La forza del Perdono e gli Angeli
Ciascun individuo è unico e perfetto. Tutti noi siamo chiamati a ricoprire un ruolo in questo mondo, un ruolo che nessuno può ricoprire in vece nostra. Ciò nonostante, ci ritroviamo spesso a sprecare la vita paragonandoci ai nostri simili. Può sembrare una scemenza ma, di fatto, rappresenta uno dei segni da cui può germogliare l’odio. Se non siamo consapevoli di questo meccanismo, il rancore potrebbe insinuarsi anche troppo facilmente nella nostra vita.
Dobbiamo pertanto sorvegliare con attenzione il nostro comportamento. Neutralizziamo l’istinto di reagire sferrando una controffensiva. Gli angeli mi hanno spiegato che cercare vendetta è sempre sbagliato, indipendentemente dalla gravità del torto subito. Dobbiamo lavorare sodo per cancellare l’odio della nostra vita. Tutto dipende dal nostro libero arbitrio. Nessuno può costringerci ad amare e nessuno può costringerci a odiare; possiamo scegliere e, per questo motivo, dobbiamo essere maggiormente consapevoli. L’odio e la vendetta ci inducono a sviluppare un circolo vizioso che possiamo spezzare solo diventando coscienti di ciò che proviamo, sostituendolo con la compassione per le persone chiamate in causa, ma anche per noi stessi. Poco tempo fa, dopo essermi seduta al tavolino di un caffè, notai che un gruppo di sei studenti aveva preso posto al tavolo accanto. Gli angeli che vi si erano radunati mi chiesero di ascoltare i discorsi dei ragazzi i quali, d’un tratto, presero a parlare di una ragazza nigeriana di nome Gloria, che però non era con loro. Dopo averle indirizzato una serie di epiteti alquanto irriverenti, si misero a fare dei commenti rivolto alla sua persona, che trasudavano perfidia e disprezzo.
Gli angeli mi spiegarono che il motivo principale alla base di quelle invettive era riconducibile alla straordinaria intelligenza e bellezza della giovane. Il secondo dipendeva dal fatto che era diversa da loro; questa forma di disprezzo scaturiva dall’ignoranza. Le creature celesti non si stancano mai di ripetermi quanto sia importante trattare le persone (piuttosto che interi gruppi o etnie) che non riusciamo a comprendere con amore e comprensione, evitando di dare giudizi affrettati come hanno fatto quei ragazzi, rifiutandosi di capire lo stile di vita e le tradizioni del paese di origine della giovane donna. Rifiutandosi di ascoltare e imparare, si sono lasciati sfuggire l’occasione di confrontarsi con studenti di altre nazionalità. Quell’episodio increscioso era associato alla nazionalità o forse anche a questioni di intolleranza razziale, ma avrebbe potuto essere riconducibile anche alla religione, all’orientamento sessuale, alla fede politica e a un’infinità di altri fattori che ci spingono a giudicare il prossimo.
La luce dell’Angelo custode in piedi alle spalle di una delle ragazze divenne più intensa, permettendomi così di scorgere la sua sagoma imponente. La creatura celeste era avvolta in una tunica azzurrina che emanava un bagliore luminoso. Le sue braccia cingevano la ragazza quasi a trasmetterle forza, mentre le rivolgeva uno sguardo carico di amorevole compassione ma anche di ansia. Si voltò a guardarmi per chiedermi di pregare affinché la sua protetta decidesse di dargli ascolto e di trovare il coraggio per fare ciò che era più giusto. D’un tratto uno dei ragazzi scrutò la giovane su cui vegliava l’Angelo custode e disse aspramente: “Tu la conosci, vi ho visti insieme. Come ti è venuto in mente di sprecare il tuo tempo con una…”. Partì una nuova raffica di insulti all’indirizzo di Gloria, e la ragazza si mise a piangere silenziosamente, senza profferire parola. Vidi gli angeli volteggiare con intensa frenesia intorno al tavolo, nel disperato tentativo di instillare nei loro cuori l’amore e la compassione affinché comprendessero che non si dovevano accanire contro di lei. Purtroppo tutti gli sforzi risultarono vani, poiché nessuno diede loro ascolto. Quel gruppo di giovani non smise per un solo istante di formulare commenti ingiuriosi su Gloria. La loro estrema crudeltà era accentuata dalla tipica sicurezza del branco, che sapeva di poter agire indisturbato grazie alla complicità dei singoli compari che si liberavano con fierezza dei loro sproloqui.
