Anima : cosa avviene dopo la morte
Cosa avviene alla nostra anima dopo la morte?
Quando una persona muore in modo naturale, ossia quando non subisce una morte violenta, il processo della morte non è limitato all’attimo dell’ultimo respiro; normalmente la vita si ritira nel corso degli anni. Molte persone percepiscono anche più o meno intensamente questi cambiamenti, sia perché ogni tanto la circolazione del sangue cede, sia perché alcuni organi non funzionano più bene. Una persona che vive consapevolmente in Dio non ignorerà questi segni, ma li riconoscerà per quello che sono: i primi impulsi che indicano che la vita, l’anima, si ritira dalla sua dimora materiale e desidera andare in altri mondi. Tuttavia, chi vive in questo mondo e con esso, non prenderà questi segni come un “bussare alla porta”. Li eliminerà e si rivolgerà ad un medico, prenderà medicinali e farà come se potesse vivere in eterno. Però così facendo si priva dell’opportunità di prepararsi a poco a poco a una vita in altre sfere.
Alla fine, tuttavia, arriva per tutti l’ultima ora. In quel momento avverranno di caso in caso cose diverse, dato che ognuno ha vissuto in modo diverso e nessuno è quindi uguale all’altro nel proprio interiore. L’anima ritira le forze eteree dal corpo umano ed anche l’irradiazione dell’anima, cioè l’aura, e gli involucri dell’anima si ritirano. Mentre l’anima si accinge a ritirare i propri involucri dal corpo, nell’uomo si risveglia una coscienza più elevata. Gli è permesso ancora una volta di guardare indietro, di vedere in quali condizioni si trova la sua anima, e l’amore di Dio gli concede spesso persino di avere una visione di quello che avverrà in seguito. Se l’uomo accetta questa grazia e non si chiude ad essa con il suo comportamento contrario alla Legge, al momento della morte potrà riconoscere e pentirsi ancora di molte cose. Può succedere che l’uomo dimostri un’apertura e una sincerità mai avute fino a quel momento e forse si riconcilia addirittura con i suoi nemici. Se la persona in punto di morte si comporta in questo modo, la sua anima potrà ricevere un aiuto immenso anche nelle ultime ore o negli ultimi minuti. Cosa avviene dopo la morte
In quest’ultimo momento, l’Angelo custode può dare ulteriori forze all’anima, in modo che i suoi involucri si stacchino più rapidamente ed essa possa così liberarsi più in fretta dalla sua prigione umana. Tuttavia ciò non avviene modo così rapido e senza complicazioni per tutti, dato che ogni coscienza è diversa e ogni anima porta colpe diverse. In ogni caso, l’amore del nostro Padre Celeste vuole aiutare ciascuno. L’anima di una persona che ha rifiutato Dio e che non si è mai orientata sugli aspetti spirituali avrà forse molte più difficoltà a staccarsi dal proprio corpo.
Per l’Angelo custode, che ci accompagna per tutta la vita e che ha un ruolo importante sia nel momento della nascita che in quello della morte, è difficile aiutare una tale anima a staccarsi, perché essa, avendo una coscienza limitata, non ascolta e spesso non lo vede nemmeno, né lo riconosce! Queste anime si attaccano al proprio corpo. Anche se, con la morte del corpo fisico, il nastro d’argento si stacca dall’uomo, l’anima rimane ugualmente legata con dei fili spirituali al corpo privo di vita. Anche una continua somministrazione di medicinali, per cercare di tenere in vita il corpo più a lungo possibile, provoca difficoltà all’anima, che fa quindi più fatica a liberarsi dal corpo. Il decesso di una persona che ha riconosciuto Dio dentro di sé quando era ancora in vita, e che non si è limitata a crederci semplicemente, ma lo ha accolto ed accettato nel proprio cuore ed ha realizzato le sue Leggi, avviene invece in modo diverso. Vivendo in tal modo, essa ha potuto procedere sul suo cammino verso Dio perché ha riconosciuto il senso e lo scopo della propria incarnazione e ha vissuto in modo corrispondente. Il suo Angelo custode è presso di lei e così pure i parenti, conoscenti e amici che vivono già in livelli di coscienza più elevati. Sono venuti per salutarla ed accoglierla. Non appena l’uomo ha esalato l’ultimo respiro, l’anima si sfila dal corpo. Per l’anima rivolta Dio non è difficile ritirare la ‘aura e gli involucri dell’anima.
