PERCHE’ ESISTE IL KARMA?   ?

C’è molta gente che giustifica il suo ateismo dicendo: ”Se ci fosse veramente un Dio non permetterebbe che succedessero tutte queste ingiustizie nel mondo”. Qual’è la tua opinione a questo proposito?

Che si tratta di un’opinione fondata in una conoscenza incompleta della realtà spirituale, che porta ad interpretare certe situazioni drammatiche della Terra come parte di un’ingiustizia, perché si pensa che la vita dell’essere inizi con la nascita del corpo fisico. Se consideriamo questo fatto, e cioè che la vita dell’essere umano inizia con la nascita, arriveremmo alla conclusione inevitabile che il mondo è ingiusto, e che se esiste un creatore, si tratta anch’esso di un creatore ingiusto, perché sembra che applichi un principio secondo il quale alcune creature vengano favorite a scapito di altre. Ci sono esseri che dalla nascita hanno una prospettiva di vita piena di disgrazie, perché nascono con una malattia, o in una situazione di estrema povertà, o in famiglie in cui non sono amati, mentre altri sembrano essere favoriti perché sono più intelligenti, più belli, più amati o più sani. Ma se consideriamo che la vita non è altro che un breve episodio nell’esistenza di ogni essere, e che questo episodio è la giusta continuazione e conseguenza di una serie di azioni precedenti, il cui argomento si lega perfettamente con le circostanze che lo spirito incontra nella vita attuale, cominciamo a capire quello che prima ci sembrava incomprensibile e quindi ingiusto. Assolutamente tutti gli spiriti partono dallo stesso punto. Tutti gli esseri spirituali sono creati uguali, con un principio vitale spirituale ignorante e incosciente, ma con le potenzialità per evolvere costantemente e infinitamente fino a raggiungere le maggiori quote di saggezza e amore, attraverso l’esperienza della somma di innumerevoli incarnazioni. L’unica differenza è il punto di partenza tra uno spirito e un altro, il momento in cui sono stati creati, cioè l’età dello spirito, ma il processo di creazione della vita non finisce mai. Mentre alcuni hanno iniziato questa avventura mille di milioni di anni fa, prima che la nostra galassia fosse solo una nube in evoluzione, e hanno alle loro spalle svariate incarnazioni nel mondo fisico, altri hanno appena iniziato il loro processo evolutivo e quindi, sono spiriti giovani. Dipendendo dalle loro azioni e decisioni, il loro cammino evolutivo sarà retto o tortuoso, lento o rapido. Non avete notato forse, che ci sono persone che già dall’infanzia, dimostrano una grande maturità impropria per la loro età con una grande capacità di amare e capire, mentre altri, pur essendo adulti o anziani nel corpo, non sono  ancora maturi nel loro comportamento, al punto da sembrare più giovani di quello che fisicamente sono? Le differenze che osservate tra uno spirito e un altro rispetto alle sua capacità spirituali, apparentemente innate, sono dovute alla maggiore o minore età dello spirito stesso, ed alla capacità di far fruttare, meglio o peggio, le incarnazioni per il proprio progresso spirituale. Le differenze che osservate nelle circostanze della loro vita, che sembra frutto del caso, corrispondono quindi alle conseguenze o decisioni che questi spiriti hanno preso in vite precedenti e nel periodo di vita in cui non sono incarnati. E in che modo gli atti della vita attuale corrispondono con quelli vissuti nel passato? Esiste una legge universale che potremmo chiamare Legge di Giustizia Spirituale, Legge Causa-Effetto, o Legge Azione e Reazione Spirituale