La chiesa valdese, una luce nell’oscurità

I valdesi sono cristiani che appartengono alla famiglia delle chiese che seguirono la Riforma cinquecentesca, anche se i valdesi hanno una storia molto più antica.

I Valdesi prendono il nome da quello di un ricco mercante di Lione, Valdo, che si spogliò dei suoi beni terreni intorno all’anno 1170 e scelse di vivere come gli apostoli, predicando il Vangelo. Nasce così il movimento dei Poveri di Lione, che promuove il pauperismo, rifiuta la violenza e il compromesso con il potere, scegliendo di obbedire solo alla Bibbia e sfidando una delle autorità fondamentali della Chiesa: il vescovo. Dopo essere stato scomunicato dalla chiesa romana, il movimento si sciolse e rimase clandestino per oltre tre secoli.

I “Poveri di Lione”, come venivano chiamati Valdo e i suoi seguaci, furono uno dei numerosi movimenti che sorsero nel corso del Medioevo e che predicavano il ritorno della chiesa alla povertà degli apostoli e l’abbandono della politica e delle altre occupazioni temporali a cui erano dediti i papi dell’epoca.

Come molti movimenti simili, i “Poveri di Lione” furono inizialmente tollerati dalle gerarchie ecclesiastiche, anche se furono sempre guardati con sospetto, al punto che il vescovo di Lione ordinò la loro espulsione perché, a quanto sosteneva, Valdo permetteva anche alle donne di predicare. Dopo la morte del fondatore, nei primi anni del Duecento, il sospetto si tramutò in persecuzione. Alcune comunità di seguaci di Valdo si rifugiarono nelle valli piemontesi, dove trovarono una temporanea salvezza, mentre altre fuggirono a Sud (un grosso gruppo ad esempio arrivò fino in Calabria).

Per alcuni secoli i valdesi riuscirono a sopravvivere senza subire le vaste e devastanti persecuzioni che avevano colpito movimenti simili, come i catari della Francia meridionale, che furono sterminati durante una crociata nel Tredicesimo secolo. Ma nella seconda metà del Cinquecento, con l’arrivo in Italia della Riforma Protestante e l’adozione dei dogmi del religioso francese Giovanni Calvino, iniziò da parte della Chiesa Cattolica una nuova e violentissima fase di persecuzioni che sarebbe durata per più di due secoli. Migliaia di valdesi furono uccisi, le comunità che si erano stabilite al Sud, come quella di Guardia Piemontese, vicino Cosenza, furono distrutte, mentre le valli piemontesi furono oggetto di vere e proprie spedizioni militari guidate dai duchi di casa Savoia. Le persecuzioni finirono soltanto nel Settecento, ma ci volle un altro secolo ancora perché ai valdesi venissero riconosciuti i diritti civili e politici.

Nel giugno 2015 Papa Francesco ha chiesto perdono ai valdesi per le persecuzioni a cui furono sottoposti.

La Chiesa valdese contemporanea

Oggi in Italia ci sono circa 25 mila seguaci della Chiesa valdese, e più di diecimila valdesi discendenti degli emigranti che lasciarono il paese a metà dell’Ottocento vivono in Argentina e Uruguay. Dal 1975 la Chiesa valdese si è unita a un’altra confessione riformata, la Chiesa metodista italiana, formando l’Unione delle chiese metodiste e valdesi che a sua volta fa parte della Federazione delle chiese evangeliche italiane. Nonostante siano presenti soprattutto nelle valli del Piemonte, i valdesi hanno chiese in tutto il paese. Il loro centro principale è a Torre Pellice, in provincia di Torino; un’altra sede importante è a Roma, dove si trova la Facoltà di teologia valdese, dove vengono formati i pastori della Chiesa.

Oggi la Chiesa valdese continua ad avere posizioni progressiste su moltissimi temi: è favorevole al testamento biologico, alla ricerca sulle cellule staminali, consente la benedizione di coppie formate da persone dello stesso sesso, si oppone all’omofobia e sostiene la comunità LGBT.