Rispetto all’amore, l’odio si genera molto più facilmente. Può crescere ed espandersi con estrema rapidità, innescando un circolo perverso. Se gli si dà modo di svilupparsi, l’amore e la compassione fanno molta fatica ad aprirsi un varco nei nostri cuori. Se gli permettiamo di insinuarsi nella nostra anima, l’amore verrà spodestato e segregato con maggiore forza dentro di noi. Sarà dunque meno probabile che riesca a manifestarsi. Nel volgere una manciata di minuti, quattro dei ragazzi uscirono dal locale; rimasero solo la ragazza e un altro giovane. Nessuno degli angeli si mosse dal tavolo a cui sedevano quei due. Restai a osservare la scena senza riuscire a capacitarmi dei motivi che avevano spinto le creature celesti a fermarsi. All’improvviso, il giovane guardò la ragazza e disse: “Quanto la conosci?”. Presumo che si aspettasse di sentirsi dire: “La conosco appena”. La ragazza lo fissò dritto negli occhi. Ricordo perfettamente che il suo angelo custode si erse in tutta la sua possenza, cingendole le spalle. La fanciulla si protese verso l’amico e, con uno sguardo addolorato disse con malcelata amarezza: “Gloria è la mia migliore amica e poco fa l’ho delusa”. Il giovane chinò il capo, come se d’un tratto avesse compreso di essersi reso complice di un comportamento sordido e deprecabile , quasi avesse udito tutti i messaggi che gli angeli avevano tentato disperatamente di comunicargli durante gli sproloqui del branco. Rimase seduto in silenzio, vergognandosi. La ragazza restò seduta accanto a lui per qualche minuto; anche lei era in preda allo sconforto, sia a causa del comportamento dei suoi amici sia per la sua incapacità di prendere le difese di Gloria. Il suo angelo custode si voltò verso di me, spiegandomi che aveva tentato in tutti i modi di infonderle il coraggio necessario per intervenire in difesa della mica. Mi disse inoltre che, se lo avesse fatto subito, sarebbe riuscita porre fine a quello sproloquio, impedendo alla spirale d’odio di crescere all’inverosimile, come purtroppo era accaduto.
Dobbiamo essere sempre pronti a intervenire ogni volta che qualcuno si ritrova bersagliato da commenti offensivi o malevoli. Abbiamo il dovere di impedire al rancore di svilupparsi in modo incontrollato. Questo principio vale per tutti. Anche la gelosia può fomentare l’odio e minare gran parte della gioia di vivere. Ricordo che in passato mi capitava di incrociare lungo la strada un signore che abitava in una grande casa poco distante dalla mia. Era ricchissimo e possedeva una sontuosa d’dimora, eppure, tutte le volte che lo incontravo, finiva immancabilmente per lamentarsi del cugino che aveva ereditato una piccola impresa da un loro zio. Sosteneva che in realtà il vero erede era lui, e che il cugino ne era entrato in possesso con l’inganno. Non lo sfiorava neppure lontanamente l’idea che lo zio avesse deciso di non cedergli l’attività per il semplice fatto che lui era pieno di soldi mentre suo cugino era povero in canna. L’uomo continuava imperterrito a denigrarlo. Non faceva altro che ripetere che lui e la famiglia erano dei buoni a nulla e che sarebbe stato ben contento di vedere fallire la ditta. Ogni volta che lo incontravo, scorgevo l’intenso bagliore del suo angelo custode che riversava su di lui un amore e una compassione incommensurabili nel vano tentativo di addolcire il suo cuore e di convincerlo a fare tabula rasa della gelosia e della amarezza che lo attanagliavano. Però quell’uomo non gli dava ascolto ed era sempre più roso dal rancore e ossessionato dalla faccenda del cugino, al punto che ormai non parlava di nient’altro. In alcuni momenti, il suo angelo custode faceva un gesto con le mani per cercare di scuoterlo, ma era tutto inutile. Nel corso degli anni ho incontrato moltissime persone divorate dalla gelosia. Spesso, la persona che la subisce non sospetta nulla, mentre colei che la prova è paralizzata dall’odio.
