IL DOTTORE TORNATO DALLA MORTE :

Il dottor George Rodonaia, medico psichiatra e scienziato russo era nei guai: aveva oltrepassato i suoi limiti ma non sospettava nulla. Per quanto ne sapeva, l’unione sovietica era al corrente solo del suo lavoro come professore all’Università della Georgia, ma si sbagliava. Il KGB l’aveva pedinato come dissidente politico ed era informato delle sue attività segrete col movimento clandestino. Il suo compito principale nel movimento era fare uscire illegalmente i dissidenti della Russia verso gli Stati uniti e altre nazioni democratiche.
Per il dottor Rodonaia il comunismo era inaccettabile ed egli si dedicava agli ideali della libertà. Il Cremlino sapeva che lo stimato professore fosse il nemico e per molti mesi aveva progettato nei particolari il suo assassinio.
Lui che era laureato in psicologia, teologia, scienze e lingue orientali, era pieno d’entusiasmo quando arrivò all’aereoporto per incontrare la sua famiglia che stava aspettando di partire con lui per gli Stati uniti. Finalmente stava lasciando la Russia per andare in cerca di una vita libera dalle limitazioni e dall’oppressione del comunismo.

Non vide la macchina che girava lentamente a meno di un isolato di distanza, ne vide il vigile KGB che spiava i suoi movimenti.
Quando il dottore scese dal marciapiede per attraversare la via a quattro corsie per il terminal, l’agente del KGB all’improvviso diede gas alla sua automobile e percorse la via a tutta velocità verso di lui. Il dottore ebbe solo il tempo di vedere la macchina avvicinarsi. Raggelò. La macchina lo investì a 70 km l’ora gettandolo sulla strada, fratturandogli il cranio e spezzandogli il collo e la spina dorsale…

I tecnici sanitari caricarono il suo corpo sull’ambulanza e lo portarono all’obitorio della città. Dopo diversi giorni sarebbe stata eseguita un’autopsia. Di solito questa sarebbe stata la fine della storia del dottor Rodonaia, ma dopo tre giorni, inspiegabilmente, si sarebbe svegliato dalla morte, solo per rivelare che aveva avuto un’esperienza straordinaria nel mondo dei morti.

L’anima del dottor Rodonaia osservò la rimozione del suo corpo dalla strada da una posizione vantaggiosa e singolare: sopra la scena vide l’insieme degli ultimi istanti della sua vita e come il suo corpo veniva riposto in una cella frigorifera.
Stranamente distaccato, rivolse la sua attenzione ai suoi dintorni insoliti. Oscurità. Buio pesto. Nero.
“Dove sono,” pensò. “Non sono morto?” Non c’era alcuna ansietà. Fluttuando in un mare di contentezza Giorgio Rodonaia non sentì dolore né ansia. Un punto di luce cominciò ad apparire nell’oscurità. Gradualmente la luce aumentò ed egli si sentì attratto da essa. Avvicinandosi di più a questa luce, provò una gioia e una pace immensa.

Poi fu assorbito dalla luminosità. Ed era solo, ma si sentì completamente circondato da un Amore insondabile. Non vide nessuno, non vennero ad accoglierlo né guide né parenti defunti. Si rese conto che la luce non era una persona, bensì un’intelligenza viva, più viva di qualsiasi persona che avesse mai conosciuto. All’interno della luce c’erano dei mondi. Di lì a poco vide la luce divisa in settori: altri Esseri all’interno di un Essere più grande. Si accorse che anche egli era una luce come la sfera nella quale si trovava. Voleva esplorare questi corpi luminosi radianti e immediatamente si ritrovò immerso in sfere di luce. Avevano dei nomi: Saggezza e Conoscenza. Due sfere di intelligenza distinte, ma avevano un’origine comune.

Il dottore si stupì che la Conoscenza e la Saggezza di cui fece l’esperienza fossero intelligenze al di là delle sue fantasie; erano le cause di ogni cosa che si poteva imparare nel mondo fisico. Avrebbe riflettuto in seguito, al momento del risveglio alla realtà, che queste sfere celestiali comprendevano lo spirito umano, ma erano più grandi, molto più grandi di un corpo o essere terreno.