che dice, più o meno, che lo spirito riceve esattamente quello che dà. In realtà, equivale a dire che quello che facciamo agli altri, realmente lo facciamo a noi stessi. La conseguenza di ciò è che ogni spirito deve affrontare le circostanze che egli stesso ha creato, in modo che molti fatti avversi che gli succedono e con i quali deve lottare in una determinata vita sono conseguenza o effetto di una causa da lui stesso creata in incarnazioni precedenti. Perché è una legge spirituale? Perché lo spirito non può né essere felice, né avanzare nella propria evoluzione spirituale senza aver affrontato e risolto quelle circostanze, quegli atti che ha realizzato contro la legge universale e contro gli altri esseri del creato. Se per la legge del libero arbitrio lo spirito è libero di scegliere il cammino che vuole, di prendere le decisioni che crede siano convenienti, per la legge di giustizia spirituale deve sapere che ogni azione che compie ha la sua conseguenza e che quindi, prima o poi, queste avranno una ripercussione su di lui. Detto in un altro modo: ”La semina è libera, ma la raccolta è obbligatoria”.È come dire che se qualcosa c’è sembrato corretto come emittente, ci deve sembrare corretto anche come ricevente e viceversa, e se non ci piace ricevere ciò che abbiamo procurato, significa che c’era qualcosa di ingiusto, perché quello che non è buono per noi non è neanche buono per gli altri. Sicuramente ricorderete molti profeti come Gesù, che dicevano: “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” e “fai agli altri quello che vorresti fosse fatto  a te”. Conoscendo la legge di azione e reazione, bisognerebbe aggiungere: “Non fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te, perché alla fine lo fai a te stesso” e “fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te, perché realmente lo fai a te stesso”. Questo principio, ”quello che fai agli altri lo fai anche a te stesso”, racchiude il concetto di giustizia spirituale. Perché si chiama legge di azione e reazione spirituale? Perché in qualche modo assomiglia alla Terza Legge di Newton, o Legge di azione e reazione della Fisica Classica. Per chi non la conoscesse, questa legge significherebbe che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Quindi, se due astronauti si trovano nello spazio e si prendono la mano, e uno dei due decide di spingere l’altro, colui che esercita l’azione si sposterà con la stessa forza però in direzione contraria. Gli effetti di azione e reazione fisica li conoscono bene quelli che hanno sparato con un fucile o con un’arma simile. Sanno che nello sparo, il fucile esercita una forza contro il proiettile, il quale viene espulso a gran velocità. Allo stesso modo, la pallottola esercita sul fucile la stessa energia, ma nel senso opposto, e se uno non è sufficientemente allenato, in seguito alla reazione dovuta all’esistenza della legge di azione e reazione, si possono creare lesioni nel punto di appoggio dell’arma. A livello spirituale, nella stessa forma della legge di azione e reazione fisica, la legge di azione e reazione spirituale, ci dice che tutto quello che abbiamo fatto agli altri, ci sarà restituito allo stesso modo. Nella pratica, come ho già detto, implica che tutto quello che facciamo agli altri, in realtà lo facciamo a noi stessi. Questa è la base della giustizia spirituale, visto che ogni essere affronta le proprie azioni. Dipende da ognuno di noi il fatto di modificare o no il proprio comportamento, dopo aver sperimentato le conseguenze dei propri atti.

