La reincarnazione e la regressione a vite precedenti
La Reincarnazione è una parola di origine latina che letteralmente significa “ritornare nella carne”. Alcuni teologi occidentali cercano di mettere in ridicolo l’idea della reincarnazione dicendo che si può ritornare sotto forma di zanzara o di scarafaggio. Ma non esiste alcuna PROVA che gli esseri umani ritornano se non sotto forma di esseri umani, come credono alcune sette orientali. Le informazioni trasmesse da alcune Intelligenze Superiori ci dicono che coloro che ritornano sulla Terra lo fanno soltanto sotto forma di esseri umani. Tali Intelligenze affermano che non c’è NESSUN passaggio di specie e che le evolute vibrazioni umane non possono regredire fino a quelle di specie inferiori. Oggi, la prova obiettiva a favore della reincarnazione proviene dalla regressione a vite precedenti, dal ricordo spontaneo di esistenze precedenti, dalla trasmissione di informazioni dall’Aldilà, dalla teosofia, da Edgar Cayce e dalla recente trascrizione di alcuni testi in sanscrito. Tuttavia, per rimanere in linea con l’impronta scientifica , ci si concentrerà sulla regressione a vite precedenti e sul ricordo spontaneo di esistenze precedenti. Alcuni di coloro che non accettano l’ipotesi della reincarnazione sostengono che le prove esistenti possono essere spiegate con la possessione o l’influenza spiritica.
Lo scopo di questi fatti non è quello di sostenere o meno la tesi della reincarnazione bensì semplicemente quello di presentare delle prove sorprendenti. Tuttavia, a prescindere dal fatto che si propenda per la tesi della reincarnazione o per quella della possessione spiritica, in ogni caso ci troviamo di fronte a prove che supportano con vigore la teoria della vita dopo la morte.
LA REGRESSIONE A VITE PRECEDENTI ( Brian Weiss è testimone di questi fatti) :La regressione a vite precedenti consiste semplicemente nel porre una persona sotto ipnosi e chiederle di ritornare fino all’infanzia e oltre, fino a prima che nascesse. In molti casi la persona comincia a parlare di una o più vite precedenti, del modo in cui è avvenuta la sua morte e del periodo intercorso tra le vite, compresa la pianificazione della vita attuale. La ragione principale per cui almeno alcune di queste affermazioni devono essere considerate prove è la seguente:
• Spesso la regressione porta alla cura di un malessere fisico
• in alcuni casi la persona sottoposta a regressione inizia a parlare in una lingua straniera mai imparata
• in alcuni casi la persona sottoposta a regressione ricorda dettagli sorprendentemente accurati che, sottoposti a verifica, vengono confermati da storici altamente qualificati.
• l’intensità emotiva dell’esperienza è tale da vincere lo scetticismo di molti psichiatri abituati ad avere a che fare con le fantasie e le regressioni immaginarie
• in alcuni casi la presunta causa di morte della vita precedente è comprovata nella vita attuale dalla presenza di un segno di nascita. Già intorno al 1950, la regressione a vite precedenti, grazie alla sua efficacia, venne accettata da alcuni medici che erano stati completamente scettici.
Ecco cosa scrisse il Dott. Alexander Cannon:
“Per diversi anni la teoria della reincarnazione è stata un incubo per me e ho fatto del mio meglio per confutarla! Tuttavia, nel corso degli anni, un soggetto dietro l’altro mi ha raccontato la stessa storia nonostante le diverse convinzioni possedute dallo stesso allo stato cosciente. Adesso si è indagato su oltre un migliaio di casi e devo ammettere che esiste qualcosa come la reincarnazione” Il Dott. Gerald Netherton, cresciuto come Metodista fondamentalista, ha utilizzato con successo il metodo della regressione su 8.000 pazienti. Inizialmente era scettico, ma in seguito alla sua esperienza adesso è certo dell’efficacia della regressione a vite precedenti. I suoi pazienti, tra i quali ci sono anche preti e fisici, sono quasi sempre scettici all’inizio, ma questo non impedisce al metodo di funzionare.