A causa delle sue politiche progressiste e delle sue numerose iniziative benefiche, la Chiesa valdese ha un seguito molto superiore a quello dei suoi membri effettivi. Secondo gli ultimi dati disponibili, più di mezzo milione di italiani, circa 20 volte più degli effettivi membri della chiesa, ha firmato per devolverle il proprio 8 per mille.

Cosa li unisce? Protestanti e cattolici credono:

in un solo Dio creatore, in Gesù Cristo Suo figlio – unico Signore e salvatore – e nello Spirito Santo, che è presente tra noi; nella Bibbia, Sacra Scrittura che ha rivelato la parola di Dio nell’Antico e nel Nuovo Testamento; nei sacramenti del battesimo – riconosciuto reciprocamente valido tra le due confessioni – e della Cena del Signore o Eucaristia, pur se con significati diversi nella chiamata del Signore, che ci fa entrare nel popolo di Dio, e in una vita basata sulla fede in Cristo coerente con l’Evangelo, in attesa del Regno che viene.

Cosa li divide? Per i protestanti:

la chiesa, guidata dalla Parola e dallo Spirito, si regge sulla sola autorità di Cristo, che si rivolge direttamente ai credenti. Di conseguenza, gli evangelici rifiutano la mediazione dei sacerdoti, la gerarchia ecclesiastica e l’autorità del Papa, di cui non vi è traccia nel Nuovo Testamento. Nelle chiese protestanti, infatti, i pastori sono credenti che svolgono un servizio per una comunità di fedeli uguali tra loro; la Sacra Scrittura e lo Spirito Santo sono una guida sufficiente. La chiesa per i protestanti non è chiamata, quindi, a definire verità di fede e comandamenti etici validi per tutti i cristiani; solo a Dio si deve rendere ogni culto e devozione, secondo l’insegnamento delle Scritture. Ecco perchè le chiese evangeliche non venerano i santi e Maria – e a maggior ragione qualunque reliquia ;la chiesa non deve avere potere economico, politico o protezione e privilegi dallo Stato.

E i valdesi?

I valdesi sono la più antica chiesa protestante italiana: nascono ancora prima della Riforma, intorno al 1170, come seguaci di Valdo, un mercante di Lione che rinuncia a tutti i suoi averi per predicare il Vangelo in povertà. Subiscono a lungo repressioni e persecuzioni sanguinose fino a quando, nel 1848, ottengono da Carlo Alberto il riconoscimento dei diritti civili; la chiesa valdese ha un’organizzazione democratica e non clericale, è una comunità di credenti che pone al centro la Parola di Dio, senza dare direttive vincolanti sulle scelte etiche e politiche; tra le caratteristiche della vita ecclesiale valdese, comuni a tutti i protestanti riformati, vi sono la mancanza di immagini nelle chiese, il matrimonio dei pastori (che possono essere donne e uomini), la comunione con il pane e il vino, la confessione dei peccati direttamente a Dio, senza intermediari; la chiesa valdese si autofinanzia: i pastori ad esempio vengono retribuiti attraverso le offerte dei membri di chiesa. I proventi dell’otto per mille sono invece interamente destinati a progetti culturali, assistenziali e di solidarietà. Nemmeno un euro viene utilizzato per le attività di culto.

Una luce nell’oscurità

L’emblema tradizionale della chiesa valdese è una candela sopra una Bibbia. Il motto sopra il simbolo recita “Lux Lucet in Tenebris”, che significa “una luce che brilla nell’oscurità”.

Al centro della storia valdese c’è un popolo dalla fede indistruttibile. Contro ogni previsione, la loro luce non si sarebbe spenta nell’oscurità della violenta oppressione e dell’isolamento. Lo spirito inarrestabile dei Valdesi rispecchia quello del loro Salvatore, la Luce del Mondo, che hanno osato seguire.