E in che modo queste azioni verso gli altri hanno una ripercussione sull’evoluzione spirituale?

Il peso di queste azioni, se sono contro la legge dell’amore, fa si che frenino lo spirito impedendo quindi la sua evoluzione. Al contrario, le azioni che sono in sintonia con le leggi dell’amore agiscono come una fiamma di un bruciatore di una mongolfiera. La fiamma, scaldando l’aria, aumenta il livello vibratorio delle molecole di gas, diminuendo quindi la densità dell’aria all’interno del globo e permettendo l’ascesa nell’atmosfera verso zone meno dense. Allo  stesso modo, le azioni a favore della legge dell’amore aumentano le vibrazioni dello spirito permettendogli quindi di ascendere verso regioni del mondo astrale di maggior vibrazione, cioè di maggior livello spirituale.

Mi sembra che questa legge non si rispetti molto spesso. Non ci sono forse assassini, criminali e genocidi che non vengono mai processati e muoiono placidamente da vecchi?

Il fatto che un effetto non sia associato a una causa o azione determinata e non si dia di forma immediata può dar l’impressione che non ci sia giustizia, visto che il criminale non risponde dei suoi delitti in quella stessa incarnazione. È vero che in una sola vita molti delitti, sopratutto quelli che ostentano posizioni di potere sulla Terra, rimangono impuniti. In questi casi, quelli che hanno attuato contro la legge dell’amore danneggiando altri spiriti, faranno fronte in successive vite alle conseguenze dei loro atti. Immaginiamo un governatore che è stato la causa di guerre e ha ordinato la tortura e la condanna a morte di migliaia di persone. Grazie al suo potere non è mai stato giudicato e condannato da alcun tribunale della Terra. Sicuramente le condanne che non ha saldato in quella vita verranno saldate nelle prossime e il vecchio boia può essere la vittima apparentemente innocente del domani. Questo è quello che significa la frase “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”. Potete star certi che quello che non si risolve nella vita terrena lo si risolverà nella vita spirituale, anche se è importante sapere che l’obiettivo di questo sistema non è quello di castigare ma di insegnare. In ogni caso, lo spirito che ha fatto del male è debitore di se stesso e per poter avanzare prima deve rendersi conto del danno che ha provocato, e poi ripararlo.

E nel caso opposto, non ci sono state forse persone che hanno fatto del bene e in cambio sono state calunniate, torturate e assassinate?

Si, ma bisogna vedere l’altra faccia della medaglia della Legge di giustizia spirituale, visto che quelli che hanno attuato conformemente alla legge dell’amore, facendo quindi del bene al prossimo, ma ricevendo in cambio ingratitudine, incomprensione, rifiuto, violenza, tortura o morte, possono assicurarsi che i loro atti saranno ricompensati nel mondo spirituale, che è il vero mondo, e non si basa sulle leggi arbitrarie degli uomini. Questo è quello che diceva Gesù “ Beati i poveri di spirito (si riferiva agli umili), perché di  essi sarà il regno dei cieli. Beati quelli che piangono, perché saranno consolati”.

E perché ci deve essere uno spazio tra azione e reazione, tra il fatto e le sue conseguenze da parte di chi lo commette? Non sarebbe più giusto che la reazione all’azione fosse immediata?

La reazione avviene nel momento in cui si verifica l’azione, anche se non è immediatamente effettiva. Se l’azione è a favore delle leggi spirituali, si riceverà un “bonifico spirituale”, mentre se è contro, diciamo che si riceverà un “debito spirituale”. La “raccolta dei frutti” non si farà fino a quando lo spirito non finisca la tappa per la quale si mette alla prova e cioè quando finisce il suo periodo di incarnazione; è come quando si fa un esame: non si sa il suo risultato fino a quando non è completamente finito, né si continuerà con il programma fino a quando il professore non correggerà l’esercizio appena terminato. Quando si tratta di un fatto a favore delle leggi spirituali, in certi momenti riceverà dal mondo spirituale la ricompensa pertinente, anche se non è immediata. È come quando si fa un lavoro, non si riceve la ricompensa mentre lo si sta realizzando, ma quando è finito. Questa “ricompensa spirituale”, una volta conclusa l’incarnazione, si tradurrà finalmente in un’ascesa verso sfere di maggior evoluzione dove abitano spiriti più amorevoli. Nel caso di debito spirituale, il suo risarcimento aspetterà fino a quando lo spirito decida di sua volontà di sanare il danno che provocò. Questo implica che lo spirito debba prendere coscienza delle sue azioni perché, visto che la Legge del libero arbitrio non obbliga a farlo, è suo compito decidere quando sarà il momento di far fronte a queste circostanze ma, per avanzare spiritualmente, dovrà prima o poi affrontare e riparare il male provocato. Finché questo non succede non affronterà le prove corrispondenti e una volta finita l’incarnazione il peso degli atti realizzati contro la legge dell’amore lo tratterranno nel livello inferiore del mondo astrale, dove vivono spiriti con condizioni simili alle sue e che per la mancanza di armonia con la legge dell’amore dedicano il loro tempo facendosi del male a vicenda, facendo in modo che la vita a questi livelli sia abbastanza sciagurata e piena di sofferenza per i suoi abitanti.

E come fa lo spirito a rendersi conto del danno che ha provocato ad altre persone?