Egli dice: “In seguito alla loro esperienza, molte persone se ne vanno credendo nella reincarnazione … Qual è la risposta logica? Che si è realmente verificata!” (citato da Fisher 1986: 65). Il Dott. Arthur Guirdham, uno psichiatra inglese, sostiene di essere stato scettico fin da quando, da bambino, veniva soprannominato “San Tommaso”. Ma dopo 44 anni di esperienza con l’ipnosi regressiva, egli afferma: “Se non credessi nella reincarnazione dopo tutte le prove che ho avuto, sarei mentalmente ritardato (citato da Fisher 1986: 65). La Dott.ssa Helen Wambach era scettica finché, nel 1975, intraprese uno studio approfondito sulla regressione a vite precedenti per scoprire una volta e per tutte se c’era una qualche verità dietro alla reincarnazione.
Conducendo un’analisi scientifica sulle vite precedenti riferite dai suoi 10.000 e più volontari, la Wambach si è imbattuta in prove schiaccianti a favore della reincarnazione:
• il 50,6 % delle vite precedenti riferite apparteneva a soggetti di sesso maschile e il restante
49,4 % a soggetti di sesso femminile esattamente in conformità con i fattori biologici.
• Il numero delle persone che riferiva di vite benestanti o agiate rientrava esattamente nelle proporzioni stimate dagli storici in materia di distribuzione tra le classi sociali per i periodi presi in considerazione.
• Il ricordo, da parte dei soggetti, del vestiario, delle calzature, del tipo di cibo e degli utensili usati era più accurato che nei libri di storia più diffusi. La Dott.ssa Wambach ha ripetutamente verificato che i suoi soggetti sapevano di più della maggior parte degli storici quando si recava da esperti
ignoti, immancabilmente scopriva che le affermazioni dei suoi soggetti erano corrette.
La sua conclusione è stata la seguente:
“Io non credo nella reincarnazione, Io so!! (che esiste)!” (Wambach 1978).
Peter Ramster: Nel corso della ricerca che ho condotto per anni, tra gli ipnoterapeuti in cui mi sono imbattuto, quello che mi ha più sorpreso, per la sua capacità di dimostrare come la regressione a vite precedenti sia connessa alla reincarnazione, è stato l’australiano Peter Ramster, psicologo ed ex scettico originario di Sydney. Le seguenti informazioni sono tratte dal suo importantissimo libro del 1990, In Search of Lives Past (Alla ricerca di vite passate), da un discorso che tenne il 27 marzo del 1994 all’Hotel Sheraton di Sydney in occasione della 9aConferenza Nazionale degli Ipnoterapeuti Australiani, e dai film che ha girato sulla reincarnazione. Nel 1983 Ramster produsse un sorprendente documentario televisivo nel quale quattro donne di Sydney, che non erano mai state all’estero, sotto ipnosi fornirono dettagli sulle loro vite precedenti. Quindi, accompagnate da una troupe televisiva e da testimoni indipendenti, esse furono portate all’altro capo del mondo. Uno dei soggetti si chiamava Gwen MacDonald, e prima della regressione era fermamente scettica. Si ricordò di una vita nel Somerset (quella di una ragazza di nome Rose Duncan, n.d.t.) risalente al periodo 1765-82. Molti dei ricordi della sua vita nel Somerset, che sarebbe stato impossibile tirar fuori da un libro di storia, furono confermati di fronte a testimoni quando la donna fu portata sul luogo:
• Quando fu portata con gli occhi bendati in quella parte del Somerset, la MacDonald fu perfettamente in grado di orientarsi sebbene non fosse mai uscita dall’Australia.
• Fu in grado di localizzare correttamente, in tre diverse direzioni, i villaggi che aveva conosciuto.
• Fu in grado di guidare la troupe televisiva molto meglio delle cartine stradali.
• Conosceva l’ubicazione di una cascata e il posto in cui si trovavano le pietre su cui camminare. Gli abitanti del luogo confermarono che le pietre erano state rimosse quarant’anni prima.
• Individuò un incrocio in cui era certa che ci fossero state cinque case. Delle indagini confermarono la correttezza delle sue affermazioni, rivelando che le case erano state abbattute trent’anni prima e che una delle case era costruita in legno di cedro proprio come sosteneva la MacDonald.
• Conosceva esattamente i nomi che avevano i villaggi 200 anni prima, anche quelli che non esistevano più sulle carte geografiche moderne e quelli i cui nomi erano stati modificati.
