Storia:  Anima animali : FORSE ERA UN ANGELO

Sono cresciuto in un quartiere difficile ed ero un bambino difficile. A 10 anni entrai a far parte di un gruppo di ragazzi che si facevano chiamare La Banda. La nostra missione era semplice: fare guai. Ci intrufolavamo di soppiatto nei negozi e nelle case per rubare. Ci divertivamo a picchiare i ragazzi meno duri di noi, ma non esitavamo a prendercela anche con gatti e cani di strada.  Ricordo un gatto in particolare, assolutamente rivoltante. Aveva un occhio solo, era senza coda e scheletrico, con la testa tutta piegata. Era chiaro che aveva avuto una vita molto dura. Ogni volta che si avvicinava sperando di ricevere del cibo o una carezza, uno dei ragazzi gli spegneva la sigaretta sulla fronte. Gli altri mi incoraggiavano a prenderlo a calci e a sassate. Stupido come ero, lo trovavo “divertente”. Incredibilmente, nonostante la nostra cattiveria, la nostra ferocia, questo gatto continuava ad avvicinarci. E non eravamo soltanto noi a trattarlo con cattiveria: tutti quanti nel quartiere lo maltrattavano. Era talmente brutto che nessuno voleva averlo tra i piedi.Un giorno, mentre tornavo a casa da scuola, vidi questo gatto sdraiato al lato della strada. Sembrava che fosse stato preso a calci o aggredito da un cane feroce perché tutt’intorno al corpo c’era sangue. Morbosamente curioso come ero, mi avvicinai per vedere meglio. Ero sicuro che fosse morto, ma quando mi chinai su di lui mi accorsi che respirava ancora, impercettibilmente. Mi inginocchiai e allora lui sollevò appena la testa e mi guardò. Quando i nostri sguardi si incrociarono ebbi l’impressione di essere trafitto da un dardo luminoso.Non so perché, visto che in teoria non m’importava nulla di quel gatto randagio, ma cominciai a piangere, a singhiozzare addirittura! Gli presi la testa tra le mani e in quel momento sentii di amare quel povero animale in maniera indescrivibile. Parlandogli in tono sommesso, gli dissi che mi dispiaceva di averlo maltrattato e che avesse avuto una vita così dura. Gli chiesi di perdonarmi.

Mentre esalava gli ultimi respiri, il gatto fece qualcosa di straordinario: mi leccò le dita. Nonostante il dolore che sicuramente provava sperava ancora di ricevere amore e compassione. Lo presi in braccio e lo sentii fare le fusa debolmente. Quel micio moribondo confidava in me affinché mi prendessi cura di lui e per quei brevi istanti quell’animale senza casa, sanguinolento e ferito, divenne la creatura più bella e adorabile che avessi mai visto.Quando mia madre mi trovò seduto in strada e sporco di sangue di un gatto morto, si infurio e mi rimproverò mentre tornavamo a casa. Mi vietò di seppellire il micio, ma più tardi, quella sera, tornai indietro di nascosto a farlo. Nei giorni, nelle settimane, nei mesi e negli anni che seguirono pensai molto a come un gattaccio randagio fosse riuscito a farmi cambiare idea su molte cose e mi avesse insegnato molto più di quanto sarebbero riusciti a fare i miei genitori e i miei insegnanti. Esteriormente quel gatto era ripugnante, dentro invece era tenero e affettuoso. Dal canto mio, mi ero comportato in maniera ripugnante, ma non volevo più continuare a farlo. In tutta onestà posso dire, e non me ne vergogno, che quei momenti passati accanto a un micio moribondo mi hanno cambiato la vita: mi sono impegnato di più a scuola, ho mollato le cattive compagnie e ora studio per diventare veterinario. Soltanto quando sono riuscito a provare affetto per un gatto in fin di vita abbandonato da tutti, la mia esistenza ha iniziato a cambiare in positivo. Un tempo aspiravo diventare ricco, famoso e ammirato, mentre ora voglio solamente assomigliare a quel gatto randagio.

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Anima animali : FORSE ERA UN ANGELO

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