Dopo anni e anni, può capitare che la persona gelosa si renda improvvisamente conto di aver sprecato l’esistenza lasciandosi fagocitare dal risentimento. La gelosia non coinvolge solo gli individui, ma può benissimo sopraggiungere anche all’interno di un’organizzazione, di compagnie religiose o di una nazione. A volte può succedere che si insinui anche fra i membri di un organismo che ha il compito di aiutare chi è in difficoltà. Di recente, ho assistito personalmente a un’esplosione di gelosia da parte dei responsabili di un ente benefico, perché non tolleravano che qualcuno decidesse di erogare fondi anche ad altre organizzazioni che avevano abbracciato la stessa causa! Non mi sto riferendo alla rivalità. Sappiate, infatti, che la rivalità (purché sana) e la gelosia rappresentano due energie completamente diverse tra loro. La prima contribuisce a renderci più creativi, più recettivi, spronandoci a individuare nuove soluzioni per affinare le nostre capacità. Una sana rivalità ci aiuta ad agire in modo concreto, permettendoci di realizzare progetti destinati a migliorare la qualità della vita di tanta gente. Ci sprona a essere più ambiziosi e a potenziare i nostri talenti, al contrario della gelosia che ci svilisce. Il mondo sarebbe decisamente più vivibile se il rancore e l’invidia non dominassero incontrastati fra i governanti e le istituzioni. Fate in modo di impedire all’odio di insinuarsi nella vostra vita. Basta davvero poco per consentirgli di avere il sopravvento, magari una banale discussione con un superiore a causa di un permesso negato. A quel punto, la rabbia generata dall’umiliazione subita induce la persona a ripensare a tutti comportamenti negativi, tralasciando puntualmente quelli positivi, permettendo così al rancore di insinuarsi nella sua mente e di crescere sempre più. L’odio può essere alimentato dalla rabbia, una brutta abitudine alla quale indulgono molte persone e che può diventare uno stile di vita. Quando ci sforziamo di cancellare l’odio, quando ci mostriamo compassionevoli verso noi stessi e le persone nei confronti delle quali proviamo risentimento, cambiano molte cose, poiché iniziamo a scorgere i lati positivi della vita.
La forza del perdono è davvero immensa; se solo fossimo consapevoli del benessere che scaturisce ogni volta che perdoniamo noi stessi o gli altri, lo faremmo senza alcuna esitazione. L’unico modo per riuscirci consiste nel manifestare compassione e comprensione per noi e per i nostri simili. Me ne accorgo tutte le volte che una persona chiede scusa in modo sincero a un suo simile, e questi la perdona. La scorsa settimana mia figlia chiese scusa a una sua amica dopo un litigio. Nel preciso istante in cui pronunciò la parola “scusami”, vidi scaturire la forza dell’amore da entrambe le ragazze, per poi sollevarsi sopra di loro e inondarle di un sentimento puro. In quel momento, aveva raggiunto il massimo dell’intensità, benché la loro amicizia non fosse molto stretta. I loro angeli custodi si avvicinarono alle due ragazze, cingendole con le braccia quasi volessero avvolgerle in un cerchio protettivo. La luce delle Creature Celesti era divenuta più intensa, credo che lo abbiano fatto per celebrare e cementare il gesto del perdono. Quel giorno vidi che le due ragazze riuscirono a liberare una maggior quantità dell’amore racchiuso in loro. Questo accade tutte le volte che qualcuno chiede perdono in modo sincero e tutte le volte che qualcuno sceglie di perdonare.
Lorna Byrne – L’amore viene dal Cielo