Questo processo avviene in modo rapido e senza problemi come previsto dalla Legge di Dio, poiché l’anima non si è legata al proprio corpo e non si è nemmeno identificata con esso, viene circondata dalla luce e il suo angelo custode ed altre anime provenienti da mondi più elevati le danno spiegazioni e l’accompagnano. Facciamo un esempio per spiegare ancor più chiaramente che cosa avviene: una persona subisce una morte improvvisa a causa di un incidente.
L’anima non ha quindi avuto il tempo di ritirare le proprie “antenne”. Anche in questo caso, il distacco dal corpo è determinato dall’atteggiamento che l’uomo ha avuto durante la propria vita e da come ha agito. Alcuni Esseri angelici restano a fianco dell’anima per aiutarla e spiegarle che cosa le è successo. A seconda di come si è programmata nel corso della sua vita, l’anima riconoscerà più o meno prontamente la situazione in cui si trova. Se la riconosce, accetta l’aiuto del suo Angelo custode ed i suoi amici spirituali, per ritirare la propria aura e i propri involucri dell’anima e staccarsi dal proprio corpo. Se non riconosce la situazione, e nemmeno l’aiuto che le si vorrebbe dare, può succedere, nel peggiore dei casi, che non sappia o che non accetti di essere morta.
Questo atteggiamento non si limita al caso di morte dovuta ad un incidente , ma si presenta ogni volta che l‘uomo e l’anima si sono legati fortemente alla materia. Ciò che vale per una morte improvvisa, come nel caso di un incidente, vale anche per altri tipi di morte che sorprendono l’uomo senza che egli si possa preparare, specialmente se la morte sopravviene in seguito ad azioni di violenza oppure a un grande choc. Le cose sono invece diverse in caso di suicidio. In genere un suicida non crede ad una vita dopo la morte oppure ha un’idea sbagliata di ciò che lo aspetta. È chiaro che il suicidio non è nella volontà di Dio e che il lasciare volutamente la vita rappresenta una fuga da una situazione non superata. Tuttavia, dato che nella vita nulla avviene a caso, anche al suicida non poteva capitare altro se non ciò che lui stesso ha causato in passato, che non ha riconosciuto in tempo come errato e che non ha quindi sistemato.
Cosa avviene dopo la morte fisica?
Dato che tutto è energia e nulla va perduto, ma può essere solo trasformato, anche i problemi dell’uomo che si toglie la vita non sono spariti dalla faccia della terra. Essi esistono ancora, fanno parte di lui come prima, con l’aggravante che egli-che continua ad esistere, proprio come i suoi problemi-nella sua nuova forma di esistenza non ha più la possibilità di risolvere direttamente i suoi problemi. Sperimenta inoltre sul proprio corpo, ossia nel corpo della sua anima, le conseguenze (disperazione, rabbia, dolore) che anche altre persone hanno dovuto subire perché lui si è tolto la vita. Inoltre, l’anima resterà legata alla terra per la durata degli anni che avrebbe dovuto ancora vivere se non si fosse tolto la vita. Anche se ci vengono dati ammonimenti e spiegazioni dal mondo spirituale una tale decisione sono contro la legge di Dio, nessuno ha il diritto di giudicare un’anima così infelice e sofferente. Dato che tutto il cosmo è un’unità, siamo collegati anche con quest’anima tramite l’amore di Dio, e il perdono e la grazia di Dio intervengono proprio nel punto in cui si arrestano la comprensione e il senso della giustizia umani. L’anima di un suicida non ha bisogno di una dannazione, bensì dell’amore inteso nel modo giusto. Il miglior aiuto che possiamo dare ad una tale anima, e in questo caso anche l’unico, è la preghiera.
