PASSIONE E MORTE DI GESU’ SECONDO IL VANGELO DI MARCO
Nota: Il Vangelo secondo Marco (in greco: Κατὰ Μᾶρκον) è il secondo dei quattro vangeli canonici del Nuovo Testamento. La maggioranza degli studiosi moderni, però, concorda sul fatto che sia stato il primo ad essere scritto, per poi essere usato come fonte per gli altri due vangeli sinottici (il Vangelo secondo Matteo e il Vangelo secondo Luca), in accordo con la teoria della priorità marciana. Due temi importanti del Vangelo secondo Marco sono il segreto messianico e la difficoltà dei discepoli nel comprendere la missione di Gesù. Riguardo al primo aspetto, Gesù ordina frequentemente di mantenere il segreto riguardo aspetti della sua identità e di particolari azioni
Le difficoltà dei discepoli appaiono invece, ad esempio, nella loro difficoltà nel comprendere le parabole (Gesù ne spiega loro il significato, in segreto)e le conseguenze dei miracoli che egli compie dinanzi a loro. (Fonte Nota Wikipedia)
PASSIONE E MORTE DI GESU’ SECONDO IL VANGELO DI MARCO
Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse:” In verità vi dico: uno di voi colui che mangia con me, mi tradirà”. Cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l’altro: “Sono forse io?”. Egli disse loro: “Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”
GESÙ CELEBRA LA PASQUA:
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il Mio Corpo”. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: “Questo è il Mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In Verità vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui io lo berrò nuovo, nel regno di Dio”.
GESÙ ANNUNCIA L’ABBANDONO DEI DISCEPOLI:
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il Monte degli ulivi. Gesù disse loro: “Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: perquoterò il pastore e le pecore saranno disperse. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea”. Pietro gli disse: “Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!”. Gesù gli disse: “In Verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai”. Ma egli, con grande insistenza, diceva: “Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò”. Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.
AI GETSEMANI :
Giunsero a un podere chiamato Getsemani ed è lì che ai suoi discepoli disse: “Sedetevi qui, mentre io prego”. Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”. Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora.
E diceva: “Abbà! Padre! Tutto è possibile a Te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io ma ciò che vuoi tu”.
Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro “Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.
Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: “Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: Ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino”.
GESÙ VIENE ARRESTATO:
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta”. Appena giunto, egli si avvicinò e disse: “Rabbi” e lo baciò, quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: “Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le scritture!”.
Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.
GESÙ DAVANTI AL TRIBUNALE EBRAICO:
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco.
I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano.
Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui dicendo: “Lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”. Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde.
Il sommo sacerdote alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: “Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?”.
Gesù rispose: “Io lo sono! E vedrete il figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza e venire con le nubi del cielo”.
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia! Che ve ne pare?”. Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, e a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: “Fa il profeta!”. E i servi lo schiaffeggiarono.
PIETRO RINNEGA GESÙ:
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani servi del sommo sacerdote e vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: “Anche tu eri con il Nazareno Gesù”. Ma egli negò, dicendo: “Non so e non capisco cosa dici”. Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: “Costui è uno di loro”. Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: “E’ vero, tu certo sei uno di loro. Infatti sei Galileo!”. Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quest’uomo di cui parlate”. E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: “Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai”. E scoppiò in pianto.
GESÙ DAVANTI A PILATO:
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e glielo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: “Tu sei il re dei Giudei?” Ed egli rispose: “Tu lo dici”. I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: “Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano?!”. Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.
Ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: “Volete che io rimetto in libertà per voi il re dei Giudei?”. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: “Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Ma essi gridarono più forte:”Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
GESÙ INSULTATO:
Allora i soldati lo condussero dentro cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E e gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
CROCIFISSIONE DI GESÙ:
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo.
Condussero Gesù al luogo del Gòlgota , che significa “Luogo del Cranio” e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso.
Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: ” IL RE DEI GIUDEI”.
Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo dicendo: “Ehi,tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!”.
Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re di Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!”. E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
AGONIA E MORTE DI GESÙ:
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la Terra fino alle tre del pomeriggio.
Alle tre, Gesù gridò a gran voce: “Eloi,Eloi, lemà sabactani?( Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?)” udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere”.
Ma Gesù dando un forte grido, spirò.
Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”.
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