Angelo Ariel ci parla della salute e della malattia

Il significato profondo della nostra vita terrena nelle parole dell’Angelo Ariel. L’autrice del libro, con l’aiuto di una guida spirituale, è entrata in contatto con L’Angelo Ariel, e ha riportato il suo messaggio

Linda: Le malattie che colpiscono gli uomini sono dovute al fatto che non si comportano in conformità al piano universale concepito per loro?

Ariel: La malattia è un fenomeno molto complicato. In realtà, viene ampiamente fraintesa dalla gente. La malattia può essere un avviso: avviso che si sta vivendo lontano dalla verità, che si stanno ignorando sensazioni importanti, specialmente paura e stress. Ma la malattia può anche essere il peso che una persona DEVE portare. Ci sono malattie che vengono diagnosticate al fine di risvegliare una persona, per scuoterla, in modo che smetta di essere bloccata, imprigionata nelle sue paure, per destarla in senso spirituale alla parte più elevata della sua vita. Ci sono molti modi in cui l’ego può essere portato costretto a crescere, a condividere la luce della sua divinità. La paura della malattia e della morte sono spinte molto, molto potenti.

Linda: noi usiamo i termini guarigione alternativa o medicina alternativa quando ci riferiamo a metodi non tradizionali di cura. Vorrei sapere il tuo commento sul valore di questi approcci.

Ariel: in verità tutti gli approcci alla guarigione, di cui parli, sono alternativi! Ciascuno di essi consiste in un’alternativa al vero scopo e al vero modo di guarire. Per capire questa risposta è importante sapere che cosa significa essere curato e guarito. Tutte le malattie, o disarmonia del corpo, della mente, dei sentimenti o dello spirito umano, sono semplicemente manifestazioni di quanto l’essere umano sia limitato nel suo connettersi all’unità dell’universo in cui vive. Tutte le malattie sono manifestazioni del modo con cui all’idea di “separazione” che gli esseri umani insistono ad avere ,è stato permesso di estendersi troppo e di assumere in tal modo un’importanza tale, da riuscire ad isolare la persona dalla vera fonte da cui questa ha avuto origine. Dalla vera fonte, dalla vera origine, dall’armonia e dalla connessione all’unità di questo universo e alla sua energia. Bisogna capire bene che ogni guarigione avviene all’interno dell’individuo: tutte le guarigioni, di qualsiasi tipo siano, sono quelle che voi definireste “autoguarigioni”. Ognuna di esse è, a modo suo, utile agli esseri umani. Ecco perché sono state create. Talvolta, quando l’individuo è rimasto distante dalla sua” fonte” per molto tempo, la disarmonia o malattia si manifesta nel corpo fisico o nella sfera dei sentimenti al punto che si rende necessario un intervento, un aiuto esterno. In verità tutti gli interventi sono un supporto all’autoguarigione. 

Tutti gli interventi, siano essi di ciò che chiamate medicina tradizionale o di ciò che chiamate medicina alternativa o persino di ciò che chiamate forme spirituali di guarigione, sono semplicemente strumenti che permettono alla persona di riattivare la sua capacità di auto guarire. Anche quando un chirurgo rimuove qualcosa dal corpo compie semplicemente atti meccanici, atti che sono di per sé grandi prodigi e in alcuni casi grandi misteri persino per i chirurghi stessi. Ma in ultima istanza è la persona che guarisce che utilizza il sostegno offertole, la persona nel cui corpo l’anima manifesta la capacità di unire i tessuti, i muscoli incisi da un bisturi chirurgico. Quanto più il metodo di cura facilita la naturale unione con l’armonia dell’anima e la connessione all’unità, tanto più aiuterà la persona nella sua autoguarigione!! Ogni uomo presenta una naturale affinità, o apertura, per determinati metodi di cura. Ogni metodo cura e fornisce una tecnica che funge da sostegno per determinati uomini. Di conseguenza, in questo meraviglioso mosaico di vita c’è un approccio curativo, un supporto, uno strumento per ogni tipo di persona. Quello che funziona per una, potrebbe non funzionare per l’altra, ma in ogni caso la parte più importante della guarigione al luogo, non a livello superficiale, dove i sintomi si manifestano, ma a livello più profondo in cui la fonte del problema viene eliminata.

E questo può succedere solo nel profondo di un individuo. Avete visto fin troppo spesso come ha origine la malattia. Questa può essere sradicata dal più complesso degli interventi della scienza medica, per ricomparire dopo un periodo di ciò che chiamate tempo. Il sintomo è stato curato, ma il vero problema non è stato affrontato nell’ambito della procedura medica! Analogamente, nel mondo della medicina che definite alternativa, i sintomi talvolta scompaiono ma il problema sottostante rimane, dopo un po’ di tempo per tanto, questi riappaiono. Quanto più l’approccio terapeutico combina il trattamento di un sintomo visibile che compromette l’armonia della vita della persona con il riequilibrio della vera natura di quest’ultima e del suo legame spirituale, tanto più si saprà trovare una soluzione definitiva al problema, consentendo una vera e permanente” autoguarigione”.

