PREMORTE E CONDIVISIONE

Gli scettici sostengono che le esperienze di premorte sono solo una manifestazione del cattivo funzionamento del cervello al momento della morte.  E se una persona vive tale esperienza pur non trovandosi alla fine della propria vita? Se ha un’esperienza fuori dal corpo, vede parenti defunti, sale lungo un tunnel metafisico e assiste alla revisione di una vita pur non essendo in punto di morte? Che cosa significa essere perfettamente sani e fare esperienze di queste cose?È possibile che la memoria si conservi al di fuori del corpo? Se la risposta è sì, possiamo raggiungerla attraverso le esperienze di morte condivisa? Filosofi e scienziati si chiedono da tempo se la memoria esista al di fuori del corpo fisico. La mia ricerca indica che le esperienze di morte condivisa potrebbero essere uno dei modi con cui si ha accesso a questi dati. In molte esperienze di questo tipo il testimone afferma di aver visto porzioni della vita del morente delle quali non avrebbe mai potuto essere a conoscenza.

Questa è una delle tante complesse storie di morte condivisa che ho raccolto negli anni. L’uomo, Eduardo, stava assistendo la madre nei suoi ultimi giorni. Con lui c’era anche la sorella e quando avevano bisogno di un aiuto extra i loro vicini offrivano il loro tempo per sostenerli in ogni modo possibile.

“Mia madre era molto rispettata nella comunità” disse Eduardo. “Si occupava delle persone bisognose tramite la Chiesa. Lei non ne parlava, ma tutti sapevano che dedicava molto tempo agli altri. Il giorno in cui morì fu una giornata terribile. Sapevo che sarebbe morta di li a poco e mi sedetti sul bordo del letto per starle vicino. Con grande stupore lei si mise a sedere diritta e mi abbracciò. Aveva gli occhi come perle di luce chiara ed era perfettamente padrona di sé, a differenza degli ultimi giorni. Mentre la stringevo, un globo di luce brillante si formò intorno a noi. Se dovessi dire quant’era grande, direi che il globo era ampio all’incirca 2 metri. Racchiudeva interamente mia madre e me e notai che i mobili, le pareti e tutto ciò che era nella stanza appariva distorto, come se lo stessimo osservando attraverso una goccia d’acqua. Apparentemente mia madre intuì che volevo chiederle qualcosa della mia infanzia, perché immagini tridimensionali iniziarono a cadere sul globo. Erano scene della mia infanzia e chiarirono il mistero in cui era avvolto per me questo periodo della mia vita che erano troppo personali per essere rivelati, ma mi fecero capire che sono. Mia madre iniziò ad allontanarsi. Era come se si trovasse a decine di metri in fondo al tunnel, ma allo stesso tempo fosse anche con me. Mentre ciò avveniva vidi scene della mia vita, inclusa la mia nascita. Vidi anche episodi della sua vita, eventi che la tormentarono durante la sua infanzia di cui io non ero a conoscenza. Potevo anche percepire i suoi pensieri in seguito a tali eventi, e il modo in cui si era adattata, utilizzando ciò che di negativo le era successo per diventare il tipo di persona che era. Riuscivo a capire come il suo modo di essere fosse penetrato nella mia vita apportando effetti assolutamente benefici sul mio carattere.Ciò può sembrare incredibile, ma Cristo era con noi nel globo. Non potevo vedere la sua figura umana, ma sapevo che lui era lì nella luce intensa che ci accompagnava. La sua attenzione era per mia madre, ma parlò anche a me. Di fatto, ebbi con lui uno scambio d’opinioni molto divertente, che modificò la natura del mio rapporto con Dio. Cristo era lì per assistere mia madre facendole vedere scene della sua vita e per aiutarla a capirle. Quando mia madre morì sentii che il suo corpo si abbandonava e l’energia usciva da lei. In quel momento il globo svanì e io mi ritrovai nuovamente nella realtà di questo mondo, che non considero più la realtà. La realtà era il mondo che trovai all’interno del globo. Per una qualche ragione Dio mi concesse di arrivare alle porte del paradiso con mia madre”.Edoardo si sentiva onorato di aver vissuto quell’esperienza, e si vedeva. Sua moglie, che era con lui mentre mi raccontava l’accaduto, mi disse che l’esperienza di morte condivisa aveva fatto uscire il marito dal suo guscio. In effetti durante il funerale la gente credette che Eduardo avesse avuto un crollo nervoso, perché il suo carattere cupo era stato sostituito da un atteggiamento aperto e amabile. Ciò nonostante non disse nulla a nessuno, tranne che alla sorella e alla moglie, di ciò che era capitato al capezzale della madre. L’esperienza di morte condivisa fu straordinaria, disse Eduardo, perché lo mise in contatto con il proprio lato spirituale, che non aveva mai preso in considerazione fino al momento della morte della madre. Gli chiari’ anche un altro punto : che è possibile intraprendere un viaggio nell’eternità senza essere necessariamente morti.

Raymond Moody* – Schegge di Eternità

Raymond Moody*, medico e psicologo americano, è il massimo esperto nei cosiddetti fenomeni di premorte su cui ha raccolto e analizzato migliaia di testimonianze. Ha scritto saggi e libri di enorme successo in tutto il mondo. 

“Le esperienze di morte condivisa mi hanno insegnato che trovarsi in uno stato di premorte può anche significare la morte di altri. Vi è qualcosa nello stato di chi si trova in presenza della morte (non necessariamente la propria) che può aprire un portale verso un mondo superiore, un mondo che i morenti possono aprire per coloro che continueranno a vivere. Studiando le esperienze di morte condivisa i testimoni affermano, ad esempio, che “una finestra si aprì e vidi il paradiso”, oppure che “la stanza sembrò cambiare forma e potei seguire mia madre nell’altro mondo”, o ancora che “fu come se si aprisse una porta e io potei entrare con mia moglie”. Persone perfettamente lucide vedono questo portale verso l’altro mondo e sono in grado di comunicare con il divino attraverso di esso.”

Raymond Moody-

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