LA PROVA PIÙ CONVINCENTE MAI MESSA SU CARTA DELLA REALTÀ DELLA VITA DOPO LA MORTE ?

Ci sono oggi innegabili prove scientifiche che supportano l’esistenza dell’Aldilà. Sono un uomo di legge scettico ma dalla mentalità aperta, un ex procuratore formalmente qualificato in tutta una serie di discipline universitarie. Le argomentazioni che seguono non sono soltanto argomentazioni legali astratte, teoriche e accademiche. Da investigatore dalla mentalità aperta, mi sono deciso a indagare sulle prove esistenti riguardo alla sopravvivenza dopo la morte e, insieme ad altri, ho ricreato le condizioni per verificare di persona le affermazioni in base alle quali è possibile una comunicazione con le intelligenze dall’Aldilà. Dopo diversi anni di indagini serie, sono giunto alla conclusione irrefutabile che esiste una massa di prove talmente corposa che, considerata nel suo complesso, attesta assolutamente e incontestabilmente l’esistenza dell’Aldilà. Non sostengo che le sole prove oggettive hanno un alto valore. Né suggerisco che queste prove debbano essere accettate al di là di ogni ragionevole dubbio. Affermo che le prove, considerate nel loro complesso, rappresentano la dimostrazione schiacciante e irrefutabile dell’esistenza della vita dopo la morte.

Victor Zammit

Nei primi anni della ricerca in ambito metafisico, i critici sostenevano che le informazioni fornite dai medium come prova dell’Aldilà potessero provenire dall’inconscio dei medium stessi o dalla lettura del pensiero dei partecipanti alla seduta.
Tuttavia questa posizione è ormai profondamente mutata. Nell’angusta faccenda del ruolo dell’inconscio dei medium, la ricerca metafisica è riuscita pienamente a dimostrare che, per quanto riguarda i medium autentici, l’inconscio non ha niente a che vedere con le informazioni trasmesse dall’Aldilà. E non c’entra nulla nemmeno la “telepatia” fra il medium e i partecipanti alla seduta.
Le “Corrispondenze Incrociate di Myers” sono ormai divenute la prova classica della sopravvivenza alla morte e si sono dimostrate, nei confronti di molte persone, molto influenti e convincenti ai fini dell’accettazione dell’idea della vita dopo la morte.
Una persona che si è dedicata con impegno nello studio delle Corrispondenze Incrociate è l’ex umanista-secolare Colin Brookes-Smith. Dopo avere indagato su di esse, egli affermò nel Society for Psychical Research Journal che la sopravvivenza alla morte dovrebbe essere ormai considerata come un fatto adeguatamente appurato e al di là di ogni dubbio per ogni persona ragionevole. Inoltre, Brookes Smith sostenne che questa conclusione non avrebbe dovuto rimanere avvolta nell’oblio dei fascicoli di una ricerca, ma avrebbe dovuto essere presentata al pubblico come:
“Una conclusione scientifica epocale di primaria importanza per il genere umano.” (Murphet 1990: 64).