Pietro Valdo

Nella primavera del 1179, a Valdo e ai suoi seguaci fu proibito dalla chiesa di predicare se non esplicitamente invitato da un prete. Ma Valdo era convinto che il corpo di Cristo dovesse basare le sue esperienze su quelle degli apostoli e non sui costrutti umani del suo tempo. Continuò a predicare apertamente. Diversi anni dopo, intorno al 1183, Valdo fu bandito dalla città dall’arcivescovo di Lione. Quando fu avvertito di smettere di predicare, Valdo rispose con le parole dell’apostolo Pietro in Atti 4:19: “Pensi che Dio voglia che noi ubbidiamo a te piuttosto che a lui?” Alcuni storici ritengono che questo episodio sia stato il catalizzatore per cui Valdo veniva chiamato “Peter Valdo” dai futuri valdesi. Dopo che Valdo fu scacciato da Lione, poco si sa della sua vita tranne che probabilmente morì intorno al 1217 o 1218 d.C. I seguaci si definivano i “co-membri” di Valdo e chiamavano il loro gruppo una “società”. Non volevano essere considerati un’entità religiosa separata dalla Chiesa cattolica. Volevano semplicemente essere un gruppo di laici , discepoli cristiani , che seguivano Cristo e predicavano il suo messaggio. Una volta espulsi dalla città, Valdo ei suoi seguaci si trasferirono nelle remote zone montuose alpine della Francia e dell’Italia. Per i successivi tre secoli, i valdesi sarebbero stati perseguitati, costretti alla clandestinità e in fuga. Tuttavia, formarono forti comunità e alla fine si diffusero in Austria, Germania e altre parti d’Europa.

PREGHIERE A GESU’

“Guidami, dirigimi e rendimi pronto come tu vuoi che io sia;
dammi chiarezza , spirito e verità, affinché io sia come la tua immagine,
affinché si sappia che la mia forza è in te e che tu sei il mio scudo. Amen”

“Vieni, Cristo, ospite tanto atteso, che hai il mondo nelle tue mani,
lascia che i nostri cuori ti vedano già, che vadano verso di te senza paura.
Dacci la salvezza per vivere, guidaci secondo la tua volontà.
Tu vivi e operi in eterno: guidaci nella tua gloria. Amen”

“O Dio misericordioso, guarda alla mia sofferenza, che ben conosci.
Non lasciare che io sia tentata al di là delle mie forze, ma sii tu il mio liberatore da questa grave sofferenza, oppure fammi la grazia di saper sopportare pazientemente il peso della tua mano e la dura punizione. Amen”

“Signore Gesù, la tempesta è vita e la vita è tempesta: non c’è via di fuga; ma questo è l’importante: nella tempesta tu sei con noi, faro e presenza sicura. Per questo noi ti lodiamo ora e per sempre. Amen”

“Rivelaci, o Dio, l’itinerario che ci hai preparato,
il cammino sul quale vuoi che siamo in marcia.
Non lasciarci immobili, ma scuotici e spingici avanti.
Rivelaci, o Dio, la tua volontà di pace
affinché possiamo osare la pace.
Liberaci dalle false paure e dai sospetti,
rendici la semplicità dell’amore affinché sappiamo
forgiare gli strumenti della giustizia, della dignità,
del cibo per tutti e dell’amore fraterno.
Rivelaci, o Dio, la tua volontà di raddrizzarci e di
fortificarci affinché gli zoppi camminino senza pena,
affinché i reietti siano accolti, affinché gli esclusi
siano reintegrati nella famiglia umana,
ed affinché tu sia tutto in tutti.
Amen!”

“Concedi a me povera creatura di condividere il cibo della tua misericordia.
Approntami il delizioso piatto della tua riconciliazione, che aumenterà e rafforzerà il mio spirito. Amen”

“A volte, Signore, dentro di me tutto è contro di te.
A che scopo mi sforzo di cercarti se per me tu rimani ancora così misterioso, così strano e lontano?
Tuttavia torno sempre da te.
Tu sei il mio Dio, anche se io soffro per te. Amen”