In qualche momento, nella fase di non incarnazione, lo spirito affronta un ripasso esauriente dei fatti moralmente più rilevanti dell’ultima vita. Durante questo ripasso, per ogni situazione vissuta, lo spirito non solo percepisce ciò che ha provocato in un determinato momento, ma simultaneamente percepisce i sentimenti e le emozioni degli altri esseri che subirono le conseguenze dei suoi atti, avvertendo il benessere o il malessere di questi come se fosse il proprio.

Qual è esattamente l’obbiettivo di questo ripasso?

Che lo spirito prenda coscienza delle decisioni rilevanti che ha preso in vita rispetto alle leggi spirituali, delle conseguenze dei suoi atti verso il prossimo, se attuò con amore o con egoismo e, grazie a tutto questo, l’obbiettivo finale è evolvere. Deve conoscere le questioni che ha affrontato in quella incarnazione, quelle che ha superato e quelle che ancora deve superare, visto che le prove successive dipendono in gran parte dagli atti svolti nelle incarnazioni precedenti.

Sembra essere come un giudizio finale, no?

Più o meno, ma senza nessun interesse di umiliare o castigare lo spirito. Si fa tutto ciò perché prenda coscienza de suoi atti rispetto alle leggi spirituali e rispetto agli altri esseri del creato.

E chi giudica se i suoi atti sono o no corretti?

Lui stesso, con l’aiuto di spiriti superiori.

Come può essere cosciente lo spirito se è stato ingiusto o meno nel suo comportamento, se non lo è stato nella vita fisica?

Perché riceve l’aiuto degli spiriti superiori che fanno chiarezza, visto che per la sua scarsa evoluzione, ancora non la possiede.

Visto che giudica se stesso, non potrebbe capitare che non sia totalmente imparziale? Come si può evitare che lo spirito agisca favorendosi?

No, non agisce favorendosi perché lo spirito si riconosce in questo stato di chiarezza spirituale indotto da questi spiriti superiori di cui ti ho parlato. In questo stato si vede la realtà così com’è, in una forma totalmente imparziale. 

E cosa succede poi?

Che lo spirito si prepara per correggere e superare quei comportamenti negativi nelle prossime incarnazioni e a seconda delle sue capacità sceglie le prove che gli possono servire per rimediare. Tutto dipende dal cammino che lo spirito decide di percorrere. Da un lato c’è la riparazione lenta, però più lunga nel tempo. Dall’altro lato ci sono prove più forti che però servono per avanzare più rapidamente.

E questo succede immediatamente? Voglio dire, nella vita successiva lo spirito già rimedia quello che ha fatto in vite precedenti?

Non sempre, perché ci sono molti spiriti che non hanno mostrato nessun interesse a correggersi e quindi vengono trattenuti nelle fasce più basse dell’astrale inferiore, ritornando alla vita senza passare prima per il processo di rieducazione. Anche se lo spirito ha iniziato il processo di riforma, c’è da considerare che al principio la voglia di unirsi al bene è fragile e non riesce sopportare le prove più dure. Per questo lo spirito ha l’opzione di vivere incarnazioni di transizione nelle quali non affronta direttamente il suo debito. Esse gli serviranno di preparazione per rafforzare la sua volontà di riforma e la sua perseveranza. Le incarnazioni nelle quali lo spirito affronterà le prove più dure arriveranno quando sarà sufficientemente preparato e con una volontà di miglioramento più stabile.

Che tipo di prove spettano agli spiriti “indebitati”?

In genere soffrire sulla propria pelle circostanze simili a quelle che hanno provocato in vite precedenti, per rendersi conto di ciò che è o no in armonia con le leggi spirituali, e lavorare per riparare il danno inferto.

Mi dovresti fare un esempio perché lo possa capire.