Frederick W. H. Myers fu uno studioso di materie classiche vissuto a Cambridge alla fine del XIX secolo. Fu uno dei pionieri che fondarono la (Società per la Ricerca sul Paranormale) e si impegnò in prima persona ad indagare sull’Aldilà. Mentre era ancora in vita, si dedicò con particolare interesse all’elaborazione di un metodo che consentisse di provare che le informazioni fornite dai medium non provenivano dal loro inconscio.
Il metodo che escogitò fu quello delle corrispondenze incrociate – una serie di messaggi destinati a medium differenti di diverse parti del mondo che, singolarmente considerati non significassero nulla ma che, messi insieme, avessero un senso compiuto. Myers e i suoi insigni colleghi della Society for Psychical Research erano dell’idea che, se fosse stato possibile realizzare con successo un esperimento di questo genere, esso avrebbe avuto un elevato “valore probatorio” e sarebbe stato una prova di alto livello della continuità dell’esistenza.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1901, più di una dozzina di medium di Paesi diversi cominciarono a ricevere, mediante scrittura automatica, una serie di messaggi incompleti firmati da Frederick Myers e, in seguito alla loro dipartita, anche dai suoi colleghi della Society for Psychical Research Henry Sidgwick ed Edmund Gurney.
Tutti i messaggi avevano ad oggetto oscure materie classiche, erano spesso in latino o greco, lingue che la maggior parte dei medium non conosceva, e in sé non avevano alcun senso. L’Autore dei messaggi disse ai medium di apporre la data su ciascuna comunicazione, di farla autenticare, e, quindi, di trasmetterla ad un indirizzo centrale dove si sarebbe provveduto all’assemblaggio dei messaggi. Combaciarono come pezzi di un puzzle. In tutto, nel giro di trent’anni, vennero trasmessi più di tremila messaggi. Alcuni di essi erano costituiti da più di quaranta pagine dattiloscritte. Insieme diedero vita a 24 volumi e 12.000 pagine. Le indagini proseguirono così a lungo che alcuni dei ricercatori, come il Prof. Verrall, morirono durante il loro svolgimento e iniziarono anch’essi a comunicare.
I medium di cui si servirono Myers e i suoi collaboratori dell’Aldilà non erano professori di materie classiche. Non avevano un elevato livello d’istruzione e tutti i messaggi trasmessi andavano al di là delle loro conoscenze e della loro esperienza. In un’occasione uno dei medium, la Sig.ra Coombe-Tennant, condusse, tramite “scrittura automatica”, una discussione tra l’entità spirituale del Prof. Sidgwick e il suo collega vivente G. Balfour, avente ad oggetto la “relazione mente-corpo, l’epifenomenalismo e l’interazionismo”. Si lamentò stizzita del fatto che non aveva alcuna idea di quello di cui stavano parlando e perse la pazienza poiché le veniva richiesto di trasmettere cose troppo complicate.
Myers ebbe a dire che era estremamente difficile trasmettere i suoi messaggi dal mondo spiritico attraverso i medium, infatti disse che era:
“Come dettare a bassa voce a una segretaria riluttante e in qualche modo poco sveglia, stando dietro a uno schermo di vetro gelato che offusca la vista e affievolisce i suoni” (Wilson 1987: 176).
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1956 all’età di 81 anni, una delle medium chiave delle Corrispondenze Incrociate, la Sig.ra Coombe-Tennant, utilizzando il suo soprannome di Sig.ra Willett, trasmise attraverso la medium Geraldine Cummins, la quale non aveva mai conosciuto né lei né i suoi figli, un libro lungo e dettagliato di memorie personali contenente dettagli incredibilmente riservati sulla sua vita privata. Pubblicati con il titolo Swan on a Black Sea (Cigno su un Mare Nero), i messaggi della Willett, altro nome con il quale sono conosciuti, sono considerati da molti, compreso Colin Wilson, come:
la prova più convincente mai messa su carta della realtà della vita dopo la morte (Wilson 1987:183).
Le informazioni trasmesse negli esperimenti di Myers furono talmente accurate da lasciare sbalorditi i membri della Society for Psychical Research. Ad un certo punto coloro che indagavano sulle Corrispondenze Incrociate di Myers ingaggiarono degli investigatori privati per mettere sotto sorveglianza la Sig.ra Piper, una delle medium coinvolte negli esperimenti. La sua corrispondenza fu messa sotto controllo, degli investigatori privati la seguirono, si indagò sui suoi amici e sulle persone con cui parlava. E tutte le indagini dimostrarono la sua estraneità a frodi, macchinazioni o imbrogli.
Le prove sono assolute. Tutti i documenti originali sono stati archiviati per ulteriori studi e indagini. Per coloro che volessero prendere l’iniziativa di condurre ulteriori indagini, sono disponibili informazioni in quantità sufficiente. E sebbene per gli investigatori delle Corrispondenze Incrociate le informazioni siano provocatorie, la ricompensa è la prova evidente dell’esistenza dell’Aldilà.
Lo stesso Colin Wilson, in precedenza scettico e oggi scrittore di fama internazionale, condusse delle indagini. Egli ha scritto:
Considerati nel loro complesso, le Corrispondenze Incrociate e i messaggi di Willett sono fra le prove più convincenti attualmente esistenti riguardo alla vita dopo la morte. Per tutti coloro che siano disposti a dedicare qualche settimana al loro studio, essi sono la prova che, al di là di ogni ragionevole dubbio, Myers, Gurney e Sidgwick continuarono a comunicare dopo la loro morte (Wilson 1987: 179).
Le Corrispondenze Incrociate di Myers sono riuscite a dimostrare in maniera efficace che ciò che veniva trasmesso attraverso i medium non proveniva dal loro inconscio.