• Si scoprì che le persone che la MacDonald sosteneva di avere conosciuto erano esistite veramente – una era inserita negli archivi del reggimento di cui lei sosteneva di avere fatto parte.
• Conosceva in dettaglio le leggende locali, confermate, poi, dagli storici del Somerset.
• Utilizzava correttamente oscuri termini obsoleti della zona occidentale del paese, non più presenti nemmeno nei dizionari, come, ad esempio, il termine “tallet” che significa abbaino.
• Sapeva che gli abitanti del luogo chiamavano “San Michele” l’Abbazia di Glastonbury – un fatto che venne provato solo grazie a un oscuro testo risalente a 200 anni prima e non disponibile in Australia.
• Fu in grado di descrivere correttamente il modo in cui un gruppo di druidi si recava, secondo un percorso spiraleggiante, sulla Glastonbury Hill per celebrare il suo rito di primavera, un fatto sconosciuto alla maggior parte degli storici universitari.
• Sapeva che sul suolo dell’Abbazia di Glastonbury c’erano due piramidi che non esistono più da molto tempo.
• A Sydney descrisse correttamente delle sculture presenti in una casa sconosciuta che si trovava a 6 metri da un ruscello, in mezzo a cinque case distanti circa 2,5 chilometri dall’Abbazia di Glastonbury.
• A Sydney fu in grado di disegnare in maniera dettagliata l’interno della sua casa di Glastonbury, descrizione che si dimostrò assolutamente corretta.
• Descrisse una locanda che si trovava lungo la strada che portava a casa sua. Lì fu trovata.
• Fu in grado di guidare la troupe televisiva fino alla sua casa che oggi è un pollaio. Nessuno sapeva cosa ci fosse sul pavimento finché non venne pulito. Tuttavia, sul pavimento venne ritrovata la pietra che la MacDonald aveva disegnato a Sydney.
• Gli abitanti del luogo venivano ogni sera a chiederle informazioni sulla storia locale – lei conosceva le risposte a tutte le domande che le venivano fatte come, ad esempio, il fatto che il problema della zona era una grossa palude nella quale erano spariti parecchi capi di bestiame.
Cynthia Henderson, un altro soggetto di Peter Ramster, si ricordò di una vita vissuta durante la Rivoluzione Francese (quella di una ragazza aristocratica di nome Amélie de Cheville, n.d.t.). Mentre si trovava in trance:
• Parlava in francese senza alcun accento.
• Comprendeva le domande che le venivano poste in francese e vi rispondeva.
• Utilizzava il dialetto del tempo.
• Conosceva i nomi delle strade, anche quelli che erano cambiati e che fu possibile rintracciare solo su delle vecchie mappe.
Peter Ramster possiede molti altri casi documentati di regressioni a vite precedenti, i quali, in maniera molto chiara, costituiscono tecnicamente prove a supporto dell’esistenza dell’Aldilà.
RICORDI SPONTANEI DI VITE PRECEDENTI: Il caso internazionalmente noto di Shanti Devi è uno dei più spettacolari nella storia dei ricordi spontanei di vite precedenti. Si verificò in India nel 1930, molto tempo prima che il Dott. Stevenson iniziasse la sua ricerca. Tuttavia, egli riesaminò il caso in base alle abbondanti informazioni disponibili e dichiarò che Shanti Devi, sulla base dei suoi ricordi, fece almeno 24 affermazioni precise che furono confermate dai fatti (Reincarnation International, gennaio 1994, n. 1 Lon). Nel 1930, all’età di quattro anni, a Delhi, in India, Shanti Devi iniziò a menzionare alcuni dettagli riguardanti vestiti, cibo, persone, eventi e luoghi che sorpresero i suoi genitori. In breve, Shanti fece le seguenti affermazioni che furono in seguito confermate:
• si identificò come Lugdi, vissuta a Muttra, distante 128 chilometri da Delhi,
• parlava il dialetto di quella zona senza averlo mai imparato,
• sostenne di avere dato alla luce un bimbo che era morto dieci giorni dopo il parto, fatti che in seguito vennero confermati come realmente accaduti a Lugdi.
