+All’età di 13 anni, Geralyn, stava lottando per sopravvivere, soffriva dello stadio più avanzato di un tumore maligno estremamente aggressivo chiamato linfoma di Burkitt. Ecco la sua testimonianza sorprendente:

“ Tre mesi prima mi era stato diagnosticato un linfoma di Burkitt. All’epoca, vista la mia età, non mi dissero quanto fosse grave la malattia. Soltanto i miei genitori e i familiari adulti sapevano che la mia probabilità di sopravvivenza era dell’1%.
In effetti, i medici dissero che dovevano iniziare a pensare alle disposizioni, perché credevano che non ce l’avrei fatta. Il male aveva fatto scempio del mio corpo e avevo la milza, il fegato e l’intestino pieni di tumori.
Una sera, mentre ero all’ospedale, stavo mangiando dei pop-corn quando improvvisamente iniziai ad avvertire questo immenso dolore allo stomaco. Sentivo il bisogno di andare di corpo, ma non ci riuscivo. Dopo due giorni non ci ero ancora riuscita e iniziarai a rigurgitare il cibo che ingerivo. Si scoprì che avevo l’intestino bloccato da una grossa massa tumorale. Mi mandarono subito in sala operatoria.

Durante l’intervento sono morta. Non saprei dire per quanto tempo, ma non ho avuto la sensazione del trapasso. Mi sono ritrovata direttamente dall’essere coricata sul lettino a fluttuare in aria sopra i dottori. Li osservai mentre mi tiravano fuori gli intestini, li appoggiavano delicatamente accanto al mio corpo e poi iniziavano a correre di qua e di là. Mentre questo accadeva iniziai a salire, e tutto d’un tratto ebbi la sensazione di sapere tutto quanto c’era da sapere. Era come se mi fossero stati svelati i misteri del mondo. Capii la scienza, la matematica, la vita!

Sotto di me, riuscivo a vedere simultaneamente le persone che si trovavano in altre stanze; vidi mia nonna e la mia prozia che piangevano fuori dall’area operatoria. E di altri pazienti che stavano subendo un intervento in altre sale operatorie. Vidi la gente fuori dall’ospedale. Vedevo tantissime cose, e continuavo a salire. Poi con la stessa immediatezza con cui ero salita, in un istante mi ritrovai davanti a qualcosa che sembrava una nuvola. Non era una nuvola vera e propria, ma era brillante, bianca e morbida. Mi sentii totalmente avvolta dall’amore. Sapevo di essere in un luogo caldo e sicuro. Vidi quelli che avrei potuto definire Angeli… erano tre. Emanavano una grande sensazione di pace, ed erano parte di questa nuvola come se le fossero direttamente collegati.

Anche se non mi dissero niente, riuscivo a percepire la loro grandiosità, la loro gioia. Mi sentivo felice, in pace, e avrei voluto restare con loro. Improvvisamente vidi una grande mano che veniva verso di me. Non posso spiegare quanto fosse grande perché tutto ciò che c’era in quel luogo andava al di là delle parole. Posso solo dire che non era una mano minacciosa e che anzi splendeva di una luce potentissima. Poi sentii una voce gentile e al tempo stesso autorevole che mi disse:” Piccola mia,devi tornare indietro, perché hai ancora tante cose da fare!”

Mi ritrovai istantaneamente nel mio corpo. Istantaneamente! Quando mi risvegliai raccontai ai dottori le cose che avevo visto, incluso quello che mi avevano fatto durante l’operazione. Erano sbalorditi sentendo la descrizione precisa del loro lavoro. Mi avevano effettivamente asportato quasi 80 cm di intestino. Eppure non volevano credere alla mia storia. Ricordo anche di essermi arrabbiata perché ero dovuta tornare. Sapevo di essere guarita. I dottori rimasero impressionati scoprendo che il tumore era scomparso dopo un solo trattamento di chemioterapia. E anche quel trattamento mi fu applicato contro la mia volontà, dato che ero troppo piccola perché ascoltassero le mie proteste. E 37 anni dopo, sono ancora qui”.

Esiste un posto bellissimo-* Jeffrey Long*

*Nota: Jeffrey Long è un radiologo oncologico di riconosciuta fama,i cui interventi sono stati pubblicati su Newsweek e Wall street Journal. Ha lavorato ai vertici della INTERNATIONAL ASSOCIATION FOR NEAR DEATH STUDIES, ed è coinvolto attivamente nella ricerca sulle esperienze di pre- morte.