Viaggiando dentro l’infinito di questa luce, fece l’esperienza di una forma di Conoscenza Universale. Tanto rapidamente quanto potesse porre una domanda mentalmente, si presentò una risposta istantanea. Il dottor Rodonaia fu stupefatto, perché era uno scienziato e non aveva mai fatto un pensiero sulla continuazione dell’anima dopo la morte. Si diffuse in lui una gioia più intensa di quanto non avesse mai provato sulla terra, trasportandolo a regni più elevati di comprensione, armonia e pace.

Nel frattempo il suo corpo giaceva silenzioso e dimenticato nell’obitorio. Dimenticato dalla sua anima come pure dai suoi avversari che l’avevano ucciso.
Sentendosi più vivo di quanto non si fosse mai sentito sulla terra, il dottor Rodonaia assaporò lentamente la comprensione brillante della vita in tutti i suoi aspetti. Conobbe i misteri antichi, gli enigmi, i segreti di tutte le epoche. Assorbì la conoscenza all’interno della luce, comprendendo che l’universo è una cosa viva, benevola, onnipotente.

Dopo quello che in questa luce sembrava secoli, il dottor Rodonaia si sentiva scendere. Rivolgendo la sua attenzione a questa discesa vide la terra e la gente che conosceva nella sua vita mortale. Desiderò sapere quello che stava accadendo ai suoi amici e alla sua famiglia e si ritrovò attratto dalla casa del suo migliore amico, Maurizio. Il dottore continuò a sentirsi allegro e sereno, sospeso in alto sopra la scena che si sviluppò come un lavoro teatrale. Improvvisamente i suoi sentimenti di pace armonia furono sostituiti da pensieri cupi. Vide come il suo miglior amico fissava impotente una culla contenente un piccolo neonato che vagiva sofferente.

Ancora in questo stato di coscienza insolito in cui ogni domanda poteva aver risposta solo per mezzo del desiderio, il dottore capì immediatamente cosa stava succedendo. Benché il suo miglior amico non sapesse perché il bimbo avesse pianto senza tregua per tutto il giorno, il dottor Rodonaia seppe all’istante che il bimbo aveva l’anca fratturata. Seppe anche la causa: Una bambinaia disattenta aveva lasciato cadere il bambino e non aveva riferito l’incidente. I genitori tornarono a casa dal bambino strillante, ignari della tragedia.

Il dottor Rodonaia avrebbe voluto poter dire al piccolo di smettere di piangere, che nessuno sapeva ciò che il neonato stava cercando di dire. Proprio quando questo desiderio attraversò i pensieri della sua psiche, il bambino smise di piangere all’istante e guardò il dottore. Nessun altro nella stanza percepì la presenza del dottore, ma il bambino la senti. I genitori del bambino erano sconcertati, aveva pianto tutto il giorno! Perché aveva smesso?
Poi ad un tratto il dottor Rodonaia sentii di essere nuovamente attratto verso l’alto, lasciando questa scena in casa dell’amico tornò ai campi celestiali della Saggezza e della Conoscenza. Ma l’immagine che aveva appena visto del neonato lo sconvolse.

Avrebbe voluto fare qualcosa per aiutare. Sulle ali di questo pensiero sentì come veniva allontanato dalla luce, per tornare nell’oscurità dove si era ritrovato immediatamente dopo il suo assassinio.
Il dottore ebbe una forte senso di ansia quando sentii che stava lasciando la luce. Presto si trovò di nuovo a esaminare un’altra scena terrena: l’ospedale dove era stato portato il suo corpo. La sala dell’autopsia! I medici legali avevano trasportato il suo corpo freddo e rigido dall’obitorio sul tavolo dell’autopsia.

Quando il gruppo medico iniziò il suo lavoro postumo, incidendogli il petto e la cavità addominale, il dottor Rodonaia cominciò a perdere la sua coscienza ampliata, scivolando ancor più in basso verso il suo corpo. Improvvisamente sentì freddo. Congelava. Poi sentii la pesantezza del suo corpo. Il freddo era insopportabile. Cercò di gridare, ma le sue corde vocali erano congelate. Non riusciva a muovere alcuna parte del corpo eccetto le palpebre. Cominciò a battere le palpebre rapidamente, sperando che qualcuno avesse visto che era cosciente. “È vivo!”, Gridò il medico legale. Seguì un pandemonio. Gli e strumenti medici furono sbattuti sul pavimento quando gli assistenti medici fecero un passo indietro, inorriditi. “Sù, in terapia intensiva… presto!”, gridò uno dei dottori. Il dottor Rodonaia aveva cominciato a respirare di nuovo. Fu portato al pronto soccorso e si iniziò con i liquidi endovenosi. Fu attaccato un respiratore per aiutarlo a respirare. Il dottor Rodonaia era ritornato dai morti dopo tre giorni nell’obitorio!