• quando fu portata a Muttra riconobbe il marito della vita precedente, Kedar Nath, e parlò con lui di molte delle cose che avevano fatto insieme nella vita passata,
• a Muttra, poco prima di arrivare nella casa in cui viveva, fu capace di identificare con precisione una gran quantità di luoghi,
• fu in grado di dire con precisione dove si trovavano i mobili quando viveva nella sua casa,
• sapeva che nella sua vita precedente aveva nascosto 150 rupie in un angolo nascosto di una stanza per tenerle al sicuro. Il marito della vita precedente, Kedar Nath, confermò che i soldi non si trovavano più in quel posto perché lui li aveva presi.
• identificò correttamente i genitori di Lugdi in mezzo a una grande quantità di persone.
Per le autorità il caso fu talmente impressionante, che, per indagare su di esso, venne istituito formalmente un comitato di personalità di rilievo, che comprendeva un importante uomo politico, un avvocato e il direttore responsabile di un quotidiano (Pandit Neki Ram Sahrms, Tara Chand Mathur e Lala Deshbandu Gupta). Il comitato giunse alla conclusione che Shanti conosceva cose che non avrebbe potuto apprendere né con l’inganno, né con la frode né in qualunque altro modo. Nessuno dei componenti del comitato conosceva Shanti né aveva avuto con lei contatti di alcun genere. Il verdetto definitivo stabilì, in termini molto chiari, che tutte le prove supportavano in maniera decisiva la reincarnazione. Il caso ebbe notorietà internazionale e attirò l’attenzione di moltissimi tra sociologi e scrittori. Ad esempio, negli anni ’50 del secolo scorso, lo scrittore svedese Sture Lonnerstrand si recò in India per incontrare Shanti Devi e continuare a indagare in prima persona sui fatti documentati. E anche lui giunse alla conclusione inconfutabile che il caso di reincarnazione di Shanti Devi costituisce una prova esauriente a favore della reincarnazione (Reincarnation International,gennaio 1994 n. 1 Lon).
Arthur Guirdham e la Signora Smith: Un caso verificatosi in Inghilterra, capace di convincere molti esperti compreso lo psichiatra Dott. Arthur Guirdham, fu quello della Signora Smith, una normalissima casalinga perfettamente sana di mente, che da anni soffriva di incubi tremendi nei quali sognava di essere bruciata sul rogo (Guirdham 1970). La Smith diede al Dott. Guirdham delle copie di disegni e di versi di canzoni che aveva scritto da bambina quando andava a scuola. Degli esperti di francese medievale confermarono che i versi erano scritti in lingua doc, l’idioma parlato nella Francia meridionale nei secoli XII e XIII. Non finì di stupire gli esperti con la sua conoscenza dei Catari di Tolosa che erano stati perseguitati dall’Inquisizione. Nel 1944 aveva ricostruito, parola per parola, delle canzoni che furono rinvenute negli archivi solo nel 1967; conosceva dettagli storici che vennero alla luce solo dopo indagini molto impegnative; conosceva, ad esempio:
• le figure rappresentate su vecchie monete francesi, alcuni pezzi di gioielleria e la struttura di alcuni edifici
• particolari esatti sulla famiglia e sulle relazioni sociali di persone che non erano presenti sui libri di testo e che, alla fine, furono rinvenuti negli archivi dell’Inquisizione
• che la cripta di una certa chiesa veniva usata per rinchiudere i prigionieri religiosi
• dettagli di riti e abiti religiosi.
Il Prof. Nellie, il più esimio conoscitore di quel periodo, rimase talmente colpito da dire a Guirdham che “si sarebbe allineato con la sua paziente”, ogni qual volta, in futuro, vi fossero state delle discrepanze tra la visione storica predominante e i ricordi di quest’ultima. In seguito, Guirdham scoprì molte altre persone di sua conoscenza che condividevano gli stessi ricordi, e documentò il tutto nel libro The Cathars and Reincarnation (I Catari e la reincarnazione). Pur essendo stato completamente scettico, tanto da essere soprannominato “San Tommaso”, mise in gioco la sua considerevole reputazione per istruire i suoi colleghi medici sulla “Reincarnazione e la Pratica della Medicina” (Guirdham 1969).
Victor Zammit-
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