto un grave attacco cardiaco nel 1979, a sessantun anni. Sopravvisse per il momento, ma il cuore era rimasto irrimediabilmente danneggiato, e morì tre giorni dopo. Tutto questo era avvenuto circa nove mesi prima del mio appuntamento con Catherine. Mio padre era stato un uomo religioso, più in senso ritualistico che spirituale. Il suo nome ebraico, Avrom, gli si adattava meglio dell’inglese Alvin. Quattro mesi dopo la sua morte, nacque nostra figlia Amy, e le fu imposto anche il nome di lui.

Chi sono i maestri ascesi ?

Adesso, nel 1982, nella penombra del mio tranquillo studio, un’assordante cascata di verità segrete veniva versata su di me. Nuotavo in un mare spirituale e l’acqua mi piaceva. Mi sentivo sulle braccia la pelle d’oca. Catherine non poteva sapere tutto questo. Non era possibile nemmeno prenderlo in considerazione. Il nome ebraico di mio padre, il fatto che avevo avuto un figlio morto nelle prime settimane di vita per un difetto cardiaco che si presenta una volta su dieci milioni, le mie incertezze sulla medicina, la morte di mio padre e il nome di mia figlia, tutto questo era troppo, troppo specifico e troppo vero. Questo non sofisticato laboratorio tecnico era un canale per una conoscenza trascendentale. E, se poteva rivelare queste verità, che cosa d’altro vi era? Dovevo conoscere di più. «Chi», farfugliai, «chi è lì? Chi le dice queste cose?» «I Maestri Ascesi», mormorò lei.
I Maestri mi parlano. Mi dicono che ho vissuto ottantasei volte nello stato fisico.» Il respiro di Catherine rallentò, la sua testa smise di volgersi a destra e a sinistra. Riposava. Volevo proseguire, ma le implicazioni di ciò che aveva detto mi distraevano. Aveva realmente avuto ottantasei vite? E che dire dei «Maestri»? Era possibile? Le nostre vite potevano essere guidate da spiriti che non hanno corpi fisici ma sembrano possedere grande conoscenza? Vi sono gradini che conducono a Dio? Era reale tutto questo? Trovavo difficile dubitarne considerando ciò che lei mi aveva appena rivelato, tuttavia lottavo per credere. Stavo superando anni di programmazione alternativa. Ma nella mia testa, nel mio cuore, nella mia carne, sapevo che aveva ragione. Stava rivelando delle verità.

E che dire di mio padre e di mio figlio? In un certo senso essi erano ancora vivi; non erano mai realmente morti. Mi parlavano, anni dopo la loro sepoltura, e lo provavano dandomi specifiche e segrete informazioni. E poiché tutto ciò era vero, mio figlio era progredito spiritualmente come Catherine aveva detto? Aveva accettato di nascere e di morire ventitré giorni dopo per aiutarci nei nostri debiti karmici e, inoltre, per darci informazioni sulla medicina e il genere umano e per ricondurmi alla psichiatria? Mi sentivo molto rincuorato da queste idee. Sotto il gelo che provavo sentivo muoversi un grande amore, un forte sentimento di unione e di collegamento con il cielo e con la terra. Avevo perduto mio padre e mio figlio. Era bello avere ancora loro notizie.

I maestri ascesi come cambiano la tua vita

La mia vita non sarebbe più stata la stessa. Una mano aveva raggiunto e alterato irreversibilmente il corso della mia esistenza. Tutte le mie letture, che erano state condotte con attenta critica e distacco scettico, cadevano al punto giusto. I ricordi e i messaggi di Catherine erano veri. Le mie intuizioni circa l’esattezza delle sue esperienze erano state giuste. Disponevo di fatti. Disponevo di prove. Tuttavia, anche in quell’istante di gioia e di comprensione, anche in quel momento di esperienza mistica, l’antica e familiare parte logica e dubbiosa della mia mente faceva un’obiezione. Forse era solo ESP o qualche capacità psichica. Certo è una capacità, ma non dimostra la reincarnazione negli Spiriti dei Maestri Ascesi. Questa volta, però, fui più accorto. Le migliaia di casi ricordati nella letteratura scientifica, specialmente quelli di bambini che parlano lingue straniere che non hanno mai udito, che hanno segni di nascita nel punto di precedenti ferite mortali, o che conoscono dove sono stati conservati o sepolti a migliaia di chilometri di distanza, decenni o secoli prima, tutto faceva eco al messaggio di Catherine. Io conoscevo il suo carattere e la sua mentalità. Sapevo quello che era e quello che non era. No, questa volta la mia mente non poteva ingannarmi. La prova era troppo forte e schiacciante. Tutto questo era reale. Lei l’avrebbe confermato via via che le nostre sedute progredivano. A volte, nel succedersi delle settimane, avrei dimenticato il potere e l’immediatezza di questa seduta. A volte sarei ricaduto nel tran tran della vita quotidiana preoccupandomi delle solite cose. I dubbi sarebbero riapparsi. Era come se la mia mente, quando non veniva messa a fuoco, tendesse a tornare ai vecchi modelli, alle vecchie credenze e al vecchio scetticismo. Ma allora mi dicevo: questo è realmente avvenuto! Mi rendevo conto di quanto sia difficile credere a questi concetti senza avere avuto un’esperienza personale. L’esperienza è necessaria per aggiungere la credenza emotiva alla comprensione intellettiva. Ma l’impatto dell’esperienza si attenua sempre più o meno.

Da principio non compresi perché cambiavo tanto. Sapevo di essere più calmo e paziente, e gli altri mi dicevano di quanto apparissi in pace, di quanto sembrassi più riposato e felice. Sentivo di avere più speranza, più gioia, più risolutezza. Albeggiava in me la convinzione di non avere più paura della morte. L’idea della morte o della non esistenza non mi spaventava. Avevo meno paura di perdere gli altri, pur con la certezza che li avrei perduti. Quanto è potente la paura della morte. Gli uomini fanno di tutto per evitarla: crisi della mezza età, relazioni con persone più giovani, chirurgia estetica, ossessione della ginnastica, accumulazione di beni materiali, procreazione perché un nome non scompaia, sforzi per essere sempre più giovane, e così via. Noi siamo paurosamente preoccupati della nostra morte, spesso tanto da dimenticare il vero scopo della nostra vita.

Fonte Brian Weiss