Quando, quasi una settimana dopo, riacquistò piena coscienza, il dottor Rodonaia vide il suo migliore amico in piedi al suo capezzale.
“Il tuo bimbo”, il dottorRodonaia gracchiò, parlando per la prima volta. “L’anca del tuo bimbo…… Fratturata… Ha bisogno subito di un medico… la bambinaia lo ha fatto cadere…presto…un medico, portalo dal medico”. L’amico lo guardò con stupore “come fai a sapere cosa c’è che non va con il mio bimbo?”.
Con tutta l’insistenza a cui poteva fare appello il dottor Rodonaia supplicò l’amico di portare il suo figlioletto l’ospedale.

L’uomo si fermò alla sala delle infermiere, telefonò alla moglie e le disse di portare subito il bimbo all’ospedale per fare delle radiografie. Il bimbo fu portato all’ospedale, le radiografie mostrarono l’ileo fratturato. Fecero intervenire uno specialista. “Il bambino starà bene”, disse il medico ai genitori ansiosi.

L’amico del dottor Rodoanaia pianse quando si recò al capezzale di George. Afferrò la mano del suo amico dei miracoli. “Hai salvato mio figlio hai salvato mio piccolo”.

Il recupero miracoloso del dottor George Rodonaia fu completo, senza alcun danno cerebrale. La sua colonna vertebrale e le ossa fratturate migliorarono. In seguito fuggi dall’unione sovietica prima della caduta del comunismo ed è ora un ministro metodista negli Stati uniti.

Ricorda nei minimi dettagli la sua escursione di tre giorni nel mondo dei morti. Di conseguenza ha dedicato la sua vita e il suo lavoro al servizio dell’umanità.
Il dottor Rodonaia , che narrò questa storia durante un’intervista nel 1993, così come in un breve documentario intitolato “La vita dopo la vita” (prodotto nel 1992 dalla Cascom International), non dimenticò mai la sua visita nei mondi celestiali di Saggezza e Conoscenza.

Secondo un testo antico, “Il libro di Enoch”, che un tempo fece parte della Bibbia, la Saggezza è un’intelligenza divina-un Angelo-la cui influenza viene appresa nelle scuole di misticismo, mentre la reale fonte della saggezza rimane nei regni invisibili:

“La saggezza se ne andò  per soggiornare fra i figli degli uomini, ma non ottenne dimora. La saggezza tornò al suo posto e si accomodò in mezzo agli Angeli”. (Enoch 42,2)

Il dottor Rodonaia riteneva che tutta la sua cultura erudita nella vita scaturisse da questo regno e che, durante il suo episodio di morte di tre giorni, avesse avuto l’esperienza fortunata di imparare dalla “Sorgente della Saggezza”. In questi giorni ebbe la sensazione di imparare più di quanto non avesse imparato nei suoi trentasei anni terreni.

Non aveva mai considerato la realtà degli angeli prima della sua esperienza di morte e tuttavia sapeva, dopo essersi svegliato, che erano stati loro a guidarlo attraverso molti regni nei mondi invisibili.

Questo punto di vista di saggezza e conoscenza angeliche è del tutto diverso dell’idea tradizionale di messaggeri divini, eppure gli angeli sono definiti come messaggeri che comunicano saggezza, ispirazione e i principi di condotta agli esseri umani. L’esperienza di morte del dottor Rodonaia è un promemoria incisivo per gli esseri viventi del fatto che ci sono mondi che non sono ancora stati scoperti, mondi in cui l’anima continua a vivere.
Oggi egli dice che questo periodo di morte è stato “La più grande formazione di vita che chiunque possa augurarsi”.

 Edgar Cayce – Robert J.Grant – Angeli, arcangeli e forze invisibili.

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