Esperienza di condivisione nel passaggio di questa all’altra vita

Raydmond Moody : L’esperienza di condivisione (morte condivisa) mi hanno insegnato che trovarsi in uno stato di premorte può anche significare la morte di altri. Vi è qualcosa nello stato di chi si trova in presenza della morte (non necessariamente la propria) che può aprire un portale verso un mondo superiore, un mondo che i morenti possono aprire per coloro che continueranno a vivere. Studiando le esperienze di morte condivisa i testimoni affermano, ad esempio, che “una finestra si aprì e vidi il paradiso”, oppure che “la stanza sembrò cambiare forma e potei seguire mia madre nell’altro mondo”, o ancora che “fu come se si aprisse una porta e io potei entrare con mia moglie”. Persone perfettamente lucide vedono questo portale verso l’altro mondo e sono in grado di comunicare con il divino attraverso di esso.

TESTIMONIANZA vissuta da un medico anestesista della Florida. che ha avuto un’esperienza di condivisione. Ma oltre a ciò ha comunicato con un Angelo prima di tale evento.

“Non sono una persona troppo sentimentale. Mi preoccupo sinceramente degli altri, ma tengo sotto controllo le mie emozioni, una qualità necessaria in anestesiologia.  Sono molto attivo in campo sociale, e in particolare mi occupo delle strutture d’accoglienza per donne e bambini vittime di abusi, dato che mio padre era un alcolista violento. Amo anche Dio con tutto il cuore, ma credo che la religione organizzata sia un’attività sociale più che qualcosa che possa darmi benefici in ambito spirituale. La mia vera comunicazione con Dio è personale e gli parlo continuamente ogni giorno. Dico questo solo per chiarire il mio punto di vista e le convinzioni che hanno condotto all’esperienza che sto per raccontare. Come sapete, gli anestesisti visitano il paziente il giorno prima dell’intervento chirurgico per presentarsi e informarlo delle procedure che saranno messe in atto il giorno successivo.  Un giorno, mentre stavo compiendo il giro di visite in ospedale, udii distintamente un angelo che mi parlava. Avevo appena finito di conversare con un paziente e stavo prendendo appunti sulla sua cartella clinica in corridoio quando udii una voce che diceva: “Vai nella stanza alla tua sinistra e vedrai un uomo che ha bisogno del tuo aiuto”. Non essendo una cosa che accade di frequente, annotai ciò che aveva detto, parola per parola, e quindi entrai nella stanza. Appena entrai percepii il respiro affannoso del paziente. Sapevo che rifiutava la rianimazione e compresi che la sua ora era vicina. Mi avvicinai a lui e vidi nei suoi occhi uno sguardo di assoluto terrore. Prima che potessi dire qualcosa, mi sussurrò con voce roca: “Sto morendo. Non so cosa fare. La prego, mi aiuti”. Alle sue parole udii di nuovo l’Angelo che diceva: “Non preoccuparti, lo accompagnerai tu”. Quando allungai la mano per toccare quella dell’uomo mi ritrovai con lui in un’altra dimensione, all’interno di una sorta di passaggio. Non so se mi trovavo fuori dal mio corpo; continuavamo a fluttuare verso qualcosa che non saprei descrivere. L’uomo sembrava felice ed era circondato da altre presenze. Credo fossero suoi famigliari, ma non potevo fare domande. In quel luogo lui non mi guardava. Sapeva che la cosa non doveva interessarmi. Allora distolsi l’attenzione da ciò che stava succedendo e mi ritrovai di nuovo al capezzale del paziente ormai morto.  Mi inginocchiai accanto al letto e ringraziai Dio per l’esperienza che avevo vissuto.”

NOTA: Gli studi del dottor Raymond Moody, hanno suscitato l’interesse di altri studiosi, che hanno analizzato il fenomeno  delle NDE cosi come l’ esperienza di condivisione. confermando le testimonianze da lui raccolte…

Raymond Moody –    Schegge di eternità