Da questi pochi esempi abbiamo già potuto constatare che non è possibile descrivere tutti i vari modi in cui può avvenire il decesso. Come abbiamo già detto, essi sono numerosi come lo sono i diversi gradi di autoconoscenza e evoluzione. È tuttavia importante rendersi conto che la nostra vita-e con essa la nostra maturità dell’anima e spirituale-è determinante per ciò che avviene nel corso del decesso e dopo di esso. Malgrado le esperienze possono essere molto diverse tra loro, si possono trovare alcuni punti in comune che sono stati elaborati, in particolar modo, anche da ricerche sulla pre morte e che si presentano nella maggior parte nelle persone in punto di morte. Tra questi punti troviamo spesso, come prima esperienza, un liberarsi al di fuori e al di sopra del corpo fisico. In questo Stato, l’anima percepisce in ogni dettaglio tutto ciò che avviene nell’ambiente materiale, per esempio in sala operatoria o sul luogo dell’incidente. Spesso, in seguito, l’anima fa l’esperienza di passare attraverso un tunnel oscuro o di scivolare verso un punto di luce. Si contempla paesaggi di una bellezza tanto sorprendente e con un’intensità tanto sovrannaturale che i pazienti, clinicamente morti e riportati in vita, hanno perso da quel momento ogni timore della morte.
Il libero arbitrio in vita
Dopo la morte fisica molte anime si trovano in un ambiente meraviglioso con bellissimi prati fiori e alberi… Il panorama della loro vita passa davanti all’anima in un lampo, come in un film, e spesso sono anche presenti Esseri di Luce che irradiano calore e d’amore ed aiutano l’anima a valutare i singoli avvenimenti della sua vita. L’amore di Dio non abbandona mai alcuno dei suoi figli nemmeno, e soprattutto, nel momento del distacco da questo mondo. Così ognuno può essere certo di non cadere nel vuoto, di non dover errare intimorito e senza aiuto e che non verrà lasciato solo quando l’anima passerà nell’aldilà. Dipende tuttavia dalle scelte ognuno di noi . Se l’uomo, per tutta la sua vita, non dimostra alcun interesse per il bene, e quindi in Dio, nel suo modo di pensare, parlare ed agire, Egli non lo obbligherà a rivolgersi a Lui.
Dio lascia il libero arbitrio ad ognuno. Questa libertà implica però anche che ognuno deve subire le conseguenze di ciò che ha fatto o che non ha fatto, e ciò non come punizione o vendetta di Dio, ma per riconoscere e cambiare poi il proprio comportamento. Persino negli ultimissimi minuti esiste ancora la possibilità di sciogliere molte cose sbagliate della nostra vita. Chi sfrutta questa possibilità avrà un inizio più facile nelle sfere dell’aldilà. Tuttavia, dopo l’ultimo respiro, l’incarnazione viene chiusa definitivamente. Un detto popolare tedesco dice “Come l’albero viene abbattuto, così rimane al suolo”. In senso lato, significa che lo stato in cui l’anima si trova al momento della morte è determinante per ciò che essa sperimenterà in seguito. Le preghiere per il defunto, se provengono dal cuore, possono essere un aiuto per lui a riconoscersi e a pentirsi nell’aldilà, facendo in tal modo un passo verso la Luce-e dovremmo ricorrere spesso alla possibilità di dare un aiuto tramite la preghiera-tuttavia le preghiere non possono apportare un vero cambiamento della sua nuova situazione se egli-cioè l’anima-non riconosce e non diviene attivo.
Vita e morte, morte e vita…