VOCI DALL’ALDILA’ – LA METAFONIA :
Riccardo di Napoli è un ricercatore del paranormale ormai da 25 anni, poco meno della metà della sua esistenza, una vita non facile iniziata una sessantina d’anni fa in quella Liguria dove ancora oggi vive, e che ama profondamente.
Per via del mare, mi dico, mentre lo incontro nella quiete di una spiaggia autunnale, ormai sgombra da sdraio e ombrelloni.
Riccardo adora il mare. Il mare e la sua voce, proprio questa è la parola chiave nella vita di Riccardo: voce. O meglio, voci. Che sembrano essere ovunque e in nessun luogo, che puoi sentire solo se le sai ascoltare, con gli strumenti e la fiducia necessari. Riccardo si occupa di metafonia, la disciplina che studia le cosiddette “voce dei defunti”.
“Loro cercano di continuo di comunicare con noi…”, mi dice, “e se non li sentiamo è quasi sempre perché non vogliamo, per impazienza, o per scetticismo e paura, che spesso sono la stessa cosa chiamata con nomi diversi.“
Il padre di Riccardo morì quando lui aveva solo cinque anni la madre dovette farsi carico di tutta la famiglia, compreso un fratellino nato cerebroleso è andatosene a poco più di vent’anni. È il 1987 quando anche la madre di Riccardo viene a mancare, provata da una grave malattia, forse dovuta a una vita troppo faticosa. È in quel momento che lui, di fronte al vuoto lasciato dalla donna a cui era attaccatissimo, decide che vuole in qualche modo ritrovarla. Non accetta che la morte possa cancellare tutto, come non accetta che un cielo così crudele, tante volte bestemmiato, si sia portato via anche lei. Non accetta, e si mette in ascolto, dopo aver letto di sperimentazioni fatte all’estero con i comuni strumenti di sintonizzazione radio e di registrazione sonora.
La fisica ci insegna che così come il vuoto non è mai davvero vuoto, così il silenzio non è mai davvero privo di suoni. Semplicemente, non siamo in grado di percepirli nel nostro ambiente quotidiano. Ma se sgombriamo il campo da qualsiasi rumore, o se ci creiamo quelle che sono le comuni interferenze radio, ecco emergere qualcosa dal mare del silenzio che ci circonda, proprio come il guizzo di un pesce va a increspare la distesa d’acqua davanti a noi quel che emerse dalle prime ricerche di Riccardo fu proprio la voce della madre, che gli disse cose che solo lui e lei potevano sapere, una madre e un figlio uniti aldilà del tempo e dello spazio.
“Autosuggestione? …”, prosegue Riccardo. “È sempre la prima domanda che mi fanno. Ma quanto resta impresso sul nastro è un dato oggettivo. Non è una strana coincidenza che proprio mia madre si sia rivelata me. Era a lei che io pensavo, che in qualche modo chiamavo, e quando li chiamiamo apriamo in qualche modo un canale di comunicazione con loro. Io fin da ragazzo ho scoperto di avere una particolare sensibilità, dopo che ho vissuto un’esperienza fuori dal corpo. Ma in realtà tutti abbiamo quella sensibilità, basta crederci e avere fede.”
Fede, ecco la parola chiave per il Riccardo di oggi. Le bestemmie si sono mutate in preghiere, perché anche le difficoltà e i dolori della sua vita hanno trovato un senso parlando con la madre la dov’era ora, e con altre anime. Non è un caso se il laboratorio di ricerca da lui creato si chiama Laboratorio della Speranza. Il tutto senza nessun fine di lucro. Lo animano la passione per la ricerca, e il desiderio di aiutare le persone ad entrare in contatto con gli affetti che non ci sono più.
Domanda: “Come fanno gli spiriti dei defunti a parlare attraverso il registratore e la radio, visto che non hanno un corpo fisico?”
Risposta: “Io preferisco chiamarli entità con la E maiuscola. Per poter parlare attingono energia da qualsiasi fonte sonora come può essere il rumore bianco di una radio, o una musica, o la voce di uno speaker. In assenza di onde sonore portanti, cioè quando si registra con il solo registratore e in assoluto silenzio, fanno molta fatica, e nel 99% dei casi la loro voce risulta afona, bisbigliata, e i messaggi, quando ci sono, sono brevissimi. Se però non riescono a parlare per inesperienza, intervengono delle Entità Guida più esperte, per dargli aiuto. In parole povere, loro modulano a piacimento qualsiasi fonte sonora”.
Domanda: “Ma come si riconosce la voce di un proprio caro? Come si capisce che proprio quella?”
Risposta: “Spesso nel messaggio vi sono riferimenti ben precisi rivolti a chi ha posto la domanda. In un messaggio, una entità rivolgendosi alla moglie disse: “La voce, cara, non è la mia!”. Infatti la voce era dello speaker della radio estera, e l’Entità ne aveva modulato le parole, trasformandole in lingua italiana.
Possiamo riconoscere i nostri cari per delle cose che solo noi e loro conosciamo, per un modo di dire caratteristico o per un particolare intercalare, eccetera eccetera. Un consiglio: quando ci si sente preparati psicologicamente a tentare un contatto, bisogna provarci sempre lo stesso giorno della settimana e alla stessa ora, e non più di 3,4 minuti, in quanto io li ascolto porta via molto tempo. Pazienza, perseveranza, prudenza e molta umiltà alla fine vengono sempre premiate”.
Domanda:” C’è chi ha provato e riprovato a registrare, ma senza successo. Forse non tutti possiamo riuscire a registrare le voci dei nostri cari passati nell’aldilà, o forse le entità non rispondono tutti?”