Ok, immagina che uno spirito incarna nel XVIII secolo in una famiglia bianca e ricca, che ha molti beni e schiavi che gli lavorano la terra. Sicuramente, visto il contesto familiare e gli insegnamenti che ha ricevuto, questo spirito non si renderà conto che anche gli schiavi sono esseri che sentono e soffrono come lui e che la schiavitù è un’azione contro la legge dell’amore e del libero arbitrio, visto che nessuno ha il diritto di approfittarsi della volontà di un altro nel proprio interesse materialista o di qualsiasi altro tipo, e meno se questo essere è uguale a lui. Sicuramente se domandi allo spirito che  è adesso un signorino se gli sembra giusto avere degli schiavi, molto probabilmente offenderesti il suo onore e ti direbbe: “come puoi paragonare uno sporco e ignorante schiavo con un signore della mia categoria”. Circostanza di “sporco, ignorante e schiavo”, che lui stesso ha contribuito a creare e mantenere. Se gli sembra che tutto questo sia corretto, allora sarà conforme a sperimentare la situazione dal lato contrario e quindi, nascendo nella prossima vita come figlio o figlia di una schiava della sua famiglia, sperimenterà la sofferenza dal lato opposto. Quindi chiedi allo spirito, che adesso è lui uno schiavo, se gli sembra bello tutto ciò. Ti dirà che è inumano e si lamenterà della sua sfortuna dicendo: Signore, cosa ho fatto io per meritarmi questo? Alla fine non ha fatto altro che raccogliere ciò che lui stesso aveva seminato. Probabilmente, dopo questa esperienza, quando sarà in condizione di cambiare le cose, ad esempio incarnandosi nuovamente come proprietario della tenuta, forse si ricorderà di quello che ha imparato precedentemente e lotterà per l’abolizione della schiavitù.

Da questo esempio, devo dedurre che gli schiavi possono essere stati signori in altre vite e aver contribuito alla schiavitù?

Si, e i signori schiavi. Uno stesso gruppo di spiriti possono aver sperimentato queste posizioni alternativamente per molte vite, fino a quando si sono resi conto che la miglior forma per rispettare la libertà di ciascuno è quella di rispettare la libertà degli altri in qualsiasi circostanza.

Ma obbligare quindi lo spirito a provare ciò che lui stesso ha fatto non equivale alla regola occhio per occhio dente per dente?

Ho già detto che non è un castigo, ma una forma per imparare. Se uno crede che ha agito giustamente e che può ricevere ciò che fece in passato, non ha niente da temere. Al contrario, desidererà raccogliere la giusta ricompensa delle sue buone azioni. Mentre, se ha agito con egoismo, danneggiando gli altri, non avrà molta voglia di raccogliere ciò che ha seminato. Se l’intenzione della legge sarebbe quella di punire il trasgressore, come una specie di vendetta, potremmo considerarlo un occhio per occhio. Nonostante tutto, l’obiettivo della legge non è castigare ma promuovere l’evoluzione dello spirito, attraverso la sperimentazione personale delle azioni provocate. Detto in un’altra maniera, la legge della giustizia spirituale pone ognuno di noi di fronte agli atti compiuti, in modo che possa trarne vantaggio. Non è necessario che passi  esattamente per le stesse circostanze che ha provocato, anche se è la forma più veloce per imparare, e molti spiriti fanno questa scelta perché desiderano uscire dalla loro situazione di inferiorità spirituale, nella quale si sentono profondamente infelici.

E non esiste una forma meno drastica, perché lo spirito possa liberarsi del suo debito?

L’intensità delle prove dipende dallo spirito in questione, dalla velocità con la quale vuole liberarsi del suo debito spirituale e dalla capacità che ha di superarle. Solo quando lo spirito sarà preparato, lo liquiderà appena gli si presenti l’occasione. Come se si trattasse di un prestito bancario, ma senza interessi, lo spirito è debitore karmico. Gli si presentano varie possibilità per rifarsi, per pagare il proprio debito, scegliendo un cammino o un altro. Può decidere di saldarlo in un tempo più breve, ma con quote più alte, o in un tempo più lungo con quote più basse. Le guide spirituali normalmente optano per la seconda opzione, e quindi, pagare il debito in quote più comode, anche se in questo modo lo spirito ha bisogno di un numero maggiore di incarnazioni per saldarlo. Normalmente però, gli spiriti hanno fretta di abbandonare lo stato di tristezza in cui si trovano per il peso del danno arrecato, e tendono a scegliere le prove più intense per eliminare al più presto il karma. In ogni caso, lo spirito deve decidere se vuole affrontarle o no, e viene preparato perché possa superarle con esito positivo.

Cosa significa “karma”?

