L’Angelo Custode Assegnato dalla nascita :
A ognuno di noi alla nascita viene assegnato l’Angelo custode. Ogni essere umano, indipendentemente dalla propria razza, credenze, livello sociale, aspetto o dimensione, ha il privilegio di avere al proprio lato un Angelo che lo accompagnerà per tutta la vita.
È con noi tutto il tempo, ovunque andiamo e indipendentemente da quello che facciamo. È stato con noi dall’inizio e con tutta sicurezza ci siamo incontrati con lui quando abbiamo deciso di venire su questo mondo con il corpo e con le qualità umane di cui oggi godiamo e soffriamo. Sebbene sia certo che in alcune occasioni, per i nostri occhi umani, l’Angelo custode sembri essersi allontanato da noi, lo è anche il fatto che tutti noi abbiamo avuto dei successi durante i quali la loro presenza era indiscutibile. Chi non ha messo in pericolo la propria vita almeno una volta in modo irresponsabile e spericolato? Chi non ha mai sentito, in un momento cruciale, qualcuno o qualcosa, qualche forza invisibile, che è intervenuto salvandolo da un pericolo che avrebbe potuto causare la sua morte o almeno dei danni fisici? Quale automobilista non ha sperimentato, almeno una volta, la sensazione che qualcuno lo abbia avvisato, richiamando prontamente la sua attenzione e abbozzando i suoi sensi al momento giusto? Tutti abbiamo iniziato almeno una volta qualcosa con la profonda sensazione che fosse un errore, per poi renderci conto in seguito, che effettivamente, se avessimo continuato, le conseguenze sarebbero state disastrose. Si presume che ci sono delle epoche nella vita di tutti gli individui durante la quale gli Angeli custodi devono sforzarsi al massimo e anche ricorrere all’aiuto di altri Angeli: una di queste è intorno ai due anni, epoca durante la quale il bambino, che è in grado di muoversi da solo, si dedica all’esplorazione del mondo che lo circonda, e l’altra è l’adolescenza, durante la quale un impulso simile, ma di un altro livello, ci fa disprezzare totalmente i pericoli che fronteggiamo. Prima di raggiungere l’età scolare, i bambini percepiscono gli Angeli molto più chiaramente delle persone adulte e, allo stesso modo, percepiscono tutta un’ampia serie di Esseri incorporei. Spesso, essi adottano la forma di bambini, e così condividono i giochi e le risate. Altre volte, li vedono sotto le spoglie di giovani di notevole bellezza. In più, indipendentemente da questa circostanza, tutto sembra indicare che gli esseri Angelici abbiano una certa preferenza per i bambini.
Il dottor Lee racconta di come due figli piccoli di un povero contadino furono lasciati a giocare mentre i loro genitori si occupavano della raccolta nei campi. I bambini, ansiosi di correre nel bosco, si allontanarono parecchio dalla casa senza più riuscire a trovare la via di ritorno. Quando i genitori, stanchi, ritornarono a casa al tramonto, notarono la loro assenza e, dopo averli cercati senza risultati nelle case vicine, mandarono i braccianti a cercarli in direzioni diverse. Tuttavia la ricerca risultò inutile e tutti tornarono a casa con aria afflitta. Ben presto, in lontananza videro una luce che si muoveva lentamente attraverso i campi che confinava con la strada. La luce era sferica e aveva un bel colore dorato. I genitori e i loro aiutanti accorsero immediatamente e all’arrivo videro i bambini, mentre la luce era completamente svanita. I piccoli raccontarono di come si erano persi nel bosco e, dopo aver pianto e chiesto aiuto, si addormentarono ai piedi di un albero. Poi, secondo loro, li svegliò una bellissima signora che aveva una lampada con se, li prese per mano e li stava portando a casa quando arrivarono i loro genitori. Per quanto i bambini non facessero che chiedere, l’apparizione non faceva altro che sorridere, senza mai dire una parola. I piccoli mostrarono una tale convinzione nel raccontare la loro storia che non ci fu modo di mettere in dubbio la loro fede in ciò che avevano visto. Anche se tutti i presenti avevano visto la luce e avevano potuto distinguere gli alberi e le piante illuminate dal fascio di luce, solo i bambini percepirono l’apparizione angelica.