Linda: Puoi commentare la donazione di organi e l’effettuazione di trapianti, ad esempio, di cuore, reni e polmoni?

Ariel: Queste operazioni fanno sempre parte delle alternative di cui abbiamo parlato. Ci sono vie estremamente sorprendenti e significative per eliminare i sintomi della disarmonia o malattia che dimorano nell’anima nel momento in cui questa si manifesta attraverso il mezzo fisico chiamato corpo. Ma si tratta ancora una volta di metodi usati per riparare temporaneamente il danno arrecato alla vera malattia che si trova all’interno della persona. Tali procedure danno all’anima più tempo per correggere e guarire i suoi reali problemi.
Talora, quando una persona ha un infarto quasi letale o “vede la morte in faccia” perché non si riesce a trovare un donatore di organi, può accadere che si attivino potenti risorse capaci di risolvere il vero problema del malato.

E quindi miracolosamente, o almeno così voi pensate, si trova un donatore.
L’anima non è mai uguale a se stessa. In queste situazioni estreme, essa viene spesso indotta a sfruttare tutte le sue risorse. Si tratta di un momento di grande riflessione interiore, spesso di grande crescita, unione spirituale e connessione all’unità. E, talvolta, il fatto di rendersi conto in modo tangibile della propria mortalità, rappresenta per il malato il catalizzatore dell’energia che porta alla sua guarigione totale a livello di anima.
L’organo donato permette semplicemente al corpo fisico di continuare a serbare l’anima durante il suo viaggio sulla terra per un periodo di tempo in cui la reale, profonda, profondissima guarigione spirituale interiore può verificarsi pienamente.

Linda: Quando qualcuno riceve un organo importante durante un trapianto, ad esempio il cuore o i reni, può ricevere anche alcune caratteristiche fisiche o alcune caratteristiche della personalità del donatore, magari grazie alla memoria cellulare?

Ariel: si, questo succede. Non solo, quanto accade durante i trapianti assomiglia molto a quello che cerchiamo di descrivere nel processo di morte. Se ti ricordi, nel primo processo di morte esiste una connessione col corpo fisico, una connessione con la vibrazione fisica con cui l’anima ha vissuto. Questa connessione viene alimentata dalla vita delle cellule stesse, che contengono ciò che voi chiamereste impronta, o un disegno, dell’essenza di molte caratteristiche assunte dal corpo di quella determinata anima.

Anche se l’anima si è distaccata dal corpo fisico, la vita di quell’organo, tessuto o cellula che viene trapiantato per aiutarli a vivere un’altra anima in un altro corpo può spesso portare a quelli che definireste fenomeni transitori o temporanei, cioè a fenomeni più strettamente associati con le preferenze dell’ego ( simpatie, antipatie o comportamenti tipici). Non è una fusione, non si tratta di un’acquisizione dell’essenza di un’anima o di una parte di essa, da parte di un’altra, perché questo non può accadere! Ma avete visto voi stessi le reazioni di coloro che hanno subito questi trapianti: provano simpatie e antipatie come faceva il donatore perché l’espressione dell’ego di quest’ultimo può manifestarsi nell’arco di ventiquattr’ore nell’organo donato.

Linda: Se la gente imparasse a non aver paura della morte sapendo che questa non è una fine ma un passo in avanti, forse non sentirebbe il bisogno di spendere milioni per interventi medici nelle ultime settimane di vita tentando di strappare un altro giorno di vita. Sei d’accordo?

Ariel: La persona che spende molti soldi dando magari fondo ai risparmi di una vita tentando di tenere in vita un malato per una settimana in più, o un mese in più, o un anno in più, può agire in perfetto accordo con le sue esperienze. Quella particolare anima che agisce in grande verità e perfetta armonia, cerca di fare esattamente ciò che è guidato a fare da Dio stesso. Non sottovalutatene il valore. Siate cauti perché non si può banalizzare la morte. La morte non è un’opzione mirata a placare o a soddisfare le preferenze dell’ego. Non guardate alla vita come a un abito che l’anima indossa. Se non vi piace più come vi sta un abito, lo cambiate con un altro che vi piace di più. C’è chi crede che la reincarnazione sia come indossare un vestito, e quindi si ritiene  di non avere un bell’aspetto o di aver ricevuto un corpo inadeguato, o ancora di vive in una situazione indesiderabile, magari di povertà, basti suicidarsi sperando di tornare sulla terra in circostanze migliori. Ciò accade alle persone non ancora spiritualmente evolute.

(Steven J. Thayer, Linda Sue Nathanson  –  Rivelazioni di un angelo)