È una parola orientale che vuol dire, “debito spirituale”.

Però sembra che certe prove siano estremamente dolorose affinché uno spirito possa trarne vantaggio, senza contare che la vita è già una valle di lacrime.

Perché le giudicate senza conoscere la causa. A molti, coloro che vedono solo la prima parte della storia, e cioè quella in cui vengono commessi delitti ma senza essere puniti, gli sembra ingiusto che queste stesse persone criminali non vengano condannate. Se coloro che vedevano solo la prima parte della storia adesso vedessero solo la seconda, quella di saldare il conto in vite posteriori, gli sembrerebbe ingiusto che molti soffrissero queste atrocità, non capendo da dove possa venire una disgrazia di tali dimensioni. Se invece conoscessero il passato criminale dello spirito, molti di essi non gli avrebbero dato una seconda opportunità. Nel mondo spirituale c’è sempre una seconda opportunità, o meglio, esistono infinite possibilità per correggersi.

Se nel mondo realmente esistono infinite possibilità di correggersi, da dove viene la credenza della pena o castigo eterno per le cattive persone, che esiste ad esempio nella dottrina cristiana?

La credenza di castighi eterni non ha nessuna origine divina. Non ha fondamento, non corrisponde alla realtà spirituale e non è altro che un inganno delle caste sacerdotali, introdotto per controllare la gente attraverso la paura irrazionale. È deplorevole che si considerino guide spirituali, visto che dovrebbero aiutare gli altri ad incontrare il proprio cammino. Ciò che fanno è giusto il contrario, cioè ostacolare ancora di più confondendo e manipolando le menti, approfittando delle loro debolezza per ingrandirsi, distruggendo ed difficoltando un cammino che è già di per se ricco di situazioni difficili.

E perché molti hanno l’impressione che i fatti penosi della loro vita siano una circostanza che gli è stata imposta senza prima essere stati consultati?

Perché è qualcosa che si decide prima dell’incarnazione e poi, quando si arriva sulla Terra, il passato spirituale viene dimenticato, facendo credere allo spirito che non ha preso parte a questa decisione. Ci sono molti spiriti che hanno scelto di prendere questa direzione, affrontando circostanze estremamente difficili ed incomprensibili a coloro che non conoscono le leggi spirituali. Molti non riescono a capire perché una persona estremamente buona debba affrontare situazioni penose e sventurate che non ha cercato e che gli arrivano come se fossero un caso del destino;per questo traggono la conclusione che non esiste una vera giustizia, visto che le persone per bene devono soffrire così atrocemente. Però, se potessero guardare il loro passato spirituale, incontrerebbero il motivo, e cioè che lo spirito sta incominciando a rimediare il danno fatto prima di conoscere le leggi spirituali. Rallegratevi quindi di trovare persone così, primo perché si tratta di spiriti che hanno già fatto un cambiamento profondo e positivo per rigenerarsi, e secondo perché il fatto di affrontare prove così dure significa che sono riusciti ad arrivare ad un livello di evoluzione abbastanza alto, un livello che gli permette di affrontarle con grandi possibilità e di cancellare il debito.  

Allora, devo dedurre che tutte le circostanze negative alle quali lo spirito è sottoposto, sono conseguenze degli atti del passato?

No, molte sono le conseguenze dirette degli atti della vita attuale, ed altre sono inerenti al livello evolutivo del pianeta in cui si incarna.

Vorresti dire che uno spirito che non ha debiti, può vivere circostanze negative che sono causa di espiazione?

Si, succede spesso, ma solo perché lo ha deciso lo spirito stesso.

E che senso ha? Sembra masochismo!

Non pensiate che lo spirito decida di prendere questo cammino perché gli piace soffrire. Se queste sofferenze fossero sterili e non portassero a nessun progresso spirituale non avrebbero senso. Ma se questo è il risultato di un avanzamento spirituale nella conquista dell’amore, e quindi all’avvicinamento della vera felicità, una volta superate le circostanze penose con esito arriveremmo alla conclusione che ne è valsa la pena, come un corridore che arriva alla meta contento perché ha battuto il proprio record. Questa decisione è propria di spiriti avanzati che, per un atto di amore verso i propri fratelli meno evoluti, incarnano per aiutare e per insegnare la via dell’amore; allo stesso modo, serve a loro stessi per evolvere più velocemente, mettendo alla prova la propria capacità incondizionata di amare, dovuta al fatto di sopportare un sacco di ingratitudini e ingiustizie da parte di spiriti meno evoluti.