Il seguente racconto è della signora Jovita Zapien, che sentì la voce del suo Angelo custode la prima volta da bambina e lo vide solo una volta da grande. “ La mia prima esperienza con gli Angeli fu tanto tempo fa. Allora avevo sette anni ed ero la terza di sette fratelli. Vivevamo in una casa abbastanza grande che aveva una specie di bottega dove erano accatastate diverse macchine appartenute a una tipografia. Di solito noi non entravamo mai lì dentro, ma un giorno che mia madre era andata a far visita a mia nonna lasciandoci soli e chiusi a chiave in casa, una delle mie sorelle venne in mente di appendere un estremo dell’amaca alla maniglia della porta e l’altro estremo a un ferro che fuoriusciva da una di quelle macchine. Così costrui’ una sorta di altalena. Verificò che fosse sicura, salendo sull’altalena un momento, e poi a turno salimmo tutti. Visto che i miei fratelli più piccoli piangevano, decisi di cedere loro il mio posto e fare l’ altalena per ultima. Quando finalmente arrivò il mio turno e cominciai a dondolare, successe qualcosa di inaspettato. In sostanza quella macchina era in un equilibrio molto precario, così cadde e io vi rimasi intrappolata sotto. Uno dei ferri mi aveva attraversato il muscolo e il sangue scorreva a fiotti. Persi la vista e non sentivo nessun dolore, solo un calore molto intenso e una sensazione di rilassatezza e abbandono. Sentivo gridare le mie sorelle maggiori e piangere i più piccoli, ma non m’importava nulla, mi sentivo come assente, indifferente a tutto. Poi sentii una voce che in tutta chiarezza mi ordinava di muovermi e rimanere sveglia. Obbedì e mentre le mie sorelle sollevavano in qualche modo quella pesante macchina, i più piccoli mi tirarono fuori. Trascinandomi, mi portarono fino al letto e lì rimasi finché non tornò mia madre. La ferita al muscolo tardò molto tempo a guarire, però alla fine la mia facoltà motoria non venne compromessa, tanto che arrivai persino a vincere dei primi in gare atletiche. Nessuno capì mai come delle bambine riuscirono a sollevare quella macchina, il cui peso era di più di 2 t, e a tirarmi fuori da lì sotto. Quando molti anni dopo portarono via la macchina in questione, notai che un gruppo di uomini riusciva a malapena a muoverla e fu necessaria una gru per spostarla. Così, in quell’occasione non vidi l’Angelo ma sentii perfettamente la sua voce e soprattutto fui cosciente del suo enorme aiuto. In seguito sono tornata a sentire la sua voce, sempre in momenti molto delicati e critici della mia vita, ma solo una volta l’ho visto. Erano già cinque mesi che avevo perso mia figlia di un mese. Morì all’improvviso, nella culla. Il fatto mi colpì talmente che nemmeno una delle tante cure che avevo seguito riuscirono a ridarmi il gusto per la vita. Tornai al lavoro e alla mia vita precedente ma niente aveva più senso per me. Passavo le ore piangendo. Mi chiedevo in continuazione che cosa avessi fatto io per meritarmi questo. Avevo i nervi a pezzi e soffrivo di insonnia. Mi svegliavo alle due o alle tre della mattina senza riuscire a conciliare nuovamente il sonno, tormentandomi con le solite domande.
In una di quelle notti lubrichi, apparve alla finestra, fuori, ( non avevo tende), aveva l’aspetto di un uomo di trent’anni, con capelli lunghi, barba, il viso ovale e lo sguardo dolcissimo. Non appena lo guardai sentii tutta la mia amarezza e la disgrazia diminuire, lasciando posto a un’enorme sensazione di tranquillità e benessere. Mi parlò da fuori attraverso il vetro, mi disse che non dovevo soffrire più, che avevo già provato troppo dolore e angustia e che presto tutto sarebbe cambiato e sarei stata felice di nuovo. La differenza di temperatura aveva fatto appannare il vetro; eppure lo percepì chiaramente, poiché avvicinò molto il suo viso al vetro. Dopo pochi secondi sparì. Fui invasa da una pace e una felicità inspiegabili. Subito pensai che non poteva essere, che era tutto frutto della mia immaginazione e che sicuramente stavo diventando pazza. Uscii ad esaminare attentamente la finestra da fuori. Il gelo aveva appannato il vetro, tuttavia nel centro si distingueva una sagoma dove un momento prima c’era quell’essere. Toccai il vetro in quel punto e lo sentì inspiegabilmente caldo, mentre ai bordi e raggelato. Non c’erano dubbi, qualcuno era stato lì, qualcuno che con il suo sguardo e poche parole mostrò una nuova direzione alla mia vita. In effetti, da allora la mia situazione cambiò. L’insonnia e la depressione sparirono e la mia vita riprese un ritmo normale.”
David G.Walker (Gli Angeli possono cambiare la tua vita)