Risposta: “E’ solo questione di tempo. Ma soprattutto bisognerebbe che le registrazioni fatte da chi dice di non sentire nulla venissero ascoltate da chi ha più esperienza, e non mi meraviglierei se quest’ultimo ci sentisse qualcosa. Voci difficilmente udibili, emesse con frequenze particolari, possono venir recepite o meno dal nostro orecchio.Ad esempio, c’è chi riesce a sentire molto distintamente il suono di un fischio lontano, ma magari per sentire la radio deve alzare il volume altrimenti non sente bene. E c’è chi invece sente molto bene la radio anche a basso volume, mentre un fischio lontano non riesce a sentirlo.”
Domanda: “Se leggo le tesi e le prove date da chi non crede, a dimostrazione del fatto che è semplicemente il nostro cervello a captare, rielaborare dei suoni emessi dalla radio, non posso fare a meno di avere dei dubbi. Ogni volta che ascoltiamo un suono il nostro cervello rielabora migliaia di volte ogni singola informazione finché trova un riscontro con le informazioni in nostro possesso. Una sorta di effetto pareidolico…come quello che ci fa vedere figure nelle forme caotiche delle nuvole”.
Risposta: “Ci sono persone che, anche se vedessero Cristo in carne e ossa, proprio di fronte a loro, magari direbbero lo stesso che si tratta di un ologramma. Io non voglio convincere nessuno. Io voglio solo riferire le mie esperienze, cercando di infondere un poco di serenità a chi si dispera per la mancanza fisica di un proprio caro.
Comunque, quando i non credenti dicono che il nostro cervello sente ciò che vuole sentire, posso dire che in alcuni casi è vero, specialmente quando si è in presenza di suoni o voci non nitide, ed è per questo che un serio sperimentatore deve sempre essere prudente e meticoloso nell’ascolto. Personalmente quando sento una parola poco chiara, che si presta a più interpretazioni, lascio perdere e vado avanti nell’ascolto. Ma quando invece, come spesso mi accaduto in questi 25 anni di registrazioni e sperimentazioni, si tratta di messaggi chiari e ben udibili, spesso con riferimenti precisi, magari per persone che al momento della registrazione non erano nemmeno presenti, come la mettiamo?”
Domanda: “Il CICAP (comitato Italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) spesso è molto intransigente e refrattario di fronte all’analisi di tali fenomeni. Forse perché chi si occupa di questo tipo di verifiche parte già con la convinzione che la maggior parte dei fenomeni sono bufale o invenzioni? Mi chiedo perché le Entità non possono inserirsi in registrazioni che queste persone stanno controllando o effettuando, e di mostrare loro che sono vive come noi, anche se è un altro tipo di vita.”
Risposta: “Ai comitati di controllo va riconosciuto il merito di smascherare gli imbroglioni che ci sono, ahimè, in questo ambito come in tanti altri settori. Per quanto riguarda la metafonia, ne hanno dette di tutti i colori: voci provenienti dall’etere, memoria cosmica, radio faro, radio amatori, serbatoio cosmico… Tra l’altro non hanno mai assistito alle sperimentazione di Marcello Bacci di Grosseto, noto in tutto il mondo in quanto riceveva le voci in diretta dalla radio, alla quale a volte venivano addirittura tolte alcune valvole.
Che ne sanno di cosa accade veramente, se non hanno avuto modo di assistere direttamente a quel fenomeno? Io ho avuto il piacere di assistere personalmente a molte delle sperimentazioni di Bacci e garantisco che le voci uscivano direttamente dalla radio.
Alle sperimentazioni di Bacci hanno oltretutto assistito anche diversi studiosi ma senza che il loro giudizio venisse falsato a priori da stupidi preconcetti: Paolo Presi, Daniele Gullà, Giuseppe Lenzi. Le Entità e il mondo spirituale non cedono ai ricatti di nessuno, specialmente se le persone sono in malafede e prevenute, facendo di tutta l’erba un fascio e pensando che tutti siano imbroglioni. I comitati non ammetteranno mai che il fenomeno voci è, a tutt’oggi, un fenomeno reale. Che la scienza, però, non è al momento in grado di spiegare.”
Domanda: “Ho appena finito di ascoltare le tue registrazioni audio. Mi ha sorpreso la chiarezza e la forza con cui vengono dette le frasi. Non so se usi anche degli strumenti per pulire le voci di renderle più nitide, ma si capisce quasi sempre molto bene ciò che dicono.”
Risposta: “Con il passare degli anni la qualità dell’audio delle voci è migliorata notevolmente, come se con il tempo si riuscisse ad accordare un qualcosa, tra le voci delle entità, l’energia che usano e trasformano per farsi sentire, e gli strumenti tecnologici che noi utilizziamo per aiutarli a rendere la cosa possibile.
Le voci spesso arrivano con chiarezza inequivocabile, ma a volte tendono ad essere coperte da fruscii e rumori di fondo, che con appositi software, si possono in parte pulire e filtrare, per renderle meglio udibili a chi non ha ancora un orecchio allenato. Certamente molto dipende dall’energia che essi hanno a disposizione e dal nostro stato d’animo, ma non vi è una regola fissa, almeno per ora. Il contenuto dei messaggi varia anche a seconda del grado di evoluzione delle entità comunicante.
Una considerazione: ho notato che quando si fanno domande NON di carattere personale ma di interesse comune e di insegnamento per tutti, come ad esempio sul loro nuovo modo di vivere, o ciò che hanno provato al momento del trapasso, le Entità rispondono con dovizia di dettagli e più volentieri.”
Indagine sull’aldilà , vita oltre la vita – Ade Capone