Anche se mi dici che le circostanze negative servono per evolvere e che molte sono conseguenze degli atti del passato, esistono avvenimenti che, indipendentemente da ciò che si è fatto in vite precedenti, mi sembrano ugualmente ingiusti, inumani e intollerabili – ti faccio l’esempio della fame, della miseria e delle guerre- che non sono ammissibili. Ciò nonostante, esistono presunti esseri molto buoni e molto potenti, ma che non fanno niente per cambiare l’inesorabile corso dell’umanità. Come puoi rispondere a questo?

È vero che esistono innumerevoli fatti disumani e intollerabili, però sono gli stessi spiriti che si sono incarnati sulla Terra che hanno creato questa situazione. Tocca a loro prendere coscienza di tutto ciò ed è un loro dovere eliminare questo stato di cose dalla faccia della terra. Come ho già detto, il progresso spirituale avanza solo quando è scelto ed interiorizzato per libera volontà e per sforzo dello spirito, senza nessun tipo di coazione o imposizione. Questa è una legge spirituale, la legge del libero arbitrio, che è rispettata da tutti gli esseri  spiritualmente avanzati. Questa è la ragione per la quale non si vede né Dio né gli esseri superiori in opera per risolvere le ingiustizie del mondo. Sicuramente, se adesso comparisse un essere onnipotente che sistemasse certe ingiustizie, gli stessi terrestri che prima reclamavano la presenza di un Salvatore si lamenterebbero per la mancanza di libertà, visto che le decisioni che prenderebbe non sarebbero condivise da tutti. Ci sarà sempre qualcuno che si sentirà danneggiato per determinate decisioni, perché c’è poca gente nel vostro mondo che è disposta a rinunciare all’egoismo e a condividere ciò che ritiene suo con chi possiede di meno. Per questo si lascia che ogni essere umano sperimenti nel mondo fisico l’uso del libero arbitrio, senza restrizioni, e che affronti le stesse circostanze che egli stesso ha creato. Che sia ciascuno ad arrivare alla conclusione che i mali che soffre sono frutto dell’egoismo e che, se l’egoismo prevale nel cuore degli uomini, continueranno ad esserci guerre, fame, miseria e ingiustizia. L’unico maniera per scacciare tutti questi mali è eliminare l’egoismo da tutti i cuori, visto che l’unico antidoto che esiste contro il veleno dell’egoismo è l’amore. Non aspettate con le braccia conserte che vi vengano ad aiutare. Agite e vi si aiuterà, perché gli spiriti avanzati e seguaci della legge dell’amore saranno sempre li per potervi aiutare, anche se in una forma molto sottile. Deve accadere però di iniziativa propria, per una decisione personale e non contro la volontà. È come se uno cadesse in un fiume e chiedesse aiuto senza pero muovere le braccia per cercare di mantenersi a galla. Voi avete il potere, se veramente lo volete, di cambiare il vostro destino. Come potreste evolvere se ad ogni passo falso intervenisse a soccorrervi vostro padre? Avete bisogno di sperimentare l’effetto delle vostre azioni per imparare e avete bisogno della vostra libertà d’azione per decidere se imboccare una strada od un’altra.

Autore: Vicent Guillem –  Le leggi spirituali-

Titolo originale: “ Las Leyes Espirituales”

Nota: Vicent Guillem è dottore in Scienze Chimiche laureato presso l’università di Valenza (Spagna). Lavora presso il Servizio di Ematologia e Oncologia dell’Ospedale Clinico Universitario di Valenza come ricercatore nel campo della determinazione predisposizione genetica al cancro. Nel suo tempo libero si dedica alla pratica del reiki con fini terapeutici, in modo gratuito e totalmente disinteressato. L’incontro con l’entità a cui pone domande avviene durante un viaggio astrale.